martedì 13 marzo 2012

Rocky Balboa

8

Rocky Balboa/Sylvester Stallone
:_” Sai dicono sempre che se si vive in un luogo abbastanza a lungo, poi si diventa come quel posto.”
Paulie/Burt Young : “Io non sono un palazzo, Rocky.”

Paulie: [al cane di Punchy] Che brutto cane!

“È la tua opinione quella che conta, sei un combattente. Combatti.” (Marie/Geraldine Hughes) [Rivolgendosi a Rocky]

“E allora combatteremo.” (Rocky) [Parlando tra sé e sé dopo le parole di Marie]

“Finché non avrai fiducia in te stesso la tua non sarà vita!” (Rocky al figlio)

“Hai permesso al primo fesso che arrivava di farti dire che non eri bravo. Sono cresciute le difficoltà, ti sei messo alla ricerca del colpevole e l'hai trovato in un'ombra... Ora ti dirò una cosa scontata: guarda che il mondo non è tutto rose e fiori, è davvero un postaccio misero e sporco e per quanto forte tu possa essere, se glielo permetti ti mette in ginocchio e ti lascia senza niente per sempre. Né io, né tu, nessuno può colpire duro come fa la vita, perciò andando avanti non è importante come colpisci, l'importante è come sai resistere ai colpi, come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti... così sei un vincente!” (Rocky)

“Io credo che quando tu hai vissuto tanto tempo in un posto, tu sei quel posto.” (Rocky)

“Io non immaginavo che la mia vita sarebbe stata così difficile, non doveva essere così, Paulie, no.” (Rocky)

“Lo hai detto a tuo figlio, non è importante come colpisci, l'importante è come sai resistere ai colpi, come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti... in piedi! In piedi! In piedi!” (Rocky) [Pensando tra sé e sè]

“Sbarazzati della bestia che hai dentro e falla finita una volta per tutte.! (Paulie) [Rivolgendosi a Rocky]

Dialoghi

Paulie: “Ci vuole coraggio a salire sul ring con la certezza di essere sconfitti... ma tu ce la farai Rocky.”
Rocky: “Cosa te lo fa pensare?”
Paulie: “La carica delle tue cartucce.”

Mason “The Line” Dixon/Antonio Tarver: “Ma se porti colpi che non devi portare, se provi a colpirmi, per te è finita.”
Rocky: “È finita si dice alla fine.”
Mason Dixon: “Bella questa, cos'è degli anni Ottanta?”
Rocky: “Forse anche Settanta.”

Mason Dixon: “Perché lo fai vecchio?”
Rocky: “Un giorno lo capirai.”

Rocky Balboa :- Tu sai che io non avrei potuto fare niente senza di te ... Io e te Adrian abbiamo fatto ...
[Bacia la lapide]
Rocky Balboa :- “Ce l'abbiamo fatta ..”.
[Se ne va in distanza]


[Ultime battute]
Rocky Balboa :- “Io, e te Adrian, lo abbiamo fatto ... Ce l'abbiamo fatta.”
Rocky Balboa :- “Io, non ho qualche diritto?”
Commissario Boxe: “Quali sono i diritti ai quali pensa di riferirsi?”
Rocky Balboa :- “Diritti, come in quel pezzo di carta ufficiale che hanno scritto, custodito in una teca di cristallo qui in fondo alla strada?
Commissario Boxe:- “Quella è la Carta dei Diritti.”
Rocky Balboa:- “Sì, sì. La Carta dei Diritti. Non dice qualcosa riguardo al diritto di perseguire la propria felicità?”
Commissario Boxe :- No, quella è la ricerca della felicità. Ma qual è il vostro punto di...”
Rocky Balboa :- “Il mio punto è che sto inseguendo qualcosa di cui nessuno sembra essere troppo felice.”
Commissario Boxe:- “Ma ... stiamo solo a preservare i vostri interessi.”

Rocky Jr:/Milo VentimiglIa [discutendo con il padre che vuole combattere di nuovo] “Non pensi di essere un po ', sai, vecchio?”
Duke/Tony Burton :- “Cominciamo la costruzione di un po' di bombe.”
Duke :- “Sai tutto quello che c'è da sapere sul combattimento, quindi non c'è alcun senso di scender per questa stessa vecchia strada di nuovo. Per battere questo tizio, hai bisogno di velocità – e non ce l'hai. E le ginocchia, non puoi stare in piedi per così lungo tempo, figuriamoci correre. E hai l'artrite al collo, e hai depositi di calcio sulla maggior parte delle articolazioni, in un modo o nell'altro, probabilmente perderesti con il tuo sparring.”
Paulie:- “Anch'io avuto questo problema.”


SINOSSI:
Rocky Balboa (Sylvester Stallone), un tempo campione del mondo dei pesi massimi, super campione di pugilato, passa le sue serate a raccontare storie di boxe ormai sempre più vecchie ai clienti abituali del suo ristorante, Adrian, che prende nome dalla sua compianta moglie, da lui contionuamente pianta in silenzio.
Suo figlio è cresciuto (Milo Ventimiglia) e adesso si lamenta di essere nella sua ombra ... Il suo ex- uomo dell'angolo e vecchio amico Paulie (Burt Young) lo accusa di essersi ammalato di nostalgia, e di vivere solo e costantemente nel passato. Mason ''The Line'' Dixon (Antonio Tarver) è il campione in carica dei pesi massimi, e sta perdendo popolarità per la facilità con cui egli sta liquidando ogni avversario. Fino a una simulazione al computer di un virtuale match contro Rocky Balboa al culmine della sua carriera. Gli agenti di Dixon hanno l'audace idea di rivitalizzare la carriera del loro cliente con un match di esibizione a Las Vegas - contro Rocky. Per Rocky, quasi due volte l'età del suo avversario, la prospettiva di un combattimento con Dixon è una possibilità per l'ultima battaglia che ancora cova, ed era rimasta in lui.

