mercoledì 16 gennaio 2013

Cloud Atlas

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Tratto dall'omonimo romanzo di David Mitchell, il cui adattamento è opera degli stessi registi, questo film unisce sei cortometraggi ambientati in epoche e luoghi differenti, le cui scene vengono amalgamate assieme seguendo le analogie degli ostacoli che i protagonisti affrontano; si parte nella prima metà del XIX secolo e si finisce in un futuro remoto post guerra nucleare. Formalmente derubricato come fantascientifico esplora in realtà diversi generi, come il noir e la commedia. In ogni storia ritroviamo i medesimi attori interpretare ruoli differenti, a volte come protagonisti, altre con ruoli secondari. Ed effettivamente il cast ha dovuto essere titanico.

Attenzione, chi si aspetta un nuovo Matrix o solo ed esclusivamente un film d'azione potrebbe rimanerne deluso. Inutile poi sperare di trovare un nesso strutturale delle sei trame, che non sono dei meri subplot, tessere di un puzzle, che troverebbe un suo ordine alla fine. La prima parte del film è piuttosto lenta per poi cominciare una graduale accelerazione fino alle sei risoluzioni finali, non tutte a lieto fine. Inoltre i monologhi – fatto salvo per qualche citazione pescata qua e là – non sono all'altezza del compito, risultando spesso decisamente banali. Quello che conta in questo film e che accomuna tutti gli intrecci delle storie è l'invito a non adeguarsi, a non sopportare tutto quello che ci viene presentato come “normale corso delle cose”; infine, a non voltarsi dall'altra parte. Non importa se siete Che Guevara o l'ultimo dei precari, ogni volta che una persona si ribella è come il battito d'ali di una farfalla, che genera un uragano a chilometri di distanza. Del resto la pellicola sembra proprio essere un omaggio al drammaturgo e storico russo Aleksandr Solzenicyn. Il Premio Nobel russo che raccontò l'esperienza dei Gulag viene citato diverse volte nel film, se ne vede anche un ritratto.

Il primo plot è ambientato nel 1839, ed è una storia di amicizia tra lo schiavo nero Autua (David Gyasi) ed il giovane di buona famiglia Adam Ewing (Jim Sturgess), con Tom Hanks (Dr. Goose) nel ruolo del cattivo. Nel secondo plot siamo nella Edimburgo del 1936, ed il protagonista è il compositore emergente Robert Frobisher (Ben Whishaw), anche lui come Autua è prigioniero, ma in un senso più subdolo e invisibile; infatti vive in un mondo ancora maschilista e omofobo, dove il suo amore per Rufus Sixsmith (James D'Arcy) è considerato un reato; il ruolo del cattivo spetta a Jim Broadbent (Il maestro compositore Vyvyan Ayris). Nel terzo plot ci troviamo nella California del 1972, dove la giovane reporter Luisa Rey (Halle Berry) incontrerà l'ormai invecchiato Rufus Sixsmith, che la aiuterà a scoprire i loschi affari di una società coinvolta nella costruzione di centrali atomiche. Nel quarto plot siamo ai nostri giorni, ed è la storia dell'editore Timothy Cavendish (Jim Broadbent) vittima dello scherzo del fratello (Hugh Grant) che riesce a farlo rinchiudere in una casa di riposo, una commedia leggera e spassosa; anche in questo caso torna il tema del prigioniero che si ribella. Il quinto plot ambientato nel 2144 ricorda per certi versi Matrix, non tanto per gli effetti speciali, quanto per il tema del “allevamento umano”; la protagonista è infatti Sonmi 451 (Bae Doona), fa parte di una razza di ragazze clonate per servire come schiave in catene di fast food sotterranei, costrette a subire le angherie dei clienti. Non mancherà nemmeno qui, come nella famosa trilogia dei Fratelli Wachowski, la traumatica scoperta del mondo reale, con la trasformazione di Sonmi nel prescelto di una rivolta atta a far scoprire la verità; un Neo al femminile, ma senza super poteri. A proposito, tra gli attori camaleontici di questo film troviamo anche Hugo Weaving, l'indimenticabile Agente Smith. In questa pellicola interpreta ben sei ruoli diversi – compreso uno femminile (Sic!) - superato solo da Tom Hanks, coi suoi sette personaggi.

Per la verità è molto forte anche l'analogia con 2022: i sopravvissuti. Del resto non è un caso se nel quarto plot Timothy Cavendish urla «Soylent Green è fatto di persone!», frase presa dal medesimo film.

Arriviamo così all'ultimo plot, ambientato nel 2321, in una colonia terrestre su di un pianeta remoto. Lo scenario fa pensare ad un Medioevo causato da una catastrofe nucleare.

Gli effetti speciali di Dan Glass sono tutto sommato ben dosati, idem dicasi per le scene d'azione. Una lode va in particolare ai truccatori, che sono riusciti a trasformare volti occidentali in orientali e viceversa.

