mercoledì 11 agosto 2010

La caduta - Gli ultimi giorni di hitler

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Traudl Junge è stata la segretaria di hitler negli ultimi giorni di vita dello stesso, a Berlino nel noto bunker, ha assistito a tutto, pranzava insieme a lui, goebbles e ai gerarchi rimasti, batteva a macchina ogni comunicato.
Una ricca testimonianza quindi, che ha scritto nel libro "Bis zur letzten Stunde" pubblicato in Italia col titolo fedele "Fino all'ultima ora", e questa è la principale fonte storica del film, che viene aperto e chiuso da 2 interviste alla stessa, ormai anziana signora, particolarmente interessanti.

Lungo, 150 min., non ci fa mancare nulla di quegli ultimi deliranti giorni. Non sono uno storico esperto, ma tutto quello che sapevo e che ben ricordavo l'ho visto ed altri aspetti, i più allucinanti, ho avuto modo di approfondirli. Tutti sappiamo bene del suo suicidio, insieme ad eva braun, dopo il matrimonio avvenuto nel bunker; del suicidio collettivo della famiglia goebbles, con la madre che somministra prima il sonnifero poi il veleno, personalmente, ai 6 figli. Ci sono ancora lati oscuri ma insomma, la sostanza è questa.

Al di là però dei protagonisti, certo principale oggetto della trama, il film rimarca moltissimo il delirio del dittatore che arrivò di fatto a desiderare una autodistruzione della nazione e del popolo tedesco, reo a suo dire di averlo tradito, non essere stato alla sua altezza. Con Berlino ormai distrutta arriva a dire ad Albert Speer che i bombardamenti gli risparmieranno i lavori di demolizione per costruire il terzo reich così come lui lo sognava, davanti ad un plastico che volle portarsi persino nel bunker. Nel frattempo fuori dal bunker era un massacro di civili, persino di giovanissimi arruolati all'ultimo minuto. Ogni uomo in grado di muoversi venne obbligato a combattere, chi rifiutava veniva immediatamente ucciso, non c'era scampo per i berlinesi e questo quando ormai nessuno dotato di un minimo di buon senso poteva ancora sperare in una controffensiva. Ecco, era questo l'aspetto che non avevo mai approfondito precedentemente.

Film potente, teutonicamente rigoroso, girato molto bene, mai un calo di ritmo, la tensione è un crescendo continuo. Costumi e scenografie perfette, musiche al minimo ed adeguate. Gli attori, Bruno Ganz su tutti che impersona hitler, sono esemplari e truccati alla ricerca della massima somiglianza. Scene di combattimento e negli ospedali che non risparmiano cruenza.
Per farla breve, un film da vedere assolutamente. Ultima ora da Olimpo. Alcune scene in esterni ed il suicidio dei goebbles da cineteca.

Ho letto di alcune polemiche suscitate. Chi accusa di revisionismo da una parte, chi all'opposto di altro. Patetiche, gente che ha tempo da perdere e non bada alla sostanza. Anch'io inorridisco di fronte a quello che è stato il delirio nazista, ma ero anche stufo di vedere il personaggio dipinto in modo macchiettistico o solo nei suoi momenti di propaganda, avrà pur avuto nell'intimità una vita normale, fatta di dialoghi, strette di mano, debolezze, mi pare ovvio e mi pare anche che la sua follia, proprio perché ritratta in questo modo, ne risulti persino amplificata.
Girato da un regista tedesco, con attori tedeschi, tratto da un libro tedesco: cosa volere di più? Era fondamentale che da loro arrivasse un'opera di questo genere.


