mercoledì 9 febbraio 2011

Gallipoli - Gli anni spezzati

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Due ragazzi nel 1915, in Australia, fanno amicizia a seguito del comune amore per la corsa, sono 2 atleti. Archy, il più giovane, ha desiderio di combattere per il suo paese in Turchia a fianco degli inglesi, e convincerà Frank a seguirlo nell'avventura. Si tratta di andare a combattere contro i turchi, alleati dei tedeschi.

La prima parte, oltre a mostrarci la nascita della citata amicizia, è un ritratto-omaggio dell'Australia della quale Peter Wier è tra i massimi ritrattisti. Terra estrema e remota del Commonwealth, ha un rapporto contrastato con l'Albione d'origine dei coloni, cosa evidenziata da piccole stilettate di dialogo. Nonostante risulti un po' prolissa è parte storicamente interessante e esauriente, propedeutica per il seguito.

Poi i 2 amici arriveranno alla guerra e qua il discorso cambia radicalmente. Inizialmente a Il Cairo per l'addestramento siamo ancora in un clima quasi da colonia vacanziera, poi arriverà il dramma. Ci sarà lo sbarco in terra turca, sulla penisola di Gallipoli, parte significativa di un'operazione passata alla storia come la Campagna dei Dardanelli. Leggete il link: fu uno dei più grandi massacri della prima guerra mondiale, stupido e inutile: 150000 solo i morti, feriti ed invalidi non si contano. Non che le guerre normalmente producano "morti utili", ma quelle furono veramente frutto di una strategia folle.

Su questo drammatico evento (che tanto per cambiare è un'altra cosa che ho imparato grazie al Cinema, non ne sapevo nulla) Weir s'inventa un'amicizia bellissima. Al tempo stesso inserisce dei fattori di apparente casualità che rendono la vicenda ulteriormente drammatica. Il dramma si carica quindi del dettaglio importante, delle relazioni umane che la follia di pochi ufficiali distrugge. Tutta l'ultima mezzora è così, fino ad un finale epico. La foto in locandina ritrae proprio l'ultimo frame, frazioni di secondo che possono decidere la vita di centinaia di uomini, la tensione della fatalità. Detto così tutto semplice, ma poi se si vede com'è stato fatto si comprende la bravura immensa del regista, quel tocco che fa la differenza fra l'Arte e la banale fiction. Poca violenza, poco sangue. Anche poche parole. E' la guerra che distrugge l'umano vivere e convivere più che i corpi.

Tra i film di guerra più belli che possa ricordare. La prima parte lo tiene un filo sotto l'Olimpo ma sicuramente va tra i miei Cult. Visione consigliatissima.

p.s.:
Non è una gran recensione, piuttosto sintetica; la dedico ugualmente all'amico-maestro Wilson. Questo come tanti altri è uno dei film da lui consigliati, ogni tanto è giusto dargli tributo.

p.p.s.:
su proposta dello stesso Wilson:
"Dedichiamo questo film a lui mi sembra adattissimo, somigliava ai due protagonisti Mel Gibson e Marc Lee, incarnazione della gioventù, dell'entusiasmo, e della bellezza atletica e ancora non "corrotta" di essa, e probabilmente se solo avesse potuto vederlo, lo avrebbe amato: Mark Frechette, Boston 4 dicembre 1947- Norfolk 27 settembre 1975".


30 commenti:

  1. E io che mi credevo che c'entrasse qualcosa con Gallipoli in Puglia. Dicevo: "ma quando caxxo c'è stato il fronte in Puglia nella prima guerra mondiale?"
    Eppure andavo anche bene a storia...Poi visionario quanto si vuole Weir, ma così avrebbe saputo di una visione indotta da overdose di "scapece di Gallipoli", se mai fosse stato da quelle parti.
    Quando poi vidi il film, mi son dato di coglione, anzi, per restare in Puglia, di cugghion, o qualcosa di simile.

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  2. Roby, davvero un ottimo consiglio di Wilson.
    Gli anni spezzati è una delle opere più intense e mature di Weir, ed è ancora oggi un mio supercult per i film di guerra, ma anche per le pellicole legate all'amicizia.
    Indimenticabile davvero.

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  3. ahah! anch'io c'ero cascato harmo, d'altronde da italiano pensare alla nota località pugliese è inevitabile :)

    caro MrFord, sono daccordissimo con te. l'ho archiviato come film di guerra inevitabilmente, ma il tema vero è proprio l'amicizia.

