breve premessa da Robydick:
Da oggi, per iniziativa di Napoleone che ho subito sposato, in questo blog compariranno regolarmente recensioni di film ora visibili nei cinema italiani. Puntiamo a diventare quindi un blog veramente completo per qualsiasi genere di cinefilo, colmando l'ultima nostra lacuna: quella sul Cinema attuale. Parleremo solo ed unicamente di film che riteniamo meritino il costo del biglietto. Il tag che segnerà questi film sarà appunto #BestMoviesOnTheaters#. Cominciamo alla grandissima, proprio con una rece di Napoleone su un film da Olimpo. Gli passo la parola.
“Il Miglior Film Noir che io abbia mai visto”
Robert De Niro, giurato al Festival del Cinema di Cannes 2011, dove “Drive” ha vinto il Premio per la Migliore Regia.
Non vi è alcuna possibilità di non lasciarsi folgorare da un esaltante capolavoro come “Drive”. Tributo/remake più o meno dichiarato dell'altro capolavoro di Walter Hill “Driver L'Imprendibile” (The Driver) (Usa'77), “Drive” è l'ultima opera dell'ormai è legittimo definire geniale/etto (nato solamente nel 1970), regista danese Nicolas Winding Refn, e secondo suo film americano dopo il precedente (2003) bello e sfortunato di “Fear X” con John Turturro e Deborah Kara Unger.
Film splendido. Film davvero splendido. In realtà sarà appunto questa la più bella pellicola che potrete vedere al cinema quest'anno, ed era veramente impossibile non premiarla per la Migliore Regia all'ultimo Festival di Cannes, anche se meritava il primo premio e difatti è stato il film che per i più avrebbe meritato davvero la Palma d'Oro. E' un film che è un atto, una professione di sconfinata passione, amore, per gli innumerevoli B-movie e thriller di rapine più o meno andate male degli anni '70 e '80 fino alle atmosfere grandiosamente esistenziali ed emozionali di “Heat - la Sfida” (Usa'95) di Michael Mann, ma a partire dalla notturna, scintillante sequenza d'apertura ci si accorge da subito che probabilmente assisteremo ad uno dei film più indimenticabili dell'intera decade che verrà; tra le luci di una Los Angeles ripresa con le sue luci e la sua Skyline notturna come un immenso flipper luminoso di geometrie e solitudini esistenziali, dal nero e dall'oscurità di una chiazza di petrolio della notturna sequenza di fuga e inseguimento dell'apertura (10 minuti davvero entusiasmanti, che si vorrebbe durassero anche 20), che Refn ci mostra di saper padroneggiare un crime-movie come se lo stesse dirigendo proprio il Michael Mann di “Strade violente” (Thief/Violent Streets) ('81) che da queste parti fortunatamente conosciamo bene, e che Refn cita e omaggia con infinita devozione fin dai titoli di testa grafici in corsivo rosa, identici proprio a quelli delle scritte sui manifesti e sui titoli di “Thief”; ed è doveroso prenderne atto, dopo due 2 capolavori consecutivi come “Bronson” ('08) e “Valhalla Rising”, girare un crime-thriller notturno e losangelino realizzato con una tale padronanza di stile e sostanza, non vuol dire che c'è solo un altro regista capace di realizzare un film per una o due cose “formalisticamente” alla Michael Mann, ma che là fuori c'è un regista che è proprio fra le dieci migliori personalità cinematografiche in circolazione.
Ryan Gosling è il “pilota titolare”, ovvero “The Driver”, ancora senza nome e senza sfondo di un passato per tutto il film, proprio come Ryan O'Neil nell'originale capolavoro di Walter Hill. Come lui, è un solitario, laconicamente di poche parole, senza passato e apparentemente senza vizi, che guida automobili come se fossero un prolungamento del proprio corpo. Di giorno è un driver e stunt per “inseguimenti e pericolose scene di incidenti automobilistici” per produzioni cinematografiche di Hollywood, gestite da un piccolo truffatore e direttore di garage, Shannon (Bryan Cranston), ma quando cala la notte diventa il migliore e più efficiente autista per la fuga di rapine a mano armata.
I primi 10 minuti del film mostrano a tutti ciò di cui c'è bisogno di sapere per realizzare una sensazionale sequenza d'inseguimento e caccia automobilistica al seguito di una rapina – e l'abilità del driver nella fuga, al sottrarsi alle auto e agli elicotteri della polizia non si basa solo sulla gestione di una veloce Chevy, ma sulla sua precisione e un autocontrollo di sé inquietante, tutta in grandioso montaggio con la partita all'autoradio, aumentata di volume in un momento di massima tensione, che solo alla fine se ne potrà comprendere la funzione nella perfezione del suo piano di disimpegno, funzionale alla riuscita della fuga. Ma la precisione non è sufficiente, la chiave del successo del driver finora è stata il distacco. In una delle prime scene vediamo driver che espone il suo modus operandi ad un “cliente” - per la parte di denaro con cui viene pagato, per il periodo che precede il colpo e per una finestra di 5 minuti mentre si fugge. Tutto ciò che viola quella finestra prima o dopo farà sì che lui se ne sia andato e non lo rivedrete mai più.
Si tratta di una vita vissuta di notte in camere casuali di motel e dalla massima pianificazione di ogni possibile variabile, utilizzando telefoni cellulari a buon mercato, e non certo I-Phone, come schede non rintracciabili, che ricorda il carattere della filosofia di Robert De Niro in “Heat -La Sfida”.
"Non ti attaccare mai a qualcosa che non puoi lasciare in cinque minuti se senti la minaccia dietro l'angolo". E questa è anche la filosofia di vita del Driver, ed è anche vero che questo suo archetipo sta per essere sconvolto, quando uno spiraglio emerge nella sua armatura.
Il Driver si trova ad avvicinarsi alla sua vicina di casa e a coinvolgersi nella sua protezione, una giovane madre, vulnerabile, il cui marito ex-detenuto Standard (Oscar Isaac), è in debito con la mafia delle protezioni in carcere. Per cancellare il suo debito ingrossatosi e proteggere Irene e suo figlio giorno dopo giorno Standard deve compiere proprio una rapina in un negozio di banco di pegni, e a quel punto il Driver non se la sente si tirarsi indietro e si offre di aiutarlo. Ma Standard viene ucciso proprio mentre sta avviandosi verso l'auto dopo aver lasciato il luogo della rapina, e Driver si ritrova braccato, quando riuscito a fuggire dopo un tesissimo e strepitoso inseguimento d'auto, scopre che il colpo si è rivelato essere nient'altro che una trappola perfetta. Con un sacco pieno di 1 milione di dollari macchiati di sangue nel bagagliaio della sua auto e Irene e suo figlio sempre più in pericolo, il Driver è costretto a una rimonta e a una lotta sempre più brutale, tutta giocata tra garage, autostrade, e i locali notturni di una Los Angeles dopo il tramonto.
