Una volta tanto rinvio a Wiki la straordinaria storia vera raccontata da questo film. Se poi ci si vuole informare alla fonte si può andare sul Sito Ufficiale dei Freedom Writers, e si scopre il fantastico movimento culturale che è nato dall'impegno di questi ragazzi e della loro ispiratissima insegnante, Erin Gruwell.
Cinematograficamente parlando... non me ne viene di parlare. A una storia come questa si perdona tutto, il film è fatto molto bene, Hilary Swank è stata perfetta nel suo ruolo e s'è agghindata in modo assolutamente consono. Qualche scivolone nella retorica è assolutamente comprensibile.
Mi sono commosso più volte, impossibile restare indifferenti alle storie-di-vita-vissuta di alcuni dei ragazzi, così come al senso-di-missione per l'insegnamento, o meglio direi Educazione, di Erin.
C'è stato un momento però, in particolare, e mi scuso per il piccolo spoiler, che sono schiantato letteralmente di gioia per quei ragazzi e, lo devo dire, anche un po' d'invidia. E' stato quando ho visto il loro incontro con Miep Gies venuta appositamente dall'Olanda su loro invito dopo la ricerca che avevano fatto con la lettura, determinante, del Diario di Anna Frank. Sentire parlare quella donna che tanto aveva fatto per aiutare la piccola Anna è stato da brividi, e le cose che ha detto poi!, semplici e semplicemente straordinarie! Occorre davvero sentirla e quel momento da solo merita tutto il film anche se, vedendolo tutto, il significato di quelle parole diventa decisamente più pregno.
Un Film da visione obbligatoria a mio parere, anche e soprattutto nelle scuole.
Recensioni di Film, SerieTV e Teatro di ogni genere, epoca e nazione
domenica 12 luglio 2009
Requiem for a Dream
Sara Goldfarb vive a Brooklyn. Le è rimasto solo il figlio Harry che la viene a trovare solo per rubarle roba da impegnare per comprarsi la droga. Tyrone è amico di Harry e con lui coltiva il sogno di diventare spacciatore e di usare la droga non solo per farsi ma anche per guadagnare. Marion è la bellissima fidanzata di Harry, tossica anche lei, e con Harry coltiva il sogno di aprire un negozio di abbigliamento. Anche Sara comincia a coltivare un sogno, quello di apparire in uno show televisivo, come quello da imbonitori che guarda sempre, dopo aver ricevuto un invito da una società.
Sogni. Sogni di emarginati della società che ancora non realizzano la propria condizione.
Iniziano i problemi legati ai sogni stessi. Sara vuole dimagrire per partecipare allo show col suo meraviglioso vestito rosso e finisce in mano a medici senza scrupoli che la gonfiano di anfetamine. Harry e Tyrone si ritrovano senza droga da spacciare e, soprattutto Harry, sempre più dipendente. Marion non trova più da Harry la droga che le serve e comincia a procurarsela da sola: è una donna, è bella, i mezzi non mancano.
Con una regia ed un montaggio fantastici uniti ad una musica davvero bella ci si sprofonda nei drammi, comunissimi fatti di cronaca, dei quattro personaggi, con una grandissima carica di pathos e di orrore, aggiungerei. L'abisso in cui si ritroveranno è appunto il loro requiem, dei loro sogni e forse, anche, del sogno-americano che si chiama così ma non è ristretto geograficamente agli stati uniti, è un sogno ormai diffuso.
Da non perdere.
Sogni. Sogni di emarginati della società che ancora non realizzano la propria condizione.
Iniziano i problemi legati ai sogni stessi. Sara vuole dimagrire per partecipare allo show col suo meraviglioso vestito rosso e finisce in mano a medici senza scrupoli che la gonfiano di anfetamine. Harry e Tyrone si ritrovano senza droga da spacciare e, soprattutto Harry, sempre più dipendente. Marion non trova più da Harry la droga che le serve e comincia a procurarsela da sola: è una donna, è bella, i mezzi non mancano.
