Robydick: attenzione, questa è una rece-dittico. Dopo quella di Keoma sul film, c'è la rece di Belushi sul documentario. Allacciate le cinture, c'è da ridere a squarciabudella, aggettivo per restare in tema.
Keoma è socio di fresco conio di questo blog, come avrete notato dal titolo del blog stesso che continua ad allungarsi... stasera ve lo presento per bene, ma se avete fretta è già presente in Redazione.
Esiste una linea sottile molte volte tra sublime e infimo, quella dimensione da Ai confini della realtà che relega le perle più preziose del nostro Bis, i cannibalici di Lenzi, i war movie di Margheriti, il colpo del drago de Il ragazzo dal kimono d'oro, e poi topi assassini, anticristi mischiati con Carrie, zombi dalle stesse musiche del capolavoro di Romero.
Eccoli i nostri figli degeneri, quelli che in un mondo di perfetto di gusto cinematografico sofisticato, un po' come le tette nei film di Bellocchio e Antonioni, noi relegheremmo nell'oblio vomitando bile verde, Oddio che schifo, Oddio che vergogna, e invece rimpiangiamo come anime perse in gironi di torture inenarrabili. Troll 2 fa parte di questi piaceri dimenticati, è la carbonara che sogni mentre chef maitre Burgoison ti serve la tartarre “Mais oui c'est très bonne”, è Tomas Milian che urla “Te devi da levà” mentre una fiction con la partecipazione straordinaria (e sticazzi dove li mettiamo?) di Gabriel Garko ti viene imposta dalla tua signora in odore di padrona, è l'urlo di Franco Nero in Vamos a matar companeros alla faccia di un governo ladro che piove e fa arrivare i treni in ritardo. Troll 2 è la prova più scellerata in campo registico di Claudio Fragasso (ma Pierino stecchino è nascosto ai nostri occhi), un autore che non ho paura, preparate pure gli ortaggi, a definire il migliore a livello visivo in circolazione. No perchè Fragasso ha fatto la storia del nostro cinema popolare, prima con gli horror in coppia con Mattei, poi con le sue opere in solitario, il Monster dog che mischia licantropi ed Alice Cooper, l'After death che sublima l'idea di Zombie 3 in un'orgia di colori da tavolozze pittoriche surrealiste, il thriller sofisticato dietro il titolo cafone di Non aprite quella porta 3 con tanto di simil Freddy Krueger imposto dalla produzione, e poi la svolta neo neo realista con Gimbo e le teste rasate al ritmo di tecno dance di Cammariere, il poliziottesco rivisitato di Palermo Milano e Coppia “Sei belissima” omicida, cose non proprio di secondo piano in un panorama morente come quello dei generi italici pre e post Dellamorte Dellamore.
Fragasso, sia dato atto, ha girato anche due tra le più belle fiction italiane degli ultimi vent'anni, qualcosa che gli autori de La squadra dovrebbero studiarsi, il pasoliniano La banda e il testosteronico Operazione Odissea, vero cinema filtrato in tv. E poi gira pure questo Troll 2, indecente dal punto di visto registico, diretto distrattamente, con lo pseudonimo di Drake Floyd al posto dell'inflazionato Clyde Anderson. Leggenda vuole che scelse questo nome per sviare una feroce diatriba, nata sul set di Monster Dog, con il produttore Edward Sarlui, coivolto pure in questo Troll 2. Sembra infatti che Sarlui non avrebbe fatto mai più girare nulla a Fragasso, ma, genio dei geni, tolta la riconoscibilità dello pseudonimo, Drako Floyd avrebbe potuto essere chiunque. La produzione di Massaccesi, la storica Filmirage, è arrivata agli sgoccioli, non abbiamo più il senso di ricca povertà che filtrava con Le case apocrife manzottiane, ma solo di squallore da B-movie d'imitazione, la stessa terribile sensazione provata davanti ad un The Crawler di Fabrizio Laurenti o un Interzone di Deran Sarafin. I troll sono nanerottoli vestiti di juta, truccati alla bene e meglio, con gli scarti depredati dai capannoni italiani della defunta Empire di Charles Band.