Il vecchio bastardo lo ha fatto di nuovo. Sylvester Stallone ha realizzato con questo film del 2007 il proprio definitivo passaggio tra gli “autori” cinematografici in senso proprio, e tra i migliori, pochi, cineasti “di alto artigianato” per capacità di restituire spettacolarmente un certo filone di cinema popolare fortunatamente mai estintosi, in America, e il definitivo ingresso del suo personaggio più famoso nell'aura epica del vero mitologema cinematografico. Quello che Stallone è riuscito a compiere nel film ha del prodigioso e dello stupefacente: a oltre vent'anni dalla sua ultima regia con “Rocky IV” ('86) è venuto fuori con un film dalla sceneggiatura e dai dialoghi scritti e adattati talmente bene, che non ha solamente vinto la battaglia ma si suppone abbia anche lasciato a terra tutti gli scettici e i detrattori che aprioristicamente egli aveva fin dall'annuncio del progetto, ed erano in molti. Il primo Rocky nel 1976 si impose vincendo l'Oscar per Miglior Film, collezionandone anche altri due tra cui quello per la Sceneggiatura Originale a Stallone e la Migliore Regia a John G. Avildsen, oltre a sette nomination in altre categorie, tra le quali quella per il Miglior Attore Protagonista a Stallone. “Rocky V “ è stato realizzato nel 1990 ed era bello, ma alcuni sequel (il III e il IV) sono stati molto lontani dall'atmosfera e dallo spirito dei primi due, pur contenendo certamente anch'essi alcune pagine di grande cinema spettacolare- ma non erano strutturati superbamente come questo, con il tale senso emotivo e del dramma che riesce a trasmettere il film diretto da Stallone

Io credo che tutto in questo film, dal dolore di Rocky Balboa per la perdita dell'amata Adrian/Talia Shire (che non compare nella pellicola) al suo borbottio, dalla sua vita senza meta come proprietario di un piccolo ristorante italiano senza tempo, sia stato scritto e descritto dalla regia di Stallone, alla perfezione. Credo che la storia sia costruita con delicatezza rara, soprattutto per quanto concerne la nascente storia con una nuova donna; (Marie, interpretata da Geraldine Hughes, bravissima) conosciuta al vecchio bar, e il modo in cui questo incrocio della sua vita si trasforma in un qualcosa che gli dà un forte senso di significato. E come siano così ben tratteggiate le emozioni vorticose che lo agitano dal profondo dal più profondo del suo stesso essere, nel dargli le stesse lezioni di vita che egli sta cercando di dare a suo figlio Robert “Rocky” Balboa Jr./Milo Ventimiglia.

« Nè io nè tu , nessuno puo' colpire duro come fa la vita ... perciò andando avanti non è importante come colpisci, l'importante è come sai resistere ai colpi, come incassi ... e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti, così sei un vincente e se credi di essere forte lo devi dimostrare ... »
(Rocky dà una lezione di vita al figlio Robert nella splendida sequenza-monologo fuori dal ristorante)

Anche qui, il rapporto è sensibilmente artigianale, trasformando con maestria la prevedibilità in una parte significativa della storia, grazie ai semplici ma mai banali dialoghi, anzi molto profondi e incisivi. Stallone dirige con grande verve, dalla partenza apparentemente lenta e costruendo con attenzione e sapienza l'atmosfera, all'impronta di una “rechèrce”nostalgica del tempo passato, fino ad essere ben sicuro e padrone di tenerne il passo – anche emotivamente- con lo sviluppo del personaggio.

Passa un po' più di un'ora del film, prima che si arrivi all'inizio dei nuovi allenamenti, quando allora irrompe potente il magico e struggente ricordo delle iconiche corse di jogging su per la lunga scalinata del Philadelphia Museum of Art nella sua tuta sdrucitissima da ginnastica, accompagnata dalla stupenda musica da adrenalina di Bill Conti. “Gonna Fly Now -Theme from Rocky” invece, fino ai titoli di coda non viene qui riutilizzata pienamente, simboleggiando il segno trattenuto della gran parte dell'approccio del film, compresa la sua conclusione, che non ha niente di trionfale. Solamente di molto ragionevole.

Stallone ci mostra l'invecchiamento di Rocky da tutte le angolazioni, ma quando inizia la preparazione per la sfida centrale del film, egli riprende realmente i guantoni, e non per modo di dire. Ci sono molti film di boxe che ci mostrano i combattimenti direttamente da dentro il ring, quasi a sentire il battito del cuore dei pugili, ma questo è lì vicino all'essere il più spettacolare, tecnicamente come pura realizzazione cinematografica mette K.O. quasi chiunque, , tranne Michael Mann con “Alì” e pochi altri, (con buona pace dei recentissimi pompati “The Fighter” ('10) di David O.Russell, e “Warrior” ('11) di Gavin O'Connor), portandoci una scena madre che è un giacimento di grandi affondi emotivi, come giganteschi fuochi d'artificio ad una festa cinese . Cuore e muscoli sono tutti nuovamente fusi (da e per) Rocky Balboa.

Dimenticate quindi tutto quello che i prevenuti avrebbero potuto dirvi sul conto di “Rocky Balboa” o dei seguiti, nei tre decenni successivi al suo debutto sul grande schermo, e se solo ripenso a quel primo film, alla sua forza dirompente e sensibilità e sorprendente bellezza è difficile non commuoversi. Questo, questo nuovo “Rocky Balboa”, è forse il vero sequel di quel film, quello che “Rocky V” avrebbe voluto essere, e non potè per volere della produzione. “Rocky Balboa” è invece così piacevolmente anti-hollywoodiano, antisentimentale, imprevedibile come l'originale, è l'esatta riproposizione delle sue atmosfere, il ritratto di un pugile da un capo all'altro della sua carriera, elettrizzante nella sua sottigliezza come grintoso e potente nella sua autenticità.