Splendida narrazione cinematografica, in perenne bilico tra Sergio Leone, Michael Mann, film di heist (anche particolarmente senza trascurare la parte propriamente “tecnica”,di preparazione del “ladro”, e dei colpi), film di epocale dinamismo e azione automobilistica come “Bullit” ('68) di Peter Yates o “Vivere e morire a L.A.” (To Live and Die in L.A.) ('85) di William Friedkin e una miriade di B-movie d'exploitation, fin dalla sua stilizzata titolazione di testa al neon viola sopra citata, “Drive” finalmente, è uno di quei rari film che sa bene cosa sia e cosa vuole essere, ma sa anche cosa stia facendo, e lo fa così bene che riesce davvero ad aggiornare e trasferire nuovi dinamismi a passati cliché. Il Direttore della Fotografia Newton Thomas Sigel e Refn insieme creano una visione di L.A. di grande mestiere, come pericolosa e inebriante - una città abbagliante illuminata di notte da un milione di lampade ad arco, luci a striscia, insegne al neon dei motel e faretti degli elicotteri della polizia.
Ogni punto di luce nel paesaggio sembra offrire pericolo e azione, è come se l'intera città fosse una barriera corallina subacquea illuminata attraverso l'acqua oscura e brumosa dalle luci di una nave in superficie. Gli scatti delle luci dal faro dell'elicottero della polizia su quel famosissimo ponte sullo scolmatore di Los Angeles in cui sono stati girati innumerevoli film e telefilm oltre che memorabili scene d'inseguimento automobilistico, proprio a iniziare da obbligatoria citazione, il succitato “To Live and Die in L.A.”, la gamma d'illuminazione e cromatica di Los Angeles all'inizio del film detta il tono, sono tutte immagini notturne incredibilmente nitide e che ti fanno voglia di immergerti nel mondo sotterraneo della città e vedere quali dinamiche e parabole esistenziali, come le traiettorie dell'azione, sono in fase di compimento al di fuori della legge. Il primo film losangelino e notturno dal medesimo impatto visivo e stilistico che viene in mente non può essere che “Collateral” ('04) ovviamente di Michael Mann. “Drive” ha molto dello stesso impatto, e raggiunge la stessa memorabile densità e atmosfera. Si tratta sempre di film che riescono a ritrarre e restituirci L.A. come un paesaggio dalla grintosa bellezza, interrotta da una violenza intensa, seducente, e iper-reale nella sua rappresentazione.
La colonna sonora è l'elemento che forse fa pulsare maggiormente un entusiasmo quasi da infarto emozionale. Un mix dei toni da sintetizzatore che lottano con la più belle syntho-pop orecchiabile degli anni '80, e richiamano alla mente sempre Mann e le sue eclettiche scelte synth-heavy per le sue colonne sonore di un tempo, in particolare la sua collaborazione con i Tangerine Dream in “Thief” e poi nell'affascinante e misterioso “La Fortezza” (The Keep) ('83), che ha segnato quindi non solo gli heist film di decenni fa, ma anche “Drive” del 2011, nel quale in realtà tutto si sente retrò, come potrebbe essere stato messo in atto negli anni '70 - telefoni cellulari e auto moderne a parte. E' anche un film che probabilmente avrebbe potuto essere realizzato anche senza dialogo, se non solo attraverso la talmente espressiva e emozionante colonna sonora, e i commentatori sportivi delle partite che si sentono alla radio. Da qualche parte ho letto che ci sarà un opzione sul BluRay proprio per questo, per poter vedere il film senza la colonna dialoghi.
Gosling è perfettamente intonato come personaggio dalla vita ritirata, apparentemente gelido come il ghiaccio, un solitario al centro di tutto. Come un attore che ha già ''occupato'' spesso lo schermo con il suo evidente carisma (vedi “Half Nelson”), è piacevole vederlo qui spesso riflesso sul quadrante del tachimetro della sua Mustang, in un'interpretazione essenziale, prosciugata fino a pochi gesti e sguardi, alla quale ha contribuito in maniera massiccia un abbigliamento iconico (aspetto già che mi arrivi via Ebay la giacca argento con il logo dello scorpione, ispirata direttamente da “Scorpio Rising” ['63] di Kenneth Anger) e alcuni intensi momenti di scene iperviolente piazzate a scioccare lo spettatore, come quella già molto famosa e bellissima del bacio in ascensore, dove Gosling si mostra abile nel lato fisico del ruolo. Carey Mulligan (che già nella scorsa stagione aveva interpretato la figlia di Gordon Gekko/Michael Douglas in “Wall Street: The Money Never Sleeps” ['10] di Oliver Stone) forse è inevitabilmente un po' in ombra dato anche il suo ruolo in sottrazione avente a che fare con la maggiore difficoltà del ruolo, ma il cast di supporto in caso contrario si distingue, in particolare Albert Brooks, che come attore comico pure di grande successo almeno negli Stati Uniti non mi aveva mai entusiasmato, il quale è evidente quanto si diverta a interpretare un tipo come l'ex-magnate di Hollywood che sembra aver deciso di essere un gangster dopo la fine della sua carriera di produttore negli anni '80. Bellissimo quando dice nel garage :- “Sai, ho prodotto un po' di film d'azione e sexy negli anni '80, hanno anche avuto un certo successo. Un critico scrisse, che avevano un qualcosa di “europeo”.
C'è una certa freddezza trattenuta e voluta, nelle interpretazioni, ma questo è in linea con il tono complessivamente gelido.
Andate a vedere “Drive”. Ignorare tutto quanto c'è stato prima e da cui è derivato, per chi è così sensibile e acculturato da coglierlo alla prima citazione, i vostri occhi e le vostre orecchie meritano la superba bellezza che li riempirà.
(seguono Trivia, fonte IMDB, tradotti e in qualche caso completati)
Refn ha sostituito come regista il britannico Neil Marshall di “Dog Soldiers” ('03), “The Descent - Discesa nelle tenebre” ('06), “Doomsday - Il Giorno del giudizio” ('08), e “Centurion” ('10), un altro dei migliori registi appena quarantenni in circolazione. Refn è stato poi preso per mano da Ryan Gosling per il progetto.
Ron Perlman, altro grande caratterista del cinema americano, ha avuto a suo dire il ginocchio in frantumi durante le riprese, quando un'onda lo ha colpito durante la scena notturna sulla spiaggia.
In preparazione per il suo ruolo, Ryan Gosling restaurò la sua Chevy Malibu del 1973 personale, che utilizza il suo personaggio nel film.
“Drive” è il primo film di Nicolas Winding Refn basato su un romanzo, e primo film di cui non ha anche scritto la sceneggiatura.
Jacinda Barrett fu provinata per il ruolo di Blanche.
Nicolas Winding Refn ha chiesto consiglio a Gaspar Noé su come rendere la scena della testa schiacciata a calci brutale e realistica (e Noé di queste cose se ne intende, per chi si ricorda di un'analoga celebre scena in “Irrevèrsible” ['02]).
