domenica 1 aprile 2012

Romanzo di una strage

30

Lo stesso regista milanese Marco Tullio Giordana, allora studente diciannovenne, era in tram vicino Piazza Fontana alle 16:47 del 12 dicembre 1969, abbastanza da sentire l'onda d'urto dell'esplosione e potersi immediatamente recare a vedere cos'era successo alla sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura. Vicenda che dopo 43 anni lui per primo, scrivendola insieme agli sceneggiatori Stefano Rulli e Sandro Petraglia, ha deciso di raccontare, oggi che questa strage "... ha dei colpevoli ma non dei condannati" (parole di Giordana che sottoscrivo). Da wiki: "Il 3 maggio 2005 la Corte di Cassazione ha assolto definitivamente gli ultimi indagati (Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni, militanti di Ordine Nuovo condannati in primo grado all'ergastolo) scrivendo però nella sentenza che con le nuove prove - emerse nelle inchieste successive al processo milanese nel 1972 e alla definitiva assoluzione nel 1987 - gli ordinovisti veneti Franco Freda e Giovanni Ventura sarebbero stati entrambi condannati. Attualmente non vi è alcun procedimento giudiziario aperto in quanto la condanna arriva tardiva, oltre al terzo grado di giudizio.".

Diviso per capitoli come appunto un romanzo, si parte dall'autunno del 1969 passando per il famoso 12 dicembre, poi al 15 dicembre quando dopo tre giorni d'interrogatorio in questura senza né mangiare né dormire Giuseppe Pinelli "cadde" da un ufficio del 4° piano nel cortile, per finire al 17 maggio 1972 quando Luigi Calabresi venne assassinato da militanti di Lotta Continua dopo una feroce campagna accusatoria a mezzo stampa attuata nei suoi confronti. Raccontare tutta la vicenda ora sarebbe opera lunghissima, eppure il film ci riesce bene a condensare in poco più di 2 ore un notevolissimo numero di protagonisti diretti e indiretti, in un contesto corale che rende le cose, sempre molto complicate, veramente semplici da seguire. E' un grandissimo merito.
Aver incentrato la vicenda soprattutto sulle figure di Calabresi e Pinelli (ottimamente interpretati nell'ordine da Valerio Mastandrea e Pierfrancesco Favino), entrambi vittime a posteriori della Strage, è stato intelligente e storicamente interessante. Non sapevo, come penso buona parte degli italiani, che i due si conoscessero bene, da prima del 12 dicembre. Emerge tra loro non certo un'amicizia, ma una forma di rispetto reciproco, in un certo qual modo di fiducia, avallata da un fatto che è documentato: Pinelli, durante la retata che fecero degli anarchici la sera stessa dell'attentato, si recò in questura col suo motorino, seguendo il cellulare della polizia che non aveva più posto per ospitarlo. Le storie di due uomini sono più facili da ricordare che non un guazzabuglio di intrighi semplicemente enunciati. A sottolineare l'intento la rappresentazione della loro vita familiare con le rispettive mogli. Anche in questo caso, per quanto brevi, ottime le prestazioni di Laura Chiatti e Michela Cescon nei panni di Licia Pinelli e Gemma Calabresi. (Merita ricordare che le due donne s'incontrarono nel maggio 2009 grazie ad un'iniziativa del presidente Giorgio Napolitano, un evento che personalmente mi commosse profondamente).

Non voglio farla troppo lunga. Film eccezionale, con un grandissimo cast di attori italiani tutti al loro meglio. Regia e sceneggiatura di livello assoluto, nelle scene di azione come nei dialoghi. Da cineteca a mio parere tutta la rappresentazione dell'attentato. Un meraviglioso ritorno del cinema che fa inchiesta, che si espone, narra fatti difficili e scomodi, come se ne faceva una volta. Per idee personali non posso dargli l'Olimpo, causa una omissione importante: non si fa cenno della scandalosa "Lettera aperta a l'Espresso sul caso Pinelli". Certo, qualcosa può sfuggire con tante cose da raccontare, ma questa lettera proprio non poteva, e citarla, prima di vedere steso in terra Calabresi, era fondamentale secondo me.

