lunedì 6 agosto 2012

Detachment - Il distacco (review #2)

4

Regia di
Tony Kaye.
Cast: Adrien Brody, Sami Gayle, Marcia Gay Harden, Christina Hendricks, Lucy Liu, James Caan, Blythe Danner, Tim Blake Nelson, Betty Kaye, Bryan Cranston, Renée Felice Smith, William Petersen, Doug E. Doug, Isiah Whitlock Jr., Louis Zorich, Brennan Brown, Patricia Rae, la gioia di Maria.
2012 - 97 minuti
Not Rated (equivalente di un progetto di R per una forte contenuto sessuale, linguaggio e immagini disturbanti).

Quattordici anni dopo “American History X”, Tony Kaye ha diretto un nuovo lungometraggio per il cinema. Del suo ultimo film era rimasto molto insoddisfatto, tant'è che cercò di togliere il proprio nome quando i produttori gli revocarono il “Final cut”, tornando alla narrativa e a fare il documentarista. Adesso, la sua forte personalità d'autore è tornata ad affermarsi con un film così crudo, che raramente nel cinema contemporaneo si vede e si sente qualcosa di simile. E stavolta con la sua personale impronta, in alcun modo rimaneggiata. "Detachment" suona come una campana in grado di scatenare un battagliero grido in un mondo come quello della scuola e dell'istruzione, dove niente e nessuno pare più possa fare la differenza. Uno studio magistrale dei personaggi e del loro desiderio come insegnanti di migliorare le cose, appunto “fare la differenza”, e degli studenti adolescenti che si dibattono senza una guida adeguata, Kaye e lo sceneggiatore Carl Lund lanciano una potente critica, con l'occhio rivolto verso la formazione al giorno d'oggi, all'imperfetto imperfetto sistema dell'istruzione pubblica, ed è un discorso che vale anche e soprattutto per noi in Europa. Al protagonista, un superbo Adrien Brody tornato ai livelli interpretativi de “Il Pianista” -e pensare che appena tre anni fa era protagonista persino “Giallo” (2009) di Dario Argento-, non piace quello a cui sta assistendo già da troppo tempo, e come potrebbe? In particolare all'interno delle classi inferiori della comunità scolastica in cui è stato chiamato a sostituire un'insegnante, ma dilagando un po' ovunque, i ragazzi vengono regolarmente sopraffatti dalle sempre accresciute pressioni dei genitori / o da una disaffezione per se stessi e il loro futuro che li porta ad arrendersi. I genitori troppo spesso mancano non solo come immagine, o semplicemente scelgono di ignorare i problemi dei loro figli perché è più facile per loro in questo modo. Gli istruttori fanno quello che possono, ma hanno poco spazio al di là del curriculum impostato ben prima del loro arrivo, per gli studenti. Quando uno di loro stessi ha uno scatto, esso è visto come una debolezza personale e forse anche un motivo di allontanamento. Tale è il caso con la consulente e guida Dr. ssa Parker (Lucy Liu), che vede studente dopo studente ogni giorno attraversare la porta del suo ufficio con un atteggiamento cattivo e un opprimente e disastroso senso di apatia per la vita. Raggiunto il momento nel quale ella non può più tacere, la Dottoressa Parker si mette ad urlare contro una ragazza, implorandola di avere maggiore cura e rispetto di sé stessa, e dandole una devastante visione di ciò che sarà il suo futuro da succhia cazzi se ella non terrà in conto quanto stia continuando a buttare via il suo potenziale. Più tardi, la Parker piangerà e si dispera con un suo collega su quello che ha appena detto e fatto. Sa che ha appena oltrepassato una linea, ma sa anche che ci sono pochi altri modi in cui avrebbe potuto essere in grado di farsi davvero ascoltare dai suoi allievi. In realtà, potrebbe essere lo shock giusto del quale questi ragazzi in difficoltà hanno bisogno, ma con questo sistema potrà mai cambiare davvero qualcosa?

