martedì 28 agosto 2007

La grande illusione

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2 aviatori francesi cadono prigionieri dei tedeschi e finiscono in un campo di prigionia per ufficiali, poi in un altro... fino a che a causa di numerosi tentativi di evasione arriveranno ad un campo che in realtà è un'antica fortezza dove comanda un ufficiale tedesco con un elevato senso dell'onore militare. E' soprattutto in quest'ultima prigionia, oltre che nelle altre, dove il senso dei dialoghi tra il comandante del campo ed il capitano francese, uno dei 2 prigionieri iniziali, un aristocratico (l'altro è chiaramente persona più "popolare"), è più compiuto. Sia tra loro, che anche in tanti piccoli episodi, si percepisce il "non-sense" della guerra, il "qui prodest" che non si riesce a focalizzare.

E fin qua tutto bene, sembra semplicemente un film ben girato, molto elegante, con momenti drammatici ed altri persino divertenti, ma poi arrivano gli ultimi 20 minuti... è la fine, la fine se si pensa a quali schifezze certa gente pensa di propinarci come film!
Sono 20 minuti d'una bellezza incredibile, tutto il film prende senso e quello che ho scritto prima lo devo a questo finale.

Indimenticabile.

Per la cronaca, cito dal Morandini:
Premiato a Venezia, fu proibito in Italia e Germania. Insieme a La passion de Jeanne d'Arc (1928) di Carl T. Dreyer, è il solo film francese che figura stabilmente nelle classifiche dei "dieci migliori film della storia del cinema".

Se si vuole comprendere il termine Capolavoro applicato al cinema, occorre anzitutto vedere questo (ed altri) film per poter applicare il giusto metro.

3 commenti:

  1. ehilààààààà! meraviglia delle meraviglie. Vedo che non hai nessun altro film di Renoir. Quando vuoi: 'la regle du jeu' - 'la bete humaine'…

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  2. beneeee!
    considerati precettata! :***
    qua dovrai tirarne fuori di barili, eheh...

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  3. qui vengon fuori da soli, sprizzano senza trivelle! Quello era un genio!

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