Al cinema in questi giorni, visione consigliatissima.
Robydick


30 commenti:

  1. Brutto santino cerchiobottista su Calabresi. Mi dispiace dirlo, ma è così. Totalmente assolutorio com'è prevedibile in ogni sceneggiatura e operazione firmata dall'ineffabile trinomio Giordana- Rulli- Petraglia. Targate approvate, e pienamente organiche ad un'ottica di rivisitazione ed interpretazione storica pienamente PD.E poi, la tesi "terziaria" della seconda bomba vera nazifascista su guida e istigazione dei servizi segreti, a coprire e strumentalizzare quella "dimostrativa" degli anarchici, è un'emerita ed enorme puttanata già destituita di ogni veridicità e fondamento trent'anni fa. E' appunto la scelta cerchiobottista e assolutoria del comunque "abbiamo tutti delle colpe" sempre intrapresa dai nefasti adattamenti storici attualizzati alla situazione politica attuale, del duo Petraglia- Rulli, e dall'ultimo Giordana. Che niente hanno a che vedere con la situazione e le motivazioni vere politiche e geostrategiche, di quarant'anni fa. Pessime anche le impersonificazioni dei personaggi. Non parliamo poi di Gifuni/Moro.
    Consiglio a tutti per una vera e onesta restituzione non "buonista" PD del clima vero, di quegli anni e dei successivi di piombo, i lavori intellettualmente imparagonabilmente superiori e sopraffini rispetto a film come questo, realizzati nell'assoluto silenzio delle istituzioni ufficiali, da Aurelio Grimaldi, con "Se ci sarà luce sarebbe bellissimo", e "Il Mio sangue ricadrà su di loro"del 2003 e 2008, dedicati con vera partecipazione ideologica e indignazione, al sequestro e all'uccisione del Presidente DC. Ma d'altronde, cosa aspettarsi da Giordana, che ha anche dichiarato, di non volere e di non aver voluto fare con questo, "un film indignato, perchè l'indignazione per me spesse volte vuol dire e risulta come impotenza".
    Di tanta, troppa, indignazione, e violenza montante, ci sarebbe bisogno oggi in Italia. Più che nel 1969. E proprio in nuce di avvenimenti come quelli, che riverberano oggi ancora tutto il loro dolore e la cancrena di impunità, di ferite che non si rimargineranno, mai.

    RispondiElimina
  2. non m'è parso cerchiobottita, non sono d'accordo.
    forse ho capito male il film, ma l'ipotesi della seconda bomba non è avallata, è tra le cose citate come doverosa cronaca. sole certezze del film sono la paternità dell'attentato da parte di ordine nuovo, delle infiltrazioni dei servizi, dell'idea di dare avvio al clima adatto ad un golpe.

    RispondiElimina
  3. mi permetto per la prima volta di dissentire con gli autori del blog, con i quali del resto vale la stima e l'idea della critica costruttiva che porta a crescere intellettualmente.
    Ho più volte sostenuto che questo è lo spazio migliore per parlare di cinema nella blogsfera, e questa sarà la mia opinione anche dopo questo post.
    Il film ha un vulnus di base, il libro dal quale è tratta la sceneggiatura, "Il segreto di Piazza Fontana" è una raccolta di documenti e fonti sulla strage molto ricca, ma quando vuole risolvere il "caso", cioè svelare il segreto, si basa su due fonti risibili: a piazza fontana le bombe erano due, gli attentatori due, i taxi due (il primo ordigno fu messo da Valpreda, a scopo dimostrativo, i lsecondo dai fascisti in combutta con i servizi). Non solo questo teorema si fonda sulla dichiarazione orale di Russomanno, uomo dei servizi che ha trascorso tutta la sua vita a depistare, è quello che ha inventato la favola del "gran burattinaio" per intenderci. Dal punto di vista cinematografico il film mi sembra patinato, troppe star, mira a ridarci una memoria pacificata, i due santini Calabresi-Pinelli rimandano ad un'idea di pacificazione, di appiattimento della memoria; un'idea, e qui concordo con Napoleone Wilson, funzionale alla politica pacificatoria in salsa Violante, vi ricordate il suo discorso che metteva sullo stesso piano i partigiani e i ragazzi di Salò....spregevole memoria!!!??!?!