Il suo realismo crudo può essere l'aspetto più sorprendente del film - non nel pugilato, anche se il grande incontro con cui il film raggiunge l'apice (per utilizzare un termine che in un'altra occasione a Rocky piacque poco. Cit. primo film) è splendidamente eccitante e dinamico, pare realmente un'incontro vero, non eccessivamente coreografato, e gli attori sono veramente come se colpissero l'uno l'altro. Ma è' tutto ciò che viene prima del finale che è così esaltante, che mette a nudo l'artificiosità di molti, troppi film della Hollywood contemporanea, per impostarsi invece giù verso il basso di un tono realmente verista, un mondo improvvisamente poetico di facce comuni, appartenenti ad una classe operaia onesta e vera, una discesa nelle più profonde emozioni e nei sentimenti radicati dell'uomo Rocky Balboa. Sylvester Stallone, che lo ha scritto e diretto, nonché interprete protagonista, riesce con mano davvero felice a fare della maggior parte del suo film il toccante ritratto di un uomo nella fase discendente della propria vita - che non ha certo più niente che possa portargli la felicità, forse, ma ha un'abitudine che gli reca almeno un po' di conforto. Adriana è morta da anni – "di un cancro femminile," mormora Rocky a titolo di spiegazione, in uno solo dei tanti esempi possibili ritagliati dallo script, di espressione inarticolata ma convincente – cioè visitare la sua tomba ogni giorno per dialogare facilmente con il suo fantasma. Molto piacevoli anche tutte le scene ambientate nel suo ristorante italiano dove trascorre le serate a raccontare storie di boxe per i suoi clienti, questa è un'altra parte del film realizzata alla perfezione, i vari atti ci presentano con toni di commedia amara molte scomodità esistenziali di Rocky: la concessione da parte di Rocky a giocare tutte le sere da “anfitrione” per i clienti, e indossare ogni notte lo stesso vistoso blazer rosso del ristorante, come poco più di una qualunque felpa o t-shirt del tipo di quelle che indossa per tutto il giorno. Il suo amico e cognato Paulie (Burt Young, sempre irresistibile ), è ancora in giro, mentre Rocky ha da pensare a suo figlio, Rocky Jr. (Milo Ventimiglia), il quale è stanco di essere in ombra del padre. Fortunatamente, Rocky trova una nuova amica in Marie (Geraldine Hughes). Non è soltanto un'avventura romantica - più dell'inespressività toccante ed espressiva di Rocky: "Mia moglie è andata, ma lei non è mai davvero andata, sai cosa voglio dire" – dato che egli è proprio il tipo di uomo che non può che aiutare le persone, Marie e suo figlio adolescente diventano per lui un po' una famiglia allargata.

In effetti, questo ritratto della vita di Rocky è così avvincente, e in un modo tranquillo e genuino, che quasi desidereresti che non venisse “disturbato” da nient'altro, nemmeno dalla trama pugilistica, come viene mostrato in uno dei momenti più belli dell'intero film, la bellissima gita notturna di Rocky e Paulie con il furgone. Quando il mondo decadente della down-town di Philadelphia, i tanti edifici abbandonati o bruciati, il cielo grigio e la pioggia senza sosta, cede il passo alle luci dure di Las Vegas e alla sfavillante vetrina di colori della città che viene così ben catturata dalla cinepresa di Stallone, il tono del film cambia drammaticamente. Non in un modo che è inappropriato o non funziona - è solo che il resto del film è così frizzante semplicemente perché spesso riesce a non farcene vedere la finzione, l'artificiosità, ed è cosa non da poco: la sua triste realtà è come qualcosa proveniente direttamente dagli anni '70, come uscita dal primo Scorsese. Ma ad un certo punto il rientro di Rocky nella vita pubblica diventa una necessità per la sua storia – egli non ha vissuto nel passato, ma non si era nemmeno ancora mosso in avanti, e come gli dice a Rocky Jr., quando il figlio lo implora di non prendersi gioco di se stesso sul ring, “Hai permesso al primo fesso che arrivava di farti dire che non eri bravo. Sono cresciute le difficoltà, ti sei messo alla ricerca del colpevole e l'hai trovato in un'ombra... Ora ti dirò una cosa scontata: guarda che il mondo non è tutto rose e fiori, è davvero un postaccio misero e sporco e per quanto forte tu possa essere, se glielo permetti ti mette in ginocchio e ti lascia senza niente per sempre. Né io, né tu, nessuno può colpire duro come fa la vita, perciò andando avanti non è importante come colpisci, l'importante è come sai resistere ai colpi, come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti... così sei un vincente!” E' venuto quindi per Rocky il tempo di andare di nuovo avanti.

E così quando una simulazione al computer del canale ESPN contrappone il Rocky del 1976 contro l'attuale campione, Mason "The Line" Dixon (interpretato dal vero e noto pugile Antonio Tarver), dichiara Rocky il vincitore, il campione il carica non può sopportarlo e Rocky è quindi di nuovo sul ring in quello che dovrebbe essere soltanto un match di esibizione, ma che si trasforma in qualcosa di molto più serio. E poiche il film nel suo complesso è così totalmente assente di quelle che si potrebbero dire le tipiche stronzate della Hollywood di oggi, semplicemente non si può prevedere come la partita tra i due andrà a finire: si può facilmente immaginare una ampia gamma di possibilità, a partire da "Rocky che ha un attacco di cuore sul ring e dà un calcio al secchio "fino a" Cazzo, questo vecchietto non potrebbe effettivamente vincere, non avrebbe potuto? "

In molti modi diversi, “Rocky Balboa” è fondamentalmente “Rocky Redux” - essendo quasi la stessa storia ma narrata ancora una volta, fino alle grandi sequenze di allenamento: si sa, prendere a pugni la carne, salire di corsa le scale del museo ... “Rocky Balboa” come “Rocky” non va mai fuori dal tema del film, e come il nostro combattente del ring torna all'azione, il tuo cuore salta dopo appena un paio di battute di “Gonna Fly Now”: questo è un troppo personaggio iconico, e questo è il finale assolutamente migliore che si potesse immaginare, per la sua storia. E 'così buono che ti fa dimenticare tutte le stronzate che Stallone ha purtroppo fatto dal 1990 in poi fino agli anni 00 (di “Spy Kids 3D: Game Over”, “Driven”), e tra il “Rocky” di prima e quello del 2006, ha fatto venir voglia di vedere cos'altro Stallone potesse fare come filmmaker. Mantenendo le promesse, negli ultimi cinque anni.

