giovedì 7 giugno 2012

Kickboxer 3: The art of war - Kickboxer 3: Mani di pietra (aka: Kickboxer 3: Duri a morire)

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Al terzo capitolo la serie di Kickboxer si prende una vacanza e si sposta a Rio De Janeiro in un intreccio che sarà presto dimenticato nel quarto segmento. Il film di solito non piace a nessuno, nè ai critici amanti del genere nè agli appassionati e la ragione è presto detta: è più un action con sparatorie tra le vie poverissime del Brasile che un film di lotta.

La regia di Rick King (che scrisse solo l'anno prima Point break della Bigelow) è insapore, molto televisiva, e i due protagonisti ormai storici, David e il maestro Xian, sono gli stereotipi dei loro personaggi già stereotipati in fase di creazione, il bravo e puro ragazzo nel quale immedesimarsi e il saggio mentore cinese. Oltretutto la storia è qualcosa di incredibilmente demenziale: i nostri due eroi vanno a Rio per una gara amichevole di kickboxing (dare calci a dei bicchieri sulla testa di altri lottatori) e s'imbattono in una tratta delle bianche che cercheranno di scominare.

E' la sagra dell'assurdo: per esempio David e il maestro si prendono a cuore due orfanelli, Marcos e Isabella, li nutrono, li vestono, poi li rimandano la notte a dormire sotto i ponti. Ma perchè? E soprattutto da cosa nasce l'interesse per questi due ragazzini? I più maliziosi diranno turismo sessuale, ma il film apre più certe pulsioni omoerotiche tra i due protagonisti soprattutto quando scopriamo il maestro Xian intento a massaggiare con olio i muscoli del suo allievo in mutande. Sempre in tema di assurdità, ma soprattutto di stravolgimenti di una poetica di fondo della serie, ad un certo punto i nostri due eroi imbracciano il fucile e fanno fuori di punto in bianco una decina di persone in scene d'azione abbastanza ben dirette con corpi generosamente crivellati dai colpi. Meno male che si preferiva la forza della mente alle armi da fuoco! Ma ecco che il film diventa per lo meno divertente: il giovane Sloan dovrà combattere contro il campione locale protetto dal riccastro che rapisce le ragazze, ma non cede al mezzo milione offertogli dal cattivo per perdere. Ecco che il malvagio miliardario lo segrega allora in casa sua e lo obbliga ad allenarsi nei modi più stancanti al fine di spossarlo al momento dell'incontro: lunghe salite con zaini pieni di pietre, sci d'acqua senza gli sci, scava quella buca figlio di puttana, ora fai dieci km di nuoto. E tutte queste prove con una pistola puntata alla testa. Il ricco intanto scommette, scemo, tutto quello che ha contro Sloan, villa, soldi in banca, tutto, ma davvero tutto. “Tanto non può vincere”. Ma non sa che:
1 il maestro Xian ha insegnato a David a scindere corpo e mente (mentre dovrebbe soffrire per il caldo il giovane si immagina una cascata dove rigenerarsi)
2 il maestro Xian con il piccolo Marcos va a fare la spesa a Rio di code di topo e con quelle cucina un beverone aggiungendo veleno di serpente, muschio, cacca di gatto, erbe sconosciute per farlo bere allo stanco Sloan che chissà perchè è stato rilasciato dal cattivo il tempo di riposarsi.

Non solo: mentre il giovane dorme il maestro lo accarezza con delle pomate e dei fanghi rigeneranti, naturalmente solo per la sua salute senza trovarci chiavi di lettura sotterranee.

Inutile dire che sul ring David farà il culo al campione locale, un idiota preso a cazzotti già all'inizio, e scominerà l'impero del viscido miliardario (che si beccherà pure una coltellata mortale da Marcos). Kickboxer 3: mani di pietra (ma in tv era Duri a morire) è da prendere o da lasciare: l'assurdità di fondo potrà anche divertire, il film non è esente da momenti esilaranti e tutto sommato non è noioso. Ma non è un film sul kickboxing, è come detto, un action un po' cretino su due americani che fanno il bello il cattivo tempo in una Rio povera e decadente fatta di mendicanti o di speculatori senza scrupoli. Sacha Mitchell stavolta neanche si impegna a fare il Van Damme di turno e tutto sommato è più a suo agio con un mitra che intendo a dare calci volanti ai suoi avversari. Bella però la sequenza della caporeira. “Era proibito agli schiavi combattere, per questo si inventarono una danza, ma nei piedi avevano mortali coltelli”. Sticazzi.
Keoma


4 commenti:

  1. cioè... la rece è uno spasso, ma per guardare questo ce vo' proprio tempo da perdere! :)

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  2. E' un film omo più di Cruising :)

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  3. eh ma guarda che in questo è molto realista! i mondi apparentemente più "rudi" so' pieni de froci: calcio, rugby, arti marziali, body building... veri vivai! :D

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