Il film, girato come Goblin, non ha quasi nessuna parentela con l'omonima favola dell'effettista Buechler a parte l'idea di una natura che corrompe la carne sostituendosi con essa, così da avere clorofilla al posto di sangue, in un'idea quasi cronenberghiana di metamorfosi della materia. Sembra che l'idea di questi folletti che per mangiare gli uomini li tramutano in piante, la parte più originale ed interessante della storia, sia nata alla sceneggiatrice Rossella Drudi cone risposta alle diete vegane tanto di moda all'epoca. Come dire “Mà basta la verdura mi magno la carne tiè”. La recitazione è scadente, gli attori non hanno una grande gamma di espressività, a parte una sorprendente Deborah Reed nei panni di una strega che anticipa, anche a livello recitativo, molte donne del cinema burtoniano. La regia alterna momenti di distrattezza incredibile per un autore così attento al particolare spettacolare (l'attacco dei folletti al ragazzo con gli occhiali è incredibilmente mal montata e mal concepita) ad altri di puro delirio visivo (l'amplesso con i pop corn, ma anche gli inserti videoclippari di allenamento della sorella di Joshua). La sceneggiatura invece risulta, volente o meno, un'ironico hellzapopping horror di demenza sublime dove le regole delle favole si mischiano con risultati devastanti a quelle del reale. Restano nella leggenda del sublime inenarrabile il piccolo Joshua che orina sul cibo, i dialoghi del nonno Seth, il “Oh my gooooood!!!” con mosca sul viso, il panino Bologna addentato al grido “Pensa al colesterolo” dei folletti, e il finale alla Invaders from the mars di Tobe Hooper.
Il film, sanguinoso senza sangue (grazie all'uso della clorofilla verde), fu un terribile flop che distrusse le velleità artistiche di gloria del giovane Michael Stephenson, già protagonista per Fragasso di La casa 5. Ma siamo in America, terra di sogni impossibili: nel giro degli ultimi dieci anni Troll 2 è diventato un fenomeno di culto al pari di The rocky horror pitcures show, con proiezioni di mezzanotte e raduni di fan. Ecco allora che il cresciuto Michael Stephenson ha girato su questo un delizioso documentario, The worst best movie. Ma credetemi di film peggiori ne esistono: questo al massimo per i temi, la regia, le scene a tratte scollegate, da' assuefazione del brutto, una vera e propria droga che una volta che l'assaggi è difficile farne a meno. E rimpiangiamo anche questo del nostro Bis defunto.
Robydick:
Ad accompagnare questo "trionfo" di film un bel pezzo di genere Death-Trash Metal. Sono i "The Very End" con "Ball And Chain". Occhio al volume del pc...
Se avete visto "Troll 2" sapete già dove si andrà a parare. Se non l'avete visto, qualche spiegazione é d'obbligo.
Film di Claudio Fragasso che nel corso degli anni ha acquisito la fama imperitura di cult in (quasi) tutto il mondo. Il giovane Michael Paul Stephenson, ai tempi protagonista bambino del film, rimane folgorato (in negativo) dalla visione dell'opera che, a suo dire, gli rovinerà la carriera. Ciò non gli impedirà di imbracciare la telecamera per immortalare la parabola ascendente che il film di Fragasso vivrà negli States, dove una folla di fans entusiasti ha eletto "Troll 2" con la poco gratificante qualifica di "peggior film mai girato".
Piuttosto paraculo, il buon Stephenson, non vi è alcun dubbio. Tuttavia, simpatie o antipatie bandite, non si può non riconoscergli il fatto di aver girato un documentario assai godibile. Quasi tutto dal punto di vista degli attori che parteciparono al film prodotto dalla Filmirage di Aristide Massaccesi e Donatella Donati. In particolare, il vero protagonista è indiscutibilmente George Hardy, dentista piacione, che viene poco a poco risucchiato dall'entusiasmo derivante dallo statuto cultuale appioppato ad una pellicola che si guardava con vergogna, se non con disprezzo. Proprio questo risulta il punto focale del film. Impossibile resistere alle luci della ribalta. Anche solo uno spiraglio di luce che illumini un poco l'esistenza.
