domenica 20 giugno 2010

United Red Army

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Film storico che narra le vicende che portarono in Giappone nel 1971 alla formazione del gruppo terroristico di ispirazione comunista United Red Army. Una storia che parte dal 1960 ed arriva al 1972, anno in cui gli ultimi componenti del gruppo furono arrestati.

3 ore e passa di film intensissimo,
quasi impossibile fare un resoconto di tutti i dati storici riportati in particolare nella prima parte, con nomi e cognomi, immagini di repertorio miste a finzione, la parte che racconta come, a partire dal '60 in particolare col movimento studentesco, in Giappone siano iniziati i disordini con repressioni governative estremamente dure. Il paese usciva da un periodo di dipendenza dagli stati uniti ed era in ballo la permanenza di questi ultimi alla base di Okinawa. Dal 1951 era stata decretata la fine dello stato di guerra e contemporaneamente stipulato il "Trattato di sicurezza" nippo-americano. Nel '60 scadeva ma la dipendenza economica del Giappone spinse il governo a rinnovarlo, con usufrutto ancora della suddetta base, strategica per le guerre che poi sappiamo. Per una dettagliata narrazione storica leggere QUA. Fra gli studenti nasce la protesta e si forma un forte movimento, con intenti interventisti, che rafforza le proprie convinzioni politiche soprattutto dopo la rivoluzione culturale cinese del '66.

Alla fine degli anni '70 però, dopo sommosse ed occupazioni, rimangono fondamentalmente due gruppi, "Red Army Faction" con leader lo studente Tsuneo Mori e i maoisti del "Revolutionary Left Wing of the Japanese Communist Party" con leader la severa Hiroko Nagata, fuggono sulle montagne per addestrarsi e preparare la rivoluzione ed il loro esiguo numero li porterà ad unirsi in un gruppo che chiameranno appunto United Red Army. A questo punto finisce la (eccezionale!) parte docu-fiction ed inizia, sempre e rigorosamente riportante fatti realmente accaduti, la pura finzione.

Il gruppo vive tutto unito e svolge un severissimo lavoro di addestramento che è più mentale che fisico. Studiano, si allenano fisicamente, cambiano la base mano a mano che la polizia è sulle loro tracce. Fine del '71, sono tutti ragazzi molto giovani, persino qualche minorenne, fanno ormai vita monastica e parlano anche degli anni passati oltre che di dottrina politica. Sempre più braccati per evitare delazioni decidono che nessuno potrà più allontanarsi, pena la morte.
Ad un certo punto partono con quella che chiamano "autocritica": ognuno deve meditare sul proprio comportamento passato e presente per depurarsi di tutto ciò che è borghese, vigliacco ed inadeguato ad un rivoluzionario comunista. E' l'inizio di una follia da incubo! Un vero inferno: non è sufficiente pentirsi a parole, vengono comminate pene fisiche, il colpevole viene colpito da tutti i suoi compagni, "per il tuo bene" gli dicono. Mori e Nagata sono in pieno delirio, ormai basta un niente per processare uno dei loro compagni, il primo morto la notte del 31.12.71, poi è un susseguirsi, viene persino codificata la condanna a morte come necessaria, già sono pochi e diventano sempre meno. Quando cominceranno in concreto la lotta armata sono ormai ridotti al lumicino. Il finale lo lascio da ammirare, è un apogeo.

La seconda metà del film è l'angosciante e spaventosa vita che l'URA conduce in quel modo. Una follia collettiva dove chi aveva un momento di lucidità veniva immediatamente sottoposto alla fatale autocritica. Uno sguardo ed una osservazione verbale di Mori o Nagata voleva dire quasi certamente morire, ed in modo terribile. Terrore costante, una cosa inimmaginabile, riprodotto da Wakamatsu mirabilmente, non potrei mai descriverlo come merita.

Capolavoro da Olimpo, senza esitazioni, imperdibile. Reperibile ottimamente sottotitolato, in italia è stato visto solo al Festival di Torino. Interessantissimo anche storicamente, non ne sapevo nulla dei fatti narrati.

P.S.:
Wakamatsu è regista d'incredibile prolificità, questo a quanto ho letto è il suo 101° film! Avevo già visto "Su su, per la seconda volta vergine", consiglio lettura della breve recensione. Tutti e 101 dubito di aver vita sufficiente a guardarli, ma ce n'è altri di molto interessanti, prossimamente sul blog.

9 commenti:

  1. visto..regista strepitoso..qui siam su livelli di eccellenza,

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  2. concordo. ne hai in particolare da consigliarmi? a breve intanto guarderò Embrione, una delle sue perle a quanto pare.

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  3. lo vedrei anche volentieri, ma 3 ore in giapponese sono un po' fuori dalla mia portata... la vicenda storica però mi pare interessante

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  4. peccato unwise, è un film notevolissimo.
    ma non insisto :)

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  5. eh...dopo il trauma di Tetsuo, non sono stato più capace di guardare un film orientale... :)

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  6. ahah! quale, il primo o il secondo? il terzo è introvabile ma non demordo... be', quello è proprio tosto tosto eh! nulla a che fare con questo.

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  7. il primo....ecco allora capirai perchè quando mi si propone un film del genere (orientale con sottotitoli, o simili) mi sento un po' come Fantozzi prima della corazzata! :)

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  8. film eccezionale, doloroso,
    come si fa a non soffrire fino alla fine?
    ma ne vale davvero la pena.

    (ti ho citato nel mio blog
    http://markx.splinder.com/post/23261678/united-red-army-koji-wakamatsu
    spero non ti dispiaccia)

    francesco

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  9. concordo con quanto dici Francesco
    nessun dispiacere, ne sono anzi lusingato.
    ciao! :)

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