Quest'anno ricorre il trentennale dell'uscita di questo Monumentale Capolavoro di John Huston, perché diciamolo subito, sia io che Napoleone, socio e amico che m'ha ricordato questa ricorrenza, lo riteniamo tale. Uno di quei casi felici che mettono d'accordo tutti, cinefili e consumatori distratti, amanti del ricercato o del semplice cinema d'evasione e di svago, giovani e meno giovani. Anno felice il 1981 per i film storico-sportivi, uscì anche "Chariots of Fire - Momenti di gloria" di Hugh Hudson, già celebrato da queste parti. Anche "Fuga per la vittoria" è ispirato a fatti realmente accaduti, poi ne parliamo.
Film molto noto, ad ogni modo ecco la trama in brevissimo:
Siamo nel 1941 in un campo di prigionia tedesco che raccoglie soldati di varie nazionalità, soprattutto americani ed inglesi. Un ufficiale delle SS vede i prigionieri giocare a calcio e tra loro riconosce un ex nazionale inglese. Lo stesso SS era un giocatore della nazionale tedesca agli ultimi mondiali disputati. Dal loro incontro e per iniziativa dell'SS nascerà l'idea di disputare a Parigi una partita tra i prigionieri alleati e una rappresentativa di soldati tedeschi. Superando varie e comprensibili difficoltà ed ostacoli da ambo le parti, la partita si farà. Anche se è un'idea folle in quel periodo, tutti hanno interesse a realizzarla: per i tedeschi è una grande occasione di propaganda; per i prigionieri occasione di fuga, che realizzeranno ma in modalità sorprendentemente diverse da come concordate coi partigiani francesi.
Se volete leggere una trama molto più dettagliata consiglio l'ottima pagina wiki, dalla quale copincollo le Curiosità:
"La particolarità di questo film è che per interpretare le parti dei calciatori alleati sono stati chiamati nel cast numerosi atleti professionisti di fama internazionale: Pelé, fuoriclasse brasiliano tre volte campione del mondo (1958, 1962 e 1970); Bobby Moore, capitano della nazionale inglese campione del mondo nel 1966; il belga Van Himst, il polacco Deyna, l'argentino Ardiles campione del mondo nel 1978, tutti leader delle rispettive nazionali, e altri ancora.
[...]
L'unico calciatore statunitense del cast, singolarmente, interpreta il ruolo di un atleta tedesco, il capitano Baumann. Si tratta di Werner Roth, nato nella ex-Jugoslavia da genitori provenienti dalla Germania e americano per naturalizzazione: su invito di Pelé, Roth si presentò alla produzione e fu ingaggiato per il film, inizialmente per recitare la parte di un calciatore francese schierato con gli Alleati. Ma quando John Huston si accorse che Roth parlava anche tedesco, gli affidò la parte di Baumann.
Gordon Banks, il portiere dell'Inghilterra campione del mondo 1966, ha allenato Sylvester Stallone durante le riprese del film.
Fernandez (personaggio di Pelé, n.d.r.) esce dal campo infortunato e, secondo le regole dell'epoca, non viene sostituito (le sostituzioni furono introdotte solo negli anni 50-60, prima in Sudamerica e poi in Europa): all'epoca il giocatore infortunato usciva, la squadra restava con un uomo in meno, che poteva poi rientrare - se ripresosi - in qualunque momento. Nel caso del portiere, questi poteva essere sostituito temporaneamente da un altro giocatore, cosa che avviene tutt'oggi se una squadra ha esaurito le sostituzioni".
(E' ovvio, ma è giusto notare che sono tutti calciatori non più in attività da tempo, chi più chi meno. Fa eccezione il grande calciatore argentino Ardiles, ancora piuttosto giovane e in grandissima forma. Nostra "amara conoscenza" ai mondiali che si disputarono proprio in Argentina, vinti dalla squadra di casa, solo 3 anni prima dell'uscita del film. Notevolissima anche la condizione fisica di Pelé, che nel 1981 aveva 41 anni.)
Un Filmone in tutti i sensi. Grandi calciatori a parte che si distinguono anche come attori, in particolare "O Rey" Pelé esibirà doti drammatiche insospettabili!, c'è un formidabile cast. Oltre al citato Stallone (oggi con questo comincia la rassegna "Stalloniana" che sarà poi curata da Napoleone) ci sono Max Von Sidow (ufficiale SS), Michael Caine (capitano/allenatore squadra alleati), e altri. Quantità di comparse da Kolossal d'altri tempi. Bellissima la colonna sonora di taglio sinfonico-orchestrale composta da Bill Conti. Storia pregnante della quale aggiungerò qualche dettaglio poi, e soprattutto scene ormai di culto, in particolare dall'arrivo allo stadio dei calciatori fino al termine della partita è un lunghissimo ed emozionante finale epico, mai raggiunto da nessun altro per film del genere secondo me. S'è avvicinato con ottimi risultati Clint Eastwood che non è certo un'esordiente, col pur bellissimo "Invictus", ma qua siamo al Vertice Assoluto ed è appunto di questa parte che più voglio parlare, anzi ve la faccio raccontare da... sì, proprio da lui.