Dolorose scene sono costruite l'una sull'altra, come un arazzo finemente tessuto, tutte ruotanti attorno ad un scuola superiore di Long Island fondamentalmente in cattivo stato, le cartacce e i detriti spinti dal vento che soffia intorno alle pareti per i solitari corridoi della scuola, e le aule sgualcite come simboli di indifferenza, sono lo splendido finale simbolico del film. C'è la Preside Carol Dearden (Marcia Gay Harden), la quale ha appena appreso che verrà lasciata a casa a causa dei soliti tagli di bilancio, spogliandola della sua identità e lasciandola con nulla, tranne un marito insopportabile (Bryan Cranston) quando torna a casa. Mr. Wiatt (Tim Blake Nelson), è l'insegnante più alienato di tutti, il quale viene ignorato dalla sua classe ogni giorno, sia dentro che fuori la scuola, come è ignorato durante la pausa pranzo mentre si trova al di là della recinzione, con la scuola di fronte a lui, e ignorato ulteriormente dalla propria famiglia la sera. Sulla perenne assenza dei genitori si sovrappongono gli altri insegnanti, tra cui la prorompente Ms. Madison (Christina Hendricks, che superfica, che bocce giunoniche, e che culo!), la vicina alla pensione Ms. Perkins (Blythe Danner, la madre di Gwyneth Paltrow), e l'autoironico Mr. Seaboldt (James Caan, strepitoso), aspettare tutti pazientemente per una folla di genitori che non si è mai presentata. E in effetti, quasi nessuno lo farà.

E poi c'è il maestro sostituto Henry Barthes (Adrien Brody, da rimarcare superbo), che viene mandato a prendersi temporaneamente cura di una classe dei primi anni.. Maltrattati fin dall'inizio, Henry incomincia ad insegnarli le cose senza passare dagli assurdi e per loro inutili programmi ministeriali, li tratta come eguali, e spera che lungo la strada questi studenti possano imparare qualcosa. La sua vita personale non è esattamente rosea, anzi. Suo nonno (Louis Zorich, bravissimo)-il suo ultimo parente superstite, è nelle fasi terminali della demenza da Alzheimer, e la malattia dell'anziano serve solo a riportare alla mente eventi traumatici dell'infanzia di Henry che egli vorrebbe disperatamente dimenticare. A casa, salva dalla strada una giovanissima prostituta adolescente senzatetto, Erica (Sami Gayle), disgustato non solo per il suo modo di vita, ma per le indicibili circostanze che devono averla portata ad una situazione tanto umiliante e disperante. Henry chiarisce a Erica di non essere la sua famiglia, che la sua sistemazione abitativa non è permanente, con qualsiasi mezzo, ma egli è l'unica persona che gli abbia mai prestato attenzione. Egli non può essere un santo, ma poteva, potrebbe essere il suo salvatore.

Le emozioni sono forti e fervide in "Detachment -Il Distacco", il dramma del film spesso viene fuori come una tragedia lirica. A volte, la rabbia dei personaggi e la disperazione minacciano di esplodere nell' istrionismo sopra le righe, ma il regista Tony Kaye conserva miracolosamente il difficile materiale ben credibile in ogni momento. Confidando incisivamente nei talenti del suo cast, e lasciandoli sciolti in modi che non abbiamo mai visto svolgere da alcuni di loro. Marcia Gay Harden (nel 2009 presente in “Whip It”, curioso esordio registico di Drew Barrymore) è straziante, nel personaggio della Preside Dearden, il suo turbamento interiore diventa così grande che comincia a recitare gli annunci del mattino, mentre se ne sta rannicchiata come una palla sul pavimento del suo ufficio. In solo una manciata di scene, Lucy Liu (nel 2007 in " Nome in codice -Cleaner” [Code Name: The Cleaner] di Les Mayfield, uscito in Italia solamente in dvd, che ne aveva affossato abbastanza la carriera) conferisce una qualità grintosa, ma connotata anche dalla tristezza, alla Dott.ssa Parker che non si può non comprenderla e simpatizzare per lei all'istante. Il personaggio dell'ingenua Mrs. Madison interpretata da Christina Hendricks (nel 2011 già anche in “Drive” qui recensito) si pone come aspirante all' interesse amoroso di Henry, ma la loro storia d'amore che sarebbe appena cominciata si conclude definitivamente per colpa di un equivoco da parte sua, senza una qualsiasi delle possibilità che queste due persone insieme avrebbero potuto ottenere. La Hendricks che ricorda un po' una giovane Delia Boccardo, impersona in maniera commovente una giovane insegnante che ha ancora molto da imparare da se stessa, dalle sue frustranti tendenze accusatorie, dai suoi sforzi per mantenersi in linea con la politica della scuola, mentre manca completamente l'obbiettivo di essere in grado di connettersi con gli studenti.

