mercoledì 29 settembre 2010

Touching the void - La morte sospesa

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"Touching the void" è il titolo del romanzo scritto da Joe Simpson che narra della sua incredibile avventura, notissima nel mondo dell'alpinismo, durante la scalata su una parete mai tracciata del Siula Grande, nelle Ande peruviane.

Era il 1985 e Joe insieme all'amico e compagno di scalate Simon Yates si lancia nell'impresa, da effettuarsi per loro scelta con tecnica alpina classica (prendete con le pinze i miei termini "tecnici" a riguardo), quindi in sostanza con tutta l'attrezzatura occorrente ma niente bombole d'ossigeno e nessun sistema di comunicazione, con arrampicata continua senza definizione di basi intermedie, a parte quella di partenza. Un sistema più veloce ma anche molto più rischioso di altri.

Ascensione quasi senza problemi, dramma invece durante la discesa. Alcuni imprevisti li han fatti tardare e le provviste si stanno azzerando, ma è ancora nulla. Joe, che guidava la cordata a 2, cade in un crepaccio e si frattura gravemente una gamba. Simon lo imbraga e lo fa scendere appeso ad una corda, ma ad un certo momento Joe mentre viene calato, in un altro crepaccio, resta appeso nel vuoto, sotto di lui una voragine ad imbuto della quale non si vede la fine. Non riescono a comunicare per il maltempo, sono in stallo e Simon decide di tagliare la corda con un coltello, non vede altra possibilità di salvezza, Joe ovviamente precipita...

Il finale nella sua sostanza è chiaro dall'inizio, perché in questo misto di docu-film e fiction spesso i 2 protagonisti appaiono intervistati, quindi è ovvio: sono entrambi sopravvissuti. Non potete però nemmeno immaginare cosa non hanno passato, in particolare Joe ha compiuto un vero e proprio miracolo. Simon invece ha patito a lungo rimorsi per quel taglio della corda, molti l'hanno anche additato, ma è Joe il primo a dire che ha fatto bene e a ben guardare quanto accaduto, è fin evidente.

Lo dico spesso che la realtà supera sempre sotto ogni aspetto la fantasia, persino nei film horror, figuriamoci. Questo è un film d'azione ed avventura tra i più belli che ho mai visto, scene di grande spettacolarità la cui difficoltà nel girarle fatico ad immaginare (questo regista è una delle autorità mondiali in fatto di documentari), ma anche Vero Cinema, con tutte le tecniche possibili di ripresa sia in dettaglio e ravvicinate che in campo aperto. Girato nei luoghi reali degli avvenimenti, preparatevi a paesaggi che tolgono il respiro, e spaventano, di notte e col maltempo sono luoghi infernali, la bellezza che si trasforma in orrore nel giro di pochi istanti.

Brividi ed emozioni assicurate, l'essere umano nei suoi limiti fisici e psichici portato allo stremo. Decisamente imperdibile.

Un saluto con l'occasione a Diego che mi ha fatto conoscere col suo blog questo splendido film.


4 commenti:

  1. Si saranno ispirati un pochini a Cliffhanger? :D

    OVviamente scherzo... Recensione ipermattutina oggi... Non alle solite 7 spaccate... Dormito male? :P

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  2. caro Rospo, oggi levataccia per giornataccia, e ho postato prima dell'orario programmato, che ultimamente è 6:30 ;-)

    inizio 2 mesi di fuoco, ma le rece ci saranno sempre...

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  3. pelle d'oca per un'ora e quaranta. non mi lamenterò mai più per il freddo.

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  4. ahah! contento che t'è piaciuto, vero, proprio un film da... brividi! :)

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