mercoledì 4 gennaio 2012

Sturmtruppen (aka: Le Bataillon en Folie) (aka: Stormtroopers) (aka: Pezikairioi tis symforas)

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Trasposizione cinematografica delle celeberrime vignette di Franco "Bonvi" Bonvicini (31 marzo 1941 - 9 dicembre 1995), nate originariamente il 2 ottobre 1968 e poi ospitate da Paese Sera, "L'Ora" di Palermo, la rivista romana Off Side e da altre pubblicazioni, tra le quali pure Eureka, fondata dal grande Luciano Secchi/Max Bunker.

Chi cerca connessioni con la ginecommedia d'epoca, è meglio che cambi pellicola perchè il film di Salvatore Samperi (26 luglio 1944 - 4 marzo 2009) è opera spuria, surreale, imprendibile, senza centro che cerca di rimanere fedele alla struttura delle strisce bonviane. Sceneggiatura di Renato Pozzetto e Cochi Ponzoni, con la collaborazione di Vittorio Vighi e Maria Pia Fusco, che lascia briglia sciolta ai due attori e ai comprimari, Massimo Boldi, Lino Toffolo, Teo Teocoli, Felice Andreasi, Sandro Ghiani, Licinia Lentini, Umberto Smaila (nel ruolo del cuoco) e pure quel gran pezzo della Corinne Clery; comicità stralunata e anarchica, è proprio il caso di dirlo, con Samperi in trasferta dai suoi pruriginosi drammi erotico-morbosi-famigliari (nello stesso anno girò "Scandalo" con Franco Nero e Lisa Gastoni) ma sempre e comunque sarcastico e pungente nel mettere alla berlina convenzioni e ipocrisie dei sistemi sociali scelti come bersaglio. Quando un film comincia con "l'accoltellamento di Marx" da parte di un ufficiale tedeschen cocainomane (Cochi Ponzoni) allora si può già capire dove tutto andrà a parare.

Film non facile, non accomodante, financo triste e malinconico, vedi la cena con Pozzetto e la Clery in mezzo alla discarica/campo militare che rappresenta l'universo in cui è calata tutta la sequenza di eventi, figlio del decennio selvaggio dei seventies e, soprattutto, testimonianza evidente di un cinema che ora non si prende nemmeno più in considerazione. "Sturmtruppen" uscì il 20 dicembre 1976, proprio nel periodo che oggi chiamiamo propizio per i "cinepanettoni" italici (non sono un detrattore ad ogni costo, ma quest'anno i prodotti italici natalizi, quindi l'asse De Sica/De Laurentiis e Pieraccioni/Veronesi, hanno preso una sonora mazzata al botteghino, per avvenuta rottura di coglioni) ma è tutto meno che un prodotto plastificato e predigerito per il grande pubblico; certo parliamo sempre di un'altra epoca, però di qualcosa dobbiamo pur parlare e una certa differenza, almeno di intenti, è impossibile non notarla. Prendiamo il finale con il Milite Ignoto inviato da Dio in persona (il grande Jean-Pierre Marielle, carriera sterminata, doppiato da Pino Locchi) per porre fine alla guerra; portato a cospetto del Papa (Felice Andreasi [8 gennaio 1928 - 25 dicembre 2005] in doppio ruolo) verrà eliminato da quest'ultimo tramite ostia avvelenata, al grido "La Guerra Continua!". Capito, non proprio la stessa cosa.

Consigliato, a tutti, specialmente agli amanti del Pozzetto anni settanta, ma che ve lo dico a fare, il quale non era nuovo a queste uscite, anzi in futuro tirerà fuori pure una cosa come "Saxofone" (1978) da lui anche diretto. Molto, molto diverso dai vari Buttiglione, Patrocloo e KakkientruppenSoldatesse di Nando Cicero a parte, che rimane un pilastro del genere. Nel 1982 lo stesso Samperi ne girerà un seguito "Sturmtruppen 2 Tutti al Fronte" con Bombolo e Cannavale, ancora Andreasi, Boldi e Teocoli, scritto dallo stesso Bonvi (con Giancarlo Governi) il quale nel prototipo si concede un breve cameo nel ruolo di un condannato a morte che piscia in testa a Boldi. Il master trasmesso dalla Rai ha i titoli di coda che scorrono su schermo nero, al contrario della versione uscita in sala e quella edita in Vhs dalla Domovideo, in cui scorrono su immagini del film. Uscito, mi pare pure in edicola in Dvd per la collana "Tutto il Cinema di Renato Pozzetto", come ultimo numero. Si, vabbè.

