Sequel obbligatorio, da fare per completare la storia, e da vedere per chi ha apprezzato lo splendido primo film biografico, "La leggenda di Ip Man", dedicato al più grande maestro di arti marziali cinesi del XX secolo.
Ora siamo ad Hong Kong, dove Yip s'è trasferito dopo la guerra. Vive di stenti in attesa che decolli la scuola di Kung Fu che ha deciso di aprire. All'inizio quindi problemi economici, poi quando cominciano a farsi avanti altri maestri della zona, in particolare Hong che li coordina e gestisce insieme ad un altro cinese mediatore i delicati rapporti coi rappresentanti del governo inglese. Yip riuscirà a risolverli, non certo senza dover combattere, e troverà il rispetto del maestro rivale. Finale poi molto alla "europea", per come è girato, quando Yip incontrerà in un combattimento particolare un campione di boxe occidentale.
Diciamolo subito: questo film non raggiunge le vette del primo in termini cinematografici, c'era da aspettarselo forse. Sarebbe da giudicare in 2 parti: la prima, dove ci sono solo le lotte per sopravvivere nella miseria e per farsi rispettare dagli altri maestri è più che ottima, mentre la seconda, proprio per lo stile appunto occidentale (alcuni dicono addirittura che ricorda rocky, ma mi pare eccessivo) è meno intrigante.
Nella prima parte però, grazie a due grandi interpreti del Kung Fu, Donnie Yen che si ripete nell'interpretare Yip e Sammo Hung Kam-Bo nella parte del maestro Hong, si assiste a delle gran cose in termini di combattimenti. In particolare uno dove i 2 si sfidano sopra un tavolo è di una spettacolarità meravigliosa, me lo sono riguardato più volte, peccato non disporre del ralenty, una lezione di forza ed autocontrollo, che è poi l'essenza di quest'arte ed il motivo per cui pur non praticandola l'apprezzo, soprattutto come praticata da Yip ed esposta nei film che lo stanno giustamente onorando.
Solo all'ultima scena compare un bambino, il suo famoso discepolo, Bruce Lee, che nei titoli finali tra foto varie viene raccontato. Tutto lascia pensare, e sperare, in un terzo episodio, quando Yip appunto addestrerà il suo grande successore.
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mercoledì 28 luglio 2010
giovedì 17 giugno 2010
La leggenda di Ip Man
Yip (o Ip) Man è probabilmente uno dei più grandi maestri cinesi di kung fu di sempre, certamente il più famoso del XX secolo. Alla fama come fondatore della disciplina Wing Chun (spero di dire bene) ha unito quella di eroe nazionale per il suo coraggioso atteggiamento durante l'occupazione giapponese dal 1937 al 1945. Il film è ambientato proprio in quegli anni.
Yip è un uomo benestante, vive in una meravigliosa villa con moglie e figlia. Trascorre il suo tempo nello studio del kung fu ed elabora una tecnica che fa della filosofia, buone maniere e fermezza di spirito i punti essenziali per la mente, della velocità di azione e reazione quelli per il corpo. Fisicamente minuto ed affatto appariscente, è persona di modi gentilissimi; spesso sfidato da altri maestri mai affonda il colpo, sempre si complimenta con l'avversario. Nella città dov'è nato e vive, Foshan, sud della Cina, è amatissimo da tutti.
Durante la sanguinosa invasione giapponese Foshan passa da 300.000 a 70.000 abitanti, la casa di Yip viene sequestrata dal comando militare e lui si ritrova a vivere di stenti. Un generale appassionato di arti marziali scopre Yip, che viveva in penombra, e vuole a tutti i costi che lui insegni il Wing Chun ai soldati giapponesi ma lui rifiuterà. Quello che non rifiuterà sarà di sfidare in luogo pubblico il generale in combattimento, per motivi e con risultati che lascio scoprire.
