sabato 29 agosto 2009

Milk

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Trama: La vera storia di Harvey Milk. Personaggio di grande importanza storica non solo per il mondo-gay ma più in generale per il rispetto dei diritti umani.
Rimando a Wiki per completezza.
Il Presidente USA Obama lo ha recentemente insignito di una medaglia d'onore, o qualcosa del genere, a poco più di 30 anni dalla sua morte.

C'è poco da dire. E' un film bellissimo come la storia merita, interessante, commovente e anche divertente, con uno Sean Penn, non esagero a dirlo, SUPERLATIVO.

Harvey merita davvero una foto in suo onore!



sabato 22 agosto 2009

Frozen River

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Dopo una piccola ricerca si scopre che il fiume ghiacciato attraversato, di notte, dalle due trafficanti di immigranti clandestini è il San Lorenzo, confine USA-Canada tra Newor e Quebec, mentre la riserva indiana è Mohawk.
E' pieno inverno, in una zona che raggiunge anche i -20.

Melissa è bianca, abbandonata senza un soldo dal marito. Leo vive nella riserva indiana, anche lei ha una situazione difficile, con un figlio piccolo che le è stato tolto per indigenza. Si incontrano per caso e per-caso cominciano il traffico che diventa indispensabile fonte di reddito...

E' un film girato ed interpretato magnificamente, quasi con un taglio alla-dardenne mi viene da pensare, con durezza, realismo. Gli attraversamenti del fiume con la macchina... La storia poi interessa, 2 donne miserabili che guadagnano su gente ancora più miserabile, mettendo la loro materna umanità e sempre, maternamente, il loro realismo: hanno il dovere di crescere i loro figli.

Merita ampiamente i premi che ha ricevuto.

mercoledì 12 agosto 2009

Mean Creek

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2003, Jacob Aaron Estes.

George è un ragazzone con difficoltà d'apprendimento ed un carattere facilmente irascibile. A scuola è in classe con bambini più piccoli e spesso picchia Sam, il cui fratello maggiore decide, con altri 2 amici, di organizzare una "spedizione punitiva" per George: lo invitano ad

martedì 11 agosto 2009

I want to live!

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L'intera trama del film, realista in ogni dettaglio, è stato realizzato con tutti gli scritti del giornalista Montgomery che seguì il caso di Barbara Graham fin dall'arresto spettacolarizzato. Inizialmente tra gli accusatori di Barbara, indagata per omicidio, ebbe modo di cambiare idea dopo il giudizio di primo grado, grazie anche a prove che la scagionavano completamente e, da quel momento, diventò uno dei suoi più strenui difensori.

Fu un caso eclatante. Il film uscì solo 3 anni dopo la sua esecuzione, avvenuta il 3 giugno 1955. In Italia uscì col titolo al-negativo "Non voglio morire", ma il titolo originale è più positivo ed appropriato a Barbara.

Visto lo scontato finale evidente sin dalla locandina non voglio rovinare la trama svelandola. Dico solo che siamo di fronte a un film, oltre che per la vicenda narrata, girato con una intensità incredibile e grazie anche alla fantastica Susan Hayward (oscar per lei, degnissimo) si vive intensamente ogni più piccola emozione, sofferenza, a cui la povera Barbara è stata sottoposta. Il jazz di Johnny Mandel non aveva rivali per la colonna sonora in quanto a bellezza ed adeguatezza.

Un grandissimo film!

lunedì 10 agosto 2009

Il sapore del riso al tè verde

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"Modi franchi, cose semplici":così dice Mokichi, uomo perbene e marito devoto e paziente verso Taeko, la moglie. Mokichi è in carriera ma ha saldi i valori consolidatisi nelle sue umili origini, la moglie invece di provenienza alto-borghese è molto frivola e capricciosa e spesso se ne fa beffe. E' un continuo dileggiarlo, fino a quando un viaggio per lavoro glielo porterà lontano, e qualcosa cambierà.

Potrebbe sembrare un film moralista, in realtà è uno splendido ritratto, critico, di una normale situazione familiare. A contorno poi, altri personaggi, evidenziano ulteriormente la modernità, per l'epoca, degli argomenti: la abitudinarietà vista come un vincolo per mogli che vogliono emanciparsi, la tradizione dei matrimoni combinati, il vizio diffuso del gioco d'azzardo... tanti spunti sulla società giapponese vista, al solito, con l'occhio delle persone comuni come a Ozu piace fare.
Anche stavolta nessuno viene "condannato" e tutto appare valorizzato.

Questo film fu pensato già nel 1939 ma la censura lo bloccò.

Adoro i film di Ozu. I suoi personaggi franchi, il suo ritrarre la vita quotidiana con semplicità.

domenica 9 agosto 2009

La fortuna di Cookie

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Splendido e divertente film al solito polifonico e quasi privo di protagonisti, nel più puro e, da me, apprezzato Stile Altman.

In un paese del Sud un'anziana donna muore serenamente suicida. La nipote Camilla, presbiteriana tendente al fanatismo, maschera il disonore del suicidio con un omicidio per rapina e persevera nella messinscena anche quando il buon Willis, amico carissimo della defunta, viene indagato per il reato. In un caleidoscopico ritratto del paese e dei segreti familiari di Cookie ed eredi che piano piano emergeranno, il piano di Camilla comincerà a vacillare.

Curioso e divertentissimo, da vedere.

Le sorelle Munekata

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Mai uscito in Italia è, a detta di alcuni, uno dei capolavori del maestro giapponese e non mi sento davvero di smentirli.

La storia semplicissima è quella di due sorelle con un padre in fin di vita. La minore è brillante, sbarazzina e "moderna", la maggiore più religiosa e tradizionalista. Quest'ultima vive con un marito dispotico ed ubriacone ed un grande rimpianto per un amore di gioventù non finalizzato, per la quale la sorellina impegnerà tutta sé stessa nel tentativo di farlo risorgere...

Musiche classiche bellissime, scene lente e dialoghi profondi, in un film che scorre come una poesia dolcissima. Da meditazione il dialogo fra le sorelle sul confronto tra antico e moderno.

Capolavoro assoluto.

C'era un padre

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Comincio da quest'opera la mia personale rassegna del grandissimo regista giapponese.

Stile romanzo-di-formazione, è la storia lunga una vita di un padre e del figlio che si deve crescere da solo superando mille difficoltà.

Forse opera minore, anche perché girata nel pieno della propaganda del regime durante la guerra che ne ha influenzato non poco la sceneggiatura, e comunque apprezzabilissima. Si percepisce immediatamente la grande attenzione ai dettagli, nelle immagini e nei brevi dialoghi.

Nonostante tutto, il ritratto del rapporto genitore-figlio è splendido e poco si sarebbe discostato a quei tempi in epoca di pace.

Bellissimo.