Il fenomeno, prima ristretto, assume proporzioni impensabili grazie al passaparola e al lavoro di alcuni appassionati che organizzano visioni private e piccoli ritrovi, i quali, a poco a poco, interesseranno tutta la nazione, trasformandosi in proiezioni di mezzanotte affollatissime e acclamate. Hardy vi partecipa timidamente, ripreso dal collega Stephenson. Questione di pochi spettacoli. Il dentista, uomo piacente e gradevole, fisico da giocatore di football, si lascia trasportare dagli eventi tanto da diventare irriducibile testimonial di tutta quanta l'operazione. Ride, scherza, intrattiene i fans, improvvisa fino alla nausea battute dal film ("you can't piss on hospitality... I WON'T ALLOW IT" è ripetuta a sfinimento dello stesso). Il calore, la partecipazione e l'entusiasmo di coloro che accorrono è qualcosa che va oltre il mero sfottò nei confronti di una pellicola non propriamente fortunata, é un fenomeno che vive di vita propria, testimonia un affetto ed un apprezzamento reale per un oggetto strambo, delirante, che non si può non amare. Non a caso, gli attori che parteciparono al film sembrano vivere questa esperienza come in una bolla, in un universo parallelo dove il "brutto" diventa qualità estetica imprescindibile. A monte di tutto, le sequenze più riuscite e spassose sono proprio quelle in cui gli attori si confrontano con Claudio Fragasso e la moglie Rossella Drudi, richiamati negli States per assistere a cotanta celebrazione. Impagabile, Fragasso, che si incazza, rosica, s'incazza ancora di più quando sente parlare male, o peggio, con sufficienza della sua opera. "Siete dei cani", "Non vi ricordate", "Non é andata così", eccolo il Fragasso nazionale che in inglese claudicante appella coloro che non rispettano la sua professionalità. La contrapposizione tra la produzione cinematografara romana e l'america degli attori di cosiddetta seconda categoria è ingrediente che dona alla pietanza di Stephenson quel sapore in più che la contraddistingue tra portate spesso tutte uguali.
In più, seppur involontariamente, getta uno sguardo non proprio dolcissimo su tutti quegli attori protagonisti di cinema di genere che partecipano alle conventions con constanza quasi professionale, seduti agli stand in attesa degli appassionati, legati irrimediabilmente a film il cui culto è ancora vivo e pulsante nel cuore, e nel portafoglio, visto che i gadget non sono assolutamente gratuiti, degli ammiratori (si intravede persino Erica Anderson di "Nightmare 5" che fu pure "Zandalee" nel film di Sam Pillsbury con Nicolas Cage). Dopo una presentazione disastrosa in Inghilterra, pure i nostri eroi, faranno fagotto e ritorneranno in patria abbacchiati ma non scoraggiati di fronte alla dipartita. Risaltano nel metraggio, rispetto agli interpreti più giovani, le figure dei personaggi più anziani, straordinarie nella loro "normalità" come Don Packard, che ai tempi delle riprese soffriva di disturbi comportamentali, Robert Orsmby, il delirante Nonno Seth, e, soprattutto Margo Prey, che fu la madre di Stephenson nel film, donna con evidenti problemi personali, che testimonia l'altra faccia della medaglia, in cui solitudine, paranoia e malinconia costituiscono la regola e non l'eccezione.
Sia dato a Stephenson quel che è di Stephenson. Come già accennato il film è valido e una visione è assolutamente consigliata. Onore al giovane filmaker pure per aver inserito l'intervista al montatore Vanio Amici, che parla in inglese (sottotitolato) e la colonna sonora del grande Maestro Carlo Maria Cordio, autore di una valanga di partiture per Massaccesi, che improvvisa qualche pezzo del film. Rimane un gran paraculo, questo è certo, anche se è diritto dell'attore ritenere il film a cui ha partecipato una cloaca massima. Basta che Fragasso non s'incazzi. Connie Young (accreditata in "Troll 2" come Connie MacFarland, vista pure in "Ice Spiders" di Tibor "The Gate" Tacaks) rimane ancora una gran f..igliola. Ci sono tutti, ma proprio tutti gli interpreti originali del film, Jason Steadman, Jason Wright e pure il Darren Ewing dell'ormai mitico "Oh My Gooooood...". Non ci si è fatto mancare niente.
Chiusura con un estratto della pagina Wiki che descrive senza giri di parole la portata dell'evento:
Nel 2006 in America è esploso via internet il fenomeno "Troll 2". Dal 2007 si organizzano continuamente proiezioni notturne del film in tutta l'America, poi il fenomeno ha contagiato anche il Canada, parte dell'Europa, il Sud Africa, la Nuova Zelanda, e l'Australia. I fan partecipano in massa alle proiezioni vestiti come i protagonisti del film oppure da goblin. Dopo tutto questo l'ex bambino attore, ha chiamato più volte il regista per invitarlo in America a vedere il fenomeno. Il regista Claudio Fragasso e la sceneggiatrice e ideatrice del soggetto del film, Rossella Drudi sono stati invitati a Los Angeles e nello Utah per due anni consecutivi, il 2007 e il 2008.