    RispondiElimina
  4. Cirano, mi spiace per la rima facile, ti stringo la mano, dicevo quello che dici tu.

    RispondiElimina
  5. Cirano, grazie per quello che dici. Ovviamente, non sempre possiamo concordare, sarebbe triste se fosse sempre così.
    Non sono preparato come te e Napoleone sull'argomento, quindi nessun dato specifico per controbattere. Mi pare però forzato il paragone della "salsa Violante" (quella sua idea mi fece inorridire, n.b.), che sarebbe opportuno se si proponesse una teoria pacificatoria tra estremisti di destra e sinistra, o fra terrorismo e stato. Mi pare che il film proponga tutt'altro, c'è una denuncia netta delle connivenze negli organi istituzionali, viene persino fatto pronunciare a Moro la definizione di "Strage di stato". Il finale è un'intera sequenza di note in didascalia sulle gravi impunità che ancora pendono su questi fatti.
    Questo genere di film è sempre difficile, e fa sempre discutere, bene così, su questo penso almeno possiamo concordare. Se anche è vero che i toni sono smorzati, forse molti giovani e giovanissimi che ignorano quel periodo storico potranno avere stimolo ad approfondirlo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. bene raccontare ai giovani, ma questa operazione rischia di farli confondere ulteriormente.

      Elimina
  6. A me il film non è dispiaciuto affatto, anche se un pelino "pacificatorio" e "PD oriented" l'ho trovato anch'io...
    Certo, soprattutto per il ritratto che fa di Moro (quasi un santo) e Calabresi (che fu tutto fuorchè innocente, nella vicenda Pinelli, e per il cui assassinio, ricordiamolo, hanno pagato tre INNOCENTI), il film è assai poco realistico.
    Tenendo conto che in questo periodo storico emerite stronzate come "Acab" passano per film "impegnati", o anche solo "di denuncia", è comunque da considerare un'opera tutt'altro che trascurabile o approssimativa.
    Forse traviso il suo commento, ma sarei curioso di sapere da Napoleone se veramente pensa che gli anarchici (quelli veri, non i soliti infiltrati dei servizi) abbiano mai avuto una qualche responsabilità nei fatti di piazza Fontana (o un qualsiasi ruolo attivo in uno qualsiasi degli attentati stragisti durante gli anni di piombo). Significherebbe, secondo me, aver travisato più o meno un cinquantennio di storia itagliana (quella che sui libri non leggeremo mai), dalla genesi di organizzazioni come Gladio ai plastici di "Porta a porta", praticamente.
    La strategia della tensione si è rivelata un meccanismo oleatissimo e vincente, tuttora in auge. La differenza, rispetto a 30/40 anni fa, è che chi tira i fili s'è fatto più furbo (o forse solo adattato all'incrementata idiozia dell'itali-ano medio, dopotutto ci stanno lavorando alacremente da decenni), e adesso basta (pensate un pò a che punto siamo) terrorizzarci spettacolarizzando la cronaca nera, senza nemmeno più il bisogno di farci uscire di casa.
    Ovviamente, come dicevo poco fa, da "Stay behind" a "Porta a porta", a giovarsi di queste dinamiche ci sono sempre gli stessi interessi, basta togliersi le fette di salame ideologico dagli occhi e fare due più due, le prove ci sono e sono tutto sommato di pubblico dominio.
    Inquietante, poi, è notare come la "nuova" strategia della tensione, pur essendo così "cheap" (in termini di costi materiali quanto umani) sia probabilmente ancora piu' efficace, semplicemente perchè rivolta ad un popolo in cui la coscienza politica e la stessa informazione/partecipazione alla cosa pubblica sono state oramai definitivamente eradicate dall'annichilimento mediatico dovuto al "ventennio breve".

