sabato 5 novembre 2011

50 First Dates - 50 volte il primo bacio

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Sicuramente una delle cose più belle di questo film a mio avviso è la fotografia (curata dal regista John Newton Green), la cornice dentro la quale si svolge questa storia molto bella, anche se surreale, di un amore talmente devastante da riuscire a superare l’ostacolo maggiore, che è anche il centro della storia, di lei che ogni mattina non si ricorda più che cosa è accaduto il giorno prima... comprese le persone che ha conosciuto, fra cui il ragazzo di cui si era appena invaghita!

E così in questa cornice dell’isola di Oahu, la più conosciuta dell’arcipelago hawaiiano, quella in cui si trova Honolulu, capitale dello stato delle Hawaii, si assiste alle peripezie a cui questo povero malcapitato veterinario, Henry (Adam Sandler), deve far fronte per conquistarsi ogni giorno da capo l’amore della sua amata e smemorata Lucy (Drew Barrymore).

Come dicevo all’inizio, chi vi parla è sicuramente di parte. Infatti l’isola di Oahu, se si esclude Honolulu che somiglia a una grande New York, piena di grattacieli sul mare senza però averne lo stesso fascino, è di una bellezza fantastica, sia per l’interno che per le coste. Il film ti fa vivere esattamente le stesse sensazioni, che chi le ha provate conosce già, sia di luoghi incontaminati dove si respira aria pulita e si gode del silenzio, sia di persone molto cordiali e gentili che non si tirano mai indietro quando si chiede loro aiuto e ospitalità. Da citare infatti la famosa collana di fiori, il lei, che di tanto in tanto ricorre durante la visione e che rappresenta il modo molto carino di accoglienza da parte degli abitanti dell’arcipelago. Il primo luogo che immediatamente salta all’occhio è il bellissimo parco acquatico con delfinario, dove lavora il nostro protagonista, inconsapevole all’inizio del fatto che la sua vita stava per cambiare in modo stravolgente e singolare. Questo parco acquatico si trova sulla costa sud-orientale dell’isola di Oahu, ed è bellissimo visitarlo sia per lo spettacolo che questi splendidi delfini, insieme ai leoni marini, ai trichechi e anche ai pinguini, offrono ogni giorno, sia per le innumerevoli varietà di pesci che si possono ammirare passeggiando attraverso i corridoi dell’acquario.

Con il permesso del mio amico Roby che ospita questa recensione, prima di continuare con il film mi fa piacere allegare un paio di mie foto di qualche anno fa che mostrano esattamente una parte importante del luogo scelto dal regista (Peter Segal, che ricorderete per l’ultimo film della serie “Una pallottola spuntata”). Nella fotografia sopra c’è Sea Life Park, il parco acquatico dove comincia la storia. La vista di questo splendido luogo tuttavia inizia nel film con un’immagine all’aurora del cosiddetto inconfondibile “sombrero”, un isolotto che ha proprio la forma di questo copricapo messicano e che è impossibile non notare quando si attraversa la costa sud-orientale dell’isola. Nella foto che segue, scattata da una manciata di chilometri più a nord rispetto al parco, c’è questo famoso “sombrero”, visto di giorno, la cui costa antistante è il secondo dei luoghi su cui è incentrata la vicenda, dove si trova la casa di Lucy, come si intuisce da diverse scene del film.

Il film inizia con una serie di commenti di svariate turiste di ogni età che, dopo una vacanza, decantano sia le Hawaii, sia il nostro ammirato e desiderato protagonista dongiovanni, che lavora nell’isola come veterinario e si ritrova un giorno a dover curare un tricheco con un grosso problema di digestione, guarendolo attraverso una fuoriuscita enorme di cibo che va tutta in faccia alla sua assistente, una donna animalista che dopo la “doccia” si chiede perché mai abbia scelto questo mestiere se non per l’amore verso gli animali. E infatti un punto a favore per questa pellicola è proprio la fauna marina, che è una grossa protagonista del film. Peter Segal ci fa amare ancora di più questi simpatici esseri acquatici durante tutta la visione.

