martedì 31 agosto 2010

Salò o le 120 giornate di Sodoma

20
Ultimo film di Pasolini, liberamente (ma nemmeno più di tanto) ispirato al romanzo di De Sade "Le 120 giornate di Sodoma", riambientato in Italia durante la repubblica di Salò e quindi volutamente caricato di significati politici e sociali che nel romanzo non sono presenti, perlomeno non in modo così esplicito.

In brevissimo: 4 uomini di potere, con la collaborazione delle milizie nazifasciste, rapiscono 18 giovanissimi, 9 ragazzi e 9 ragazze, per rinchiuderli in una villa (a Marzabotto, proprio lì!) e disporne a proprio piacimento per ogni sorta di pratica sessuale e/o violenta. Ai 18 ragazzi i 4 aggiungono 4 loro figlie che si concedono in sposa tra di loro.
Detto questo, sconsiglio di proseguire la lettura ad animi sensibili o facilmente perturbabili, quanto devo raccontare è abbastanza scioccante.

Il film come il romanzo è diviso in 4 capitoli (i virgolettati presi da Wiki):

ANTINFERNO
E' la fase di pianificazione ed organizzazione dell'evento, rastrellamento alla ricerca dei giovani, loro selezione e trasporto alla villa, dove riceveranno il regolamento in modo esplicito: "Deboli creature incatenate, destinate al nostro piacere, spero non vi siate illusi di trovare qui la ridicola libertà concessa dal mondo esterno. Siete fuori dai confini di ogni legalità. Nessuno sulla Terra sa che voi siete qui. Per tutto quanto riguarda il mondo voi siete già morti!". Molto chiara sin da subito l'assenza di ogni speranza.
Saranno anche informati di come si svolgeranno le giornate. Ogni giorno si troveranno nella sala delle orge. Di giorno una "narratrice", ex prostituta che ha avuto a che fare con ricchi libertini nella sua vita, racconterà esperienze personali e vicende attinenti l'argomento trattato, allo scopo di indottrinare ed eccitare. Successivamente si passerà ad attuare in pratica quanto raccontato.
Durante il trasporto un ragazzo tenterà la fuga è sarà ucciso. Già in questa fase preliminare una ragazza si suiciderà. Diventeranno così 8 e 8, come nel romanzo. Le 4 figlie sono schiave, sempre nude, al servizio di ogni bisogno, cameriere durante i pasti ma soggette ad ogni sfizio.
Nella villa, protetta ed inavvicinabile, è presente anche personale di servizio che mai compare nelle orge, e molti repubblichini, tra i più fidati del regime, che impiegheranno pochissimo a condividere le perversioni dei loro capi, dei quali sono anche amanti.

GIRONE DELLE MANIE
Arte della masturbazione, eiaculazioni fantasiose, feticismo, pedofilia e chi più ne ha ne metta. E' la fase di iniziazione di questi vergini prima della deflorazione. Serve anche a stabilire le reali sessualità dei ragazzi, a valutarne le potenzialità, prime selezioni. Le "arti" vengono insegnate con cura. C'è anche una dissimulata cerimonia di matrimonio tra un ragazzo ed una ragazza costretti poi a consumare il primo rapporto in pubblico. E' l'inizio del terrore, qualche ragazzo tenta ancora di ottenere pietà, persino piccole disobbedienze, subendo poi punizioni durissime.

GIRONE DELLA MERDA
L'ano e quanto da esso esce diventa il massimo oggetto del desiderio. I racconti della narratrice parlano di coprofilia, coprofagia, amore per il lurido considerato delicatezza sublime, rapporti anali di vario genere, persino macabri tanto che la narratrice parla di come ha ucciso sua madre che le voleva impedire di praticare la sua professione ricevendo un plauso unanime dei 4 per la crudeltà necessaria.
Non ci sono limiti nei racconti di De Sade, non ce ne sono nel film. In questa fase avviene di tutto, subito uno dei 4 costringe una ragazza andata in panico a mangiare le sue feci appositamente da lui prodotte al centro della sala, concorsi dell'ano più bello, falsi matrimoni coi 4 vestiti da nobildonne, soprattutto la raccolta di tutte le feci dei ragazzi che diventeranno prelibatezza per un banchetto al quale tutti, nessuno escluso, dovranno partecipare mostrando apprezzamento per il cibo.

GIRONE DEL SANGUE
Uno dei 4, mano a mano che i ragazzi commettevano errori, segnava i nomi in una sorta di lista nera, promettendo future punizioni di entità nemmeno immaginabile. In realtà alla fine tutti e 16, com'era ovvio, si ritroveranno in questa lista. Siamo nelle depravazioni che ora definiremmo più sadiche in assoluto, quando il dolore e la morte più terribile ed agonizzante procura piacere a taluni. Amputazioni, lapidazioni, cavature, scalpi, tra una sodomizzazione ed un'altra, impiccagioni, di tutto, alcuni dei 4 coi repubblichini a compiere le nefandezze, a turno, gli altri su dei troni ad assistere allo scempio, con altri fedelissimi pronti ad ogni loro voglia sessuale durante lo spettacolo. Finale agghiacciante.