Rocky Balboa e hai detto al bambino? Non si tratta di quanto duro si colpisce, si tratta di come si può essere colpiti e continuare a rialzarsi. Quanto si può prendere e andare avanti. Alzati!

Secondo la sua pietra tombale, la morte Adrian Balboa è avvenuta l'11 gennaio 2002.

Il film contiene flashback di tutti i film di Rocky tranne “Rocky V”.

Questo film è stato spedito ai cinema sotto il nome in codice "Nothing Parts".

Questo è l'unico sequel di Rocky a non contenere un riassunto dal suo predecessore.

Pedro Lovell riprende il suo ruolo di Spider Rico, il pugile sconfitto da Rocky nella scena di apertura di "Rocky”.

Durante la pre-produzione, come i realizzatori hanno cercato di trovare una buona ambientazione per riprendere il match, hanno incontrato sempre costanti ostacoli - ogni arena adatta era esaurita. Stallone sapeva che la HBO aveva un'imminente evento Pay for Wiev tra Bernard Hopkins e Jermaine Taylor come incontro principale, presso il Mandalay Resort and Casino di Las Vegas. Stallone ha suggerito che il film avrebbe potuto così catturare l'evento reale, utilizzando il formato reale della HBO, la folla reale, anche la vera e già organizzata conferenza stampa. Come tale, la scena della conferenza stampa è stata girata pochi istanti dopo la conferenza stampa reale con Hopkins e Taylor, mentre la scena in cui Rocky cammina attraverso l'arena e giù per l'anello è stata girata utilizzando la vera folla dell'incontro Hopkins / Taylor. Stallone sperava che la folla non fischiasse o causasse problemi, ma come egli ha intrapreso il suo cammino verso il ring (come Rocky), tutto il palazzetto gli ha tributato una standing ovation e ha cominciato a inneggiare ''ROCKY, ROCKY'' . Alla folla non venne mai detto di alzarsi o di gridare - avevano fatto tutto da soli, e secondo gli organizzatori, fu di gran lunga la reazione più trascinante della serata quella che avvenne per Rocky, e non per uno qualsiasi dei veri combattenti.

La sfida simulata al computer si è basata su The Super Fight che oppose Muhammad Alì contro Rocky Marciano . Ogni possibile scenario venne considerato e filmato e alla fine il computer decise che Marciano avrebbe vinto al 13' round. Quando seppe del risultato, Ali rispose "che il computer è stato costruito in Alabama".

Secondo un'intervista con Mark S. Driscoll di Look! Effects, una delle scene di combattimento utilizza sfondi da un match precedente al quale Stallone aveva effettivamente partecipato come spettatore, prima delle riprese. Ha detto anche che dovrebbe essere possibile vedere Stallone (come se stesso) in mezzo al pubblico, mentre Stallone (come Rocky) è sul ring.

Questo è il solo film della serie Rocky, che svolge in realtà "Gonna Fly Now" il tema di Rocky di Bill Conti, interamente soltanto sui titoli di coda.

Supponendo che i pesi palestra fossero di dimensioni standard, durante la scena di allenamento con "Gonna Fly Now" , Rocky ha alzato sui Banchi da lavoro 365lbs, in strappo e sollevamento s315 £ e 495 £ da seduto

Secondo Stallone, l'inquadratura di Rocky in piedi da solo sui gradini del museo prima della seconda serie di titoli di coda è stata effettivamente girata senza che lo sapesse nemmeno lui.

Nella scena tra Paulie e Rocky nella fabbrica di carne, Paulie chiede a Rocky se è arrabbiato perché hanno tirato giù la sua statua, un possibile riferimento alle polemiche che circondavano la statua nella vita reale. Durante le riprese di “Rocky III”, venne eretta questa statua di bronzo alta 9ft. E pesante 1500 chili, disegnata da A. Thomas Schomberg , che venne posta in cima alla scalinata del Philadelphia Museum of Arts. Dopo avvenute le riprese, Stallone ha cercato di donare la statua al museo, ma gli dissero che non la volevano, innescando un ampio dibattito tra il Museo e la Commissione d'Arte della Città di ciò che costituiva ''arte''. Il museo ha sostenuto che la statua non era altro che un "prodotto cinematografico", e non la volevano. La gente del posto si era scandalizzata, e la statua venne infine posta di fronte al Wachovia Spectrum in South Philadelphia. E' stata poi restituita al Museo d'arte per le riprese di “Rocky V”, dopo di che è stata nuovamente spostata verso la parte anteriore dello Spectrum.

Secondo Stallone nel suo Commento contenuto nel DVD, egli aveva ritenuto di avere di nuovo il suo vero figlio Sage Stallone, a iprendere il ruolo di Robert "Rocky" Jr. che aveva interpretato in "Rocky V” , ma decise di no perchè temeva che la gente avrebbe visto nel conflitto personale tra Rocky e Robert troppo di quello riguardante Robert nella convinzione che anch'egli Sage, "vive all'ombra di suo padre".

Nel suo commento DVD, Stallone spiega che alcuni dialoghi di Rocky con Marie ( Geraldine Hughes) vennero improvvisati sul set. Ad esempio, per la scena in cui egli inserisce la lampadina, Stallone non aveva idea che la lampadina sarebbe stata così brillante, e la sua reazione alla luce è completamente vera. Il dialogo di Marie sul padre del ragazzo incontrato su di una nave a crociera era improvvisato, come lo era la sua osservazione che ella è una ballerina migliore della media. Stallone è stato così sorpreso con se stesso per ciò che scaturiva da queste improvvisazioni con lei, che il suo dialogo seguente"cosa avverrà e ne seguirà, non lo so", è stato improvvisato.