    Domenico Marchettini

    RispondiElimina
  7. Ho visto il pompatissimo trailer (al cinema lo facevano pure due volte per film), e mi sono cadute le braccia ...ho letto poi in giro pareri molto critici sulla serietà storica dell'operazione. Quoto Cirano, che sul suo blog sta facendo una seria analisi storica su quei fatti spinto proprio dal poco approfondito film di Giordana. Credo che il film di Girodana sia stata un occasione sprecata e dirò la mia in modo definitivo dopo averlo visto ...con immutata stima, nonostante le distanze su questo film e quei fatti ancora aperti.

    RispondiElimina
  8. Certo che Domenico, penso che che gli anarchici non abbiano alcuna responsabilità, e messo alcuna bomba, quel fatidico 12 dicembre. Qui, avallando simili aberranti panzane storiche, come dice bene Cirano, i giovani li si confonde eccome, e alla fin fine si compie un'operazione di disinformazione alla pari di quelle di mistificatori di professione come Ferrara e Mieli. L'ho scritto e lo sto scrivendo ovunque, il problema e' che a quanto pare -a differenza di qui- nella maggior parte dei blog e forum di cinema, si può trovare molte persone ferrate e appassionate in materia, ma ben poco di storia e politica degli anni '60-'70.

    RispondiElimina
  9. Alli, fra te, me, Napoleone, Cirano, Domenico... non ci sono particolari distanze sull'interpretazione dei fatti. anche io non penso minimamente che ci sia stata colpa negli anarchici nel 12 dicembre.

    quello che non capisco è: perché dite che questo film avalla la bomba anarchica? è un'idea che ebbe Calabresi, il film la cita, mica la fa sua. si parla di diverse ipotesi, anche del fatto che la doppia bomba fossero una di ordine nuovo e l'altra dei servizi, cosa implicita nel colloquio moro-saragat.
    vista la presenza di timer e di miccia, oltre che di diversi tipi di esplosivo, che ci fossero 2 bombe è molto plausibile. però scopo dei veneti era di fare un botto clamoroso, ma senza tutti quei morti. c'è una scena precisa nella quale valerio borghese s'incazza per quel disastro. dovevano fare qualcosa che accusasse gli anarchici, ma quella bomba era troppo per questo. si parla anche di gladio, ma che a quelle scorte di armi ed esplosivi abbiano avuto accesso freda e/o ventura non è dato certo, più probabile ci fosse la mano dei servizi, io penso che la bomba ad alto potenziale, quella con la miccia, l'han messa loro.

    restano solo pareri, purtroppo la verità vera qualcuno la sa ma non la vuole dire. e tanto per cambiare, ognuno sposa la propria tesi come quella giusta. ci fu un'indagine persino all'interno delle BR su questi fatti, che facciamo, un film anche su quella? Giordana, delle poche certezze che si hanno sulla vicenda, ben oltre quanto appurato giudizialmente, ne ha fatto un prodotto di anche ottima confezione e fattura. e di accuse agli anarchici non ne contiene, al limite sui neofascisti che si erano infiltrati al loro interno, su quelli sì.

    RispondiElimina
  10. rob, baby, me lo dai un film a lama liscia?!
    è un po' che non ne parli...

    love, mod

    RispondiElimina
  11. hai ragione divina Mod, è un po' che manco su quel fronte...
    in settimana celebro il quarantennale di un grandissimo rape&revenge che può interessarti, ma è un film famoso che certo conosci.
    m'impegno a cercare qualcosa di particolare e te la dedico.
    a presto
    ciao :*

    RispondiElimina
  12. Ma infatti, Rob.. Il filma descrive chiaramente la pista anarchica come invenzione di Calabresi & Co.
    Il film parla di due bombe, sì. Ma una è nera e l'altra (quella vera) targata c.i.a.
    Valpreda c'entrava quanto Pinelli: un beato niente.

    RispondiElimina
  13. Ma qua siete tutti reduci del periodo? Siete stati tutti nella stanza da cui è volato fuori Calabresi? Siete tutti esperti storici? Boh...