Irene e Standard erano originariamente una coppia ispanica prima che venisse scelta Carey Mulligan per il ruolo di Irene.
Nicolas Winding Refn, nonostante ciò possa apparire dal tema del film, non ha alcun interesse feticistico nelle automobili. Egli non possiede una patente di guida e ha fallito il suo esame di guida 8 volte.
Ron Perlman ha avuto il ruolo di Nino dopo aver spiegato a Nicolas Winding Refn che voleva essere "un ebreo che vuole essere un gangster italiano, perché questo è quello che è, un ragazzo ebreo di New York".
L'idea di Driver di ascoltare la radio nel momento di massima tensione, nell'attesa che i rapinatori escano per fiondarsi nell'auto, è nata quando Ryan Gosling ha accompagnato Nicolas Winding Refn a casa sulle colline di Los Angeles dato che lui appunto non ha la macchina, mentre alla radio c'era un famoso pezzo degli anni'80 della rock band melensa REO Speedwagon. Refn al momento aveva un raffreddore.
Quando racconta al figlio circa il primo incontro con la madre Irene, Standard (Oscar Isaac) dice il suo cognome il quale è evidente che è 'Gabriele'.
Christina Hendricks, Ron Perlman, e Bryan Cranston sono tutti attualmente dei notissimi ”Mad Men” interpreti di popolarissime serie della TV via cavo americana. ( rispettivamente "Mad Men”, "Sons of Anarchy” e "Breaking Bad”).
Nonostante le immagini elaborate e realistiche di Los Angeles, Nicolas Winding Refn non era a conoscenza della città. Refn per conoscere la città ha trascorso la maggior parte del suo tempo con Ryan Gosling.
La splendida, strepitosa canzone sugli entusiasmanti titoli di testa, "Nightcall" di Kavinsky, è stata suggerita dal collaboratore alla scelta dei brani musicali Mat Newman. La canzone è stata già utilizzata anche in “The Lincoln Lawyer” ('11) di Brad Furman, con Matthew McConaughey, Marisa Tomei, Ryan Philippe, John Leguizamo, Michael Pena, Frances Fisher, Bob Gunton, e anche qui Bryan Cranston, e William H. Macy. Bel film al solito completamente ignorato dalla distribuzione italiana. Anche la costumista Erin Benach ha lavorato a entrambi i film.
Oscar Isaac ha lavorato con Nicolas Winding Refn per sviluppare ulteriormente il suo personaggio, Standard, come un archetipo ma anche meno stereotipato, dell'ex detenuto.
La Direttrice del casting Mindy Marin, la scenografa Beth Mickle e la costumista Erin Benach, avevano tutte lavorato con Ryan Gosling prima di "Drive". Quest'ultima ha disegnato i distintivi abiti per Gosling in “Half Nelson” e "Blue Valentine”, così come in questo film.
Angelo Badalamenti era stato inizialmente segnalato per comporre la colonna sonora prima che venisse invece scelto Cliff Martinez, ed è stata un'enorme fortuna in quanto Badalamenti purtroppo è attualmente piuttosto bollito.
Carey Mulligan ha vissuto a casa di Nicolas Winding Refn durante il suo orario di lavoro sul film.
Spoiler
I Trivia e le curiosità di seguito possono rivelare importanti aspetti della trama.
Secondo Nicolas Winding Refn, la scena della testa schiacciata a calci è stata tagliata tremendamente a causa della MPAA (Motion Picture Association of America), l'ente della censura americana, affermando che era troppo violenta.
Christina Hendricks (nel ruolo di Blanche), nonostante il forte richiamo della sua notorietà come protagonista della serie TV di enorme successo, ha meno di 10 minuti di tempo di presenza schermo.
A causa del suo piccolo bilancio, gli effetti cruenti sono stati aggiunti digitalmente sul sangue finto durante la post-produzione, per la sequenza cruentissima della morte di Blanche (che cita evidentemente “Scarface” ('83) di Brian De Palma, per la morte dell'assassino in tuta marrone armato di fucile, Cook, per la morte con il rasoio di Shannon.
Robert De Niro, giurato al Festival del Cinema di Cannes 2011, dove “Drive” ha vinto il Premio per la Migliore Regia.
Non vi è alcuna possibilità di non lasciarsi folgorare da un esaltante capolavoro come “Drive”. Tributo/remake più o meno dichiarato dell'altro capolavoro di Walter Hill “Driver L'Imprendibile” (The Driver) (Usa'77), “Drive” è l'ultima opera dell'ormai è legittimo definire geniale/etto (nato solamente nel 1970), regista danese Nicolas Winding Refn, e secondo suo film americano dopo il precedente (2003) bello e sfortunato di “Fear X” con John Turturro e Deborah Kara Unger.
Film splendido. Film davvero splendido. In realtà sarà appunto questa la più bella pellicola che potrete vedere al cinema quest'anno, ed era veramente impossibile non premiarla per la Migliore Regia all'ultimo Festival di Cannes, anche se meritava il primo premio e difatti è stato il film che per i più avrebbe meritato davvero la Palma d'Oro. E' un film che è un atto, una professione di sconfinata passione, amore, per gli innumerevoli B-movie e thriller di rapine più o meno andate male degli anni '70 e '80 fino alle atmosfere grandiosamente esistenziali ed emozionali di “Heat - la Sfida” (Usa'95) di Michael Mann, ma a partire dalla notturna, scintillante sequenza d'apertura ci si accorge da subito che probabilmente assisteremo ad uno dei film più indimenticabili dell'intera decade che verrà; tra le luci di una Los Angeles ripresa con le sue luci e la sua Skyline notturna come un immenso flipper luminoso di geometrie e solitudini esistenziali, dal nero e dall'oscurità di una chiazza di petrolio della notturna sequenza di fuga e inseguimento dell'apertura (10 minuti davvero entusiasmanti, che si vorrebbe durassero anche 20), che Refn ci mostra di saper padroneggiare un crime-movie come se lo stesse dirigendo proprio il Michael Mann di “Strade violente” (Thief/Violent Streets) ('81) che da queste parti fortunatamente conosciamo bene, e che Refn cita e omaggia con infinita devozione fin dai titoli di testa grafici in corsivo rosa, identici proprio a quelli delle scritte sui manifesti e sui titoli di “Thief”; ed è doveroso prenderne atto, dopo due 2 capolavori consecutivi come “Bronson” ('08) e “Valhalla Rising”, girare un crime-thriller notturno e losangelino realizzato con una tale padronanza di stile e sostanza, non vuol dire che c'è solo un altro regista capace di realizzare un film per una o due cose “formalisticamente” alla Michael Mann, ma che là fuori c'è un regista che è proprio fra le dieci migliori personalità cinematografiche in circolazione.