Stallone si è allenato per sei mesi, per mettersi in forma per il suo ruolo.

Stallone spiega in “Skill Vs. Will -The making of Rocky Balboa” che Milo Ventimiglia ottenne il ruolo di Robert Jr. in parte a causa delle somiglianze tra le loro bocche, se si guardano da vicino, si può vedere che la bocca di Ventimiglia è piegata verso il basso allo stesso modo di quella di Stallone.

Stallone inizialmente voleva Roy Jones, Jr. per il ruolo di Mason Dixon. Stallone sostiene di aver lasciato a Jones 31 messaggi telefonici, ma di non avere mai ricevuto una risposta.

Anche se non è inclusa tra le scene tagliate del DVD, Stallone ha detto che è stata girata una scena in cui Rocky vede una donna che assomiglia a Adrian nel palazzo dove lavora Robert Jr. Lui la segue per un po' prima di rendersi conto che non è Adrian. Stallone ha deciso di tagliare la scena perché sentiva che la solitudine di Rocky era già stata stabilita a sufficienza, e che questa scena era eccessiva.

Andy (Dan Sherman), il barista di "Rocky” , “Rocky II” ,“Rocky III” e “Rocky V”può essere brevemente visto in questo film seduto su di una sedia a rotelle sullo sfondo del suo bar, tifando per Rocky durante il combattimento. Andy aveva originariamente un ruolo più consistente, ma la scena è stata tagliata dal film finito.

Stallone ha effettivamente perso i sensi durante le riprese della scena finale del match.

Prima della lotta tra Dixon e Balboa, Mason Dixon è introdotto come proveniente da Tampa, in Florida. Antonio Tarver (nella vita reale il pugile che interpreta Dixon) è anch'egli di Tampa.

Questo è l'unico film della serie di Rocky a non iniziare con Rocky impegnato in un incontro di boxe.

"Take You Back", la canzone che apre il film, è stata eseguita da Frank Stallone all'angolo di una strada, nell' originale Rocky.

Il compositore Bill Conti ha scritto solo un pezzo originale della colonna sonora del film, il tema di Marie.

L'ultima scena da girare è stata quella di Rocky che sprinta su per le scale al Philadelphia Museum of Art. Volutamente ha lasciato questa scena fino alla fine perché sapeva che sarebbe stata un'esperienza emozionale a causa della natura iconica della scena, e gli è sembrato un buon modo per dire addio al personaggio. Come dice lui stesso, "La corsa è la distillazione di tutta l'esperienza di Rocky".

Tutto il materiale all' arena è stato girato in HD per abbinare al film l'aspetto HBO Pay for View, il resto del film è stato girato su pellicola 35mm standard.

Dopo l'uscita del film, la critica ha salutato le scene di combattimento come le più realistiche in tutta la saga di Rocky. Sul DVD, Stallone ipotizza che un fattore importante di questo realismo era che lui ha usato realistici effetti sonori per i colpi. Quando assesta un pugno nel film, per il suono è stato utilizzato un pugno vero e proprio, mentre nei film precedenti, i suoni utilizzati per l'impatto dei colpi avevano incluso colpi di fucile, bottiglie rotte, catene e mazze da baseball a colpire del cuoio bagnato.

L'incontro tra Rocky e Dixon è stato girato con Stallone e Antonio Tarver a colpire l'un l'altro in realtà. Secondo Stallone, non un solo pugno è stato tirato nella lotta, e ogni scena sulla pellicola è stata per davvero un successo. Inoltre, Stallone ha rivelato che la scena in cui Rocky è buttato giù e contato fino a 9, cercando di rimettersi in piedi afferrando la corda, ma avendo difficoltà a focalizzarsi su di essa, è completamente vera; Tarver anche lui era veramente spossato, e proprio non riusciva ad alzarsi.

Il match al computer è stato girato e poi realizzato con Stallone e Antonio Tarver utilizzando il motion capturing.

Antonion Tarver (il vero campione dei pesi massimi leggeri al momento della produzione) si è allenato per 5 settimane prima del film, dovendo mettere su 25 chili.

Tutte le scene sui rocciosi allenamenti in palestra sono state girate in un'unica sessione di 17 ore di riprese.

Il film è stato girato in 38 giorni. La prima cosa ad essere girata fu l'incontro tra Dixon e Rocky. Ciò è stato fatto perché la programmazione di Stallone (che era andato avanti per sei mesi) si è dovuta fermare una volta che il film è andato in produzione e ha dovuto iniziare a concentrarsi sulla regia. Se l'incontro fosse stato lasciato fino alla fine della programmazione, Stallone non sarebbe stato in buona forma come lo era all'inizio.

Nel commento del DVD, Stallone dice che l'idea di Rocky che possiede un ristorante e spende il suo tempo a raccontare vecchie storie di incontri, proviene dalla vita dell'ex campione del mondo dei pesi massimi Jack Dempsey.

Il film è stato parzialmente ispirato all'incontro George Foreman -Michael Moorer combattuto nel 1994. Foreman si era ritirato dal pugilato già nel 1977, ma nel 1987, a 38 anni, aveva deciso di fare un ritorno. Questo ritorno sarebbe culminato nel 1994 quando, a oramai 45 anni di età, Foreman ha sfidato il 26enne campione del mondo dei pesi massimi Michael Moorer. L'incontro ebbe uogo il 5 novembre a Las Vegas. Per nove round, Moorer giocò con Foreman, neutralizzandolo facilmente . Entrando nel decimo round, Foreman si trascinava su tutti i tabellini dei punti Tuttavia, nel decimo round, completamente fuori dal nulla, Foreman assestò un colpo al mento del supponente Moorer, facendo crollare il ben più giovane avversario a terra, e segnando una vittoria per K.O. Tecnico, diventando il più vecchio campione del mondo dei pesi massimi nella storia.