    Mattia

    RispondiElimina
  14. no Mattia, ognuno ha la sua opinione e infatti solo tale può essere. però una cosa è certa: a volare fu Pinelli, non Calabresi ;-)

    RispondiElimina
  15. Mattia, io sì posso definirmi come tale, dici tu, "esperto". Anche per averlo vissuto in prima persona il periodo dei'70, e non a lavorare magari in banca. E mi fermo qui, non voglio dire oltre in uno spazio pubblico.

    RispondiElimina
  16. Come se già non morissi dalla voglia di vederlo, ti ci metti pure tu definendolo "eccezionale". Non posso proprio perderlo allora! ;) Un grande abbraccio Roby!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. grazie Ser, un abbraccio anche a te.
      fai un salto se ti va dopo averlo visto. ciao ;-)

      Elimina
  17. Napoleone, sai che puoi dire quello che vuoi...

    stamattina sentivo a radio popolare che la stampa di destra si augura il fallimento del film. ieri ho letto sul blog di cirano che se lo augurano anche molti a sinistra. a leggere qua, forse solo quelli del pd lo apprezzeranno. e me.

    cazzo è incredibile! se ne parla dappertutto di questo film, si parla di quel che successe prima durante e dopo il 12 dicembre, ci sono giovani che manco sapevano di questi eventi, e non dovremmo essere contenti di questo? pure Sofri s'è svegliato è ha scritto un libro proprio stimolato dalle "falsità" del film di Giordana, e ha detto altre verità inedite, senti che roba! che paese è questo, che tutti sanno tutto e nessuno però è in grado di dimostrarlo nelle giuste sedi per rendere allora definitiva giustizia? è pieno di gente che sa la verità, ce n'è ovunque...

    continuo a non capire perché si dice che questo film abbia sposato la tesi delle 2 bombe una anarchica e una dei servizi. quello è Calabresi che parla alla fine, quelle erano le sue idee, ma cosa doveva fare Giordana, mettere in bocca a Calabresi le parole di altri?

    altre cose assurde che ho letto in giro: in questo film si fanno passare gli anarchici per dei burattini pieni di infiltrati; si vuol far passare per santo Aldo Moro; si vuole ridurre le responsabilità di Valerio Borghese...
    a me gli anarchici non sono sembrati burattini e gli infiltrati c'erano eccome. Aldo Moro parla di strage di stato, ha anche le prove di quel che dice, e starà zitto: alla faccia dell'assoluzione. Borghese invece condannerà il risultato dell'attentato, non il fatto di averlo realizzato, e se non è un'ammissione di responsabilità questa allora cos'è?

    chi è maturo, e dotato di dose d'intelligenza media, approfondirà l'argomento sulle fonti che crede, mentre eventuali idioti di quei fatti non capiranno mai nulla, indipendentemente dalle tesi proposte da questo film, che secondo me non è propugnatore di tesi.
    in ogni caso, fino a quando non verrà tolto il segreto di stato su molti fascicoli, e qualcuno di quelli che contarono non si deciderà a parlare, la verità vera su quella roba non la sapremo mai.

    RispondiElimina
  18. dimenticavo una cosa, Napoleone: pubblicamente ti invito a recensire i 2 film che citi nel primo commento, quelli sul rapimento di Moro.
    grazie :)