Dopo un anno si è svolto il festival dedicato al film, chiamato "Nilbog Invasion" dove la coppia italiana viene invitata come ospite per presenziarlo. Il festival dura una settimana e accorrono fans da ogni parte del globo per parteciparvi. I fan gareggiano nei giochi dove si ricostruiscono alcune scene del film e nell'ultima sera all'aperto, nello stesso luogo dove è stato girato il film, si proiettano tutti i filmati d'imitazione di "Troll 2" realizzati dai fan, per poi proiettare l'originale.
Ah, pare che sia imminente "Troll 2: Part 2" della coppia Fragasso-Drudi. Buona visione.
Robydick:
Questa recensione di "Best Worst Movie" sarà pubblicata (forse) anche dagli amici di Hideout con cui collaboriamo. Film ancora non disponibile da noi in italia, un grande ringraziamento va al gruppo Italian Subs Addicted che ne ha prodotto eccellenti sottotitoli in italiano. Non necessari a Belushi, ma a me sì. Poi darò il link.
Scelta quasi obbligata per la rimusicazione in questo frameshow...
Eccoli i nostri figli degeneri, quelli che in un mondo di perfetto di gusto cinematografico sofisticato, un po' come le tette nei film di Bellocchio e Antonioni, noi relegheremmo nell'oblio vomitando bile verde, Oddio che schifo, Oddio che vergogna, e invece rimpiangiamo come anime perse in gironi di torture inenarrabili. Troll 2 fa parte di questi piaceri dimenticati, è la carbonara che sogni mentre chef maitre Burgoison ti serve la tartarre “Mais oui c'est très bonne”, è Tomas Milian che urla “Te devi da levà” mentre una fiction con la partecipazione straordinaria (e sticazzi dove li mettiamo?) di Gabriel Garko ti viene imposta dalla tua signora in odore di padrona, è l'urlo di Franco Nero in Vamos a matar companeros alla faccia di un governo ladro che piove e fa arrivare i treni in ritardo. Troll 2 è la prova più scellerata in campo registico di Claudio Fragasso (ma Pierino stecchino è nascosto ai nostri occhi), un autore che non ho paura, preparate pure gli ortaggi, a definire il migliore a livello visivo in circolazione. No perchè Fragasso ha fatto la storia del nostro cinema popolare, prima con gli horror in coppia con Mattei, poi con le sue opere in solitario, il Monster dog che mischia licantropi ed Alice Cooper, l'After death che sublima l'idea di Zombie 3 in un'orgia di colori da tavolozze pittoriche surrealiste, il thriller sofisticato dietro il titolo cafone di Non aprite quella porta 3 con tanto di simil Freddy Krueger imposto dalla produzione, e poi la svolta neo neo realista con Gimbo e le teste rasate al ritmo di tecno dance di Cammariere, il poliziottesco rivisitato di Palermo Milano e Coppia “Sei belissima” omicida, cose non proprio di secondo piano in un panorama morente come quello dei generi italici pre e post Dellamorte Dellamore.
Fragasso, sia dato atto, ha girato anche due tra le più belle fiction italiane degli ultimi vent'anni, qualcosa che gli autori de La squadra dovrebbero studiarsi, il pasoliniano La banda e il testosteronico Operazione Odissea, vero cinema filtrato in tv. E poi gira pure questo Troll 2, indecente dal punto di visto registico, diretto distrattamente, con lo pseudonimo di Drake Floyd al posto dell'inflazionato Clyde Anderson. Leggenda vuole che scelse questo nome per sviare una feroce diatriba, nata sul set di Monster Dog, con il produttore Edward Sarlui, coivolto pure in questo Troll 2. Sembra infatti che Sarlui non avrebbe fatto mai più girare nulla a Fragasso, ma, genio dei geni, tolta la riconoscibilità dello pseudonimo, Drako Floyd avrebbe potuto essere chiunque. La produzione di Massaccesi, la storica Filmirage, è arrivata agli sgoccioli, non abbiamo più il senso di ricca povertà che filtrava con Le case apocrife manzottiane, ma solo di squallore da B-movie d'imitazione, la stessa terribile sensazione provata davanti ad un The Crawler di Fabrizio Laurenti o un Interzone di Deran Sarafin. I troll sono nanerottoli vestiti di juta, truccati alla bene e meglio, con gli scarti depredati dai capannoni italiani della defunta Empire di Charles Band.