15 commenti:

  1. Ciao Roby,

    le polemiche legate al film sono sorte in quanto la pellicola "umanizzerebbe" troppo Hitler, mettendo in risalto la sua cortesia con la sua segretaria, il "dramma personale" di un uomo in preda alla sua delirante pazzia e tradito man mano da quasi tutti i suoi fedelissimi.
    L'olocausto diventa "una grande occasione perduta" per ripulire il mondo dai "porci giudei", le democrazie occidentali sono "così decadenti".
    Chiaro che una (re)interpretazione in questi toni può suscitare qualche critica, in quanto sembra sollevare il fuhrer dalla sua responsabilità storica. Ricordiamoci che c'è gente che ha visto la propria famiglia sterminata nei lager, e a cui un revisionismo simile potrebbe quantomeno dar sui nervi.
    Tra l'altro è risaputo che i tedeschi avrebbero voluto resistere all'assedio dell'Armata Rossa per potersi arrendere agli USA, in quanto temevano la vendetta sovietica dopo le atrocità commesse dai nazisti durante la blitzkrieg in Russia.

    Ad ogni modo un film da vedere, l'atmosfera di quegli ultimi nove giorni è rappresentata così bene da sembrare tangibile, da proiettare lo spettatore all'interno di quel bunker, a vivere lo stesso senso di imprevedibilità.

    Cast eccezionale, con un Bruno Ganz che avevo lasciato ai tempi de "Il cielo sopra Berlino", e che si conferma un artista di spessore internazionale. Tutti gli altri attori sono stati scelti dando evidentemente la priorità alla somiglianza fisica con i personaggi storici che avrebbero dovuto interpretare. E il risultato è impressionante. Non si era mai visto un Goebbels così fedele all'originale, stesso dicasi per gli altri ruoli.
    Un film che ho visto e rivisto, e che consiglio. Un vero peccato che sia stato così sottovalutato (o boicottato?) in Italia

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  2. Ale, ti ringrazio per aver precisato meglio, tra le alte cose, le note polemiche. Continuo a non condividerle, nel senso che il film racconta come hitler ha vissuto quei giorni, cosa avrebbe dovuto fare? I suoi propositi sullo sterminio degli ebrei mica vengono legittimati, anzi. Se quelle erano le parole che lui usava quelle hanno dovuto raccontare. Non sarebbe dovuto essere un uomo disperato poi?

    E' sempre la solita storia, si confonde il termine Conoscere con il termine Condividere o peggio Apprezzare. Che si voleva, un uomo che abbaiava come un cane, bava alla bocca, sempre incazzato? Il film è estremamente realista, non revisionista, hitler ne viene fuori malissimo, ai miei occhi persino peggio di come me lo immaginavo.

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  3. lo guarderò sicuramente. anche perchè sono personaggi che mi hanno sempre (storicamente) affascinato. se, come dici, i caratteri non vengono estremizzati ideologicamente, penso che mi piacerà molto...

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  4. ah Roby...il titolo è "bis zur letzten Stunde"

    achtung Zeitung! :)

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  5. uh, grazie unwise! corretto ed aggiunto anche il titolo della pubblicazione italiana. :)

    guardalo, è veramente molto bello vedrai, e non dimenticare di ripassare per un "non saggio" parere...

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  6. Confermo la grandezza di Bruno Ganz...

    p.s. ke kombinazionen, hai visto? da me si parlava di prodotten nazisten per dentisten... :D

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  7. incredibile Nick, nemmeno ci fossimo accordati per il sincronismo! :D

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  8. in effetti leggere i vostri post in sequenza fa un certo effetto... :)

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  9. "E' sempre la solita storia, si confonde il termine Conoscere con il termine Condividere o peggio Apprezzare"[cit. Roby]

    nel mio caso mi verrebbe solo da chiederti: se non conoscessi assolutamente nulla della storia del nazismo, e vedessi questo film, che idea ti faresti del regime e del suo dittatore?

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  10. Ale, anzitutto la frase non era rivolta in modo accusatorio, lo dico per scrupolo, vorrei fosse chiaro che non c'è polemica, disponibilità a dibattere invece sempre. :)

    Alla domanda, almeno a questa, rispondo facilmente: questo non è un film per farsi un'idea complessiva del nazismo e di hitler. Narra un periodo circoscritto, ben preciso e molto particolare. E' un film che ha senso perché quei giorni sono avvolti da sempre da grande mistero e ne fornisce un'interpretazione, discutibile ma sensata.
    Forse si potrebbe dire che prerequisito per comprenderlo è una discreta conoscenza del nazismo, della 2° guerra mondiale, dell'olocausto, ecc... . Io ho letto molto a riguardo, soprattutto dell'olocausto, compreso il grande Simon Wiesenthal che molti manco sanno chi è, compreso molti brani del mein kampf libro che ho in biblioteca, molto meno riguardo alle vicende militari che pure non ho ignorato, per dire che come prerequisiti mi sento non un luminare ma abbastanza a posto.