    RispondiElimina
  19. Sì lo so, ma purtroppo Roby, il fatto è che Calabresi nonostante la sua fine, ciò non vuol dire che in essa si serri in sè tutto ciò che può aver sostenuto e detto, come una verità assodata...Non dimentichiamoci che era stato anche un dichiarato flirtatore con la sezione italiana della CIA. E quello che è veramente brutto e inespressivo del film, è ancora una volta il suo impianto puramente cinematografico, nel classico stile da film "corale" alla Giordana-Petraglia-Rulli dell'insulso "La Meglio gioventù". Un mischiare l'alto e il basso per non arrivare a simboleggiare e comunicare alcunchè. Figuriamoci la complessità estrema di quel periodo.
    L'aneddoto poi del povero Pinelli a cui venne fatta seguire con il motorino la volente fino alla questura di via Fatebenefratelli,bèh, mi pare un'ulteriore umiliazione, e potente simbologia di tutta l'arroganza e protervia del potere, altro che di reciproca stima e fiducia tra i due. Calabresi compreso e non per ultimo, cazzo ma ci vogliamo ricordare tutti che era il Commissario Capo della squadra politica di Milano, le avrà avute le sue belle responsabilità, ogi del tutto mitigate, o no??!!
    Per quanto riguarda il fatto che il film stia comunque stimolando delle salutari discussioni su quei fatti, atte ad una conoscenza di essi per i sedicenni, come anche da dichiarazione d'intenti dello stesso Giordana, mi sembra proprio la classica foglia di fico che vuol coprire la disonestà intellettuale e ideologica dell'intera operazione. Petri, Rosi, Damiani ecc., per andare a scomodare modelli veramente degni e inarrivabili di film-documento politico, non facevano nè hanno mai fatto i loro film (loro sì, d'"indignazione civile")per "i sedicenni", i quali ieri ma come oggi poi, non sono di certo nel target d'interesse e pubblico di un film dal simile argomento. In questi giorni decerebrati come sono, se ne sono andati tutti ma a vedere la centesima boiata dei Vanzina.
    Conosco bene Adriano, e su questo film sta avendo ragione non al 100, ma al 110%.
    P.S.:Visto "che posso dire tutto", come aveva/no una buona dose di ragione su Calabresi nel 1972.
    Che non era, nè è mai stato, quella sorta di sprovveduto e santo che si vorrebbe far passare oggi,grazie anche all'indefessa opera di beatificazione -ovvia- delle istituzioni mai veramente cambiate da allora, e del figlio Mario, direttore del giornale padronale La Stampa.

    RispondiElimina
  20. A corroborare la chiusura del mio post, c'è il borsino degli incassi -tra l'altro alla sua strombazzatissima apertura- che lo qualifica già come flop clamoroso.

    RispondiElimina
  21. Io quoto Roby, e inoltre penso che i film di Damiani, Petri e Rosi fossero (eccome!) fatti (anche) per i sedicenni dell'epoca, che -ricordiamolo- quanto a maturità e a familiarità con certi argomenti erano parecchio più ferrati anche degli ultratrentenni di oggi.
    Basti pensare che loro per la politica rischiavano la pelle e la libertà di continuo, cose che oggi al massimo vanno a fare allo stadio, il che la dice lunga sulla deriva delle masse (deriva dovuta soprattutto alla lobotomia catodica subita dal Paese negli ultimi decenni).
    Inoltre, e mi rivolgo al buon Napoleone, perchè mai un'opera del genere (che nel complesso continuo a giudicare più che onesto, se non nella caratterizzazione di tutti i personaggi, almeno nella ricostruzione storica dei fatti), dovrebbe "confondere" o far male ai ragazzini odierni???
    Ma ce ne fossero, di pellicole del genere!
    In questo senso credo si possa affermare che Giordana è il naturale (e probabilmente l'unico) erede del Cinema dei maestri sopra citati.
    Giudica "insulso" anche "La meglio gioventù" (e un briciolo di motivazione in proposito non guasterebbe, grazie), ne deduco che allora che non sarò certo io a fargli cambiare idea.
    Tutto questo discorso comunque mi rattrista non poco..
    Penso a come in filmetti strombazza(n)ti come "Acab" si liquidino i fatti della Diaz e di Genova 2001 in generale, e allora sì che mi viene lo sconforto!
    Ah, per inciso: io ho 30 anni. Non credo di essere una mosca così tanto bianca, nella mia generazione, se mi interesso a certe vicende. Anzi. Benchè probabilmente la mia sia stata l'ultima generazione ad aver vissuto (non senza difficoltà ed ostacoli) un certo tipo di piazza, ciò non vuol dire che il vento non possa cambiare ancora(come mi auguro). Il "risveglio", visto e considerato lo stato dei "canali ufficiali", è un bene che passi anche per il grande schermo.