Con una regia ed un montaggio fantastici uniti ad una musica davvero bella ci si sprofonda nei drammi, comunissimi fatti di cronaca, dei quattro personaggi, con una grandissima carica di pathos e di orrore, aggiungerei. L'abisso in cui si ritroveranno è appunto il loro requiem, dei loro sogni e forse, anche, del sogno-americano che si chiama così ma non è ristretto geograficamente agli stati uniti, è un sogno ormai diffuso.
Da non perdere.
Patton
In Italia uscì col titolo Patton Generale d'Acciaio, ma è il solito vizio al sensazionalismo che emerge. Il titolo originale si limita al cognome del grande generale americano che durante la seconda guerra mondiale, con la sua intraprendenza e passione per la guerra che certo non nascondeva, fu determinante in diversi momenti chiave tutti rappresentati nel lunghissimo kolossal: annichilimento finale di Rommel in Tunisia, sbarco in Sicilia dove umiliò l'inglese Montgomery, vittorie spettacolari dopo lo sbarco in Normandia a Bastogne e poi nelle Ardenne.
Diversi oscar vinti, 7, non so quali (sceneggiatura probabilmente, dove ha contribuito anche F.F.Coppola). Film d'imponenza di mezzi e risorse, alcune battaglie hanno una ricostruzione notevole.
Il film è divisibile in 3 parti sia storicamente che per narrazione o meglio per le vicende che hanno scandito l'avventura di Patton. La prima appunto in Africa e fino allo sbarco in Sicilia con la conquista di Messina, dinamica, dove Patton è in grandissimo splendore. La seconda prima dell'incarico in Europa centrale, durante la quale Patton deve combattere col proprio carattere intransigente ed i problemi che gli causa politicamente tanto che Eisenhower andò vicino dal rimuoverlo da ogni incarico. La terza, dove un risorto Patton, uomo perfetto in battaglia (temutissimo dal Reich) quanto goffo diplomaticamente, alla guida della III armata in europa compie imprese che non si ricordavano dai tempi di Napoleone, per velocità, abilità tattica e coraggio.
Prima parte eccezionale, seconda più che altro biografica, terza parte ancora spettacolare. Non sono difetti, sono come detto le caratteristiche della partecipazione di Patton alla guerra.
Grandissimo film da mettere in carnet!
Patton è poi un personaggio emblematico ed atipico. Colto, poeta dilettante ma raffinato, convinto di essersi reincarnato più volte e sempre in figure militari al punto di pensare di aver combattutto coi romani, i cartaginesi, dotato di un umorismo raffinato quanto di una durezza spietata verso ogni forma di viltà.
La seconda grande guerra è un'occasione da non perdere che non ricapiterà (parole sue) per mettere a frutto le sue enormi abilità specifiche. Non ha altre missioni da compiere nella vita.
Sconcerto ed ammirazione sono i sentimenti che nascono per un uomo così, che conosce benissimo sé stesso.
Fantastico George C. Scott nella parte di Patton. Bravissimo come sempre il co-protagonista Karl Malden, recentemente scomparso, nella parte del generale Bradley, suo amico e l'unico in grado di affrontare l'esuberanza e la cultura di Patton.
Diversi oscar vinti, 7, non so quali (sceneggiatura probabilmente, dove ha contribuito anche F.F.Coppola). Film d'imponenza di mezzi e risorse, alcune battaglie hanno una ricostruzione notevole.
Il film è divisibile in 3 parti sia storicamente che per narrazione o meglio per le vicende che hanno scandito l'avventura di Patton. La prima appunto in Africa e fino allo sbarco in Sicilia con la conquista di Messina, dinamica, dove Patton è in grandissimo splendore. La seconda prima dell'incarico in Europa centrale, durante la quale Patton deve combattere col proprio carattere intransigente ed i problemi che gli causa politicamente tanto che Eisenhower andò vicino dal rimuoverlo da ogni incarico. La terza, dove un risorto Patton, uomo perfetto in battaglia (temutissimo dal Reich) quanto goffo diplomaticamente, alla guida della III armata in europa compie imprese che non si ricordavano dai tempi di Napoleone, per velocità, abilità tattica e coraggio.