Henry Barthes tuttavia, è e rimane il baricentro del film. I fantasmi del passato del suo personaggio e i suoi rapporti con due ragazze -l'adolescente Erica sopra citata, così come contrastando gli atti di bullismo degli studenti ai danni di Meredith (Betty Kaye)-il vero-cuore nero della storia . Henry il personaggio di Brody è single, vive da solo, e si prepara a dover dire addio all'unica persona che gli resta della sua famiglia. E' una figura cinematografica di compiuta e convincente tristezza, ma anche nobile, e da non essere assolutamente compatita. Ciononostante, è difficile non essere travolti dal suo dolore, quando ci arriva il suo sguardo in prima persona di quanto siano terribili le cose nella sua ultima scuola. Un ragazzo uccide spietatamente a martellate un gatto nel giardino della scuola, portandolo poi in giro come un distintivo d'onore, nessun sentimento di rimorso o di comprensione che ciò che ha fatto, sia assolutamente crudele e folle. Quando la Dott.ssa Parker suggerisce che tale comportamento può essere un segnale di avvertimento di un disturbo bipolare o peggio, lo spettatore non può che sprofondare nel terrore quando i suoi genitori, vogliono solamente far spazzare questo “incidente” sotto il tappeto finché non sia troppo tardi per fare qualcosa al riguardo. In classe, Meredith è attratto dal supplente Brody. Sensibile, con uno spiccato animo artistico, e un po' troppo sovrappeso, Meredith è bombardata ogni giorno dalle squalificanti battute dei compagni e, da uno sguardo duro sulla sua vita a casa, rimproverata da un padre arido e ottusamente deficiente. Non c'è da meravigliarsi se si senta inutile, Il "It Gets Better" di tradizione americana sia dannato, e solo in Henry ella riesce a intravedere qualcuno a cui lei potrebbe essere in grado di rivolgersi. Quando la realtà non non è così vicina per far coincidere le richieste di aiuto della sua mente, Meredith viene lasciata ancora più spezzata di prima. Solo col senno di poi lo stesso Henry avrà degli atroci dubbi sull'opportunità o meno che avrebbe potuto fare di più per aiutarla. Nel caso di Erica, almeno, è fiducioso di aver fatto fatto la cosa giusta, quando arriva il momento di chiamare i servizi di tutela dei minori. Contribuendo a metterla su un percorso diverso, può solo sperare che sappia sfruttare le ritrovate possibilità che le sono state offerte, a prescindere dai risultati imminenti del suo test dell'HIV.

L'esordiente Betty Kaye figlia del regista è straordinaria per come ha trovato alla perfezione il personaggio di Meredith, Questa relazione familiare chiave non fa alcuna differenza, una volta che la si è vista sullo schermo, le ferite emotive del suo personaggio fuoriescono come se fossero strettamente quelle personali dell' ''attrice”. Come Erica, Sami Gayle è altrettanto impressionante. Erica, Henry la vede per la prima volta nell'esecuzione di un atto sessuale orale su di un uomo molto più anziano sul bus della città, parlandogli inizia una partita difficile, e può non apparire una scelta saggia ma comunque l'unica da poter percorrere quella di farla stare a casa propria per poterla aiutare. Anche perchè basta uno sguardo per rendersi conto che ovviamente, è minorenne. Il crescente legame di Erica con Henry e la sua conseguente trasformazione, fisica e interiore, è ottenuta grazie alla sua piccola scoperta possibile di un tipo di vita che non ha mai avuto prima e a al quale non è forzata, ed è una delle parti più belle del film, sottolineata dall'esecuzione quasi per intero di “Empty” di Ray Lamontagne, superba, già utilizzata l'anno scorso da Robert Redford sui titoli di coda di “The Conspirator”, da egli diretto. Sopra tutte le altre emozionanti prestazioni attoriali, la direzione muscolare di Kaye, e la visione coraggiosa della sua sceneggiatura, si staglia Adrien Brody (nel 2011 ha interpretato anche il bel “Wrecked”) che si pone come trionfale pièce de resistance del film . Un attore veramente espressivo il cui volto funge davvero da finestra per le anime dei suoi personaggi, il lavoro di Brody è allo stesso tempo toccante e stratificato, vulnerabile e imperterrito, implosivo ed esplosivo, una lotta costante nell'arco di tutti questi diversi aspetti che raggiunge alla fine la sua catarsi. E' avvincente da guardare, va bene, ma solamente un tale riconoscimento sembra troppo riduttivo per la caratterizzazione e l'ampiezza del suo talento qui confermato.