Alla fine ogni protagonista troverà a modo suo la libertà, anche se non tutti la avranno terrena. Ciò che stona in questo film, oltre la partenza lenta e a tratti soporifera, è la pretesa di ficcare qua e là qualche perla di saggezza non richiesta; sull'amore che ci tiene uniti; l'amicizia … mancava solo qualcosa sulla pace nel mondo, effettivamente. Voto: tre stelle.

Giovanni Pili










24 commenti:

  1. suvvia, l'amicizia l'amore e la pace nel mondo non sono poi così male ;) http://firstimpressions86.blogspot.it/2013/01/cloud-atlas.html

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    1. Sì, ma sono argomenti assimilati da tutti, è un po' come la storia dell'acqua calda o delle mezze stagioni.

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    2. ed evidentemente no se il film sta dividendo tanto...cloud atlas porta avanti un messaggio ben preciso, se non si vuole ascoltare a priori è ovvio che lo si trovi irritante.

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    3. Non è irritante, è banale. Come tutti gli argomenti sui quali siamo tutti d'accordo. Grazie al cavolo che l'amore e l'amicizia sono valori importanti. Chi la pensa diversamente è in psichiatria. Non mi arricchisco con le banalità ma con argomenti nuovi, sfumature di pensiero che non avevo ancora colto e che magari mi irritano perché non sono d'accordo, ma intanto c'è un motivo per ragionare.

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    4. ma il film è nuovo, è cinema sperimentale coraggioso e passionale come non se ne vedeva da un bel po' e che in un sistema ormai fossilizzato nella logica del remake va difeso e incoraggiato. Poi vabbè, a ognuno la sua opinione ovviamente ;)

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    5. Non lo sto buttando via. E' veramente un bel film, con dei limiti però. Inoltre non c'è niente di nuovo (ma non è obbligatorio, per carità). E' da "Intollerance" di Griffith (1916) che si sfruttano queste idee in un film.

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  2. Questo film è un capolavoro, anche fosse solo per l'ambizione smisurata che sfodera,in un periodo fatto quasi esclusivamente di progetti "poveri",banalmente inquadrabili e dunque prevedibili prevedibili. Senza parlare della cura quasi kubrickiana dell'immagine e dell'inquadratura, al quale si ispira più che dichiaratamente, oltre modo un risultato di grande rilevanza se si pensa che la regia è stata firmata a ben sei mani tra gli Starship Wachowski e Tom Tykwer, dividendosi eccellentemente i compiti tra i vari set.
    I rimandi alla fantascienza letteraria e cinematografica degli anni '50/'60/'70 sono molteplici oltre quello stupendo a "2022: I sopravvissuti": "Il Soylent è fatto con la gente!"
    Basti pensare all'episodio nel 2321 quanto ricordi gli Eloin di
    .
    "L'Uomo che visse nel futuro"(The Time Machine)('60) di Wells e George Pal.
    Non vi ho ravvisato una mancanza di spessore nel messaggio veicolato (molto meno ambiguo e puerile che quello alla fin fine della trilogia di "Matrix") nè per le parole che utilizza, le quali immagino saranno almeno in gran parte come quelle del libro. Molto bella anche la parte ambientata nel 1973, evidentemente ispiratasi al cinema "cospirativo" anni '70 del post- Watergate. con titoli famosi come "Perchè un assassinio"(The Parallax View)('74) di Alan J.Pakula, e "I Tre giorni del Condor"(Three Days of the Condor)('75)di Sydney Pollack.
    Bravissimi tutti gli attori con una spanna su tutti Hanks, Broadbent, e Weaving, e splendida la colonna sonora con il tema portante composto dagli stessi Wachovski. Potentissimo film dunque, già dal trailer speciale di 5 minuti e 30, con il quale venne annunciato, sottolineato dalla divina "Outro/The Art of Flight Intro" degli M83.

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    1. Soprattutto Broadbent, mi ha colpito molto. Davvero un grande attore.

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  3. Film ambizioso che però cade sotto il peso della propria ambizione. Troppe storie, ritmo troppo lento, strutturazione dei corti quasi casuale per un ritmo che a tratti ho trovato davvero soporifero. E la morale finale... bella, sì, ma abbastanza banalotta.
    Insomma, se non si fosse capito non m'è piaciuto XD

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    1. Sottoscrivo i difetti, che del resto ho descritto anch'io. La mia teoria su questo film è la seguente: se ti è piaciuto non lo rivedi più, per via dei difetti; se non ti è piaciuto dagli tempo e riveditelo in seguito, magari nel momento giusto. Non è un film da "serata con gli amici".

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    2. Proverò a seguire i tuoi consigli in futuro [mi ci vorrà un po' ti tempo però, temo XD] e ti farò sapere ;)

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  4. Un film epico ed emozionante, un buon inizio per me per questo 2013! Ci si diverte, ci si commuove e sì, un po' ci si annoia nella prima parte ma poi con quelle scene di azioni spettacolari ci si sveglia eccome!

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    1. Esatto, ti da l'idea di una accelerazione sempre più forte.

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  5. non posso propro dire nulla ancora. devo ancora vederlo... e non vedo l'ora.

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  6. un insieme di storie messe insieme a caso, oltre a banalità new age assortite per tutti i gusti.
    i wachowski da matrix reloaded in poi si sono bevuti il cervello...