Buona visione.
Belushi


13 commenti:

  1. Mitica la battaglia di scurregge tra Pozzetto e il grande Enzo Robutti/psichiatra militare, sonorizzata con lo scoppio di bombe, esplosioni, mitragliate, fischi...Quando Samperi aveva ancora qualche cartuccia da sparare. Il film in sè però non è eccezionale quanto avrebbe potuto essere con un materiale di partenza tale quanto le amatissime strisce del grande Bonvi.Bella la trovata del cartellone pubblicitario della Ford Fiesta mitica Prima Serie, tra le trincee della WWI. Un'originale e "intelligente" esempio di "product placement", come si direbbe oggi.

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  2. Felice Andreasi, Lino Toffolo, grandi e sottovalutati oggi già presto dimenticati, E non solo per esegeti cultori della milanesità o comicità veneta. Già, e ce pure nientedimeno che Marielle, una delle colonne , dei pilastri ancora viventi della Comedìe Francaise e del cinema d'oltralpe, con una carriera sterminata e lunghissima. Attivo anche in Italia nel cinema del periodo, basti ricordarlo nel ruolo dell'investigatore Arrosio, uno dei ruoli meglio caratterizzati e interpretati dell'intera filmografia di Argento, nel da me affrontato e giustamente restituitogli per ciò che gli spetta di diritto, "Quattro mosche di velluto grigio". E nel film di Samperi ci sono altri due "dimenticati" e attivi, degli anni '70: Maurizio Bonuglia, giovin attore di bell'aspetto del cinema italiano seventies, e il contorsionista mimico demenziale Raf Luca.

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  3. io sono assolutamente di parte, ma grande Pozzetto! qui lui (e naturalmente Ponzoni) erano avanti 30 anni, così come in TV nello stesso periodo...
    caz...quel frame con i soldati che marciano sotto la bottiglia potrebbe stare su una copertina dei Pink Floyd! :)
    Buon Anno!

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  4. grandissimo cult, totalmente anarchico!
    grande belushi.

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  5. lo vidi al cinema da piccolo, incredibilmente aperto a tutti e senza censure, mi sconvolse, ahah!

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  6. "Figlio del decennio selvaggio dei seventies e, soprattutto, testimonianza evidente di un cinema che ora non si prende nemmeno più in considerazione ..." una considerazione che sottoscrivo. Quanto lo vorrei rivedere, magari in una bella rassegna cine-70 al cinema. Per il granissimo Andreasi e il mitico Cochi Ponzoni in primis.

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  7. Grazie Napoleone, grande, hai arricchito la rece da par tuo, che te lo dico a fare. Personalmente apprezzo molto Toffolo, già con Samperi in "Beati i Ricchi"(1973) mi pare.

    Unwise, Frank, RR, Alligatore, concordo su tutto, ovviammente, è un film che si scrive da solo, non perfetto ma comunque da ricordare. Unwise, verissimo, l'immagine della bottiglia gigante è cosa che non si trova così facilmente nelle commedie coeve, purtroppo non ho potuto salvare dei frame come si deve dal film per problemi tecnici, ma diverse erano le sequenze folli da immortalare, mè cojoni. Comunque da vedere. In ritardo, Buon Anno a Tutti quanti. Speriamo bene, ahò.

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  8. un gran bel film, un po'anarchico, un po' demenziale, un po' antimilitarista, un po' surreale.

    il ritmo è quello delle comiche, discontinuo e con accelerazioni e approfondimenti improvvisi.

    recensione centrata!

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  9. visto all'epoca mi incavolai non poco. mi aspettavo un film "alla Pozzetto" e invece... ma avevo 14 anni, 'li morte', rivisto poi è veramente un bel film anarcoide. anche "Saxofone" va su questa linea, bello pure 'isso.
    love bro !!

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  10. "Un'Anguilla da 300 milioni" Lino Toffolo, Samperi, e una ancora magra e bella topa Agostina Belli. Non un brutto film, oggi molto dimenticato.

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  11. @Napoleone
    Lo ricordo il film con toffolo, niente male. ma la topa che ricordo io è ottavia piccolo. la belli la ricordo in "due cuori e una cappella" e l'altrettanto dimenticato, ma gran bel film "il piatto piange" con un grande Aldo Maccione.

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  12. A proposito de "Il piatto piange", ma il regista di quel film cos'altro ha fatto?
    E' stato un mio cult personale, una descrizione della provincia italiana degli anni '30 mai più vista al cinema.

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  13. Cazzo, il regista mi pare sia Paolo Nuzzi e che credo che dopo abbia girato "Giovannino" a memoria credo 1976 con Tina Aumont, ma dovrei controllare. Piace molto anche a me "Il Piatto Piange", da Piero Chiara, non lo vedo da tempo, sti cazzi.

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