martedì 24 novembre 2009

Lo scafandro e la farfalla

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Sceneggiatura tratta fedelmente dall'omonimo libro pubblicato nel 1997, autore Jean-Dominique Bauby che racconta la sua esperienza vissuta di paralizzato totale, sindrome locked-in, a seguito di un grave ictus. Grazie ad una tenace specialista, Jean-Do riesce a comunicare battendo il ciglio dell'occhio sinistro, solo movimento che riesce a governare nel suo corpo che egli stesso definisce Scafandro. Dice di Sì con un battito e No con due. Gli viene letto un alfabeto basato sulla frequenza delle lettere nella lingua francese: un battito per indicare la lettera giusta, due per lo spazio, tanti battiti per l'errore.

Con questo sistema ingegnoso (siamo nel 1995) e la pazienza infinita di un'assistente nominata dall'editore, si arriva alla stesura del libro pubblicato nel 1997. Jean-Do morirà dieci giorni dopo la pubblicazione, quando già aveva progetti di scriverne altri. Dieci anni dopo arriva il film.

Un giornalista di grande successo nel pieno della vita e della carriera, quarantenne. improvvisamente catapultato in una dimensione surreale. Quando esce dal coma è come se si risvegliasse in un incubo, scopre cosa gli è capitato, si rende conto di non poter parlare, muoversi. La rara sindrome mantiene tutti gli organi vitali funzionanti, intelletto e coscienza di sé perfettamente integri, è solo il corpo a risultare un oggetto estraneo, involucro inerte. Vorrà morire ma sarà solo un breve attimo, prenderà coscienza delle sue possibilità, della farfalla che è la sua immaginazione e la sua memoria, e deciderà di scrivere l'opera.

E' una vicenda di vita straordinaria, inutile dirlo.
Il film nella prima mezzora è emotivamente travolgente e sconvolgente! La telecamera, figurativamente, è quasi costantemente dentro l'occhio funzionante di Jean-Do del quale si sente la voce-pensiero, il respiro. Lui non lo si vede nemmeno. Poi comincia ad uscire, ad inquadrarlo dall'esterno, tornando nell'occhio più di rado. Poco riusciti a mio avviso i flashback, potevano essere più intensi, è il dettaglio, però importante, che non mi fa gridare al capolavoro. Bellissimi invece i suoi sogni, il volo della farfalla particolarmente.

Inevitabile l'accostamento, per la vicenda, ad un film che a mio parere è uno dei capolavori di sempre della storia del Cinema, E Johnny prese il fucile di Dalton Trumbo. Non siamo allo stesso livello, ma ci si affianca con onore.

Assolutamente imperdibile!

p.s.: un sentito grazie a Grazia, l'amica di Udine che mi ha consigliato questo film.

2 commenti:

  1. Molto bello. Superiore a "Mare dentro".

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  2. non penso siano film paragonabili in modo diretto. se proprio vogliamo farlo, questo ha una trama notevole, come Mare Dentro d'altronde, ma ha dei "buchi" di regia come ho scritto, mentre il film di Amenabar, nel mio Olimpo, è perfetto dall'inizio alla fine.

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