Cap. Robert Hatch
(interpretato da Sylvester Stallone/Ferruccio Amendola):
fanculo, se non era per questa maledetta partita di calcio me n'ero già scappato da questa prigione di merda, non ne posso più di questi crucchi. e invece quella partita di calcio m'ha tolto tutte le possibilità, sono pure uscito per parlare coi partigiani e poi rientrato, ma si può!, m'han fatto rientrare al campo per dare le comunicazioni! ma come ho fatto ha fare una cosa simile? e l'ho fatta, non so perché, per giocare un volgarissimo sport coi piedi, meno male che un ruolo che usa le mani c'è... ora guarda qua, che stadio, pieno di cartoffen coi cani lupo, è mai sport questo qua? all'intervallo però si scappa, glie l'ho detto a Colby, i partigiani entreranno da sotto gli spogliatoi, e via! ... cazzo quante botte che abbiamo preso, l'arbitro fa la statuina in mezzo al campo, quei bastardi pure un calcio in bocca m'hanno dato, e Fernandez è dovuto uscire per una botta al costato. niente, stringiamo i denti, perdiamo 4 a 1, un gol glie lo abbiamo fatto, un'entusiasmo sugli spalti vero s'è levato, mica quello finto che trasmette per radio il cronista ai gol tedeschi, ma chi se ne frega, bisogna scappare...
- Hatch, noi vogliamo giocare, possiamo vincere questa partita. - mi han detto, col buco fatto e finito nella vasca, ci dovevamo solo calare e scappare, e ho risposto - COSAAAA?!?! MA VOI SIETE TUTTI MATTI, IO NON CI TORNO LI' DENTRO! - e invece ci sono tornato, senza di me non potevano rientrare in campo, e sono tornato, ma come cazzo... cosa ci hanno in testa questi? si sono dimenticati della guerra o pensano di vincerla a calcio e se poi vinciamo magari questi ci ammazzano pure, non sono agnellini... ora siamo qua, e bisogna vincere allora! 4 a 2, 4 a 3, lo stadio è tutto un urlo! ma è dura, ci annullano pure un gol valido, siamo in stallo, si attacca ancora senza più molte energie né fantasia. DAI! DAIII!!! rientra Fernandez, dribbling, passaggi, lo picchiano ancora proprio dove gli fa male e niente, continua! da dove gli viene la forza? non importa, continua, come un dio, e arriva il 4 a 4, cross da destra, una coordinazione che è armonia uomo-universo, si distende in volo e realizza una rovesciata che mai se ne potranno vedere più di così belle al mondo, dio non lo superi, al massimo ci fai pari e patta... e poi l'arbitro, mancano pochi secondi alla fine, ci fischia un rigore contro inesistente... stronzo, ma che cazzo dici? ma non cambia idea... guardami in faccia nazista, lo tiri tu il rigore? ti faccio il culo solo con gli occhi, pensi che mai potrai segnare? guardami! quella palla non entrerà in rete...
Sempre ricorderò l'inno francese, La Marsigliese. Uscire dallo stadio in quel modo, con una folla incontenibile, una massa critica devastante, resterà il ricordo più bello della mia vita, insieme a quello, lì, l'SS che sorridente ci ha visti uscire, e prima ancora s'era alzato in piedi, unico nella sua uncinata tribuna, ad omaggiare la rovesciata acrobatica di Fernandez. Lo Sport è questo, uno strumento di Pace e di Spettacolo, la Cultura più sana e popolare se ci si riesce a spogliarsi...
- Hatch, noi vogliamo giocare, possiamo vincere questa partita. - mi han detto, col buco fatto e finito nella vasca, ci dovevamo solo calare e scappare, e ho risposto - COSAAAA?!?! MA VOI SIETE TUTTI MATTI, IO NON CI TORNO LI' DENTRO! - e invece ci sono tornato, senza di me non potevano rientrare in campo, e sono tornato, ma come cazzo... cosa ci hanno in testa questi? si sono dimenticati della guerra o pensano di vincerla a calcio e se poi vinciamo magari questi ci ammazzano pure, non sono agnellini... ora siamo qua, e bisogna vincere allora! 4 a 2, 4 a 3, lo stadio è tutto un urlo! ma è dura, ci annullano pure un gol valido, siamo in stallo, si attacca ancora senza più molte energie né fantasia. DAI! DAIII!!! rientra Fernandez, dribbling, passaggi, lo picchiano ancora proprio dove gli fa male e niente, continua! da dove gli viene la forza? non importa, continua, come un dio, e arriva il 4 a 4, cross da destra, una coordinazione che è armonia uomo-universo, si distende in volo e realizza una rovesciata che mai se ne potranno vedere più di così belle al mondo, dio non lo superi, al massimo ci fai pari e patta... e poi l'arbitro, mancano pochi secondi alla fine, ci fischia un rigore contro inesistente... stronzo, ma che cazzo dici? ma non cambia idea... guardami in faccia nazista, lo tiri tu il rigore? ti faccio il culo solo con gli occhi, pensi che mai potrai segnare? guardami! quella palla non entrerà in rete...
