giovedì 23 agosto 2012

Le Prénom - Cena tra amici

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Familiari ed amici s'incontrano per una serata in compagnia. Livello medio d'istruzione elevato, grande proprietà di linguaggio, uno di loro è particolarmente feroce negli scherzi, ed è anche quello al centro dell'attenzione essendo, con la sua compagna, in attesa del primo figlio. Come arriva dice - una notizia buona ed una cattiva: quella buona è che è maschio, quella cattiva è che è morto. Gelo comprensibile, poi dopo mostra le ecografie di un feto più che vitale. Si passa, durante gli antipasti, alla più classica delle domande - come lo chiamerete? - e il burlone non si fa sfuggire ancora l'occasione - lo chiameremo Adolphe - dice con innocenza, a un "pubblico" convintamente sinostrorso per giunta, e apriti cielo! Pare proprio che non stia scherzando...

E' palesemente una piece teatrale portata sul grande schermo. Un genere che a me piace parecchio quando ben fatto, e siamo in uno di quei casi. Brillante, veloce, con battute sferzanti e mai inutili o stupide. Molto divertente, per nulla intellettualoide. Solo prerequisito indispensabile per comprenderlo: ricordarsi chi invase la Polonia nel '39. Qualcuno fa finta di dimenticarlo o non saperlo, è vero, ma bene o male è fatto noto a tutti.

Tutto si svolge praticamente in un soggiorno, tranne incipit e finale. La "polpa" comincia proprio con la scelta sciagurata del nome per il nascituro. Gli animi si scaldano. Il neo-papà, tra l'altro, è il solo presente che simpatizza per il centrodestra, è ricco, abbronzato, gira con un suv, non gli manca nulla insomma delle caratteristiche "tipiche". Ma non è per nulla stupido, anzi, e sa bene di aver colpito pesantemente con quel nome tutti i pregiudizi possibili dei suoi amici/parenti. Se è ovvio perché siano tutti scandalizzati, non sono per nulla scontate ed ovvie le argomentazioni con cui il papà contesta il pregiudizio verso quel nome.


A destra e a sinistra, il pre-giudizio, il pre-concetto, è molto radicato, perché non è un fatto che ha a che fare con le scelte politiche, bensì è culturale, di antica memoria. Nessuno ne è indenne. Perlomeno ci possiamo ridere sopra allegramente con "Cena tra amici", pur mantenendo dentro molto di quanto si sente.
Passato il tormento del nome, ne arriveranno altri, come nella più classica delle cene tra amici, quando dopo un bicchiere di troppo si comincia a sparlare. In vino veritas si dice, no? Qua di ubriachi non ce ne sono, ma l'effetto gli somiglia, si "sbronzano" di novità tra di loro incredibili, pur conoscendosi da tanti anni.

Uscito già da un po' ma ancora nei cinema, lascio godere il resto. Controproducente dire troppo a chi non l'ha visto.
Allietante, pieno di spunti... Consigliatissimo.
Robydick


2 commenti:

  1. Questo non me lo devo perdere. Amo i film "a camera chiusa".

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  2. vai a colpo sicuro allora Rumplestils Kin, ti piacerà molto

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