venerdì 23 luglio 2010

Satantango

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Lo dico subito che è un film da Olimpo e chiudo qua con aggettivi ed iperboli, è un'opera molto atipica anche nel panorama del cosiddetto cinema d'autore, ed estrema sotto una serie di punti di vista che cercherò di sottolineare.

Anzitutto la durata. Circa 7 ore in bianco e nero, divisi in altrettanti dischi e non parliamo di uno sceneggiato, ma proprio di un film. Tutti piani sequenza, alcuni interminabili, interpretati a canovaccio, a rappresentazione di 12 parti che si rincorrono avanti e indietro nel tempo sul breve termine (da questo andamento deriverebbe il "tango" del titolo), come ripetizioni di scene precedenti da altri punti di vista più che dei veri e propri flashback.
Suoni in presa diretta, particolarmente amplificati i rumori come respiri o camminamenti. Musiche al confine tra la classica e la zigana, brani di fisarmonica ossessivi, un suono di fondo in molte scene che ha, come da titolo, del satanico. 4 anni di lavoro, dal 1991 al 94, nessuna scena costruita ad arte: la pioggia è proprio pioggia, ho solo qualche dubbio sul vento in qualche momento che sembra prodotto con un soffione per foglie, ma è un dubbio. Ricerca di assoluto realismo: una scena di festa e ballo piena d'ubriachi è stata girata con gli attori ubriachi (dichiarazione del regista).

Breve sinossi da Wiki: "La storia narra del collasso di una fattoria collettiva ai tempi della fine del comunismo in Ungheria. La maggior parte delle persone che vivono nella fattoria sono ansiose di andarsene via da quel posto che considerano disastrato e miserabile e sperano in un futuro migliore grazie al denaro che riceveranno dalla chiusura della comunità. Ma ecco che il carismatico Irimias, che sparì due anni prima dalla comunità e che ormai tutti davano per morto, sta per tornare. La voce del suo ritorno rapidamente arriva al villaggio e il film si concentra sull'impatto e le conseguenze che il ritorno di Irimias ha sugli abitanti della fattoria che si troveranno a far fronte non solo alle astuzie di Irimias ma anche a quelle messe in atto gli uni contro gli altri.".

Dovrei riscrivere molte delle considerazioni fatte poco tempo fa per Kinetta, altro film "per tutti e per nessuno". Anche questo film mi ha profondamente impressionato, per motivi tecnico-narrativi diversi in parte già descritti, ma sempre, come per il capolavoro di Lanthimos, perché ha creato un'esperienza la sua visione. Mi concentro su un aspetto preciso di quest'opera.

La bellezza dell'estenuante
Così, tanto per dare un titolo alle righe che seguono.
Con camera spesso fissa, altre volte con movimenti comunque lenti, al limite dell'impercettibile, le scene riprese sono di totale completezza, non saprei come meglio dire. Situazioni che in qualsiasi altro film potrebbero durare anche solo pochi secondi, giusto il tempo di dirti "guarda, è successo questo" qui durano esattamente la durata che hanno in una vita normalmente vissuta, anche se qua parlare di vite "normali" è un po' difficile.
Quindi estenuante, una visione che all'inizio crea un vero e proprio sconcerto, sai quanto dura e ti chiedi se è il caso di continuare. Poi rimani fisso a cogliere ogni più piccola variazione di quanto avviene tra un frame e l'altro, come un gioco enigmistico in particolare nelle riprese fisse. Lentamente mi sono accorto che era come se vivessi una sorta di seconda vita, in personaggi e luoghi a me così lontani e sconosciuti. Gli occhi mi si sono aperti inseguendo dei tizi che camminano in un viale, tra pioggia e vento, sentendone i passi.
Quindi la bellezza che è insita nella vita, delle persone, anche le più strane, e di ciò che le circonda, quando ne puoi cogliere ogni impercettibile dettaglio. Una variazione di umore, solo da pochi movimenti e variazioni nel respirare. In una piazza inquadrata in ampiezza, uno dei pochi momenti di paesaggio urbano, una mandria di cavalli senza governo invade lentamente ogni spazio, per scoprire che erano fuggiti dal vicino macello eppure oltre quella piazza non riuscivano ad andare, bisogno di restare uniti pur ormai sapendo cosa li aspetta, minuti e minuti di una metafora che non scema, anche dopo che l'hai intuita ne senti sempre l'intensificarsi.