Se siete arrivati sin qua e avete retto quanto raccontato, nonostante abbia abbondato ho omesso diversi dettagli, non temete quindi per la visione. Ho retto bene il film forse perché mi sono letto anni fa ben 2 volte "Justine o le disavventure della virtù" appunto di De Sade, romanzo terribile quanto ricco di spunti filosofici, diverso da questo ma estremamente simile negli episodi, molto peggiore per truculenza in alcuni, basti pensare che tutto quanto contenuto in questo romanzo in Justine è riassunto in uno solo degli episodi raccontati (quello del convento di frate Antonello, e dei 3 confratelli, guarda caso erano in 4 anche lì). Certo, già leggere certe cose è terribile, vederle rappresentate mette i brividi (il convento è ancora più terribile, molto più terribile!).

L'osceno estremo è qua raffigurato con un film che sembra girato in altri tempi. Uno stile raffinato e rigorso, tempi di narrazione e ripresa da classico film in costume, e l'ambientazione nella villa, tutto molto elegante, belle musiche suonate al piano (Pasolini si è avvalso della consulenza di Morricone), in ciò è molto diverso dalla truculenza dei luoghi e personaggi del romanzo. I 4 artefici però sono perfetti, nei poteri che rappresentano, anche per Pasolini che li riproduce, nell'italia di Salò, parimenti: un duca a rappresentare il potere nobiliare, un vescovo (o cardinale) per quello religioso, un giudice per il potere giudiziario ed un imprenditore per quello economico.

Il totale assoggettamento che esige il potere quando vuole essere assoluto, non un annichilimento che anzi è condannato ma partecipazione ciecamente ubbidiente e proattiva alle perversioni. Non è una metafora straordinaria e quanto mai attuale di ciò che nella realtà avviene, indipendentemente dalle situazioni ed organizzazioni politiche o sociali? Chi brama ed ottiene potere poi punta ad esercitarlo a latere in ogni aspetto della vita umana. Il sesso e tutto ciò che ne è estremizzazione è un aspetto su cui efficace diventa la leva con cui scardinare ogni tabù, morale, credenza, fare a pezzi poteri alternativi, concentrare su di sé un dominio assoluto che non ammette concorrenza.

Due parole su De Sade:
A lungo personaggio scomodo, venne riconosciuto solo alla fine degli anni sessanta come autore importante dall'Accademia Francese taldeitali che ora non ricordo. Si comprese che occorreva uscire dalla sfera del giudizio morale nei suoi confronti per valorizzare tanto la valenza storica dei suoi scritti (le cose peggiori che raccontava non erano cose fatte da lui, e hanno trovato riscontri) quanto soprattutto quella appunto filosofica. Il marchese altro non fece che portare alle estreme conseguenze il materialismo, se si legge Justine (parlo di ciò che conosco) la cosa è evidentissima. In fondo in un mondo dove la fede e molta della educazione laica invitavano allo sforzo, la sopportazione, la santità conseguita attraverso sofferenze ed umiliazioni, i "sadici" non erano che lo strumento armato nelle mani di dio, quelli che permettevano ad anime pie di elevarsi, ed erano anche inattaccabili dai materialisti più puri, dopotutto se i corpi non sono altro che carne ed ossa senz'anima che danno gli si può arrecare, quale mancanza di rispetto può sussistere? E' un personaggio, De Sade, che ti spiazza completamente, ti fa mettere tutto in discussione, e se non si ha voglia di "discuterci" è meglio lasciar perdere.

Film eccezionale, Olimpo senza dubbio, decisamente non per tutti, come i libri dello "scomodo" marchese, terribile fino all'ultimo istante.

p.s.: vorrei dedicare questa recensione alla cara amica Petrolio, grande estimatrice di Pasolini.

20 commenti:

  1. Giorni che ci vai giu pesante d'Olimpo! Ma d'altronde non posso non condividere l'inserimento in quella categoria... Parliamo di un Pasolini all'ennesima potenza.

    RispondiElimina
  2. volevo un rientro-ferie col botto :)
    anche domani un cult, poi sto producendo rassegne di Bava e Moretti, complete entro ottobre.
    non mancheranno 1-2 asiatici a settimana...

    RispondiElimina
  3. Prima o poi troverò la forza di rivederlo. Lo vidi troppo giovane in un cineforum e ho un ricordo abbastanza traumatizzante. (Confermato ciò che hai scritto.)
    Bava e Moretti? Accoppiata insolita, ma fantastica.

    RispondiElimina
  4. hai ragione fino al disgusto… :)))) eccheschifo Dick, e dopo, un bacione e un abbraccio di quelli che si scambiano gli amici che si capiscono al primo sguardo e, nel nostro caso specifico, alla prima visione! Io l'ho visto più volte, perché non riuscivo a rendermi conto (così come per i libri) di quanto fosse attuale, vero, perspicace, PRESENTE… tanto che io più estimatrice lo amo fino ad odiarlo! :) grazie per il pensiero, grazie per aver proposto questo scomodo, esplosivo, disturbante film!