Il film, girato come Goblin, non ha quasi nessuna parentela con l'omonima favola dell'effettista Buechler a parte l'idea di una natura che corrompe la carne sostituendosi con essa, così da avere clorofilla al posto di sangue, in un'idea quasi cronenberghiana di metamorfosi della materia. Sembra che l'idea di questi folletti che per mangiare gli uomini li tramutano in piante, la parte più originale ed interessante della storia, sia nata alla sceneggiatrice Rossella Drudi cone risposta alle diete vegane tanto di moda all'epoca. Come dire “Mà basta la verdura mi magno la carne tiè”. La recitazione è scadente, gli attori non hanno una grande gamma di espressività, a parte una sorprendente Deborah Reed nei panni di una strega che anticipa, anche a livello recitativo, molte donne del cinema burtoniano. La regia alterna momenti di distrattezza incredibile per un autore così attento al particolare spettacolare (l'attacco dei folletti al ragazzo con gli occhiali è incredibilmente mal montata e mal concepita) ad altri di puro delirio visivo (l'amplesso con i pop corn, ma anche gli inserti videoclippari di allenamento della sorella di Joshua). La sceneggiatura invece risulta, volente o meno, un'ironico hellzapopping horror di demenza sublime dove le regole delle favole si mischiano con risultati devastanti a quelle del reale. Restano nella leggenda del sublime inenarrabile il piccolo Joshua che orina sul cibo, i dialoghi del nonno Seth, il “Oh my gooooood!!!” con mosca sul viso, il panino Bologna addentato al grido “Pensa al colesterolo” dei folletti, e il finale alla Invaders from the mars di Tobe Hooper.
Il film, sanguinoso senza sangue (grazie all'uso della clorofilla verde), fu un terribile flop che distrusse le velleità artistiche di gloria del giovane Michael Stephenson, già protagonista per Fragasso di La casa 5. Ma siamo in America, terra di sogni impossibili: nel giro degli ultimi dieci anni Troll 2 è diventato un fenomeno di culto al pari di The rocky horror pitcures show, con proiezioni di mezzanotte e raduni di fan. Ecco allora che il cresciuto Michael Stephenson ha girato su questo un delizioso documentario, The worst best movie. Ma credetemi di film peggiori ne esistono: questo al massimo per i temi, la regia, le scene a tratte scollegate, da' assuefazione del brutto, una vera e propria droga che una volta che l'assaggi è difficile farne a meno. E rimpiangiamo anche questo del nostro Bis defunto.
Keoma
Robydick:
Ad accompagnare questo "trionfo" di film un bel pezzo di genere Death-Trash Metal. Sono i "The Very End" con "Ball And Chain". Occhio al volume del pc...
Se avete visto "Troll 2" sapete già dove si andrà a parare. Se non l'avete visto, qualche spiegazione é d'obbligo.
Film di Claudio Fragasso che nel corso degli anni ha acquisito la fama imperitura di cult in (quasi) tutto il mondo. Il giovane Michael Paul Stephenson, ai tempi protagonista bambino del film, rimane folgorato (in negativo) dalla visione dell'opera che, a suo dire, gli rovinerà la carriera. Ciò non gli impedirà di imbracciare la telecamera per immortalare la parabola ascendente che il film di Fragasso vivrà negli States, dove una folla di fans entusiasti ha eletto "Troll 2" con la poco gratificante qualifica di "peggior film mai girato".
Piuttosto paraculo, il buon Stephenson, non vi è alcun dubbio. Tuttavia, simpatie o antipatie bandite, non si può non riconoscergli il fatto di aver girato un documentario assai godibile. Quasi tutto dal punto di vista degli attori che parteciparono al film prodotto dalla Filmirage di Aristide Massaccesi e Donatella Donati. In particolare, il vero protagonista è indiscutibilmente George Hardy, dentista piacione, che viene poco a poco risucchiato dall'entusiasmo derivante dallo statuto cultuale appioppato ad una pellicola che si guardava con vergogna, se non con disprezzo. Proprio questo risulta il punto focale del film. Impossibile resistere alle luci della ribalta. Anche solo uno spiraglio di luce che illumini un poco l'esistenza.