Sempre ricorderò l'inno francese, La Marsigliese. Uscire dallo stadio in quel modo, con una folla incontenibile, una massa critica devastante, resterà il ricordo più bello della mia vita, insieme a quello, lì, l'SS che sorridente ci ha visti uscire, e prima ancora s'era alzato in piedi, unico nella sua uncinata tribuna, ad omaggiare la rovesciata acrobatica di Fernandez. Lo Sport è questo, uno strumento di Pace e di Spettacolo, la Cultura più sana e popolare se ci si riesce a spogliarsi...
Robydick:
C'è tutto in questo breve racconto del capitano. Se l'avete visto concorderete, se non l'avete visto sappiate che c'è Contenuto e Spirito di quel magico momento del Cinema di tutti i tempi.
Ora le dolenti ma doverosissime note a riguardo dei fatti che hanno ispirato questo film. Molti non lo sanno, ma la sceneggiatura trae origine da una storia vera, come anche wiki riporta: la tristemente famosa "Partita della morte", ne parlammo in occasione del meraviglioso "Sport, Sport, Sport!" di Elem Klimov, e a questo punto Fisso Indelebile il pezzo di wiki che ne parla qui dentro. Ho una regola d'oro: La realtà supera sempre le peggiori fantasie. Leggete se non è vero (a dx la locandina della partita):
"La partita della morte si tenne il 9 agosto 1942 allo stadio Zenith di Kiev in Ucraina, nazione allora sotto occupazione tedesca. Si fronteggiarono lo Start - una squadra mista composta da giocatori delle locali squadre della Dinamo e del Lokomotiv - ed il Flakelf, squadra composta da ufficiali tedeschi della Luftwaffe; l'arbitro fu un ufficiale delle SS. La città era deserta, ma lo stadio era pieno di poliziotti e di nazisti. I tedeschi si portarono in vantaggio, ma il primo tempo terminò 3-1 per lo Start.
Nell'intervallo un ufficiale tedesco raggiunse negli spogliatoi i giocatori ucraini allo scopo di convincerli a perdere la partita, soprattutto per non far ripetere ai nazisti la brutta figura di un 5-1 subito in un match precedente e la gara sembrò volgere a favore della squadra tedesca che giunse al 3-3, ma l'orgoglio dei campioni ucraini prevalse: vinsero la partita per 5-3.
Ancor prima di lasciare il terreno di gioco, i vincitori si resero conto di aver firmato la propria condanna. L'attaccante Korotchich fu torturato e poi fucilato, e altri sette giocatori finirono in un lager. Anche il portiere ed altri giocatori vennero uccisi - per rappresaglia - da lì a qualche giorno. Le cronache narrano che solo due furono i superstiti: Mikhail Sviridoski e Makar Goncharenko, proprio colui che con la sua doppietta aveva portato lo Start sul 3-1. Oggi in suo onore la Dinamo Kiev ha eretto un busto con la dedica «A uno che se lo merita»"
Non riesco nemmeno a commentare una simile vicenda. Se non la conoscevate, anche se avete visto il film consiglio di rivederlo provando ad immaginare, oltre al bellissimo happy-ending di John Huston che vi farà accapponare, il finale di Kiev. Apprezzerete maggiormente il momento in cui, grazie alle insistenze del capitano degli alleati di avere in squadra giocatori dell'est, arriveranno al campo un gruppo di giocatori forti, quelli che aveva chiesto, ma in condizioni fisiche spaventose. Sarà il maggiore delle SS stesso a dire al capitano che per i tedeschi "quelli dell'est non sono neanche considerati esseri umani". I campi di prigionia militare per quei soldati erano molto simili ai lager per gli ebrei. Riguardo poi all'affermazione dell'SS, è verissima e c'è un capolavoro del Cinema che la racconta, ambientato in Bielorussia, altro film di visione imprescindibile: "Idi i smotri - Va' e vedi". Il "caso" vuole che anche questo sia firmato da Elem Klimov.
