mercoledì 3 febbraio 2010

Three... extremes

5
Tre episodi estremi da 3 mostri del Cinema horror-thriller.

Lo dico subito: sono d'una Libidine Estrema. Come usano questi la telecamera... il resto del mondo può solo rammendargli i calzini! E che razza di trame vanno a scovare! Super chapeau, con questi il Cinema è un godimento assoluto.

Vediamoli in ordine gli episodi...

DUMPLINGS (Fruit Chan, Hong Kong)
Un'attrice ormai ex, appena in là con gli anni ma ancora bellissima, è tradita dal marito. Ha l'ossessione d'invecchiare, allora si rivolge ad una donna che fornisce costosissimi manicaretti che pare siano l'elisir d'eterna giovinezza. Sono dei semplici ravioli cinesi, il segreto sta nel ripieno. A noi occidentali fanno inorridire certe "manie" orientali sul cibo o su credenze legate all'assunzione di balle di tigre, corni di rinoceronte, ecc..., e giustamente, ma qua si supera la misura immaginabile. Pensate il peggio e lo vedrete a metà film, e ancora il peggio non l'avrete visto, perché alla fine la donna imploderà nella sua follia.
Forse l'episodio, come trama, più bello e mostruoso. Quasi senza sangue e con una leggerezza disarmante.

CUT (Park Chan-wook, Corea del sud)
Un regista di horror splatterosi si ritrova vittima della furia di uno che è stato comparsa in alcuni suoi film. Colpa: oltre ad essere ricco è anche un uomo buono, e questo il carnefice non può sopportarlo, vuole che la bontà sia esclusiva di chi come lui è povero. Il regista si ritrova sullo stesso set dove normalmente gira, solo che il regista è la comparsa. Vuole che il regista compia un omicidio di una ragazzina, se non lo fa ogni 5 minuti trancia un dito alla moglie, che è legata ed incollata ad un pianoforte.Il finale è alla Hitchcock.
Il più "parlato" ed il solo che contiene anche scene molto comiche. La comparsa è un personaggio folle, ed un attore fenomenale. Incredibile esibizione di montaggio e fotografia. Park ci ha giocato con questo suo pezzo.

BOX (Takashi Miike, Giappone)
Risale il livello di tensione. Tutto in bilico tra realtà e sogno, anche nel finale che non risolve volutamente nessuno dei due "regni".
Una ragazza (cristo quanto sono belle le donne in questo film!) scrittrice è ossessionata dal sogno di finire chiusa in una scatola e sotterrata viva. L'origine viene presto spiegata e ne ha coscienza: da piccola con la sorella facevano le contorsioniste e venivano chiuse in 2 piccole scatole. Per una "fatalità" la sorella della scrittrice muore in un incendio proprio mentre era chiusa col lucchetto nella scatola, e lei ne ha grandi responsabilità. Ci sarà una colpa da espiare.
Forte ed intimo, uso dei suoni e dei silenzi totali, immagini e fotografia da urlo.

Ribadisco che, pur tutti belli gli episodi (forse Cut ha un po' troppo il sapore dell'esercizio di stile), i Ravioli sono di una genialità immensa! Ho letto in giro che ha fatto arrabbiare moltissimo le donne alla visione, è comprensibile per certi aspetti, per altri, come ho letto e confermo, è ulteriore garanzia di originalità.

Assolutamente da vedere.

5 commenti:

  1. non l'ho ancora visto ma già mi piace...certo che il cinema orientale è proprio imparagonabile al nostro modo di fare cinema.
    Sono davvero troppo avanti.
    Chapeau!

    Ciao

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  2. non hai ragione, caro Lorenzo...
    HAI RAGIONISSIMA! :)
    e pensare che questo film ha quasi 6 anni.

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  3. superbo fruit chan e sicuramente la trovata dei ravioli il cui ingrediente non si può rivelare (come per la nutella)è qualcosa di estremo.
    questo è un regsta da tenere d'occhio,suggerisco hollywood hong kong in primis

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  4. d'accordissimo! quello me lo segno, forse ce l'ho già anche :P

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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