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  4. visto quando è uscito..buonissimo film sull'ennesima oscura e dimenticata pagina di storia.

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  5. Weir è un grandissimo. Vidi questo film parecchi anni fa, e mi commosse di brutto. Gli anni spezzati è il titolo perfetto per qualsiasi vita di ragazzo travolta dall'idiozia militare e dal delirio di generali granmaiali che mandano esseri umani al macello come fossero soldatini di piombo. Il fatto che te lo abbia consigliato Wilson non fa che aumentare la mia ammirazione per lui. Bravissimi entrambi!

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  6. a me ricorda un po' "La Grande Guerra" (pur con stragrande preferenza per quest'ultimo), altra storia di amicizia sullo sfondo di massacri inutili e ripetuti... tra l'altro fu celeberrima l'incapacità tattica dei comandanti britannici durante il suddetto conflitto, a fronte invece di un indiscusso valore dei soldati, riconosciuto in primis dagli avversari, che coniarono l'espressione "leoni per agnelli" (da cui il titolo del film di Redford) per indicare i loro avversari. una guerra cmq assurda un po' su tutti i fronti, che ricordo dai racconti di mio nonno, ragazzo del 99. facevo fatica a credergli...

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  7. brazzz è vero, la prima guerra è più oscura anche della seconda secondo me.

    zio, è un caso raro ma il titolo italiano è veramente stupendo!

    giusto paragone unwise, tra l'altro La Grande Guerra è in programma da 'ste parti. non sapevo di quella "fama" dei britannici.

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  8. questo l'avevo quasi dimenticato! uno dei film di guerra più belli di sempre... e come avete fatto notare, dire "film di guerra" è davvero riduttivo. me lo devo rivedere assolutamente, ho ricordi vaghi tranne per l'epico finale... che per la sua forza, ti resta nitido nella mente.

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  9. ciao Frank! :)
    a me l'immagine finale ricorda un'altra famosa di "momenti di gloria", ora che ci penso.

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  10. Intanto grazie davvero a tutti, grazie...,una cosa sola che primariamente mi viene da aggiungere,con tutto il rispetto per Monicelli e per "La Grande guerra", che è sicuramente un bellissimo e oramai storicizzato film del patrimonio migliore del cinema italiano,ma "Gli Anni spezzati" è superiore, dal punto di vista cinematografico ed espressivo in primis, oltre che per la profondità dei suoi affondi emotivi e drammatici. Ripeto, grandissimo film, "La Grande guerra", ma come valore di bellezza cinematografica, molto profonda e contemlativa ma anche spettacolare, è superiore non c'è niente da fare, il film di Weir, e non parlo di Sordi e Gassman certo, grandissimi, ma forse il film di Monicelli ci pare superiore in quanto maggiormente legato oramai, ad una certa ancora sana e salvifica, vena identitaria dell'italianità, nel momento del suo apparentemente "impossibile" riscatto...

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  11. Ti/vi segnalo anche "Breaker Morant-Esecuzione di un'eroe"(Australia 1980) di Bruce Beresford, con Edward Woodward, Jack Thompson, Bryan Brown, tra i più alti risultati del cinema bellico australiano della "First Wawe", molti di voi lo conosceranno e lo ricorderanno, visto anche il successo e i premi -come quello a Cannes e all'attore bravissimo e famoso Jack Thompson, raccolti in Europa e Nord America. Anche qui, si tratta del conflitto che oppose i coloni boeri del Sud Africa agli inglesi, che usarano contro di loro truppe regolari australiane, a cavallo tra gli ultimi anni dell'800, e i primi del XX°secolo. Guerra di guerriglia e controguerriglia, in cui si formò e visse i suoi famosi "Anni dell'avventura", un giovane ufficiale britannico dell'HMA, Winston Churchill.

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  12. Anch'esso film straziante e di grandissimo impatto emotivo e drammatico.

