mercoledì 15 agosto 2012

L'illusionniste - L'illusionista

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Accredito il film anche a Jacques Tati (1907 - 1982) il quale non era ovviamente presente durante la produzione di questo film d'animazione ma ne ha scritto soggetto e sceneggiatura. "L'illusionista" è una delle tante opere da lui progettate e poi, per diversi motivi, mai realizzate. Sono più che certo che il bravo regista Sylvain Chomet non avrà da dire su questo, anzi. Ha anche dedicato questa piccola meraviglia alla figlia del genio francese, Sophie Tatischeff, donna alla quale dobbiamo la disponibilità odierna, in ottima qualità, delle opere del padre e la ringrazio di cuore per questo.

Ambientato nel 1959 (il progetto aveva nome iniziale "Film Tati n.4"), è la semplicissima storia di un mago francese, uno di quelli più "tradizionali", di quelli che tiravano fuori i conigli dal cilindro. Si recherà in Inghilterra in cerca di fortuna ma anche lì le cose non andranno molto bene. Solo in Scozia riuscirà a sfondare, nel senso che potrà guadagnare di che vivere, e lì si affezionerà a una giovane servetta che di fatto adotterà e porterà con se. La piccola però, convinta che lui sia un mago "divino", in grado di tirare fuori le cose dal nulla, chiederà un cappottino, poi delle scarpe, e il mago Tatischeff (proprio quello il nome) farà di tutto per accontentarla, fino a quando capirà la necessità che lei capisca una cosa fondamentale, visto che sta crescendo e sente i primi ardori amorosi per un coetaneo: la magia non esiste...

Storia d'altri tempi, poetica e disegnata con colori assolutamente consoni. Il tema dell'uomo che seppur povero si prende cura di una fanciulla non era nuovo nemmeno ai tempi, penso ad esempio a noti film di Chaplin, ma qua c'è tutta l'impronta di Tati e questo è l'aspetto più meravigliosamente sorprendente del film, quello di mostrarci il modo di recitare e lo spirito di Tati pur se solo disegnato, il suo gramelot, il candore di questo lungagnone che si muove goffamente tra le modernità sia fisicamente che intellettualmente. Curata nel dettaglio, e non poteva essere diversamente, la gestualità: il camminare sulle punte, tirare le braccia indietro e chinare avanti la schiena come a volersi sempre abbassare, il tenere la testa all'insù. Avrei assottigliato un po' i piedi, mentre le mani sono state volutamente ingrossate perché furono l'aspetto fisico che più di ogni altro (sembra) fece desistere Tati dal fare e interpretare questo film, si sentiva inadeguato.

Nel tema di fondo s'inseriscono dettagli, piccole gag che sono sempre sul pezzo in realtà, e costituiscono quell'insieme di sorpresa, stupore che ogni film di Jacques Tati contiene, che rende ogni suo film godibile per più e più visioni senza mai stancare. Negli spettacoli deve competere con rock-band, juke-box, ma non si scoraggia né cerca di riproporsi emule di un mondo che non è il suo. Irresistibile il suo litigare coi congegni elettrici di un'automobile, che poi laverà saggiamente sotto la pioggia senza inventarsi strani metodi per lucidarla. Tormentone riuscitissimo quello con il coniglio, fedele compagno di spettacoli e frequente morsicatore delle sue mani; il loro è un rapporto, quello sì, veramente magico. Sia triste che divertente il parco di residenti nel medesimo hotel dei nostri protagonisti, tutti artisti all'ultima ora, come un clown e un ventriloquo.

Non so se può piacere ai più piccoli questo film, ha dei tempi e una malinconia forse troppo fuori moda, ma provarci non costa nulla. Per gli adulti e soprattutto per chi ama Tati è invece, senza alcun dubbio, una visione piacevolissima. La rappresentazione visiva è encomiabile. Le musiche sono belle e adeguate, ma chissà quali avrebbe scelto Tati, sempre attentissimo a questo aspetto. Ecco una cosa che non potremo mai sapere.
Robydick




























8 commenti:

  1. chomet aveva già inserito un omaggio a tati nel precedente "appuntamento a belville", nell'appartamento delle tre vecchiette jazz è appesa la locandina di mon oncle

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  2. ciao Glo! Appuntamento a Belville è il prossimo che devo vedere ;-)

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  3. Una piccola, delicata delizia come tutti i film di Tati d'altronde...

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  4. ciao nella, grazie, d'accordo con te

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  5. ciao roby :) secondo me appuntamento a belville è più bello de l'illusionista anche se adoro tati... direi che la colonna sonora dell'illusionista non è all'altezza delle immagini, insomma mi aspettavo chissa che e sono rimasta un pochino delusa... mentre in belville sentirai la differenza! E in tutti gli altri film di tati, la musica ed il rumore di sottofondo la fanno da protagonisti...

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  6. l'ho già visto Belville, m'è piaciuto! ne leggerai a giorni... sì, ho scritto anche io in chiusura appunto, chissà quale musica avrebbe scelto Tati. ma va be', non essere troppo esigente dai, fare un film proprio come l'avrebbe fatto Tati sarebbe stato chiedere troppo

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