Come aveva fatto con i precedenti cinque film, lo Stallone sceneggiatore ha incorporato nel film una grande quantità di materiale biografico. Come Stallone stesso spiega nel commento del DVD, in una certa misura, Mason Dixon si basa su di sé, un uomo che ha fatto qualche errore dopo l'assunzione di consigli da persone che non avevano davvero a cuore i suoi migliori interessi.

Il titolo originale del film era “Chance Puncher”.

Secondo l' avvocato di Stallone, Jodi Letizia sosteneva che egli le aveva promesso che avrebbe ripreso il suo ruolo di Maria in questo film. Quando la Letizia ha appreso che tale Geraldine Hughes era stata invece lanciata nel ruolo, ha presentato una querela contro Stallone, sostenendo che aveva cancellato il suo intero programma per preparare le riprese. La causa è stata finalmente risolta.

Mark Tyson improvvisò le sue battute.

Stallone in origine voleva finire “Rambo” prima che potesse finire “Rocky Balboa”. Tuttavia, la Metro-Goldwyn-Mayer (MGM) gli dette la luce verde e Rambo fu dovuto mettere in attesa.

In una scena in cui Rocky esce dal ristorante per parlare con suo figlio si può chiaramente vedere che egli (Rocky) indossa una T-shirt sweater Dempsy, apparentemente come un omaggio all'ex campione del mondo dei pesi massimi Jack Dempsey.

Il montaggio originale di Stallone del film durava all'incirca 2 ore e 1/2. Questo montaggio del film fu mostrato in anteprima di nascosto al pubblico il 15 maggio 2006. Questo era prima che la MGM chiedesse a Stallone di tagliare il film per raggiungere la durata di circa un'ora e quarantacinque minuti (la versione definitiva per l'uscita cinematografica dura un'ora e quarantadue minuti). Scene tagliate che non sono incluse nell'uscita in DVD comprendono:

Dopo aver parlato con suo figlio, Rocky segue una donna su una scala mobile, pensando che sia Adrian. Quando arriva a vedere il viso della donna, scopre che ovviamente non è lei.

C'erano molte altre visite alla tomba di Adrian, nel montaggio originale.

E' presente una sequenza in cui ci viene mostrato che i danni cerebrali riscontrati a Rocky in “Rocky V”, si sono risolti con alcune nuove tecnologie terapiche, e che egli non presenta più questi danni. Questa sequenza è stata tagliata dalla versione definitiva.

Due sequenze di raccordo: una di Rocky in allenamento con i pesi così come sta facendo Mason Dixon per il suo allenamento, con il pezzo dei Survivor "Fire Makes Steel", al quale poi segue una sequenza di Rocky in allenamento accompagnata con "Gonna Fly Now". Queste due sequenze sono state tagliate insieme dalla stampa finale.

Prima del match, Marie e Rocky si abbracciano.

Rocky saluta Mike Tyson prima del combattimento.

Il film è stato anche girato con quattro finali in modo da non rovinare la sorpresa del pubblico su quale finale potesse essere scelto. Essi sono: 1.) Rocky perde il match per verdetto dei giudici. 2.) Rocky perde il match per KO 3). Rocky vince il match per verdetto 4.) Rocky vince il match per KO

Non è stata pubblicata una colonna sonora tradizionale, per l'uscita del film. Invece, è stato pubblicato un CD intitolato "Rocky Balboa - The Best of Rocky" , con una raccolta delle migliori canzoni dell'intero franchise.

Gli unici personaggi a comparire in tutti i 6 film di Rocky in sequenze per ogni film sono ovviamente Rocky Balboa ( Stallone), Paulie ( Burt Young) e Tony "Duke" Evers ( Tony Burton ). Mentre Adrian (Talia Shire ) che compare nei 5 film precedenti, qui appare solo qui in flashback, essendo morto il personaggio prima del periodo in cui è ambientato il film.

Secondo Stallone, Carl Weathers ha rifiutato di concedergli l'autorizzazione a utilizzare i suoi filmati di repertorio. La breve clip della lotta tra Rocky e Apollo è stato ricreata usando un body double.

L'unico film di Rocky, dove i famosi pantaloncini daq boxe rossi, bianchi e blu non sono stati indossati, anche se vengono brevemente mostrati attraverso l'uso di filmati di repertorio.

Secondo Stallone, Antonio Tarver non voleva girare le sequenze di combattimento se non fosse satto pagato di più. Rifiutando di iniziare le riprese fino a quando non gli fossero stati garantiti più soldi. Stallone allora ha dato una gran parte del suo stipendio e pagato Tarver.

Una canzone nuova, "Still Here" di Natasha Bedingfield (scritta da Diane warren ) doveva essere in rilievo nel film, ma è stata eliminata. La canzone è ancora presente nei titoli di coda. La canzone appare anche nella versione UK dell'album "Rocky Balboa: The Best of Rocky".

In una scena, Rocky identifica erroneamente "Little", il figlio di Marie e commenta che egli ha i suoi "grandi capelli rossi irlandesi". Anche se Rocky si è sbagliato sul fatto che il ragazzo sia suo figlio, l'attrice Geraldine Hughes, casualmente, è effettivamente dell'Irlanda.

Nella lotta fra Dixon e Balboa, uno dei commentatori dice, "Balboa è stato colpito così duramente che lo devono aver sentito anche i suoi antenati" Questo è forse un riferimento alla lotta reale tra Muhammad Ali (poi Cassius Clay) e Henry Cooper nel 1963. In un'intervista con Ali dopo l'incontro, in cui venne messo in serie difficolttà per la prima volta in carriera, Ali spiegò: "Egli (Cooper) mi ha colpito così duramente, che lo hanno sentito anche i miei antenati in Africa."

C'è una sottotrama nella quale Paulie ha una ragazza che non venne inclusa nel montaggio finale, tuttavia, le scene tagliate si possonovedere nel DVD.

Secondo Stallone, hanno messo entrambi i finali nei quali in uno Dixon vince per decisione dei giudici, e uno con Rocky vincente anch'egli per decisione) includendoli nel dvd, in modo che i fan potessero scegliere come vogliono la fine del personaggio e della saga.