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  13. film segnato ed in approvvigionamento wilson! ;-)

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  14. Casomai "Gallipoli-Gli Anni Spezzati" può essere più paragonato a "Uomini contro"(Italia/Francia 1970)di Francesco Rosi, altro capolavoro dal bellissimo libro di Emilio Lussu "Un Anno sull'altopiano",sul conflitto del'15-'18 vissuto nel carnaio del Piave, di notevole intensità antimilitarista, impareggiabilmente esplicata e argomentata. Grandi interpretazioni del "solito" Volontè, di Pier Paolo Capponi, e dello sfortunato attorea americano Mark Frechette, che fece solo il film di Rosi, "La Grande scrofa nera"('72) di Filippo Ottoni e sempre da protagonista, il famosissimo "Zabriskie Point"('70)capolavoro totale di Michelangelo Antonioni...Molto sfortunato,cito anch'io letteralmente dalla bella pagina dedicatagli da Wiki: "[...]Il 29 agosto 1973, insieme ad altri due membri della comune di cui faceva parte e a cui dava tutti i soldi delle sue interpretazioni cinematografiche, tentò una rapina alla filiale della New England Merchant's Bank di Fort Hill, il sobborgo di Boston dove la comune stessa si trovava. Uno dei suoi compagni venne ucciso dalla polizia e Frechette, la cui pistola era scarica, venne arrestato e rinchiuso nel carcere di minima sicurezza di Norfolk.
    Morì in carcere in circostanze classicamente oscure e mai chiarite, in seguito ad un "solito" incidente di palestra quando, mentre stava facendo sollevamento pesi, la sbarra che reggeva un peso di circa 70 Kg. gli cadde sul collo provocandone il soffocamento. Sul momento gli inquirenti non sospettarono nulla di strano, tuttavia sono stati sollevati dei dubbi sulla versione ufficiale dell'accaduto in quanto Frechette soffriva di depressione.
    Nel 2008 il regista Michael Yaroshevsky ha presentato un documentario di 27 minuti sulla vita di Frechette intitolato "Death Valley Superstar" a vari festival cinematografici come il Festival International du Film sur l'Art, il San Francisco International Film Festival e il Sao Paulo International Film Festival.

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  15. Dedichiamo questo film a lui mi sembra adattissimo, somigliava ai due protagonisti Mel Gibson e Marc Lee, incarnazione della gioventù, dell'entusiasmo, e della bellezza atletica e ancora non "corrotta" di essa, e probabilmente se solo avesse potuto vederlo, lo avrebbe amato: Mark Frechette, Boston 4 dicembre 1947- Norfolk 27 settembre 1975

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  16. proposta accolta wilson! che storia particolare, una vita spezzata...
    inserita la dedica nella rece.

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  17. Dedica azzeccatissima! Anche a me… in questi giorni mi sento spezzata, interrotta, piegata! :(

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  18. riguardo agli ultimi film che hai citato in merito a Frechette... "uomini contro" un capolavoro fuori discussione che devo rivedere, visto troppo tempo fa. "la grande scrofa nera" mi è sconosciuto e lo è pure al "mulo" purtroppo.

    ma "zabrinskie point", guarda, è 'na roba... solo sotto terapia ludovico potrei sopportarlo ancora! e parla uno che ama Antonioni eh. domani tra l'altro ci sarà un suo film bellissimo nel blog.
    così, te lo volevo dire. poi sembra che siamo sempre d'accordo per convenzione io e te caro wilson. sei ancora in tempo di mandarmi affancuore a vita se vuoi, ahah!
    ciao

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  19. petro', ben 2 dediche questo film, mo' non esageriamo eh! :D

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  20. Weir è una garanzia di ottima regia...anche se fa film lunghissimi e non sempre memorabili...

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  21. dici francesco? non so, ne ho visti solo 3 e mi sono piaciuti tutti moltissimo. indago sugli altri :)

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  22. Fim davvero notevole.
    Certo non all'altezza di "L'ultima Onda" , e tantomeno del folgorante "Picnic ad Hanging Rock". Resta comunque un bel film, l'ultimo prima dei grandi successi Hollywoodiani.
    Per quanto riguarda il confronto con "La Grande Guerra" non son d'accordo con Wilson. Non lo trovo assolutamente superiore, anzi...
    Il Film di Monicelli è di ben 21 anni precedente ed è dotato di un'amarezza e di una autoironia sconosciuta al pur bravo regista Australiano...
    Che resta comunque un grande autore, ma quel Film di Monicelli è ben oltre !