Ryan Gosling è il “pilota titolare”, ovvero “The Driver”, ancora senza nome e senza sfondo di un passato per tutto il film, proprio come Ryan O'Neil nell'originale capolavoro di Walter Hill. Come lui, è un solitario, laconicamente di poche parole, senza passato e apparentemente senza vizi, che guida automobili come se fossero un prolungamento del proprio corpo. Di giorno è un driver e stunt per “inseguimenti e pericolose scene di incidenti automobilistici” per produzioni cinematografiche di Hollywood, gestite da un piccolo truffatore e direttore di garage, Shannon (Bryan Cranston), ma quando cala la notte diventa il migliore e più efficiente autista per la fuga di rapine a mano armata.
I primi 10 minuti del film mostrano a tutti ciò di cui c'è bisogno di sapere per realizzare una sensazionale sequenza d'inseguimento e caccia automobilistica al seguito di una rapina – e l'abilità del driver nella fuga, al sottrarsi alle auto e agli elicotteri della polizia non si basa solo sulla gestione di una veloce Chevy, ma sulla sua precisione e un autocontrollo di sé inquietante, tutta in grandioso montaggio con la partita all'autoradio, aumentata di volume in un momento di massima tensione, che solo alla fine se ne potrà comprendere la funzione nella perfezione del suo piano di disimpegno, funzionale alla riuscita della fuga. Ma la precisione non è sufficiente, la chiave del successo del driver finora è stata il distacco. In una delle prime scene vediamo driver che espone il suo modus operandi ad un “cliente” - per la parte di denaro con cui viene pagato, per il periodo che precede il colpo e per una finestra di 5 minuti mentre si fugge. Tutto ciò che viola quella finestra prima o dopo farà sì che lui se ne sia andato e non lo rivedrete mai più.
Si tratta di una vita vissuta di notte in camere casuali di motel e dalla massima pianificazione di ogni possibile variabile, utilizzando telefoni cellulari a buon mercato, e non certo I-Phone, come schede non rintracciabili, che ricorda il carattere della filosofia di Robert De Niro in “Heat -La Sfida”.
"Non ti attaccare mai a qualcosa che non puoi lasciare in cinque minuti se senti la minaccia dietro l'angolo". E questa è anche la filosofia di vita del Driver, ed è anche vero che questo suo archetipo sta per essere sconvolto, quando uno spiraglio emerge nella sua armatura.
Il Driver si trova ad avvicinarsi alla sua vicina di casa e a coinvolgersi nella sua protezione, una giovane madre, vulnerabile, il cui marito ex-detenuto Standard (Oscar Isaac), è in debito con la mafia delle protezioni in carcere. Per cancellare il suo debito ingrossatosi e proteggere Irene e suo figlio giorno dopo giorno Standard deve compiere proprio una rapina in un negozio di banco di pegni, e a quel punto il Driver non se la sente si tirarsi indietro e si offre di aiutarlo. Ma Standard viene ucciso proprio mentre sta avviandosi verso l'auto dopo aver lasciato il luogo della rapina, e Driver si ritrova braccato, quando riuscito a fuggire dopo un tesissimo e strepitoso inseguimento d'auto, scopre che il colpo si è rivelato essere nient'altro che una trappola perfetta. Con un sacco pieno di 1 milione di dollari macchiati di sangue nel bagagliaio della sua auto e Irene e suo figlio sempre più in pericolo, il Driver è costretto a una rimonta e a una lotta sempre più brutale, tutta giocata tra garage, autostrade, e i locali notturni di una Los Angeles dopo il tramonto.
Splendida narrazione cinematografica, in perenne bilico tra Sergio Leone, Michael Mann, film di heist (anche particolarmente senza trascurare la parte propriamente “tecnica”,di preparazione del “ladro”, e dei colpi), film di epocale dinamismo e azione automobilistica come “Bullit” ('68) di Peter Yates o “Vivere e morire a L.A.” (To Live and Die in L.A.) ('85) di William Friedkin e una miriade di B-movie d'exploitation, fin dalla sua stilizzata titolazione di testa al neon viola sopra citata, “Drive” finalmente, è uno di quei rari film che sa bene cosa sia e cosa vuole essere, ma sa anche cosa stia facendo, e lo fa così bene che riesce davvero ad aggiornare e trasferire nuovi dinamismi a passati cliché. Il Direttore della Fotografia Newton Thomas Sigel e Refn insieme creano una visione di L.A. di grande mestiere, come pericolosa e inebriante - una città abbagliante illuminata di notte da un milione di lampade ad arco, luci a striscia, insegne al neon dei motel e faretti degli elicotteri della polizia.
Ogni punto di luce nel paesaggio sembra offrire pericolo e azione, è come se l'intera città fosse una barriera corallina subacquea illuminata attraverso l'acqua oscura e brumosa dalle luci di una nave in superficie. Gli scatti delle luci dal faro dell'elicottero della polizia su quel famosissimo ponte sullo scolmatore di Los Angeles in cui sono stati girati innumerevoli film e telefilm oltre che memorabili scene d'inseguimento automobilistico, proprio a iniziare da obbligatoria citazione, il succitato “To Live and Die in L.A.”, la gamma d'illuminazione e cromatica di Los Angeles all'inizio del film detta il tono, sono tutte immagini notturne incredibilmente nitide e che ti fanno voglia di immergerti nel mondo sotterraneo della città e vedere quali dinamiche e parabole esistenziali, come le traiettorie dell'azione, sono in fase di compimento al di fuori della legge. Il primo film losangelino e notturno dal medesimo impatto visivo e stilistico che viene in mente non può essere che “Collateral” ('04) ovviamente di Michael Mann. “Drive” ha molto dello stesso impatto, e raggiunge la stessa memorabile densità e atmosfera. Si tratta sempre di film che riescono a ritrarre e restituirci L.A. come un paesaggio dalla grintosa bellezza, interrotta da una violenza intensa, seducente, e iper-reale nella sua rappresentazione.
La colonna sonora è l'elemento che forse fa pulsare maggiormente un entusiasmo quasi da infarto emozionale. Un mix dei toni da sintetizzatore che lottano con la più belle syntho-pop orecchiabile degli anni '80, e richiamano alla mente sempre Mann e le sue eclettiche scelte synth-heavy per le sue colonne sonore di un tempo, in particolare la sua collaborazione con i Tangerine Dream in “Thief” e poi nell'affascinante e misterioso “La Fortezza” (The Keep) ('83), che ha segnato quindi non solo gli heist film di decenni fa, ma anche “Drive” del 2011, nel quale in realtà tutto si sente retrò, come potrebbe essere stato messo in atto negli anni '70 - telefoni cellulari e auto moderne a parte. E' anche un film che probabilmente avrebbe potuto essere realizzato anche senza dialogo, se non solo attraverso la talmente espressiva e emozionante colonna sonora, e i commentatori sportivi delle partite che si sentono alla radio. Da qualche parte ho letto che ci sarà un opzione sul BluRay proprio per questo, per poter vedere il film senza la colonna dialoghi.
