martedì 10 maggio 2011

Joe Strummer: The Future Is Unwritten - Il futuro non è scritto: Joe Strummer

26

Subito dopo la recensione di Control ho chiesto all'amico Brazzz (al secolo Roberto) un altro film a sua cura, sempre appunto su temi musicali dei quali è appassionato e cultore. Questa la sua scelta e gli passo subito la parola.


Parlare di qualcosa, in questo caso un film, che parli di Joe Strummer, Joe “lo strimpellatore”, mi riesce tutto sommato abbastanza difficile, nel senso che il rischio di cadere in una retorica celebrativa è quasi, come dire, automatico.
D'altronde non potrebbe nemmeno essere troppo diverso, dato che si tratta di un personaggio che mi ha accompagnato in un momento importante della mia crescita, una sorta di simbolo per quello che riguardava l'approccio alla musica, e all'etica stessa della musica.
Comunque sia, ho accettato con molta gioia l'invito di Robydick e butto giù un po' di pensieri sparsi su questa opera di Julian Temple, regista ultraspecializzato in film che riguardano la storia della musica, specialmente punk et similia.

Innanzitutto, direi che siamo di fronte a un documentario più che a un film e questa scelta documentaristica la condivido pienamente; non mi piacciono molto, infatti, i film sulla vita di artisti in cui un attore interpreta la rockstar di turno.
Il documentario, usando come filo conduttore la vita di Joe, ci mostra quella che era la società dagli anni 50 fino alla sua morte, nel 2002. Lo fa utilizzando la voce fuori campo di Joe, o la voce di un narratore, mediante interviste a personaggi più o meno famosi, e attraverso i ricordi degli amici del protagonista, il tutto mentre scorrono immagini dell'epoca, o scene prese da vecchi film e usate come citazioni (tra tutte, le più frequenti sono 1984 e La fattoria degli animali di orwelliana memoria).

Ma andiamo con ordine. Che figura umana esce dal racconto degli amici, dalle cronache del periodo? Quella di un uomo estremamente determinato, immerso nel suo tempo, che ha saputo cogliere le istanze di novità, sia musicali che sociali, che quegli anni portavano in sé.
Vediamo quindi un piccolo, giovane teppistello, segnato da drammi familiari (il suicidio del fratello maggiore il più dirompente), abbandonare prestissimo la famiglia e immergersi nel mondo, alla ricerca di un proprio stile musicale... l'attenzione al sociale è già evidente, tanto che per anni Joe si farà chiamare Woody, in onore di Woody Guthrie, il grande sindacalista cantatutore americano... sono gli anni in cui Joe vive, quasi come un hippy, in una sorta di comune.
Ma questo non può bastare. Joe sente nell'aria che c'è bisogno di un cambiamento, e l'adesione al punk, dopo aver assistito a un concerto dei sex pistols, è assoluta e totale. Da lì nasceranno i Clash, con tutto quel che ne segue e che ben conosciamo....

Non mi dilungo qui sulla cronaca di quegli anni, fatta di grandi successi, di contrasti sfociati nella fine della band, o sugli anni seguenti, quasi di ritiro, fino al ritorno coi Mescaleros..quello che mi preme dire è solo che viene fuori la figura di un uomo profondamente desideroso di capire,..di capire le altre culture, di mescolarsi a esse...il tutto mostrato secondo me splendidamente, fra immagini d'epoca, interviste, stralci di telegiornali, in modo da ricreare esattamente quella che era la situazione del periodo..
E poi i falò. Ho trovato molto bella, molto suggestiva, quasi struggente, le immagini dei falò, che accompagnano lo spettatore per tutto il film, trasversalmente.
Joe amava i falò, ritrovarsi, parlare, bere, suonare e con questo spirito è emozionate vedere tutti i suoi amici riuniti attorno a un fuoco, che parlano di lui..niente di retorico, niente che induca alla lacrimuccia facile..solo un ricordo di una persona, fatto con molto pudore, con molto amore, con molta emozione... e allora vedi insieme amici di gioventù, vedi personaggi famosi come Jim Jarmusch, o Steve Buscemi, o John Cusack, che ricordano una persona, un musicista, che bene o male ha segnato un periodo.

Insomma, che abbiate o no amato Joe Strummer, questo è di certo un film-documentario da vedere, e vi lascio con le parole di Joe che chiudono il film..
“E ora vorrei dire che la gente può cambiare qualsiasi cosa se vuole e intendo qualsiasi cosa al mondo. La gente corre segue i suoi piccoli binari..io sono uno di loro. Ma dobbiamo smettere di seguire i nostri miseri binari. La gente può fare qualsiasi cosa, è una cosa che iniziando a imparare. La gente là fuori si fa del male a vicenda; è perchè è stata disumanizzata..è ora di riportare al centro l'umanità e di seguirla per un pò
… l'avidità non porta da nessuna parte, dovrebbero scriverlo su un grande cartellone a Times Square
SENZA GLI ALTRI NON SIAMO NIENTE
questo è quello che penso”

Spero vi sia venuta voglia di vederlo...
Male che vada, sentirete tanta buona musica!


Ringrazio tantissimo Roberto. Io per parte mia dico che questo film m'ha interessato, coinvolto perché ben fatto, illuminato su un personaggio che non conoscevo assolutamente e persino fatto guadagnare punti ad un genere, il Punk, che non ho mai amato particolarmente. Quindi un passetto in avanti nella mia "apertura mentale", come sempre accade nell'affrontare qualcosa che in prima istanza pare non corrispondere ai tuoi gusti.
Decisamente consigliato quindi anche da parte mia.