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  23. ciao magar! eh, è una bella sfida tra i 2 film. quello di Monicelli poi ci è più vicino da italiani, innegabile. non so... io è da molto che non faccio classifiche e proseguo così :)

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  24. Magar, nessuno e io per ultimo può detrarre qualcosa ad un bellissimo film come "La Grande guerra"...Non capisco solo cosa porti un valore vieppiù per il fatto di essere stato realizzato 21 anni prima, trattandosi di film anche molto diversi e di diverse sensibilità, di paesi molto diversi, accomunati solo dallo stesso periodo storico in cui sono ambientati. Però ci andrei piano solo sul maggiore grado di amarezza del film di Monicelli rispetto a "Gli Anni spezzati". E in quanto a espressività poetica, bèh, il film di Weir è superiore,ce ne sono a dozzine sequenze di vera e pura poesia,altissima, come quando via mare con le barche vengono portate le truppe della fanteria Anzacs -Australian New Zealand Army Corps- nella notte, sulla Penisola dei Dardanelli illuminata soltanto di poche fioche luci dalle trincee,non mi ricordo che brano c'è anche lì, se sempre l'"Adagio" di Albinoni nella versione splendida che diresse il Maestro Giazotto negli anni'70, e che fu utilizzata splendidamente anche in "Rollerball"('75)di Norman Jewison, ma mi dispiace è una sequenza di rara intensità, straziante poesia...Weir è sempre stato un grande poeta, Monicelli un grandissimo regista che ho sempre amato, basti citare "Il Sorpasso, e "Un Borghese piccolo piccolo", tra le decine e decine, come minori splendidi film che pochi conoscono tipo "Viaggio con Anita"('79)e "Temporale Rosy"('78), ma un grande poeta per immagini, solo quello, non è mai stato. Almeno non altrettanto sensibile per certe annotazioni, come Weir, per tutto il resto, un grande regista,di grande personalità e unicità. Tutto qui.

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  25. Zabriskie Point" te lo concedo, Roby, ma non ti seguo nel burrone a fari spenti in cui finiremmo entrambi, magari proprio in una notte australiana...Scherzo..."Zabriskie Point" fu preminentemente un film con cui, poi confermato/si da "Professione:Reporter"('74)pochi anni dopo, Antonioni a sessant'anni quasi compiuti e poi suonati, riuscì a dimostrare a livello internazionale ancora di più se ce n'era bisogno dopo "Blow-Up"('66) di saper "forzare i propri limiti", apparentemente ben più provinciali e generazionali di quel che poi erano realmente, e di fare un film strabiliante per impianto visivo, sonoro, musicale. concettuale, di "un giovane regista italiano" quale egli sarebbe sempre stato percepito e addirittura per molti versi definito, anche quando a settant'anni diresse "Identificazione di una donna"('82) con una colonna sonora in gran parte di Brian Eno e da "Tangram" e "Rubycon" dei Tangerine Dream...Finale di "Zabriskie Point" con i Pink Floyd, che ancora oggi e tra i più inarrivabili e geniali, con un simbolismo anche semplice nella sua solo apparente complessità,ma visivamente talmente portentoso per come è stato concepito e realizzato, che non decadrà ne sara mai invecchiato o sorpassato, ma rimarrà sempre un punto di riferimento.

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  26. grazie per la pazienza wilson, sentivo i denti digrignare fin qua ma sei stato tollerante... scherzo anch'io ovviamente. ah sì certo, la villa che esplode col pezzo dei pink è antologia, non si discute.
    guarda, Antonioni lo sto prendendo dagli inizi, dopo aver visto qualche film "sparso". arriverò poi a quelli che citi. certo, musicalmente eravamo molto affini e per un 60enne pensare che ascoltava Hancok ancora si capisce, stupisce invece coi Pink, i Tangerine... veramente sorprendente

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  27. Lungi da me l'idea di polemizzare sui 2 grandi registi. Sul mio giudizio pesa il manierismo nel quale si è adagiato Weir dopo gli splendidi esordi.
    innegabile il fatto che rispetto a "Picnic..." il salto indietro è notevole , anche se i film segueni, pue essento tecnicamente ben fatti ed emotivamente coinvolgenti, ..non mi smuovono come i primi...

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  28. nessuna polemica magar, si dialoga e ci si confronta, e lo fate alla grande direi!
    tutto fieno in cascina però oh, fate i bravi, io vo' a ninna, c'ho qualche linea di febbre...
    ciao! :D

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