Il fenomeno, prima ristretto, assume proporzioni impensabili grazie al passaparola e al lavoro di alcuni appassionati che organizzano visioni private e piccoli ritrovi, i quali, a poco a poco, interesseranno tutta la nazione, trasformandosi in proiezioni di mezzanotte affollatissime e acclamate. Hardy vi partecipa timidamente, ripreso dal collega Stephenson. Questione di pochi spettacoli. Il dentista, uomo piacente e gradevole, fisico da giocatore di football, si lascia trasportare dagli eventi tanto da diventare irriducibile testimonial di tutta quanta l'operazione. Ride, scherza, intrattiene i fans, improvvisa fino alla nausea battute dal film ("you can't piss on hospitality... I WON'T ALLOW IT" è ripetuta a sfinimento dello stesso). Il calore, la partecipazione e l'entusiasmo di coloro che accorrono è qualcosa che va oltre il mero sfottò nei confronti di una pellicola non propriamente fortunata, é un fenomeno che vive di vita propria, testimonia un affetto ed un apprezzamento reale per un oggetto strambo, delirante, che non si può non amare. Non a caso, gli attori che parteciparono al film sembrano vivere questa esperienza come in una bolla, in un universo parallelo dove il "brutto" diventa qualità estetica imprescindibile. A monte di tutto, le sequenze più riuscite e spassose sono proprio quelle in cui gli attori si confrontano con Claudio Fragasso e la moglie Rossella Drudi, richiamati negli States per assistere a cotanta celebrazione. Impagabile, Fragasso, che si incazza, rosica, s'incazza ancora di più quando sente parlare male, o peggio, con sufficienza della sua opera. "Siete dei cani", "Non vi ricordate", "Non é andata così", eccolo il Fragasso nazionale che in inglese claudicante appella coloro che non rispettano la sua professionalità. La contrapposizione tra la produzione cinematografara romana e l'america degli attori di cosiddetta seconda categoria è ingrediente che dona alla pietanza di Stephenson quel sapore in più che la contraddistingue tra portate spesso tutte uguali.
In più, seppur involontariamente, getta uno sguardo non proprio dolcissimo su tutti quegli attori protagonisti di cinema di genere che partecipano alle conventions con constanza quasi professionale, seduti agli stand in attesa degli appassionati, legati irrimediabilmente a film il cui culto è ancora vivo e pulsante nel cuore, e nel portafoglio, visto che i gadget non sono assolutamente gratuiti, degli ammiratori (si intravede persino Erica Anderson di "Nightmare 5" che fu pure "Zandalee" nel film di Sam Pillsbury con Nicolas Cage). Dopo una presentazione disastrosa in Inghilterra, pure i nostri eroi, faranno fagotto e ritorneranno in patria abbacchiati ma non scoraggiati di fronte alla dipartita. Risaltano nel metraggio, rispetto agli interpreti più giovani, le figure dei personaggi più anziani, straordinarie nella loro "normalità" come Don Packard, che ai tempi delle riprese soffriva di disturbi comportamentali, Robert Orsmby, il delirante Nonno Seth, e, soprattutto Margo Prey, che fu la madre di Stephenson nel film, donna con evidenti problemi personali, che testimonia l'altra faccia della medaglia, in cui solitudine, paranoia e malinconia costituiscono la regola e non l'eccezione.
Sia dato a Stephenson quel che è di Stephenson. Come già accennato il film è valido e una visione è assolutamente consigliata. Onore al giovane filmaker pure per aver inserito l'intervista al montatore Vanio Amici, che parla in inglese (sottotitolato) e la colonna sonora del grande Maestro Carlo Maria Cordio, autore di una valanga di partiture per Massaccesi, che improvvisa qualche pezzo del film. Rimane un gran paraculo, questo è certo, anche se è diritto dell'attore ritenere il film a cui ha partecipato una cloaca massima. Basta che Fragasso non s'incazzi. Connie Young (accreditata in "Troll 2" come Connie MacFarland, vista pure in "Ice Spiders" di Tibor "The Gate" Tacaks) rimane ancora una gran f..igliola. Ci sono tutti, ma proprio tutti gli interpreti originali del film, Jason Steadman, Jason Wright e pure il Darren Ewing dell'ormai mitico "Oh My Gooooood...". Non ci si è fatto mancare niente.