Una mattina, mentre Henry sta facendo il giro dell’isola, una forte raffica di vento spezza la vela della sua barca, costringendolo a fermarsi nel villaggio di Hukilau Beach, una spiaggia molto suggestiva con vista sul sombrero, che sarà il secondo luogo di Oahu dove cui si svolgerà il resto del film. Si ritrova in un tipico locale hawaiano dove si consumano le ricche colazioni americane, e mentre sta aspettando la sua colazione alza gli occhi e rimane folgorato da una ragazza senza riuscire più a toglierle gli occhi di dosso, tanto che il giorno dopo decide di tornare lì con l’intenzione di essere lui stavolta a farsi avanti. La ragazza, che si chiama Lucy, pian piano rimane anche lei colpita dalla simpatia di Henry e accetta il suo corteggiamento, facendo anche lei altrettanto e invitandolo addirittura a colazione la mattina dopo. Da qui cominciano le peripezie di Henry, poiché ogni giorno la reazione di Lucy alle sue avance sarà diversa, proprio a causa della memoria labile della ragazza, limitata alle 24 ore a causa di un incidente che lei ebbe circa un anno prima mentre era andata con suo padre a cogliere un ananas per festeggiare secondo tradizione il compleanno dello stesso suo papà. Si erano salvati entrambi per fortuna, ma per lei si era purtroppo modificata la memoria futura! Già, tutta la sua vita prima dell’incidente Lucy se la ricordava benissimo, ma quello che sarebbe successo dopo aveva per la sua memoria la durata di un solo giorno. E ogni mattina ricominciava tutto da capo. Era rimasta al giorno dell’incidente, e di conseguenza per lei ogni mattina successiva sarebbe stata sempre domenica, avrebbe letto sempre lo stesso giornale fatto stampare dal papà in innumerevoli copie, avrebbe fatto sempre colazione come ogni domenica all’Hukilau Café e sarebbe stato sempre il compleanno del suo papà, che insieme al fratello si doveva scapicollare perché al mattino dopo ogni situazione modificata tornasse a essere come allora. Per esempio il fatto di dover ridipingere ogni sera di bianco le pareti del garage, che Lucy avrebbe il giorno dopo ricoperto con vari disegni floreali. Davvero surreale! L’amore per Lucy diventa giorno dopo giorno talmente forte, da indurre Henry a riproporle le sue avance tutti i giorni. Ma per far questo, deve passare sempre attraverso varie peripezie per fronteggiare le diverse reazioni di Lucy di giorno in giorno. Qui c’è un altro punto a favore del film, il fatto che le trovate che lui si inventa per poterla abbordare ogni giorno non sono mai le stesse, nonostante qualche piccola scena ripetitiva presso l’Hukilau Café, anche se la memoria giornaliera di Lucy avrebbe potuto indurre il regista a commettere questo errore. Simpatica una di queste trovate, in cui lui finge di essere picchiato per strada da un suo amico, provocando l’inaspettata reazione di Lucy, che di tutta risposta picchia lei stessa con insistenza l’amico col manganello!

Di tanto in tanto capita che Lucy in qualche modo scopra che in realtà la data è diversa da quella che lei credeva. Geniale come trovata. E così il padre, quando succede, è costretto a raccontarle tutto, delle copie dei giornali, dell’incidente, del ripetersi ogni giorno delle stesse scene, con conseguente disperazione della ragazza. Rivelazioni che, puntualmente, venivano dimenticate la mattina dopo, fino a quando questa situazione è capitata in presenza di Henry, dando la prima svolta alla storia. Il veterinario infatti decide di cambiare approccio mediante una videocassetta con cui ogni mattina Lucy conoscerà la verità in anticipo. Questo consente ai due ragazzi di portare avanti una relazione, grazie anche ai filmati fatti da loro ogni giorno che lei vedrà la mattina dopo, e a lei di godere appunto tutti i giorni del primo bacio. Forte di questa svolta, Henry riesce un giorno a convincere Lucy ad andare a letto insieme. La mattina dopo però lei si sveglia con un perfetto sconosciuto nel suo letto, getta un urlo sovrumano e lo picchia. Questo fatto induce Lucy, che nel frattempo ha visto il solito video, a decidere di farsi curare e ad interrompere quindi la relazione.

