giovedì 7 ottobre 2010

Les dimanches de Ville d'Avray - L'uomo senza passato

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Pierre è reduce francese del Vietnam. Pilota d'aereo, caduto in azione, s'è salvato miracolosamente ma è traumatizzato e per il resto non ricorda nulla della sua vita.
Vive con Madeleine, l'infermiera che si prese cura di lui, innamorandosene.

Vaga per la cittadina dove vive, spesso va alla stazione ferroviaria per vedere un po' di gente. E' lì che incontra una bambina, Francoise, diretta al pensionato delle suore col padre, il quale nonostante le promesse la abbandonerà. Pierre l'andrà a trovare, e scambiato dalle suore per il padre gli verrà permesso ogni domenica di portare fuori la bambina, che è una dodicenne molto vispa e intelligente, quanto sofferente per la sostanziale condizione di orfana, visto che i genitori pur vivi sono scomparsi dalla sua vita.

Ogni domenica vanno insieme al parco dove c'è un bel lago. Madeleine lavora quei giorni. Tra i 2 s'instaura un'amicizia che non tarda ad attirare l'attenzione, il paese è piccolo e la gente mormora. In realtà tra loro, seppur per ragioni diverse, c'è solo affinità nella solitudine e nel bisogno di crearsi un'identità, e la bambina con la sua gioia e un pizzico di mistero porta Pierre ad una nuova ragione di vita.

Vivono in un loro mondo.
La bambina perché è il solo che le è concesso e Pierre la sola persona amica. Mai un pensiero od un ammiccamento sessuale, nulla di più lontano dai pensieri di entrambi, anche se lei conteggia gli anni che le mancano a diventare maggiorenne per potersi sposare con lui. Pierre è come se volesse ripetere una vita daccapo, ricostruirla dalla fanciullezza pur in un corpo ormai adulto, più che cercare di ricordare chi era. E' felice e gioioso, pare guarito.

Insorgeranno problemi. Una domenica non passata con la bambina sarà il principio, porterà ad un attaccamento ancora più morboso, e a questo punto la storia, vissuta quasi come una fiaba poetica avrà un'impennata di tensione, la loro amicizia riceverà fin troppe attenzioni da parte di altri, ed il finale sarà ancora più triste e drammatico di quanto si comincia a percepire, veramente fortissimo.
Che possibilità ci sono in questo mondo di vivere in una fiaba, di essere non dico capiti e compresi ma perlomeno tollerati? Poche.

Non aggiungo più nulla per non rovinare la visione, consigliatissima, di questo magnifico film più che degno del mio Olimpo, che si ammira per tutto, la trama, l'atmosfera, la qualità di immagini e le 2 splendide interpretazioni dei protagonisti.
Oscar nel 1962 come miglior film straniero, non sente minimamente gli anni trascorsi, perfetto ancora oggi.


12 commenti:

  1. un'altro film da mettere nel carniere. di questo passo dovrò caricare il mio ipod anche di film...
    poi faccio un appello ai filmmaker; girate in bianco e nero, non lo mandate nel dimenticatoio, certe storie devono essere raccontate così.

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  2. ma guardate gli scatti, già da quelli… che film fondamentale che hai recensito, Roby! Visto in un momento cruciale della mia vita! :) locandina nell'olimpo perché significativa.

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  3. harmonica, sottoscrivo il tuo appello, anch'io amo tantissimo il b/n fatto bene, su certe storie, soprattutto se ambientate in determinati periodi storici, è perfetto.

    vero petrolio, è una perla questo film, e capisco che lo ricordi legato a qualche evento della tua vita, anche a me alcuni film producono simili richiami, come questo visto che ero adolescente: http://robydickfilms.blogspot.com/2006/08/cristiana-f-noi-i-ragazzi-dello-zoo-di.html

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  4. Bellissime fiabe che si scontrano contro i decerebrati (e de-cuorizzati?) tabù della repressa e sentimentalmente avara cultura occidentale. Se il ragazzino fosse stato anche maschio, avremmo avuto il tabù per eccellenza, e la tragedia (annunciata) perfetta.

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  5. giusto Zio, hai evidenziato di fatto un aspetto importante, e cioè che il fatto che fosse bambina o bambino per Pierre non era determinante.
    penso anche che le bambine a quell'età e con quell'intelligenza sono più credibili dei bambini, che a confronto appaiono spesso come immaturi ed idioti, non c'è paragone.

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  6. Non l'ho mai visto...lo cercherò...grazie!

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  7. Allora é un altro film che devo assolutamente vedere!

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  8. Grande bellissimo film poco conosciuto in Italia già all'epoca, come molto infine del patrimonio culturale cinematografico francese, anche quello più fondamentale, come questo...Non pensavo sinceramente, che potesse per fatale combinazione essere riscoperto un film che ha avuto una certa celebrità internazionale negli anni '60, anche per via dell'Oscar, ma oramai molto "dimenticato",e che avevo rivisto proprio da poco...Peccato che qui dal "collegio" non mi sia possibile che scriverne per più di cinque minuti ancora...(scherzo)(..?)

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  9. @zonekiller e Adriano: il commento di Wilson è un ulteriore invito, non ve ne pentirete, film eccelso, è vero che ne ho molti nell'Olimpo ma non è etichetta che regalo facilmente. ;-)

    Wilson, sei atteso domani...
    c'è uno dei film frutto dei tuoi preziosi consigli!

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  10. è un film toccante davvero, però a volte eccede con i sentimentalismi e non riesce a mio parere a raggiungere la vetta di capolvaoro. Notare certi primi piani come quello finale della bambina piangente, un pò troppo ricercati. Però ci sono sequenze purissime come quella della passeggiata sotto le note dell'Adagio di Albinoni che secondo me è il momento più poetico del film, proprio perchè è in quei momenti apparentamente inutili, che cinematograficamente si scorgono sfumature bellissime. Che solo il cinema può cogliere.

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  11. i primi piani sono uno dei pezzi forte del film.
    capisco cosa intendi comunque sui "sentimentalismi", tieni presente che ha la bellezza di quasi cinquantanni...

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