26 commenti:

  1. Grandissimo Strummer.
    Una delle grandi anime del rock.

    RispondiElimina
  2. mrjames, se la pensi così allora devo proprio vederlo il film :)

    RispondiElimina
  3. Senza retorica anch'io, ma una lacrima ce la spendo volentieri.
    Grande Uomo, Grande Musica, Grandi Anni.

    RispondiElimina
  4. Probabilmente una delle band più genuine di sempre. Lui, uno dei pochi che ha conservato lo stesso sguardo affamato di vita, anche in mezzo a successo e lusinghe.

    RispondiElimina
  5. ciao robi..volevo solo ringraziarti per l'opportunità che mi hai dato, di scrivere sul tu blog..un onore e un piacere..

    RispondiElimina
  6. oh, continua l'operazione nostalgia! Io per conto mio l'ho cantata a squarciagola in tutte le mie reunion cogli amici milanès! altro che alba chiara! freedooooooooooooom!!!!!!!!!! non poteva essere altrimenti! cj'ho la benda virtuale! ;) grazz brazz!

    RispondiElimina
  7. ciao marco. condivido il parere.

    roby-brazzz scherzi? grazie a te! :D
    e comincia a pensare al prossimo...

    petro', prossimo video allora di te stessa canterina allora, ahah!
    cos'è che c'hai? la "benda virtuale"? O_o

    RispondiElimina
  8. Wow però mica si scherza stamattina qua eh?!

    RispondiElimina
  9. lo guarderò, perchè il personaggio è interessante, anche se non mi è mai piaciuto il punk (eccetto forse i simpaticissimi Ramones), e non ne ho mai condiviso una virgola. i clash sono l'unico gruppo punk dei quali abbia avuto la tentazione di comprare un disco :)

    RispondiElimina
  10. dici che siamo troppo seri laura? non va bene, no no... ahah!

    si milena, ora vedo.... lo sai, ci metto sempre un po'

    unwise, non posso crederci che stavi per comprare un disco dei clash! O_o

    RispondiElimina
  11. penso che sia uno dei documentari meglio riusciti sulla musica; per scelte stilistiche e di ripresa.
    Fantastiche le immagini di repertorio sugli alloggi "squatterati" di Londra.
    Per il mio rapporto con i Clash, parla questo post che ogni anno pubblico per ricordare la morte di JOE:
    http://terraelibertacirano.blogspot.com/2010/12/ti-ricordo-joe-otto-anni-senza-joe.html

    RispondiElimina
  12. eh ma sei un grande cirano! bella questa tua commemorazione. :)

    RispondiElimina
  13. ...Struggente documentario di Temple, su Joe Strummer, su quel periodo inglese ma nche della vita per cuel che mi riguarda, di molti di noi, riesce ad essere emozionante e commovente come ben poche altre testimonianze filmate del periodo, ad esempio "Rude Boy"('79). L'epigrafe "Senza gli altri non siamo niente" poi magari si sforzassero un pò di più in molti di applicarla nei loro rapporti con gli altri, la farei mettere sulla mia lapide se mai ne avessi una , insieme e aseguire a quella sulla tomba di Tiberio Mitri, non un cantante ma un'altro Joe Strummer per molti aspetti sul come affrontare la vita, solo ancora di più di un'epoca per lui purtroppo quanto mai sbagliata, ripeto del porsi nei confronti di quella triviale scenità che è appunto l'esistenza umana...-"Non credevo che la vita fosse così lunga. Ma finalmente mi sono organizzato." Scritto sulla sua tomba. Joe Strummer (21/8/1952 -22/12/2002)-Tiberio Mitri (12/7/1926-12/1/2001). Non so come e perchè mi sia venuto l'accostamento, ma è grande me lo dico da me. Comunque l'accostamento di due diversi tipi di poeti delle esperienze, vissute sulla propria pelle. E soprattutto, con la propria faccia, soprattutto quelle brutte. Io me lo ricordo bene il giorno a ridosso del natale 2002 in cui mi arrivò la notizia della morte a cinquant'anni di Strummer. Ero già enormemente malinconico e sfiduciato di mio. L'effetto di tristezza e di ulteriore perdita di un mondo e di un riferimento fu enorme. Altro che, John Lennon. Paragonabile, fu solo per la morte di The King Elvis, il divino.
    Un grazie sentito a Brazzz per la proposta, e la emozionante scelta.

    RispondiElimina
  14. grazie a te napoleone..l'effetto di perdita e di vuoto di quel giorno lo ricordo altrettanto bene..x questo ricordare una persona come joe non è una operazione malinconia, ma un qualcosa di più...
    bello il parallelo con Mitri..

    RispondiElimina
  15. ...Bellissime le testimonianze poi, Matt Dillon, Steve Buscemi, Martin Scorsese,Johnny Depp,John Cusack,Jim Jarmusch, i Fine Young Cannibals, e tanti altri, nel film.

    RispondiElimina
  16. bravo ernest, credo il senso della frase sia quello! :)

    @napoleone e brazzz: mi avete commosso profondamente... stasera mi faccio subito un horror, vedo se ne ho uno bello truculento, avevo altri programmi ma mi ci costringete :DDDD

    RispondiElimina
  17. Lo guarderò senza alcun dubbio! ;) Grande roby!

    RispondiElimina
  18. ciao mirco! eh, questo per uno che si sente a casa a londra è obbligatorio direi :)

    RispondiElimina
  19. ciao over! be', ti sei presentato con un commento anche su control... direi proprio che questo film è pane per te. :)

    RispondiElimina
  20. A me risulta che di Redemption song l'autore sia Bob Marley... Due grandi comunque.
    Saluti

    RispondiElimina
  21. ciao "anonimo", grazie. ho chiesto a brazzz se può indagare, confesso ignoranza :)

    RispondiElimina