    RispondiElimina
  22. Vabè... refusi a gogo.
    Nonostante la tastiera spastica mi auguro che il senso delle mie parole sia sufficientemente chiaro.
    ;)

    RispondiElimina
  23. che te frega dei refusi Domenico, sono commenti... ;-)

    purtroppo né Acab né La meglio gioventù li ho visti, non saprei dire a quel riguardo. so che i film di Petri, per citare uno che amo particolarmente, facevano discutere e non poco ai suoi tempi, e anche nel suo caso da destra e da sinistra politicamente parlando. su certi temi mettere tutti d'accordo è impossibile credo.

    RispondiElimina
  24. Domenico, ero d'accordo con te ma non afferro il senso di questo tuo ultimo post. Nelle avanguardie veramente rivoluzionarie, non c'erano sedicenni. Se non in casi eccezionali di grande spessore. Nelle Brigate Rosse erano tutti almeno venticinquenni. E così per ogni movimento di guerriglia metropolitana in tutto il mondo. Se vogliamo parlare di movimenti situazionisti piccolo borghesi di liceali tipo "La Pantera", allora si e'ovvio, saranno stati "infarciti" di sedicenni. Ero a Genova anch'io visto che se ne riparla. Di sedicenni, manco l'ombra. Casomai, saranno stati molto incazzati che il centro città era chiuso, quindi niente shopping. E molti film degli autori che ho citato, e tu riporti, quando uscirono erano vietati. Se non ai minori di 18, almeno di 14. E non c'erano filesharing, ne' VHS o DVD.

    RispondiElimina
  25. Nap... io nei '/0 non ero ancora nato.
    Ma è un dato di fatto ultranoto che l'età dei militanti (anche se più che di organizzazioni come le b.r., io parlo del c.d. "spontaneismo armato") l'età media fosse ben al di sotto dei 25 anni.
    Io non lo so dov'eri tu, a Genova. Ma di monorenni ce n'erano, eccome.
    osì come ce n'erano al vertice F.a.o. di Napoli qualche mese prima e in gran parte delle manifestazioni no global almeno fino al 2004.
    In seguito, salvo rarissime eccezioni (purtroppo locali), il nulla.
    Quell'aria non s'è respirata più.

    RispondiElimina
  26. Premesso che anch'io non sono meticolosamente informato sulla vicenda al pari di alcuni che sono intervenuti qui sopra (lo dico senza alcuna ironia, è la verità, e certamente anche un mio limite), sinceramente certe critiche verso questo film mi sembrano un po' troppo ingenerose.

    Quello che voglio dire (come ho scritto anche sul mio blog) è che non si può pretendere da un film di 'illuminarci' sulla verità su Piazza Fontana, uno dei tanti tragici misteri italiani che dopo decine di processi, indagini, inchieste, perizie e controperizie, è e resterà senza alcun colpevole. Insomma, se la magistratura non è riuscita (in quarantatrè anni!) a cavare un ragno da un buco, potrà forse farlo una 'fiction'?

    Secondo me 'Romanzo di una strage' è un film importante, perchè serve a non dimenticare e a far prendere coscienza le nuove generazioni di una pagina nera della storia italiana. Il film non dà certezze, si limita a esporre i fatti e 'suggerisce' alcune strade, ma non mi sembra che Giordana abbia presuntuosamente voluto dirci che le cose andarono in un certo preciso modo... semplicemente ci pone di fronte alla storia e ci fornisce gli elementi per interpretarla. Non mi sembra poco. Poi ognuno, se vorrà, potrà documentarsi come meglio crede e farsi autonomamente una propria opinione.

    Per il resto, ho visto anch'io che gli incassi non sono stati esaltanti, ma questo è un problema che si riflette su ogni titolo italiano che non sia una commedia. Ormai in Italia i soldi si fanno solo con Parenti, Zalone & co. , questo è il problema. Sulle dichiarazioni di Gasparri, poi, ('non l'ho visto e non mi piace, sono contento che sia un flop) preferisco stendere un velo pietoso...

    RispondiElimina
  27. D'accordo con Napoleone e Cirano. Niente da aggiungere. Non di meno il film vale la pena di vederlo, con spirito critico sicuramente. Da sconsigliare caldamente a chi è digiuno di questi temi... altrimenti non avrebbe i mezzi critici per guardarlo.

    RispondiElimina