Non riportato dalla trama, cosa che lascia presupporre (e me lo auguro!) un sequel sul resto della sua vita, il periodo post guerra di Yip ad Hong Kong, dove fondò, finalmente, una scuola di kung fu nella quale crebbe una superstar ineguagliata della categoria, Bruce Lee, un'iradiddio che unì all'eleganza dell'arte di Yip potenza fisica e furore agonistico (lo ammetto, Bruce Lee è un mio mito, prima o poi un suo film lo devo recensire, per rispetto). Inarrivabile invece la pacatezza e la cultura di Yip, veramente ammirevoli.
Film biografico quindi, certamente un po' apologetico ma lo si può concedere (qualche storico ha storto il naso, pare, non per Yip che non si discute, ma per qualche personaggio di contorno).
Forse un film per amanti del genere, ma non credo. Non si vedono mostri che con uno schiocco di alluci saltano da terra sui tetti delle case, o gente che vola. A parte le scene storiche con splendide ricostruzioni, i combattimenti sono realistici, ottimamente riprodotti senza effetti strabilianti, veramente stupendi! Esibizione d'arte marziale seria e precisa, di altissimo livello e non posso che dire superbravo all'attore protagonista Donnie Yen.
Osannato da critica e pubblico in Asia e non solo, in italia s'è visto solo in rassegne dedicate ma è reperibile coi sottotitoli (meglio!).
A mio parere è imperdibile e non vedo l'ora di vedere la seconda parte.
Yip è un uomo benestante, vive in una meravigliosa villa con moglie e figlia. Trascorre il suo tempo nello studio del kung fu ed elabora una tecnica che fa della filosofia, buone maniere e fermezza di spirito i punti essenziali per la mente, della velocità di azione e reazione quelli per il corpo. Fisicamente minuto ed affatto appariscente, è persona di modi gentilissimi; spesso sfidato da altri maestri mai affonda il colpo, sempre si complimenta con l'avversario. Nella città dov'è nato e vive, Foshan, sud della Cina, è amatissimo da tutti.
Durante la sanguinosa invasione giapponese Foshan passa da 300.000 a 70.000 abitanti, la casa di Yip viene sequestrata dal comando militare e lui si ritrova a vivere di stenti. Un generale appassionato di arti marziali scopre Yip, che viveva in penombra, e vuole a tutti i costi che lui insegni il Wing Chun ai soldati giapponesi ma lui rifiuterà. Quello che non rifiuterà sarà di sfidare in luogo pubblico il generale in combattimento, per motivi e con risultati che lascio scoprire.
Non riportato dalla trama, cosa che lascia presupporre (e me lo auguro!) un sequel sul resto della sua vita, il periodo post guerra di Yip ad Hong Kong, dove fondò, finalmente, una scuola di kung fu nella quale crebbe una superstar ineguagliata della categoria, Bruce Lee, un'iradiddio che unì all'eleganza dell'arte di Yip potenza fisica e furore agonistico (lo ammetto, Bruce Lee è un mio mito, prima o poi un suo film lo devo recensire, per rispetto). Inarrivabile invece la pacatezza e la cultura di Yip, veramente ammirevoli.
Film biografico quindi, certamente un po' apologetico ma lo si può concedere (qualche storico ha storto il naso, pare, non per Yip che non si discute, ma per qualche personaggio di contorno).
Forse un film per amanti del genere, ma non credo. Non si vedono mostri che con uno schiocco di alluci saltano da terra sui tetti delle case, o gente che vola. A parte le scene storiche con splendide ricostruzioni, i combattimenti sono realistici, ottimamente riprodotti senza effetti strabilianti, veramente stupendi! Esibizione d'arte marziale seria e precisa, di altissimo livello e non posso che dire superbravo all'attore protagonista Donnie Yen.
Osannato da critica e pubblico in Asia e non solo, in italia s'è visto solo in rassegne dedicate ma è reperibile coi sottotitoli (meglio!).
A mio parere è imperdibile e non vedo l'ora di vedere la seconda parte.
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