Il team di trasmissione HBO per il match è composto da Jim Lampley, Max Kellerman, e Larry Merchant . Normalmente, la HBO non usa sia Kellerman e Merchant nella stessa trasmissione. Non sarebbe successo fino a cinque anni dopo, che questo trio di lavoro ha effettivamente preso parte ad una trasmissione vera e propria di boxe insieme.

Anche se alcuni hanno spinto per un settimo film di Rocky, Stallone insiste sul fatto che questo è l'ultimo capitolo.

Stallone ha sempre detto che ha deciso di fare questo film, perché era così infelice per la fine di “Rocky V”, e che lui in realtà voleva fare questo film già nel 1999, ma che non ottenne un semaforo verde fino a sei anni più tardi.

Nel commento dvd per il suo film “Rambo”, Stallone ricorda un incidente capitatogli durante le riprese, quando una ragazza nel bar della città dove si girava finse di essere una sua fan, per cercare di carpirgli un giro di drink. Egli comprende una scena simile proprio in 'Rocky Balboa'.


Produzione

Nel 1990 dopo essere arrivato al quinto capitolo della saga, Stallone escluse che avrebbe girato ulteriori capitoli.

Sceneggiatura

La sfida virtuale tra Rocky e Dixon è ispirata all'incontro virtuale tra Rocky Marciano e Muhammad Alì.

Stallone, per la trama del sesto film su Rocky, si è ispirato al ritorno sul ring del pugile afroamericano George Foreman che, il 5 novembre 1994 a Las Vegas (proprio dove si svolge l'ultimo incontro di Rocky), riuscì a riprendersi il titolo mondiale dei pesi massimi contro Michael Moorer.

Casting

Sylvester Stallone nei panni di Rocky Balboa, durante le riprese del film, mentre firma degli autografi.

Il cast è molto diverso da quello dell'ultimo film, ad eccezione di Burt young, Tony Burton, e Stallone che hanno preso parte a tutta la saga del pugile italoamericano.

Per la parte di Mason Dixon, Stallone aveva pensato il pugile Roy jones Jr., ma dopo il rifiuto di quest'ultimo, Stallone ha ingaggiato Antonio Tarver.

Nell'ultimo film tornano, invece, altri due personaggi presenti esclusivamente nel primo capitolo, “Rocky”: Marie e Spider Rico, che è stato il primo pugile affrontato da Rocky nei sei film, e che nell'ultimo capitolo lo si vede come aiutante nel ristorante di Rocky e come "uomo di fede", visto che è proprio lui a recitare alcuni passi della Bibbia per Rocky prima dell'incontro con Dixon. Il figlio di Rocky è interpretato da Milo Ventimiglia , noto al grande ubblico per il ruolo di Peter Petrelli nella serie fantascientifica "Heroes”. Gli altri attori sono invece: Stu Nahan (apparso in tutti i film di Rocky), morto il 26 dicembre 2007, e Michael Buffer, speaker ufficiale HBO.

Per dare più realismo agli abitanti di Filadelfia, Stallone ingaggiò persone del luogo, anche a causa dei tempi ristretti che richiedeva la produzione.

Talia Shire, l'attrice che ha interpretato la moglie Adriana nei precedenti capitoli, è qui presente solo in immagini di repertorio (nei flash-back del protagonista) in quanto Stallone stesso, volendo dare più drammaticità e malinconia a quest'ultimo episodio, ha deciso di rendere Rocky vedovo. Occorre però dire che lo spirito di Adriana permea tutto il film.

Nel film era previsto un cameo per Mr.T il quale declinò perché impegnato in altri progetti. Nella scena della spesa nel mercato italiano si può comunque notare un uomo seduto sulla strada con ciondolo al collo a forma di "T", dalle fattezze appunto molto simile all'attore.

Riprese

Le riprese del film sono iniziate nel dicembre 2005 a Las Vegas, Nevada. Nel 2006 la troup si è trasferita a los angeles, in California e, in seguito, a Filadelfia.

Distribuzione

Il film sarebbe dovuto uscire nel President's Day, ma poi la data di uscita è stata anticipata a natale 2006.

Il 16 febbario 2007 Stallone, in Australia per promuovere il film, è stato fermato dai funzionari doganali all'aeroporto di Sydney e è stato trovato in possesso di alcune fiale (48) di Somatotropina , noto anche col nome GH (Growth Hormone), cioè Ormone della Crescita. I rappresentanti della legge australiana non hanno esitato ad indagare sull'attore statunitense. In seguito Stallone ha riconosciuto la sua colpevolezza per uso di sostanze dopanti, sostenendo che sono composti da lui utilizzati durante la sua oltre trentennale carriera di attore.

Il 4 luglio 2007 è disponibile on line e in tutti i negozi il DVD Rocky Balboa. Il 12 gennaio 2007 è disponibile on line e in tutti i negozi la colonna sonora Rocky Balboa. Distribuita da EMI, il cd è composto da musiche di genere Pop e Rock Internazionale. Nel 2007 è uscito l'omonimo videogioco esclusivamente su PSP.

Colonna sonora

Il compositore Bill Conti

Bill Conti è tornato a comporre la colonna sonora per Rocky Balboa dopo aver composto la colonna sonora di tutti i precedenti capitoli . La colonna sonora è quasi la stessa del primo Rocky, ad eccezioni di alcuni leggeri cambiamenti legati alla composizione. Bill Conti ha scelto per questo film tutti i temi musicali dei film precedenti, limitandosi a scrivere solo un nuovo tema che rappresentasse il carattere di Marie. La colonna sonora è stata registrata nell'estate del 2006 presso il Capitol Studios di Hollywood, California, Stallone ha preso parte a molte registrazioni. In aggiunta, il film presenta tracce originali eseguite da Natasha Bedingfield, Three 6 Mafia e Frank Stallone, nonché brani classici come Frank Sinatra "High Hopes" and The Miracles' "Ooh Baby Baby". Dei brani originali il più significativo è la canzone di Diane Warren "Still Here", eseguita da Bedingfield.

