giovedì 29 ottobre 2009

Into the Wild - Nelle terre estreme

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Chris ha una visione della vita che all'inizio appare semplicemente minimalista. Non ama lussi e comodità pur avendo una famiglia agiata alle spalle, non riesce a farsene una ragione di valori come carriera, successo, ecc..., ma non per questo è nichilista.
Cerca qualcosa, dei valori di felicità assoluti, trova le risposte nei libri, importanti, che ama leggere e rileggere. Già prima di prendere la laurea ha chiaro cosa dovrà fare poi, e subito dopo la consegna dell'agognato (dai genitori) pezzo di carta parte. Molla tutto, soldi, carte d'identità e di credito, patente, e parte. La macchina la abbandonerà ben presto e sarà l'ultima traccia che lascerà ai disperati genitori.

Inizia un on-the-road caleidoscopico che è incredibile pensare sia ambientato nel 1990 che però molto si differenzia da vecchi miti di kerouakiana memoria.
Chris ha le idee chiare, sa cosa vuole, sa anche dove vuole arrivare come meta finale: Alaska, e soprattutto sa perché sta facendo questo viaggio. Non si droga, continua a leggere, riflette, è fondamentalmente alla ricerca di esperienze che confermino ed arricchiscano le sue riflessioni, quando ha bisogno di soldi cerca un lavoro che poi abbandona.

Fa molti incontri e con diverse persone instaura un rapporto di amicizia profonda. Non è un santone, non vuole esserlo, però dalla sua bocca esce il pensiero di una mente che si sta liberando da ogni pregiudizio, una mente che stacca il legame della propria Felicità da beni, oggetti, relazioni, mentre la ricerca nel continuo accumulo di esperienza.
Una scena su tutte, a Salvation Mountain, quando parla con un artista che tappezza di portiere colorate la parete della montagna. Dopo la sua descrizione, di quello che gli piace fare, Chris esce con una frase semplicissima "... allora tu credi veramente nell'Amore". M'è venuto l'umido agli occhi, a me e all'artista. Certe frasi, quando dette nei luoghi, nei modi e nei giusti toni ti piegano le gambe.
Chris faceva a tutti questo effetto, quello di essere una persona pura e tutti faticavano non poco a vederlo ripartire. E' comprensibile.

Si potrebbe dire davvero ancora molto. Mi fermo qua per non rovinare la visione, che ho appena terminato ed ancora mi emoziona.
Vi ho risparmiato il finale, che sarà in Alaska, dove arriverà ed andrà a vivere in un vecchio pulmann abbandonato da lui nominato Magic Bus. Qui inizierà la parte più dura, durissima del suo viaggio, un viaggio interiore senza sconti.

Dimenticavo un dettaglio: il film è la Vera storia di Christopher McCandless.
E' stata raccolta in un romanzo-biografia di Jon Krakauer, basato sui succinti diari scritti da Chris nel Magic Bus e dagli appunti che lo stesso segnava sui libri ritrovati, uscito anche in Italia col titolo "Nelle terre estreme". Sean Penn ha dovuto attendere parecchio per averne i diritti ma ne è valsa la pena. Al film ha collaborato anche la famiglia McCandless.

Bellissimo. Ma davvero tanto. Già un mio cult personale.
Chiudo con una foto del vero Chris, un autoritratto trovato in una macchina fotografica con il rullino ancora da sviluppare.


13 commenti:

  1. ...mi permetto di segnalare la bella e armonica colonna sonora di eddie vedder (pearljam) ...fantastica Far Behind

    primo album (anche se scritto per un film è un album) da solista del frontman dei pearl jam...... val la pena averlo ;)

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  2. grazie Paul, hai ragione, manca nella recensione una citazione alla bella musica. :-)

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  3. film immenso come i paesaggi che ritrae. se non lo cacci nell'olimpo non vengo più sul blog (bugia, ci vengo lo stesso, non posso più farne a meno...).

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  4. non hai torto, ahah! per coerenza con quanto scrissi a suo tempo a fine recensione, l'ho messo nella categoria CULT, più adeguata.

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  5. ipocrita e fastidioso, a mio parere. Uno dei film che ho odiato col cuore.

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  6. addirittura? ma è un film biografico, che ti aspettavi? mha... a me è piaciuto :)

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  7. Ho visto il film ieri sera per la seconda o forse terza volta, questa volta in Tv, e mi è venuta la curiosità di vedere se ne avevi parlato e in effeti vedo che l'hai fatto con con la tua solita passione.

    Io mi sono interessato un pò al personaggio reale del protagonista e devo dire che ci sono rimasto male nello scoprire che alla fine, in realtà, lui è andato contro un destino che poteva evitare con un minimo di organizzazione in più (ma davvero minimo ...) senza tradire nessuno dei suoi principi. Insomma ha commesso una sciochezza che ai miei occhi ha ridotto di molto l'alone di mito intorno al personaggio.

    Non ti lascio dei commenti molto spesso, però segue il tuo blog spessissimo.

    A presto,

    Shakib

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  8. ciao Shakib, grazie. Io non ho fatto particolari, un commento prezioso il tuo. Mi fido di quello che dici, di vita in condizioni estreme non m'intendo proprio. ;-)

    alla prossima

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  9. sì, film biografico, ma la filosofia di base mi ha fatto storcere il naso più di una volta. Ho trovato tutto piuttosto banale e moralista.

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  10. immagino, preferisci la filosofia di Ghost in the shell, ahah! ma sai, questo film per noi "vecchietti" ha tanto un sapore anni 70, penso sia determinante entrare in un ottica di quei tempi per apprezzarlo

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  11. può darsi XD se ti interessa ho scritto una rec nel mio blog (evviva l'autosponsor) dove spiego in maniera più dettagliata tutto.

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  12. Un film immenso, io al posto tuo gli avrei dato l'olimpo, ma forse esagero, perchè per me è un capolavoro, lo sto rivedendo proprio in questo momento ^^

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  13. Arwen, i pareri sono sempre validi :)

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