    Non è colpa del film se la storia di quegli anni nelle scuole quasi non viene affrontata, perlomeno in italia. In Germania solo di recente se ne comincia a parlare nelle scuole, fino a pochi anni fa argomento tabù, guai a chi parlava dell'olocausto! Quando andai a visitare il campo di Dachau a Monaco amici tedeschi non sapevano nemmeno che esistesse, pensa.

    In Israele uno dei libri più letti e venduti di sempre è proprio il citato mein kampf, bisogna chiedersi come mai visto che qua da noi la prima volta che ho detto ad uno che lo stavo leggendo mi ha chiesto: ma sei nazista? una domanda idiota, gli ho pure detto che era un Edizioni Kaos, non le conosceva ovviamente. Popolo intelligente e studioso quello israeliano, che vuole conoscere. Non so quali reazioni ci siano state in Israele su questo film, ma vabbe', saranno state pro e contro anche lì sicuramente.

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  11. Certo, ho capito che non c'era polemica, volevo solo insinuarti un dubbio :D

    A proposito, piccolo off-topic: ti consiglio di leggere il libro "la biblioteca di Hitler" (Mondadori, purtroppo). E' molto interessante, in pratica viene ripercorsa la sua vita in relazione alle idee e alle letture che la influenzarono

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  12. ah sei un insinuatore allora! ahah! ok, terrò presente per il futuro..
    la stessa casa editrice anche del diario della Junge ed. italiana, che vuoi fare. :)

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  13. visto! veramente impressionante devo dire...per una volta il Führer non è un mostro con tre teste, anzi fa quasi compassione così ingobbito e tremante (Bruno Ganz stratosferico). il suo suicidio, più che epico, sembra disperato (piccola nota linguistica: i doppiatori italiani fanno spesso l'errore, un po' fastidioso, di allungare la ü con una inopportuna i - ricordo loro che è tedesco, non inglese). Goebbels irritante oltremisura, con una determinazione che ha del patologico (e anche contagioso, vedendo il comportamento della sua consorte). ma chi esce più malconcia dal ritratto è Eva Braun, che qui è una persona frivola e inconsistente, con un unico punto di riferimento, il suo Adolf. Albert Speer invece mi pare quello meno negativo, e anche il personaggio più consapevole della irreparabilità della situazione. del resto non era un militare, ma un architetto, uno cioè che ha come occupazione la costruzione, e non la distruzione. bellissima l'inquadratura di lui davanti alle rovine della sua opera. fra l'altro la presa di coscienza della protagonista nell'intervista finale assomiglia parecchio alla dichiarazione di Speer di fronte alla corte di Norimberga. ma la figura che mi è piaciuta di più è quella di Peter. il bambino, quasi sicuramente inventato, fa da vero filo conduttore per tutta la vicenda, e anche oltre oserei dire. si potrebbe azzardare che fa da paradigma per tutto il popolo tedesco: l'innocenza e l'entusiasmo dell'infanzia lo ha portato a farsi condurre per mano dal Führer, che persino gli assegna un'alta onorificenza, ma si è poi scontrato con la morte e la distruzione, anche della propria famiglia. nondimeno, è proprio la sua determinazione a permettere alla protagonista di lasciarsi alle spalle il fronte; un po' come dire, adesso tocca a lui, passato così giovane attraverso la guerra, quella vera, andare avanti, aiutando chi rischia di abbandonarsi allo sconforto. i tedeschi di oggi, per fortuna, mi sembrano abbastanza simili a lui...

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  14. grazie unwise, con te ed alessandro questa recensione è diventata ricchissima! :)
    condivido tutto quello che scrivi, compreso il finale sui tedeschi di oggi.

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  15. grazie a te per il süggerimento! :)

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