Gosling è perfettamente intonato come personaggio dalla vita ritirata, apparentemente gelido come il ghiaccio, un solitario al centro di tutto. Come un attore che ha già ''occupato'' spesso lo schermo con il suo evidente carisma (vedi “Half Nelson”), è piacevole vederlo qui spesso riflesso sul quadrante del tachimetro della sua Mustang, in un'interpretazione essenziale, prosciugata fino a pochi gesti e sguardi, alla quale ha contribuito in maniera massiccia un abbigliamento iconico (aspetto già che mi arrivi via Ebay la giacca argento con il logo dello scorpione, ispirata direttamente da “Scorpio Rising” ['63] di Kenneth Anger) e alcuni intensi momenti di scene iperviolente piazzate a scioccare lo spettatore, come quella già molto famosa e bellissima del bacio in ascensore, dove Gosling si mostra abile nel lato fisico del ruolo. Carey Mulligan (che già nella scorsa stagione aveva interpretato la figlia di Gordon Gekko/Michael Douglas in “Wall Street: The Money Never Sleeps” ['10] di Oliver Stone) forse è inevitabilmente un po' in ombra dato anche il suo ruolo in sottrazione avente a che fare con la maggiore difficoltà del ruolo, ma il cast di supporto in caso contrario si distingue, in particolare Albert Brooks, che come attore comico pure di grande successo almeno negli Stati Uniti non mi aveva mai entusiasmato, il quale è evidente quanto si diverta a interpretare un tipo come l'ex-magnate di Hollywood che sembra aver deciso di essere un gangster dopo la fine della sua carriera di produttore negli anni '80. Bellissimo quando dice nel garage :- “Sai, ho prodotto un po' di film d'azione e sexy negli anni '80, hanno anche avuto un certo successo. Un critico scrisse, che avevano un qualcosa di “europeo”.
C'è una certa freddezza trattenuta e voluta, nelle interpretazioni, ma questo è in linea con il tono complessivamente gelido.
Andate a vedere “Drive”. Ignorare tutto quanto c'è stato prima e da cui è derivato, per chi è così sensibile e acculturato da coglierlo alla prima citazione, i vostri occhi e le vostre orecchie meritano la superba bellezza che li riempirà.
(seguono Trivia, fonte IMDB, tradotti e in qualche caso completati)
Refn ha sostituito come regista il britannico Neil Marshall di “Dog Soldiers” ('03), “The Descent - Discesa nelle tenebre” ('06), “Doomsday - Il Giorno del giudizio” ('08), e “Centurion” ('10), un altro dei migliori registi appena quarantenni in circolazione. Refn è stato poi preso per mano da Ryan Gosling per il progetto.
Ron Perlman, altro grande caratterista del cinema americano, ha avuto a suo dire il ginocchio in frantumi durante le riprese, quando un'onda lo ha colpito durante la scena notturna sulla spiaggia.
In preparazione per il suo ruolo, Ryan Gosling restaurò la sua Chevy Malibu del 1973 personale, che utilizza il suo personaggio nel film.
“Drive” è il primo film di Nicolas Winding Refn basato su un romanzo, e primo film di cui non ha anche scritto la sceneggiatura.
Jacinda Barrett fu provinata per il ruolo di Blanche.
Nicolas Winding Refn ha chiesto consiglio a Gaspar Noé su come rendere la scena della testa schiacciata a calci brutale e realistica (e Noé di queste cose se ne intende, per chi si ricorda di un'analoga celebre scena in “Irrevèrsible” ['02]).
Irene e Standard erano originariamente una coppia ispanica prima che venisse scelta Carey Mulligan per il ruolo di Irene.
Nicolas Winding Refn, nonostante ciò possa apparire dal tema del film, non ha alcun interesse feticistico nelle automobili. Egli non possiede una patente di guida e ha fallito il suo esame di guida 8 volte.
Ron Perlman ha avuto il ruolo di Nino dopo aver spiegato a Nicolas Winding Refn che voleva essere "un ebreo che vuole essere un gangster italiano, perché questo è quello che è, un ragazzo ebreo di New York".
L'idea di Driver di ascoltare la radio nel momento di massima tensione, nell'attesa che i rapinatori escano per fiondarsi nell'auto, è nata quando Ryan Gosling ha accompagnato Nicolas Winding Refn a casa sulle colline di Los Angeles dato che lui appunto non ha la macchina, mentre alla radio c'era un famoso pezzo degli anni'80 della rock band melensa REO Speedwagon. Refn al momento aveva un raffreddore.
Quando racconta al figlio circa il primo incontro con la madre Irene, Standard (Oscar Isaac) dice il suo cognome il quale è evidente che è 'Gabriele'.
Christina Hendricks, Ron Perlman, e Bryan Cranston sono tutti attualmente dei notissimi ”Mad Men” interpreti di popolarissime serie della TV via cavo americana. ( rispettivamente "Mad Men”, "Sons of Anarchy” e "Breaking Bad”).
Nonostante le immagini elaborate e realistiche di Los Angeles, Nicolas Winding Refn non era a conoscenza della città. Refn per conoscere la città ha trascorso la maggior parte del suo tempo con Ryan Gosling.
La splendida, strepitosa canzone sugli entusiasmanti titoli di testa, "Nightcall" di Kavinsky, è stata suggerita dal collaboratore alla scelta dei brani musicali Mat Newman. La canzone è stata già utilizzata anche in “The Lincoln Lawyer” ('11) di Brad Furman, con Matthew McConaughey, Marisa Tomei, Ryan Philippe, John Leguizamo, Michael Pena, Frances Fisher, Bob Gunton, e anche qui Bryan Cranston, e William H. Macy. Bel film al solito completamente ignorato dalla distribuzione italiana. Anche la costumista Erin Benach ha lavorato a entrambi i film.
Oscar Isaac ha lavorato con Nicolas Winding Refn per sviluppare ulteriormente il suo personaggio, Standard, come un archetipo ma anche meno stereotipato, dell'ex detenuto.
La Direttrice del casting Mindy Marin, la scenografa Beth Mickle e la costumista Erin Benach, avevano tutte lavorato con Ryan Gosling prima di "Drive". Quest'ultima ha disegnato i distintivi abiti per Gosling in “Half Nelson” e "Blue Valentine”, così come in questo film.
Angelo Badalamenti era stato inizialmente segnalato per comporre la colonna sonora prima che venisse invece scelto Cliff Martinez, ed è stata un'enorme fortuna in quanto Badalamenti purtroppo è attualmente piuttosto bollito.
Carey Mulligan ha vissuto a casa di Nicolas Winding Refn durante il suo orario di lavoro sul film.
Spoiler
I Trivia e le curiosità di seguito possono rivelare importanti aspetti della trama.
Secondo Nicolas Winding Refn, la scena della testa schiacciata a calci è stata tagliata tremendamente a causa della MPAA (Motion Picture Association of America), l'ente della censura americana, affermando che era troppo violenta.