Prima parte eccezionale, seconda più che altro biografica, terza parte ancora spettacolare. Non sono difetti, sono come detto le caratteristiche della partecipazione di Patton alla guerra.
Grandissimo film da mettere in carnet!
Patton è poi un personaggio emblematico ed atipico. Colto, poeta dilettante ma raffinato, convinto di essersi reincarnato più volte e sempre in figure militari al punto di pensare di aver combattutto coi romani, i cartaginesi, dotato di un umorismo raffinato quanto di una durezza spietata verso ogni forma di viltà.
La seconda grande guerra è un'occasione da non perdere che non ricapiterà (parole sue) per mettere a frutto le sue enormi abilità specifiche. Non ha altre missioni da compiere nella vita.
Sconcerto ed ammirazione sono i sentimenti che nascono per un uomo così, che conosce benissimo sé stesso.
Fantastico George C. Scott nella parte di Patton. Bravissimo come sempre il co-protagonista Karl Malden, recentemente scomparso, nella parte del generale Bradley, suo amico e l'unico in grado di affrontare l'esuberanza e la cultura di Patton.
sabato 11 luglio 2009
Il Divo
Trama in breve: la vita di Giulio Andreotti nella interpretazione dei fatti di Paolo Sorrentino, sceneggiatore oltre che regista d'eccellenza. Dal 1990, anno del settimo ed ultimo governo Andreotti sino ai processi per mafia e per l'omicidio Pecorella che hanno segnato la fine della attività politica, di fatto, del più importante uomo politico della storia della democrazia in Italia, è il caso di dirlo.
Il film dà fondo a tutto quello che è dato sapere per ora, a quello che nei processi è emerso ed anche a qualche ipotesi. Gli incontri in chiesa fra Andreotti e il prete-di-fiducia sono supposizioni ovviamente, perlomeno nei contenuti. Quando si riuscirà ad accedere all'ormai leggendario Archivio Personale di Andreotti ne scopriremo delle belle.
Al di là dei contenuti storici e politici, il film è straordinariamente ben fatto e la Interpretazione (enfatizzo, non è una imitazione) del personaggio fatta da Toni Servillo, a mio parere il miglior attore italiano vivente, è da bacio accademico. A sottolineare la oscura figura, le scene sono quasi tutte girate in ambienti bui e minimalisti. La lentezza apparente di Andreotti, la sua flemma e la mitizzata imperturbabilità sono il ritmo ed il carattere del film stesso.
Perfetto così. Bravissimi Sorrentino e tutti gli attori.
Il film dà fondo a tutto quello che è dato sapere per ora, a quello che nei processi è emerso ed anche a qualche ipotesi. Gli incontri in chiesa fra Andreotti e il prete-di-fiducia sono supposizioni ovviamente, perlomeno nei contenuti. Quando si riuscirà ad accedere all'ormai leggendario Archivio Personale di Andreotti ne scopriremo delle belle.
Al di là dei contenuti storici e politici, il film è straordinariamente ben fatto e la Interpretazione (enfatizzo, non è una imitazione) del personaggio fatta da Toni Servillo, a mio parere il miglior attore italiano vivente, è da bacio accademico. A sottolineare la oscura figura, le scene sono quasi tutte girate in ambienti bui e minimalisti. La lentezza apparente di Andreotti, la sua flemma e la mitizzata imperturbabilità sono il ritmo ed il carattere del film stesso.
Perfetto così. Bravissimi Sorrentino e tutti gli attori.
Pi Greco - Il Teorema del Delirio
E' la storia di Max Cohen, ebreo non religioso, matematico ed informatico genialissimo quanto sofferente di malattie psicosomatiche non ben definibili. Ha di fatto un solo amico, il suo vecchio professore d'università con cui scambia i soli dialoghi per lui importanti.
A parte brevi contatti col vicinato, resta quasi sempre chiuso in casa, barricato dietro un'infinità di chiavistelli, dove ha costruito un supercomputer appositamente per i suoi calcoli.