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    1. Effettivamente non hai tutti i torti. Ma non credo che il film sia da buttare. Insomma, vola decisamente più in alto di filmetti come Total Recall, tanto per intenderci.

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    2. Ma cosa deve veicolare di diverso come "messaggio", un'opera d'arte che sia, letteraria come musicale, cinematografica, pittorica, se non legata indissolubilmente a questi temi di cui sopra, dalla notte dei tempi. E' COME lo si svolge, e "Cloud Atlas" ha un finale, la chiusura dello schiavista Hugo Weaving, il tema del film che sale, le parole dell'avv- Adam Ewing/Jim Sturgess che se ne va con la moglie Doona Bae,solo per citare uno dei tanti momenti di massimo impatto emotivo del film, come la sequenza della stanza di ceramiche, il decollo e l'aereo che esplode con Tom Hanks, ecc., ecc., che bisogna ma essersi bevuti il cervello forse di troppa Red Bull data la giovin età, per non esserne toccati nel profondo.

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    3. Forse il punto è che il messaggio è superfluo. Ma il filo conduttore che ispira alla lotta contro ogni forma di sfruttamento c'è e funziona.

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  7. questo è un cazzo di capolavoro! vado ad ordinare il libro e me lo riguarderò dopo la lettura...

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  8. Appena visto al cinema. Sono stupito che non sia nell'olimpo! :)
    Davvero un film d'eccezione!
    Quanti generi amalgamati, certe scene non sono più pulp di pulp fiction? Quando lo scrittore butta giù il critico, mi si è stampato il sorriso per cinque minuti.. E che bel messaggio! @Giovanni, sarà pure banale! Ma è importante e ripeterlo e dirlo in maniera diversa/nuova non fa male.
    Forse il messaggio di pace di Gandhi fu banale e quindi superfluo?

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    1. Per fortuna oggi lo è!
      Oggi è banale dire che i neri sono uguali a tutti gli altri esseri umani ... ma non lo era certo ai tempi di Lincoln.

      Non è solo quello. Purtroppo il film per metà è troppo lento e a tratti soporifero. Si riscatta nella seconda parte ma purtroppo viene intinto con frasi che insomma ... non mi entusiasmano. Non mi dicono niente di che.

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  9. Gus, questa rece rispetta il giudizio di Giovanni. domani o dopo esce quella di Napoleone, e là sarà Olimpo degli Olimpi

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  10. Io ho sentito molte persone lamentarsi del fatto di non aver capito il significato del film.. Onestamente rimango un pò sbigottito dalla limitazione di veduta di alcune persone.

    Un film non deve esser necessariamente il capolavoro del secolo o il flop del secolo. Sicuramente in questo film ci sono degli aspetti straordinariamente toccanti, e profondi. Non è un film banale come molti voglion far credere, discorsi del tipo "grazie, è ovvio che l'amicizia è un tema banale" sono abbastanza adolescenziali. Si può applicare questa logica anche a un western, "grazie, è banale che se sparo con una pistola il tizio muore".

    Cerchiamo di andare un pochino oltre con il cervelletto su.

    Tornando al film, il punto portante di tutta la storia è la reincarnazione, pochissima gente ha colto questa cosa e si parla di significati distorti e quantomai lontani dal senso originale.
    E' un film che parla dell'evoluzione o involuzione dell'anima umana nel corso del tempo, basata su azioni buone o cattive esercitate dai protagonisti. Banale? non mi sembra.

    Il tema della reincarnazione non è mai stato preso in considerazione nella cinematografia in maniera così bella. Tutto è collegato, le varie sequenze del film sembrano essere messe a caso ma sono collegate. Per esempio la storia della Ray (Halle Berry) è narrata dal produttore di libri, è lui che sta leggendo la storia scritta dal ragazzino amico di Halle berry e così via.
    La ragazza orientale che si sacrifica per la verità nel futuro vede la storia del produttore di libri tramite il DVD.

    E' tutto collegato. Non sto qui a dilungarmi su tutti i collegamenti del film, ma basta dare un'occhiata su internet.
    Definire questo film banale è a parer mio riduttivo, lo si definisce banale perchè non si ha voglia di scavare in profondità per capirlo, si è svogliati e magari ci si aspettava un film che faccia passare un paio d'ore al cinema in allegria.

    E' un film impegnativo e profondo, tutt'altro che banale.
    Rivedendolo 10 volte ancora ci sono collegamenti che non vengono percepiti all'inizio.
    Probabilmente è uno dei film più belli che ho visto in vita mia.
    Consigliatissimo, soprattutto se si conosce la lingua, io l'ho visto in lingua originale ed è un capolavoro. Le recitazioni sono stucchevoli.

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  11. questo film necessita di una seconda visione, ho programmato la rece x domani da me, e sinceramente ho messo quello che il film mi ha dato, come diceva Giovanni non è matrix, e nella mia rece ho specificato che ci vuole un altra visione perchè è diverso rispetto agli altri film che i watchowsky hanno fatto...chissà magari mi piacerà :)

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