    RispondiElimina
  5. ciao minatore..hai scritto una bella recensione..è il film più sconvolgente che abbia mai visto..x la mancanza di speranza,come giustamente hai scritto tu..per tutta la disperazione che pasolini ci ha messo..per la freddezza con cui questa orrore è descritto..freddezza che raggela l'anima.presente pure nel libro,che è quasi una pedissequa elencazione di crudeltà,raccontate senza un minimo di partecipazione..da questo punto di vista,questa mancanza di anima,questa freddezza,questa,di consguente,gratuità del male,lo rende ancora molto più raccapricciante..quando è che il male,d'altronde,raggiunge l'ennesima potenza diu sè?quando è freddo,calcolato,gratuito,senza un vero perchè..allora diventa male puro..

    RispondiElimina
  6. manu, "piatto ricco mi ci ficco" poteva essere il motto dei 4 perversi protagonisti, ahah! :D

    lucien, da giovane non lo avrei retto nemmeno io.

    brazzz, dici bene. la violenza fine a sé stessa è proprio come la descrive De Sade, Pasolini è stato fedelissimo.

    petrolio, che ossimori! :D
    ti confermi un'artista, e ora che ho scoperto l'origine del tuo nick ti dedicherò tutte le recensioni "pasoliniane". tra pochi gg ci sarà "Una vita violenta", film non suo ma il libro a cui si rifà sì.

    RispondiElimina
  7. L'avrei voluto oggi, Pasolini. Ma questo film, come i suoi scritti, sono già stati preconizzatori di quel che è diventato il nostro paese.

    RispondiElimina
  8. eh!!!!! quanta grazia! Io e Ossimoro. Era un cane randagio raccolto per strada! :))))))

    RispondiElimina
  9. La sciena dove mangiano la merda, è molto postmoderna. Se avesse fatto una scena dove li pisciavano addosso dicendo loro che piove, sarebbe stato pre-berlusconiano.

    RispondiElimina
  10. c'è anche un piccolo momento di pissing, probabile abbia ispirato in parte le famose battute di Luttazzi. :)

    RispondiElimina
  11. avete detto veramente tutto, fa veramente paura l'attualità di questo film. Infatti come dice Petrolio, si ama quanto si odia.

    RispondiElimina
  12. Partenza decisamente con il botto!
    Dunque, una cosa alla volta.

    Innanzitutto mi cogli in flagrante, visto che è una di quelle pellicole che sono in attesa di vedere (la lista è lunga perché, come sai, i film DA VEDERE, sono sempre tanti). Ogni film ha il suo momento, e sto aspettando un po' di serenità e (sopratutto) tempo per dedicarmi alla attenta visione di questo pezzo di storia del cinema.

    Dunque mi riprometto di commentare il film (ed eventualmente il libro, in attesa pure lui) non appena avrò completato la visione.

    Al momento però non riesco a non commentare l'accuratezza e la scorrevolezza con cui è realizzata questa recensione. Se possibile, aumenta il desiderio di visionare la pellicola! Per nulla scontata come recensione e ben fatta, non c'è che dire! Seguirò assiduamente le tue prossime recensioni, stanne certo! ;)

    RispondiElimina
  13. vediamo, sei sicuramente molto giovane caro Mirko... direi che hai superato "la prova" alla grande. sei "studioso che studia" ma questo non significa nulla, per approcciare De Sade e questo film occorre a priori apertura mentale di grande livello.
    quindi complimentissimi a priori e quando avrai letto e visto sei atteso ;-)

    RispondiElimina
  14. Felice del giudizio positivo rispetto alla "prova". ;) Confido di poter dare la mia opinione su entrambi quanto prima!

    RispondiElimina
  15. visto d'urgenza, perchè qualcuno a me caro me lo aveva sconsigliato caldamente. Ho avuto la fortissima sensazione di trovarmi di fronte all'Arte, pura e cruda. Concordo con Brazzz, il distacco formale del regista è la cosa che t'ammazza di più perchè gli permette di affrontare tutto, senza scadere mai nel gratuito o nel ridicolo (anzi). Inoltre la visione ai tempi correnti ci riserva un rapporto con l'attualità che sfiora il plagio. Finti matrimoni, abusi su minorenni, ruffiane... insomma la rassegna stampa della mattina! Una cosa che m'ha colpito sono i volti dei quattro aguzzini, il coprofilo ed il prelato su tutti. Segnalo questo video, piacerà sicuramente a chi ha visto il film: http://www.youtube.com/watch?v=VCBOYYu4awU
    ps. per coerenza, appena mi riprendo psicologlicamente (ma potrebbero volerci anni) mi riguarderò La grande abbuffata.
    psps ottima recensione caro omonimo!

    RispondiElimina
  16. grande Roby... e grazie.
    ti sei visto, ed apprezzato, un film veramente per pochi. i miei rispetti solo per questo. direi che hai colto tutta l'attualità del messaggio

    RispondiElimina