Max vive fondamentalmente inseguendo 3 principi:
I - La natura parla attraverso la matematica.
II - Tutto ciò che ci circonda si può rappresentare e comprendere attraverso i numeri.
III - Tracciando il grafico di qualunque sistema numerico ne consegue uno schema.
Quindi ovunque in natura esistono degli schemi.
La sua è una ossessione. Cerca anzitutto applicazione nel funzionamento della Borsa, di quello che lui ritiene essere lo schema che regola la vita. Poi incontra un altro ebreo, ortodosso, anch'egli appassionato di matematica ma che cerca invece una soluzione alla Torah e questo apre altri orizzonti alla ricerca di Max. Contemporaneamente è letteralmente perseguitato da una società senza scrupoli che per scopi esclusivamente economici è interessata alle sue ricerche.
C'è da individuare un numero, composto da 216 cifre, che ti fa prevedere il futuro, comprendere il funzionamento di ogni fenomeno, avvicinare alla verità di dio...
Quando individuerà (forse) il numero scoprirà la "magia" del Rettangolo Aureo che lui estenderà. Fino a coniare la Nuova Teoria: Se noi siamo delle spirali e viviamo in una gigantesca spirale allora tutto ciò che ci circonda si fonde in quella spirale.
Tutto girato in b/n, stile videotape, con una musica tecno ossessiva, è un viaggio nella mente di Max con un finale che si presta a diverse interpretazioni: ha davvero individuato il numero? è sopravvissuto Max alla scoperta?
Fantastico film! Soggetto e Sceneggiatura dello stesso Aronofsky, grande appassionato, è evidente, della matematica quando a studiarla erano uomini come Pitagora ed Euclide, cioè menti vastissime che coniugavano i numeri, la natura e quindi la Filosofia.
Da vedere assolutamente.
A parte brevi contatti col vicinato, resta quasi sempre chiuso in casa, barricato dietro un'infinità di chiavistelli, dove ha costruito un supercomputer appositamente per i suoi calcoli.
Max vive fondamentalmente inseguendo 3 principi:
I - La natura parla attraverso la matematica.
II - Tutto ciò che ci circonda si può rappresentare e comprendere attraverso i numeri.
III - Tracciando il grafico di qualunque sistema numerico ne consegue uno schema.
Quindi ovunque in natura esistono degli schemi.
La sua è una ossessione. Cerca anzitutto applicazione nel funzionamento della Borsa, di quello che lui ritiene essere lo schema che regola la vita. Poi incontra un altro ebreo, ortodosso, anch'egli appassionato di matematica ma che cerca invece una soluzione alla Torah e questo apre altri orizzonti alla ricerca di Max. Contemporaneamente è letteralmente perseguitato da una società senza scrupoli che per scopi esclusivamente economici è interessata alle sue ricerche.
C'è da individuare un numero, composto da 216 cifre, che ti fa prevedere il futuro, comprendere il funzionamento di ogni fenomeno, avvicinare alla verità di dio...
Quando individuerà (forse) il numero scoprirà la "magia" del Rettangolo Aureo che lui estenderà. Fino a coniare la Nuova Teoria: Se noi siamo delle spirali e viviamo in una gigantesca spirale allora tutto ciò che ci circonda si fonde in quella spirale.
Tutto girato in b/n, stile videotape, con una musica tecno ossessiva, è un viaggio nella mente di Max con un finale che si presta a diverse interpretazioni: ha davvero individuato il numero? è sopravvissuto Max alla scoperta?
Fantastico film! Soggetto e Sceneggiatura dello stesso Aronofsky, grande appassionato, è evidente, della matematica quando a studiarla erano uomini come Pitagora ed Euclide, cioè menti vastissime che coniugavano i numeri, la natura e quindi la Filosofia.
