lunedì 13 aprile 2009

Centochiodi

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Un giovane professore universitario, il più sospettato di aver deliberatamente danneggiato i libri di un'antica biblioteca dell'università di Bologna, fa perdere le proprie traccie e si rifugia in un piccolissimo casolare abbandonato, sulla riva del Po.

La gente del paese, Bagnolo San Vito (MN), si accorge presto della sua presenza, già mentre comincia a riordinare il rudere, mentre le autorità cominciano a credere al suicidio che ha simulato. Iniziano ad aiutarlo nei lavori, una bella panettiera se ne innamora... presto s'integra nella vita paesana e nessuno gli chiede conto della sua provenienza.

Non manca nulla della vita vicino al grande fiume, gente che Olmi conosce molto bene e continua a frequentare. Persino una scena di moto da enduro su un sabbione che precedono l'arrivo dei bagnanti, tutti insieme su una chiatta. Tante le scene bellissime anche grazie ad una più che degna fotografia.

I problemi iniziano quando l'autorità regionale che governa il fiume decide di costruire un porto fluviale proprio sulle aree delle abitazioni, in parte abusive, di alcuni paesani. Quella gente vive lì da sempre, non sa nulla di queste burocrazie. Il professore farà del suo meglio per aiutarli, ma questo porterà a renderlo "visibile"...

Sembra un film d'altri tempi anche se tutto è ambientato proprio ai giorni nostri. Luoghi dove il tempo pare fermato, seguire il ciclo del fiume ed adattarsi ad esso. E' il meraviglioso Po che domina da protagonista.
Protagonista poi il messaggio, ben in evidenza già nella locandina che si concretizza in tutto il film e si decodifica esplicitamente nel finale. Un inno alla vita semplice, comune, che privilegia le relazioni umane ed un corretto rapporto con l'ambiente. Un monito a non perdere contatto da questi valori.
I chiodi, come quelli della crocefissione anche nella forma, hanno punito il più grande colpevole. Da incorniciare: "Dio non parla coi libri. I libri servono a qualsiasi padrone e qualsiasi dio."

Grandissimo Ermanno Olmi. Uno dei maestri di sempre del Cinema.

2 commenti:

  1. Beh questo invece mi ha sorpreso e piaciuto...bella la metafora dei chiodi!

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  2. Olmi è il più grande tra i registi italiani viventi.

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