Christina Hendricks (nel ruolo di Blanche), nonostante il forte richiamo della sua notorietà come protagonista della serie TV di enorme successo, ha meno di 10 minuti di tempo di presenza schermo.
A causa del suo piccolo bilancio, gli effetti cruenti sono stati aggiunti digitalmente sul sangue finto durante la post-produzione, per la sequenza cruentissima della morte di Blanche (che cita evidentemente “Scarface” ('83) di Brian De Palma, per la morte dell'assassino in tuta marrone armato di fucile, Cook, per la morte con il rasoio di Shannon.
Napoleone Wilson
Una coincidenza niente male, l'ho postato oggi anch'io! ;)
RispondiEliminaAd ogni modo, d'accordo su tutta la linea. Un film strepitoso.
sì mrford, pure l'amico einzige, ieri altri... un plebiscito per questo film, ahah!
RispondiEliminaDirei che il grande Napoleone mi ha convinto, e mi ha fatto venir voglia di vederlo.
RispondiEliminaAnche se a convincermi sarebbe già bastata la giuria di Cannes: per qualche strano motivo, mentre nell'ambito dei libri un premio è, nel 99% dei casi, una preziosa indicazione per NON leggere quel tale autore (con ovvie e clamorose eccezioni tipo il Nobel al grande Vargas Llosa), nell'ambito del cinema non mi è praticamente mai capitato che un film premiato a Cannes o a Venezia o a Berlino ecc. si rivelasse una bufala.
Ah, se nel mio campo ci fosse la gente appassionata e competente e onesta che si aggira nel vostro...
uhe' caggia'fa'? leggere la recensione e non guardare il film o prima guardare il film e poi leggere la recensione? Mannaggi'a'maronna...
RispondiEliminaIeri ero al cinema che volevo vederlo.. mi è toccato Kung Fu Panda 2...
RispondiEliminaaaaaaaaah
Ok tra te e Lucia mi avete proprio fatto venire voglia di vedere sto film...Da come ne parlate sembra veramente una ficata!
RispondiEliminaCi aggiorniamo.
rEn
vero zio, concordo in tutto. magari non sempre capolavori, oppure a volte avrei premiato per gusto personale più altri che non quelli impalmati, ma mai beccato sòle dai premi che citi. per venezia non posso dire altrettanto, ma il più delle volte roba ottima anche lì.
RispondiEliminaharmo, io me la sono letta, riletta, corretta, ecc... e il film me lo guarderò lo stesso! fai te :D
gus, incommentabile il tuo commento, ahahah! mi pare di capire che sei anche tu "sottopadrone" coi figli come me, e ti capisco. :DDD
sì rEn, ho letto che anche lucia apprezza... direi che andrai a colpo sicuro no? :)
mi sono arrivate mail di mie fan in panico per l'incipit della rece che appare equivocabile...
RispondiEliminaNO, NON HO SPOSATO NAPOLEONE IN QUANTO PERSONA FISICA, NO NO!!! HO SPOSATO LA SUA INIZIATIVA!
spero di avervi tranquillizzate tutte :)
non vedo l'ora di vederlo anche io :)
RispondiEliminauno dei film più belli visti negli ultimi mesi!
RispondiEliminabuon DriveDay a tutti :D
ragazzi, oggi ci dev'essere stata una congiunzione astrale particolare: a tutti gli effetti un DriveDay!
RispondiEliminasul film, cosa aggiungere? le rece di Napoleone sono dei piccoli trattati! il film, chiaramente, è uno spettacolo!
se persino robydick e co. parlano di un film di stretta attualità, è davvero il drive day! :)
RispondiEliminala rece di napoleone,come sempre bravissimo,mi incuriosisce assai..di questo regista ho visto valhalla e,ammetto,mi è piaciuto zero se non meno..vediamo come va con questo..
RispondiEliminaeh sì, purtroppo anche a me valhalla ha fatto lo stesso effetto di un termitaio in vacation sui miei maroni, ahah! però su pusher, e soprattutto sul mitico bronson mi devo inchinare e qua mi pare che siamo più su questi 2 che sul primo citato. devo ancora vederlo, poi mi esprimerò.
RispondiEliminaintanto ancora un grazie enorme a napoleone, rece doviziosa e completissima. e poi per aver dato il via alle rece di attualità. come detto nella presentazione, una cosa che davvero ci mancava.
ne ho sentito parlare benissimo di questo film, poi a me gosling piace molto. 'blue valentine' e 'half nelson' sono a loro modo dei gioiellini.
RispondiEliminaCompletamente d'accordo su (quasi) tutto. Sì, in questo film c'è tantissimo di Michael Mann, è inutile negarlo. E per questo è un gran bel vedere: a me la sequenza iniziale ha fatto pensare a 'Collateral', anche per il personaggio di Gosling: l'uomo qualunque che si ritrova coinvolto in una storia più grande di lui...
RispondiEliminaPer il resto c'è poco da aggiungere: film emozionante, catartico, crepuscolare, incredibilmente affascinante. Bellissimo.
La colonna sonora, poi, è veramente 'da urlo': è una componente BASILARE per il successo del film. Non sapevo della storia di Badalamenti (che però mi sembra di aver visto nei titoli di testa, ma non vorrei sbagliarmi...)
p.s. ah, il 'quasi' (vale a dire l'unica cosa su cui non sono troppo d'accordo) era su Walhalla Rising, il precedente film di Refn: lo vidi a Venezia due anni fa (credo) e mi ricordo che fu una mattonata colossale. Proiettato dopo pranzo al palabiennale, ben pochi rimasero svegli...
Quindi, in questo caso, viva Hollywood!
herr doktor, allora è roba tua, vai sicuro :)
RispondiEliminaahah! kelvin, anche te. povero valhalla... temo strali di fuoco di napoleone a riguardo, ma siamo grandi incassatori nevvero? e poi ci si diverte... :D
grazie per il commentone. :)
"Valhalla Rising" per me, certo, è un capolavoro, come per molti altri. Sì è ringraziato Angelo Badalamenti come supervisore ma poi è stato rilevato, per il lavoro già fatto,il compositore è però il sempre più bravo e lanciato Cliff Martinez già di "Traffic"('01)di Steven Soderberg e del sopra citato bello e recente, "The Lincoln Lawyer". Adesso al cinema con un'altra grande colonna sonora simil- postindustriale alla Moby dei bei tempi, quella di "Contagion" sempre di Soderberg. Notare nei ringraziamenti finali dei titoli di coda di "Drive" quello a Alejandro Jodorowsky,bizzarro e fuori contesto ma solo all'apparenza.
RispondiEliminaValhalla è piaciuto molto anche a un mio amico, a me invece piace fino allo sbarco sull'isola.. Piuttosto Bronson.. quello si.. grande interpretazione di Hardy poi..