Da vedere assolutamente.
giovedì 9 luglio 2009
Ex Drummer
Dries, scrittore di successo ed ex batterista, viene contatto da tre musicisti rock che hanno appena fondato un gruppo col quale partecipare ad una manifestazione ed ai quali manca appunto un batterista. Dries è un cinico insofferente, i tre invece, che si autodefiniscono handicappati, sono psicopatici per motivi estremamente vari: uno è un traumatizzato da piccolo con un braccio offeso; un altro si dichiara sordo, è cocainomane e vive in una casa che sembra una discarica; il terzo è violentissimo con le donne, più volte condannato per stupro, in libertà ed in pieno esercizio della sua "mania". Un bel serraglio, indubbiamente, e Dries accetta la proposta di far parte del gruppo, col dichiarato intento di scendere nei bassifondi della esistenza umana e trovare un soggetto per il libro di prossima uscita.
Inevitabile, almeno per me, un paragone con Trainspotting già solo guardando la locandina. Tutti gli eventi e i dialoghi sono, quasi sempre, pervasi da durezza, violenza verbale e fisica, spesso anche sangue al limite dello splatter. C'è una chiara intenzione di colpire chi guarda, anche dallo stile delle riprese con colori molto saturati, imbruniti. Ubriacante l'inizio della storia completamente in rewind.
E riesce nell'intento di stupire. Impossibile restare indifferenti al male di vivere che si contestualizza in continuazione, così come alla volontà di quasi tutti di procedere stoicamente alla ricerca di uno scopo, qualcosa da realizzare, soprattutto i tre psicopatici. Terribile la figura di Dries che, secondo me, è la dura e reale reazione del mondo-normale ai contesti individuali, familiari e sociali dei tre soggetti in questione.
Assolutamente da vedere.
Inevitabile, almeno per me, un paragone con Trainspotting già solo guardando la locandina. Tutti gli eventi e i dialoghi sono, quasi sempre, pervasi da durezza, violenza verbale e fisica, spesso anche sangue al limite dello splatter. C'è una chiara intenzione di colpire chi guarda, anche dallo stile delle riprese con colori molto saturati, imbruniti. Ubriacante l'inizio della storia completamente in rewind.
E riesce nell'intento di stupire. Impossibile restare indifferenti al male di vivere che si contestualizza in continuazione, così come alla volontà di quasi tutti di procedere stoicamente alla ricerca di uno scopo, qualcosa da realizzare, soprattutto i tre psicopatici. Terribile la figura di Dries che, secondo me, è la dura e reale reazione del mondo-normale ai contesti individuali, familiari e sociali dei tre soggetti in questione.
Assolutamente da vedere.
mercoledì 8 luglio 2009
It Happened Tomorrow - Accadde domani
Curatore di necrologi, sogna di fare il reporter, e lo diventerà alla grandissima. L'archivista del giornale dove lavora muore, e da morto gli appare consegnandogli il giornale-del-giorno-dopo. Sempre in anticipo sugli eventi si costruirà una fama, troverà felicità ma... un giorno leggerà una notizia sconvolgente, in prima pagina.
Con tratti da commedia brillante piena di equivoci, è un film bellissimo che tratta con garbo ed ironia quello che è un sogno di molti: predire il futuro. Si possono vincere concorsi, fare facilmente ottimi investimenti, tante belle cose, però tocca leggere anche le notizie meno belle con la strana sensazione d'impotenza sulla fatalità. Il futuro che ci garba lo incassiamo con soddisfazione, quello che no invece cerchiamo inutilmente di cambiarlo. Insomma, vivere con incertezza lascia speranza, conoscere il futuro alla fine causa sofferenza.
Un Cult, da vedere assolutamente.
Con tratti da commedia brillante piena di equivoci, è un film bellissimo che tratta con garbo ed ironia quello che è un sogno di molti: predire il futuro. Si possono vincere concorsi, fare facilmente ottimi investimenti, tante belle cose, però tocca leggere anche le notizie meno belle con la strana sensazione d'impotenza sulla fatalità. Il futuro che ci garba lo incassiamo con soddisfazione, quello che no invece cerchiamo inutilmente di cambiarlo. Insomma, vivere con incertezza lascia speranza, conoscere il futuro alla fine causa sofferenza.
Un Cult, da vedere assolutamente.
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