Credo sia un film per Cinefili, uso il maiuscolo perché anche fisicamente è un impegno importante. Io che sono un "cinefilo per caso" me lo sono imposto e passate le prime 2 ore è letteralmente volato via. Secondo me è alla portata di chiunque, non bisogna spaventarsi, solo non si può essere spettatori passivi, questo no.

Consigliatissimo a chi ama il Minimalismo, e sono tra questi, amatore incolto ed ignorante, uso la definizione spesso in modo improprio per ogni forma artistica o architettonica dove la quantità è ai minimi termini mentre l'attenzione al dettaglio ed all'armonia ai massimi. Mi piace tantissimo nella musica, il guru del genere è il mio amatissimo Wim Mertens, più volte citato in questo blog lo uso come esempio, una musica che non può essere consumata mentre si fa altro eppure spesso composta da pochissime note, bellissima e geniale.

Concludo ringraziando di cuore gli amici brazzz e eraserhead che mi hanno fatto conoscere questo grande regista, di cui guarderò certamente altro.


15 commenti:

  1. Che coincidenza... Bela Tarr ;)
    Però questo mi manca.

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  2. cara Bad (bentornata anzitutto!) è davvero una coincidenza, era programmato, la visione di un film così non s'improvvisa da un giorno per l'altro :)

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  3. nulla da commentare qusto e le armonie sono 2 capolavori assoluti..o no,caro roby? eh

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  4. le armonie le devo ancora vedere, ma da quel che leggo... ho voluto vedere prima satantango, propedeutico, ora gli altri (pochi) film di Bela Tarr me li guardo in ordine cronologico.

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  5. prooontii?
    Fantozzi, è lei?

    oh...si scherza eh! :)

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  6. ahahah! povero fantozzi. a lui però piacerebbe la versione coi sottotitoli in tedesco ;-)

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  7. Finalmente :)
    Bel passaggio quello sulla bellezza dell'estenuante, lo condivido in pieno perché Satantango è un film d'estenuante bellezza. Stancante, inarrivabile come una donna bellissima e per questo tremendamente malinconico.
    Non finirò mai di stupirmi del controsenso che giace nel cinema di Tarr: lui non ci racconta la realtà (quanto siamo lontani da una fattoria impelagata nel fango?) eppure la avvertiamo vicinissima a noi come se fossimo sempre stati in quella decadente fattoria ungherese.
    Difatti vedrai che con The Man from London, avvicinandosi di più a "noi" con una location europea risulterà paradossalmente scarico, ad un passo dal vacuo.
    Ciononostante Tarr resta l'antropomorfizzazione del dio cinema.

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  8. ciao eraser, grazie.
    be', su Tarr condividiamo decisamente le opinioni. non vedo l'ora di guardare gli altri, me li riservo per un dopo-ferie col botto. ;-)

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  9. 7 ore Rob? Ammazza... Però per uno che è abituato alle maratone notturne (il padrino, star wars e via dicendo) non dovrebbero esserci problemi...

    Ci provo.

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  10. ma come 7 ore?
    neanche una serie tv dura così tanto...
    devo prendere un giorno di vacanze soltanto per riuscire a vederlo eeheh :)

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  11. io ci ho impiegato una settimana di pause pranzo lavorative ;-) e poi di notte me lo sognavo...
    non saprei dire cosa può significare spararselo tutto in un un'unica soluzione, dev'essere un'esperienza mistica, ahah!

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  12. visto di passaggio in un fuori orario di una decina o più di anni fa. cioè visto; mi sono arreso dopo due ore, vorrei rivederlo ma soltanto in una tirata, il problema è trovare sette ore libere..

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  13. in bocca al lupo harmonica, che altro dirti? :)
    fatti sentire poi. ciao

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  14. ebbene l'ho fatto in una giornata in mia casetta a Mi, io e un collega ce lo siamo sparato! abbiamo cominciato alle 4 di mattino e abbiam tirato fino alle 13. Al pomeriggio avevamo i gelati da preparare, quindi tutto calcolato! Che dire? L'hai già fatto te, io aggiungerò solo che mentre introducevo gli ingredienti del cioccolato fondente, ho pianto per dieci minuti. … l'onda delle emozioni, mi ero tenuta anch'io a camera fissa e poi son sfociata improvvisamente! :)

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  15. grande petrolio! ma quando, proprio in questi giorni? O_O
    poi chissà il gelato cioccolato com'è venuto con le lacrime, "dolce e un po' salato", forse pupo aveva visto satantango prima di comporre il suo pezzo "immortale", ahah!
    scherzi a parte, ci devi scrivere uno dei tuoi pezzi su questo film, scusa se mi permetto ma non oso immaginare cosa ne puoi scucire fuori.

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