RispondiEliminaIntanto complimenti per il matrimonio, cioè per la decisone di parlare di cinema al cinema in questi giorni ... come sai, i film li vedo quasi esclusivamente al cinema, guardo poco, pochissimo la tv, e i dvd ultimamente non riesco a vederli più (colpa di quel c... di digitale terrestre che mi ha mandato in tilt il tuto). Vabbe', premessa a parte, sconvolgente questa rece, completa ed entusiastica/entusiasmante che mi manda in casin i programmi della settimana: volevo andare a vedere A DANGEROUS METHOD, ma come faccio dopo una rece del genere? Boh, mah, stracult!
RispondiEliminagus, sei arrivato fino allo sbarco sull'isola? io sulla barca in bonaccia ho avuto un mezzo collasso :)
RispondiEliminagrazie alli. be', valli a vedere entrambi, what's the problem?
Ho appena finito di leggere la recensione di Drive su Mymovies. L'ha scritta Gianfranco Zappoli; il caporedattore del sito. La cosa incredibile è come riescano dieci righe a farmi imbestialire così tanto. Mi hanno sparato dentro un tale odio che se mi dessero dieci minuti in un ascensore con lui e i suoi amici "criticoni" omaggerei il film nel migliore dei modi. Gente che si permette di dire che è un film banale, inutilmente violento e pretestuoso anche. Se queste sono le firme di cui gli italopitechi si fidano credo che buona parte del cinema italiano meriti di fallire miseramente insieme con questi illustri signori che li appoggiano.
RispondiEliminaSu di voi non so cosa dire. Perfetti. Tra l'altro è la prima volta che leggo una rece dell'immenso Napoleone e conosco già tutte le curiosità che elenca sul film. Altri mille così e arrivo al suo livello!
Grazie ragazzi, davvero.
Sì, se avessi il tempo andrei a vederli entrambi in settimana (il problema, nelle piccole città con 3-4 cinema, è che i film stanno in cartellone una settimana e dopo ciccia ... comunque farò il possibile, anche un film dopo l'altro se riesco). Per il cinema questo ed altro ;)
RispondiEliminaGrazie e ancora congratulazioni ...
carciofo, grazie mille, a nome di napoleone ovviamente. mymovies è un sito di riferimento per molti, forse prima di stroncare un film come questo, pure premiato a cannes, dovrebbero pensarci su un po' di più...
RispondiEliminaalli, grazie ancora. vivere "in provincia" è bello ma... cmq anche a milano alcuni film durano ben poco. sto per vederne uno uscito da poco e già non più reperibile nelle sale e a detta di napoleone anche piuttosto bello.
Caro Carciofo rosso, My Movies e' uno dei peggiori in assoluto, basta vedere dalla poverta' di notizie, curiosita', forum, recensioni e giudizi sulla quasi totalita' dei film, eppure hanno sempre tanta prosopopea e altezzosita', non si capisce bene derivante da che, ma forse e' solo perche' sono pisani, essendo nato in una citta' come Pisa My Movies, non c'e da stupirsi assolutamente che sia quindi odioso.
RispondiEliminaCaro Alligatore "A Dangerous Method" e' il primo vero passo falso e nemmeno "mezzo" di uno dei miei registi preferiti in assoluto da sempre, ovviamente Cronenberg, ti deludera' e mi duole dirlo.
RispondiEliminaconfermo. l'ho visto qualche tempo faa in tv. mi è piaciuto zero..
Eliminasono mesi che mi preparo all'uscita di Drive ripescando l'intera filmografia di Refn. posto che non ho ancora visto Valhalla rising, tutti i suoi film rpecedenti sono eccezionali e meritevoli di essere visti (l'unico che è leggermente sottotono è Bleeder).
RispondiEliminaOttima iniziativa ed anche la scelta di "Drive" per inaugurare questa sezione che ci voleva.
RispondiEliminaSempre meglio!
Roby, ho linkato la tua recensione di "Faster Pussycat, kill! Kill!" nel mio ultimo post.
grazie lucien! m'è arrivato il feed insieme al tuo commento, stavo giusto venendo a trovarti :)
RispondiEliminaoggi un luminare del corriere, alberto pezzotta, assegna con fare generoso BEN 2,5 stelle a questo film. d'altronde, con paterna benevolenza, ne dà 2 a Bronson... ma va' a ciapà i ràt!!
RispondiEliminaahahahahaha E io oggi volevo postarne un pezzettino… che meraviglia! … di luminari ce n'è a iosa! maledetti orbi! :))))) baciiiiiiiiiiii
RispondiEliminaEhi! Ma vi paragonate a loro sul fondo? quasi quasi… :) se ci riesco lo faccio! se mi dicessi la dimensione max in larghezza (in pixel) ne farei uno da non 'patternare'! *
RispondiEliminaleggo solo ora la recensione di napo. siamo d'accordo, drive è un gran bel film. per ora il migliore visto quest' anno poverissimo di buone uscite.
RispondiEliminacome rece questa volta napo non mi è sembrato all'altezza del suo talento, un po' troppo imdb, ma è sempre un piacere leggerlo.
non ho capito il riferimento a pisa...
saluti
grazie milena... se vuoi ok!
RispondiEliminacon un "tuo collega" stiamo lavorando a un'immagine per il titolo e per il banner. se ti va per lo sfondo ti mando le caratteristiche in un mess su fb ;-)
immagine usata qua quasi per scherzo: vun, du, tri e quater: sem in quater randàs!
Eustaki hai ragione scusami, la prossima volta i trivia non li prendo da IMDB li prendo da Film TV o Ciak che è più affidabile e attendibile, secondo te...? O anzi no, me li invento proprio, così ci metto del mio anche lì. Ma pròp è ròb de Màtt.
RispondiEliminaahahah! bella chiusa meneghina napoleone! :D
RispondiEliminaeustakiiiii.... e' nnamo su! ;-)
vero è che occorre citare la fonte quando si riporta qualcosa da altri siti, pur traducendo e completando. ho provveduto a precisare la cosa nella rece.
ragazzi, mi spiace davvero per le vostre risposte risentite. è il miglior blog di cinema, roby è eccezionale e napo un mostro di bravura, sa tutto e di più, se una volta, con garbo, dico che poteva scrivere una recensione più incisiva, è solo un parere. imdb va benissimo, non mi riferivo al citare le fonti, solo all'impressione che mi ha lasaciato la rece, tutto qui. io continuerò a leggervi con piacere e se avrò qualcosa da dire (anche in dissenso ) lo farò.
RispondiEliminaa presto
Grazie Napoleone, senza questa tua rece non sarei andato a vederlo, per lo scarso tempo che ho quest'anno, ma per fortuna l'ho trovato e oggi pomeriggio ho visto prima "Drive" e poi "A Dangerous Method" ... "Drive" è un cult assoluto che rimarrà nella nostra memoria, come l'attore protagonista e la sua faccia impassibile (brava anche Carey Mulligan, che avevo già notato in Wall Street 2) ... insomma grazie. Sul Croneberg ammetto che non è uno dei suoi migliori ....ma devo farmi una doccia e riprendere fiato prima di dire qualcosa, troppa l'emozione per "Drive" ...