Chiusura con un estratto della pagina Wiki che descrive senza giri di parole la portata dell'evento:
Nel 2006 in America è esploso via internet il fenomeno "Troll 2". Dal 2007 si organizzano continuamente proiezioni notturne del film in tutta l'America, poi il fenomeno ha contagiato anche il Canada, parte dell'Europa, il Sud Africa, la Nuova Zelanda, e l'Australia. I fan partecipano in massa alle proiezioni vestiti come i protagonisti del film oppure da goblin. Dopo tutto questo l'ex bambino attore, ha chiamato più volte il regista per invitarlo in America a vedere il fenomeno. Il regista Claudio Fragasso e la sceneggiatrice e ideatrice del soggetto del film, Rossella Drudi sono stati invitati a Los Angeles e nello Utah per due anni consecutivi, il 2007 e il 2008.
Dopo un anno si è svolto il festival dedicato al film, chiamato "Nilbog Invasion" dove la coppia italiana viene invitata come ospite per presenziarlo. Il festival dura una settimana e accorrono fans da ogni parte del globo per parteciparvi. I fan gareggiano nei giochi dove si ricostruiscono alcune scene del film e nell'ultima sera all'aperto, nello stesso luogo dove è stato girato il film, si proiettano tutti i filmati d'imitazione di "Troll 2" realizzati dai fan, per poi proiettare l'originale.
Ah, pare che sia imminente "Troll 2: Part 2" della coppia Fragasso-Drudi. Buona visione.
Belushi
Robydick:
Questa recensione di "Best Worst Movie" sarà pubblicata (forse) anche dagli amici di Hideout con cui collaboriamo. Film ancora non disponibile da noi in italia, un grande ringraziamento va al gruppo Italian Subs Addicted che ne ha prodotto eccellenti sottotitoli in italiano. Non necessari a Belushi, ma a me sì. Poi darò il link.
Scelta quasi obbligata per la rimusicazione in questo frameshow...
chi desidera vedere Troll 2 e/o Best worst movie, entrambi in ottima qualità e con sub ita, deve solo chiedere... ;-)
RispondiEliminaChe culo! Scherzo...Preferisco i "Ghoulies", in lavorazione in quella madida e felice estate del 1985, negli studi ex De Paolis della Empire di Charles Band, in cui vennero pero' girati anche grandi film come "Robojox"('88) e "From Beyond -Terrore dall'ignoto" ('86) del regista migliore della factory, e uno dei migliori in attivita' ancora oggi, secondo m'e, Stuart "Re-animator" Gordon.
RispondiEliminaGajardi 'sti "The Very End". Di "Ghoulies" ne hanno fatti un botto, almeno quattro, il ho una predilezione per il secondo, con il Ghoulie che esce dal cesso.
RispondiEliminagrazie ragazzi, a tutti e 2. pensare che quella di keoma doveva essere solo una presentazione del film, e invece...
RispondiEliminami sono scompisciato con troll2!! e ho visto di peggio, anche a me non è sembrato il peggior film di sempre... bho?!? però 'sti americani, quando fanno quelle cose mi fanno morire, ahah! e mi piacciono, devo dire. però dai, le battute feroci di fragrasso, da sole valgono la visione del documentario. :DDD
ma 'sti ammaricani hanno visto li film de' Muccino ?
RispondiElimina'A lì mortacci vostra, ammerica'.
harmo, ma li morte'... ahah! guarda che nun sbajano, perché quello de fragasso è brutto da culto, quello de quell'altro è da conati... :D
RispondiEliminatroll 2 è un capolavoro inverso! è vero che non è il più brutto mai fatto, ma ha dalla sua (e lo si vede nel documentario) che Fragasso ancora crede di aver fatto un bel film.
RispondiEliminaa farlo apposta un film così non ci si riuscirebbe!
Ciao Harmò!!!!
RispondiEliminaA' Frank! Ciao bello! Fragasso è un altro bel paraculo.
dici? cioè si, si vede che è paraculo (alcuni film si dice sia serviti per fare delle cosucce... vabbè) ma secondo me sul fenomeno troll 2, almeno all'inizio, lui non ci ha capito un cazzo!
RispondiEliminacioè se la prende troppo a male quando scopre che tutti sono andati a vedere il film per ridere.