La tracklist è composta da 26 tracce:

1. Gonna Fly Now
2. Rocky: Yo Adrianna!
3. Eye of the Tiger
4. Adrianna: The One Thing - Win!
5. Going the Distance
6. Rocky: The Pursuit of Happiness
7. Living in America
8. Redemption
9. Fanfare for Rocky
10. Duke: You Know What You Gotta Do
11. Burning Heart
12. Conquest
13. Adrianna
14. Rocky: 'Cause I'm a Fighter
15. No Easy Way Out
16. Rocky: Go the Distance
17. Rocky's Reward
18. Alone in the Ring
19. Rocky: Everybody Can Change!
20. Heart's On Fire
21. Can't Stop the Fire
22. Mickey
23. Overture
24. Rocky: Ain't Nothin' Over 'Til it's Over
25. It's a Fight
26. Gonna Fly Now (John X Remix)


Accoglienza

L'ultimo film dedicato al pugile italoamericano Rocky incassa nel primo week end negli Stati Uniti circa 12 milioni di dollari, battendo il film di Clint Eastwood “Million Dollar Baby”. In seguito ha totalizzato 70 milioni e 85 nel resto del mondo. In Italia nel primo week end un incasso superiore ai 2 milioni di euro e più di 6 milioni complessivamente.

Curiosità

In questo capitolo, non viene fatto accenno ai danni al cervello che erano stati diagnosticati a Rocky nel precedente capitolo, danni che erano stati giudicati irreversibili. Il fatto che la Commissione tecnica reputi il pugile in perfette condizioni fisiche ci fa capire che il problema in realtà era reversibile e si è risolto completamente. Stallone, in seguito in un'intervista, confermerà che i danni al cervello diagnosticati a Rocky sono scomparsi grazie alle nuove tecnologie.

Una nuova location del film è il ristorante Adrian's, il ristorante diretto da Rocky. In un'intervista fatta allo stesso Stallone, il regista rivela che il ristorante venne aperto da Adriana circa dieci anni prima dell'inizio del film. Stallone descrive il ristorante molto femminile che ha come tema "l'opera lirica". In seguito alla morte di Adriana, Rocky ha reso il ristorante in un tempio consacrato a sua moglie.

Si dice che Carl Weathers abbia chiesto molti soldi a Stallone per permettere a quest'ultimo di inserire alcune immagini di Apollo durante la pellicola. Stallone non prese bene la cosa e, stupito dell'avidità di Weathers, decise di soprannominarlo "Apollo Greed" parafrasando il cognome di Apollo, Creed. Greed significa appunto "avidità". Per questa ragione nel film non compare nessuna immagine o video di Apollo Creed, a differenza dei "colleghi" Ivan Drago e Clubber Lang.

Nel DVD del film, il menu comprende anche scene tagliate (dove fra le altre cose scopriamo che Paulie vive nella stessa casa di Rocky ed è pure fidanzato!), nonché un finale alternativo, poi scartato, che vede Rocky vincitore dell'incontro ai punti.

Prima del match tra Rocky e Mason Dixon, fa una piccola comparsa il celebre pugile Mike Tyson.

Il film incassò circa 155 milioni di dollari.

Pur non essendo prevista nel copione originale, nel doppiaggio italiano Rocky, quando si riscalda con suo figlio dopo la conferenza stampa dell'incontro con Dixon, pronuncia la celebre frase "Ti spiezzo in due", che aveva pronunciato Ivan Drago prima del loro incontro in “Rocky IV”

Quando Marie presenta a Rocky Balboa suo figlio, Rocky, volendo invitarli al suo ristorante, fa notare di avere le tasche sempre piene di cose; la stessa cosa veniva detta da Sylvester Stallone all'inizio di "Rambo”.

In questo episodio della saga, il match è rappresentato in modo da dare l'impressione agli spettatori del film di essere i veri e propri telespettatori di un reale incontro di pugilato: compaiono infatti in sovrimpressione le statistiche dei pugili e dell'andamento della gara. Tutto ciò non era mai accaduto nei precedenti cinque episodi di "Rocky”.

Doppiaggio

L'edizione italiana del film è stata diretta da Claudio Sorrentino. Sorrentino era stato il doppiatore di Stallone in “Cop Land” ma in questo film si è solo occupato della direzione, lasciando a Massimo Corvo il compito di prestare la voce al protagonista.

Massimo Corvo ha ovviato alla mancanza della storica "voce" italiana di Sly, Ferruccio Amendola scomparso nel 2001, che aveva doppiato Rocky a partire dal secondo capitolo (nel primo film era stato doppiato da Gigi Proietti).

Il doppiatore di Paulie, è lo stesso di Tony Duke in “Rocky II” e dell'allenatore Mickey in "Rocky III”.

Napoleone Wilson


8 commenti:

  1. Il migliore della saga insieme al primo.
    Un piccolo The wrestler, per me.

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  2. eh beh rocky è rocky ma il primo non si batte!
    Comunque io propongo la recensione anche di Rokkio... di Maccio Capatonda. :)

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  3. Mai visto un film della serie, ma, tra trailer e conversazioni sociali, le battute storiche entrarono nelle orecchie anche a me!

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  4. Mé cojoni...bellissimo, sigillo perfetto alla celeberrima saga. Sly è un grande uomo di cinema e basta. Al cinema ancora mi emozionai tantissimo...fai te.

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  5. Finalmente, per la prima volta, sento parlare bene di questo film, che quando lo vidi per la prima volta mi commosse quasi alle lacrime. Denso di un forte e genuino sentimento Rocky Balboa è l'episodio più bello della serie dopo il primo.
    Bellissima recensione. Complimenti per la ricerca del materiale e delle curiosità!

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  6. Ciao Viktor, ma ne hanno parlato bene quasi tutti,in verità, di "Rocky Balboa". Persino su una rivista parruccona come Film TV.

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