RispondiEliminaalli, grazie mille del feedback, sei sempre gentilissimo! :)
RispondiEliminacarissimo eustaki, non ci sono risentimenti, è tutto ok. dici "con garbo", e non ne dubitavo, ma si fa presto a fraintendere o intender male, che so... soprattutto quando non si usano faccine, battute... per iscritto è più difficile essere cortesi che a voce. chiaro inoltre che se si fa una osservazione critica diventa ancora più difficile. oh, mica voglio fare la lezioncina a nessuno eh! ahah! sappiamo tutti bene che è così. va be' dai, facciamo tutti esperienza :)
RispondiEliminacmq ho messo il link a imdb non per replicare a te, anzi. l'ho messo perché era una dimenticanza, è un atto dovuto e grazie a te me ne sono accorto, tutto qua, e ribadisco il grazie.
A colpo sicuro si. Anche perchè più amici lo vedono e più sento feedback positivi...spero di non avere troppa aspettativa e poi finire a schifio... Mi prenderò un giorno i miei soldini e soddisferò la mia curiosità ;)
RispondiEliminaVisto ieri sera. Intanto grazie del blog e della bella rece senza la quale forse me lo sarei perso (al cinema per lo meno).
RispondiEliminaBello dall'inizio alla fine. Avevo capito che il protagonista non avrebbe detto una parola, e forse mi sarebbe piaciuto di più se fosse stato così. Col protagonista zitto le scene erano molto più intense.
Magistrale il primo inseguimento: la calma del driver(dopo 3 minuti volevo già lo stecchino in bocca) insieme alla frenesia del momento tra elicotteri, auto della polizia alla ricerca e (assolutamente stupendo) la partita alla radio.
E spettacolare il secondo, quello dopo la rapina, Chrysler non se ne vedono molte all'inseguimento nei film. Fa la sua bella scena. Davvero spettacolare.
Le citazioni non le colgo mai. Nemmeno quella di Scarface(film che conosco a memoria). Comunque anche li la scena è stupenda. Quando il driver si appiattisce sul muro, e il tempo mi pare rallenti e lui decide cosa fare. bellabella
Domanda: Poi il protagonista va nel locale di spogliarello a trovare Cook. Li inizia a sudare alla grande. e chiaramente non è paura. Poi nell'ascensore sfonda la testa dell'altro killer. Non è ovvio che il protagonista ha una qualche malattia? magari tipo i ragazzi della colonia penale di alien3?
2a Domanda(@ Napoleone): Io non ci ho visto Sergio Leone nel film. Mi è impossibile forse perché film troppo diversi quelli di Leone. Mi piacerebbe che mi facessi un esempio. Così spero di coglierlo quando lo rivedo! :)
Bellissimo film, Grazie ancora per il lavoro che fate!
Caro Gus42 grazie davvero ancora dei tuoi elogi, per quanto riguarda "Scarface" la citazione netta è nella sequenza dell'assalto alla stanza d'albergo da parte dei due killer, il bagno in cui va a rassettarsi il viso Christina Hendricks ha una finestra con quelle caratteristiche limelle di vetro basculanti, o cosìddette "a bocca di lupo", attraverso le quali partirà proprio il colpo di carabina che farà addirittura saltare la faccia alla bella Hendricks. Una scena molto simile se non uguale è nella famosissima sequenza di "Scarface" quando Al Israel, il mitico narcos colombiano armato di motosega,minaccia Al Pacino/Tony e poi fa a pezzi Pepe Serna nella vasca da bagno.Quando finalmente Steven Bauer/Manny e Angel Salazar/Chi Chi si accorgono del loro ritardo e accorrono a irrompere nella stanza, sarà proprio dalla finestra a vetri basculanti del bagno che salterà per prima, mandata in frantumi dai mille colpi dal caratteristico rumore di mitragliata "a cucitrice", di una stupenda mitraglietta Uzi. In una scena praticamente uguale a quella di cui stiamo parlando, di "Drive".
RispondiEliminaPer quanto riguarda Leone, ma questo è in tutti i film di Refn, soprattutto nel capolavoro "Valhalla Rising", che come vedi anche da queste parti purtroppo non tutti hanno apprezzato proprio per i suoi tempi estremamente dilatati e d'attesa,Leone è presente in tutte le pause di lentissima contemplazione che si prende il film, come nel bellissimo prefinale quando Drive è seduto al posto di guida della macchina contro la luce liminare dell'ora del tramonto. E dalla fissità vitrea di uno sguardo che mai sbatte, neppure capiamo se è ancora vivo dopo l'accoltellamento probabilmente fatale che ha subito da Albert Brooks.E invece stava solo ripensando a tutto quello che gli è successo, adesso condannato alla fuga. Probabilmente per ciò anche la sua sudorazione nella scena che citi è dovuta a questo, che come in tutti i film di Refn è dato molto spazio alle reazioni umane, alle più forti emozioni umane e agli effetti che esse provocano,soprattutto fisicamente, quindi la sudorazione per la sua forte paura e tensione nella scena suddetta.Drive non è un superuomo,è solo una persona che è spinta all'esasperazione e si ritrova costretto, obbligato a dover compiere delle azioni e prendere delle decisioni molto velocemente, che mai e poi mai, avrebbe pensato uno come lui, troppo scaltro e "programmato", di essere portato a dover prendere, per difendere e proteggere delle persone a cui si è legato sempre più affettivamente, e per salvare sè stesso in seconda battuta.
RispondiEliminaGrazie mille delle risposte! In effetti ora che mi hai detto l'esempio del finale alla Leone mi sembra molto lampante!
RispondiEliminaAllora… sono in ritardissimo rispetto a tutti gli altri, ma porco g… questo film mi ha tenuta incollata in una sala semivuota per tutto il tempo e anche dopo che son riuscita a leggere i titoli di coda perché nel fluò anni miei ('80)! Fantastico film!
RispondiEliminaHo saputo una piccola curiosità su questo film:
RispondiEliminaNella colonna sonora è presente anche una canzone di Riz Ortolani "Oh My Love". La curiosità è che Refn ha costruito la scena muta per poter inserire al meglio questa canzone.
Visto con quasi un anno di ritardo, il film mi è davvero piaciuto moltissimo! Credo che lo annovero fra i 100 più belli che ho mai visto
RispondiEliminaGRAZIE GUZ42 PER LA CURIOSITà SUL FILM. IO L'HO VISTO SOLO LO SCORSO ANNO MA L'HO TROVATO MERAVIGLIOSO. SU SKY ME LO SONO RIGUARDATA A RIPETIZIONE. E NON MI STANCO MAI...
RispondiEliminaSTREPITOSA LA COLONNA SONORA ELETTRO POP, PARECCHIO ANNI 80 MA MOLTO MOLTO EFFICACE.
piwi