Le risate non mancano. Per esempio l’incontro devastante con il papà e il fratello di Lucy. I due, dopo i primi giorni di diffidenza, la vedono cantare mentre dipingeva solo dopo aver visto lui e capiscono che Henry l’avrebbe potuta aiutare con il suo sentimento. Per non parlare della preparazione del compleanno di papà con la visione della stessa partita di football americano e dello stesso film (Il sesto senso, famoso e pruridecorato film con Bruce Willis) tutti i giorni, con analoga commozione! La partita ovviamente fu trasmessa dalla TV il giorno dell’incidente, ma da allora in poi si trattava solo di una videocassetta registrata. “Il sesto senso” invece era nella videocassetta che Lucy ogni giorno regalava al papà per il suo compleanno, e che il papà reincartava tutte le sere in modo che fosse pronta per il giorno dopo. A contorno ci sono tutti gli altri, l’assistente e gli amici di Henry, gli amici di Lucy che lavorano nel locale e che pian piano tifano per Henry, e per finire il tricheco che guarda divertito alcuni degli atteggiamenti romantici dei due ragazzi.

Ma... c’è l’ultima trovata, probablmente la più bella, nonostante si concluda con l’ennesima videocassetta. Parlando con il padre di lei, Henry viene a sapere che Lucy in clinica cantava spesso quando dipingeva. E’ bastato questo per far cominciare al nostro veterinario una corsa disperata verso la clinica. Quando vi entra dentro e chiede di lei al ricevimento, lo scambiano per uno smemorato e lo fanno passare... i due ragazzi si trovano davanti, lei lo guarda molto intensamente e pare quasi riconoscerlo, pur senza sapere chi fosse. Gli dice “Vieni, che ti devo mostrare qualcosa”, e lo porta nella stanza dove lei disegna... Henry non crede ai suoi occhi nel vedere appesi tanti ritratti che lo raffigurano! Era diventato l’uomo dei sogni di Lucy! La simpatica conclusione del film li vede vivere in una barca, fra vari iceberg, sposati e con una bambina... e con la videocassetta pronta ogni mattina per ricordarle che ha un marito e per avvisarla che la colazione è pronta. Bella la scena che segue, in cui lei sale e lui le presenta sua figlia.

Nonostante qualche scena ripetitiva, soprattutto all’Hukilau Café, il film scorre piacevolmente, sia grazie alla splendida coppia Barrymore-Sandler, che con enorme bravura e indubbia intesa copre in modo egregio alcune cadute di stile, sia per gli scenari hawaiani che rendono questa semplice storia per niente lenta, con sorrisi e risate di tanto in tanto, e tanta voglia di tornare in quei meravigliosi luoghi.

Nico


9 commenti:

  1. un film delizioso e divertente, bravissima Drew Barrymore, Adam Sandler è in formissima, che dire è piaciuto un sacco anche a me ^^

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  2. io devo ringraziare molto Nico per questa rece, perché causa mie ritrosie verso il genere non l'avrei mai visto. invece... non che sia chissà cosa eh, ma è una storia simpaticamente romantica e la visione è arrivata in un momento della mia vita un po' particolare e me lo son goduto devo dire :)

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  3. sapevo che non era il tuo genere amico mio, e proprio per questo sono ancora più contento di avere in qualche modo contribuito a farti stare meglio in questo periodo che conosco e in cui mi fa piacere esserti in qualche modo vicino :) grazie, un abbraccione

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  4. ok nico, però ora per contrappasso mi devi proporre un horror truculento, ahah!

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  5. c'è già :-) anzi, come ti avevo anticipato, ce ne sono tre, una trilogia :) altro che suspance!

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  6. giusto giusto... appena mi mandi la prima rece cominciamo :)

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  7. Bel film. A me Adam Sandler piace sempre, "Zohan - Tutte le donne vengono al pettine" davvero divertente.
    una volta lo confondevo con Samy Naceri di "Taxxi".

    In attesa dell'Horror truculento!! :D

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  8. Gus, ahah! lassa stare, non è roba truculenta quella che arriverà da nico, almeno per come la intendiamo io e te, impossibile...

    p.s.: io e te, che sia ben chiaro, la intendiamo bene bene! :DD

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