“Detachment” è duro e crudo, raggelante come il refolo di un vento invernale, tale quello che spazza i corridoi della scuola, le aule abbandonate e in disfacimento, alla fine del film. Un vento freddo che arriva senza alcun modo per fermarlo e taglia la maggior parte della comunicazione tra gli individui, quali i genitori che mancheranno nessuno escluso, alla festa finale della scuola. Alla fine, però, c'è la volontà di sbirciare la luce attraverso le nubi. E' sul precipizio di questo finale in cui Tony Kaye conclude tutto ciò, che altrettanto guadagna nell'esibizione di un dramma umano fatto anche di lacrime e di sangue, e indicandoci nella diatriba contro le sconsiderate scuole pubbliche, i genitori assenti, il divario enorme che separa ciascuno di essi da parte dei suoi incompresi figli. Ambiziosa e audace nonostante le risorse limitate, la pellicola ovviamente non osa offrire risposte o soluzioni semplicistiche, ma riconosce soltanto che qualcosa di drastico deve essere fatto e velocemente se la nostra generazione è in grado di offrire ancora le speranze che le nuove generazioni meriterebbero. Diciamo chiaramente che: "Il Distacco" non è un'altra fonte di ispirazione di un'edificante storia di un insegnante e dei suoi studenti come tra i vari esempi “La Forza della Volontà”(Stand and Deliver) ('88) di Ramòn Menéndez (quasi sconosciuto in Italia, comunque molto bello, e con un grande Edward James Olmos in un ruolo alla Brody, candidato all'Oscar per Miglior Attore Protagonista), o per citare un titolo che molti conoscono ma irrimediabilmente brutto"Dangerous Minds -Pensieri pericolosi" ('95) di John N. Smith, con Michelle Pfeiffer, o misconosciuto in Italia il recente "Freedom Writers" (2007) di Richard LaGravenese, con Hilary Swank.
 
Detachment” è un film inquietante, è anche intransigente, oltre ad essere comprensibilmente urgente, ma soprattutto, per tutte le qualità che ho cercato di descrivere in questa seconda recensione, oltre che nella prima in cui già lo aveva descritto Robydick, è assolutamente uno dei film cruciali di questi primi sette mesi del 2012.

Deauville Film Festival Anno 2011 Ha Vinto il Critics Award - Premio Internazionale della Critica e quello della Miglior Rivelazione
Sao Paulo International Film Festival Anno 2011 Ha Vinto il Premio del Pubblico al Miglior Film Tokyo International Film Festival Anno 2011 Ha Vinto il Premio per il Miglior Contributo Artistico a Tony Kaye
Nominato per il Tokyo Grand Prix a Tony Kaye
Valencennies Festival Internazionale del Film d'azione e d'avventura Anno 2011 Ha Vinto il Premio del Pubblico al Miglior Lungometraggio -Gran PremioWoodstock Film Festival Anno 2011 Ha Vinto il Maverick Honorary Award e il Maverick Award
a Tony Kaye (regista.

Michael Wincott è stato considerato per un ruolo.

Napoleone Wilson


4 commenti:

  1. grande napoleone!
    uno dei film fondamentali dell'annata

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  2. Io invece continuo a ritenerlo uno dei film più deludenti dell'anno.
    E a ribadire la sua natura di prodotto da festival finto alternativo. :)

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  3. Mr JamesFord, che te ne pare di "Take Shelter", probabile prox. rece...

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  4. Napoleone, Take shelter, al contrario di questo, è uno dei film dell'anno. Attendo la tua recensione, a questo punto.

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