Chiudo con una promessa: se mai avrò la fortuna di visitare Kiev, un omaggio al monumento in onore di Makar Goncharenko non mancherò di farlo.
Robydick
Frameshow accompagnato da un pezzo piuttosto noto, omaggio al paese che ha ospitato, seppur nella fantasia, questo memorabile incontro tra il Cinema, la Storia e lo Sport. Non occorre presentarlo.
Conoscevo l'episodio della partita della Morte e penso che se un giorno capiterò da quelle parti anche io andrò a rendere visita allo stadio di Kiev.
RispondiEliminaCapolavoro, non c'è altro da dire. Chissà se Sinisa Mihajlovic è a conoscenza della storia, sai com'è, conoscendo il tipo non vorrei che utilizzasse il metodo nazista, questa volta però rivolto verso i propri giocatori, su chi fa' il lavativo in campo.
RispondiEliminaA tal proposito non so se conosci la storia del campione austriaco Mathias Sindelar, per certi versi simile: te la riporto dal mio blog calcistico che, ahimè è fermo da tempo.
http://iononsonocampionedelmondo.blogspot.com/2010/06/in-memoria-di-mathias-sindelar.html
Ah, occhio roby, è un blog ad alto concentrato viola. ;D
sinceramente l'ho sempre trovato uno dei pegiori flm di Huston..regista che adoro,peril resto..ho amato tantissimo Ootto il vulcano, The dead, tanti suo western..ma questo francamente non mi piacque quasi per niente..ciao minatore.
RispondiEliminanick, magari organizzeremo un pellegrinaggio insieme! ;-)
RispondiEliminagrazie harmo, ho letto con piacere, una storia interessantissima! strano, non ho avuto reazioni allergiche pur entrando in quel postaccio... forse sto migliorando, ahah! :D
brazzz, mi spiace sai? io questo film l'ho visto da ragazzino e l'ho amato, in altre fasi della mia vita e m'è sempre piaciuto, ora da cinefilo conclamato pure... mha?!? :)
Senza nulla togliere ad un capolavoro successivo ('84) come "Sotto il vulcano" (Under the Volcano)con un Albert Finney forza della natura, hanno sempre accusato John Huston di avere realizzato con "Victory" un'opera "eminentemente"commerciale, come in effetti lo fu almeno dal punto di vista degli incassi, grande successo in tutto il mondo, e di essersi piegato ad una spettacolarizzazione empatica grondante di pathos "nazional-popolare", specialmente nelle lunghe sequenze della partita, realizzate (ma già in questo si nota invece la grande modernità del cinema di Huston, e la sua costante capacità di mantenersi al passo con i tempi, per le cinque decadi che ha attraversato facendo cinema, e che cinema) con l'ausilio dei migliori in campo dell'epoca per le riprese di eventi sportivi live, cioè gli operatori e i tecnici dell'ABC, per cui venne accusato di adottare un certo stile "televisivo", compiendo invece una fenomenale torsione: un'evento sportivo del 1941 dalla massima risonanza propagandistica, restituitoci con i mezzi spettacolari come solo gli americani sanno approntare di un'evento sportivo massimo come a supremo esempio, il Super Bowl. "Victory" è un film come pochi, come pochi, efficace nei suoi affondi emotivi e spettacolari, e lo spirito hustoniano fuoriesce alla fine in pieno, proprio nella splendida, commovente sequenza in cui Pelè convince gli altri a tornare in campo, nonostante la fuga e quindi la salvezza siano a portata di mano. E per ultimo, il riottoso Hatch, canadese pur improbabile portiere, ma grandissimo memorabile ruolo stalloniano, di un periodo in cui i suoi ruoli furono tutti memorabili. E che bel momento, quando Max Von Sydow si alza ad appaludire ad una giocata degli alleati, lasciando allibiti e increduli tutti gli altri gerarchi nazisti che lo attorniano nella tribuna, lui, ex-giocatore della nazionale tedesca, solo interessato alla bellezza del gioco del calcio e alla sua passione oramai sconciata, stuprata, e venduta ai mercanti del tempio, non può che lasciarsi emozionare e trascinare, quando è impossibile non riconoscerla. Soltanto già in questo momento, il film si scrolla di dosso ogni altra eventuale mediocrità toccando vette alte di idealismo hustoniano così leggendario di opere più recenti, e a ridosso di "Victory", come "L'Uomo che volle farsi Re"(The Man who would be King)('75)con Sean Connery e Michael Caine.
RispondiEliminaE nessuno purtroppo, ha ancora dato a Bill Conti (che musicò il film proprio grazie a Stallone, il film è proprio quasi un pò "autorialmente" di Stallone grazie a questo)quel che è di Bill Conti...Come sarebbe questo grandissimo film, senza l'entusiasmante, memorabile colonna sonora intessuta di marce, del "Re di Fanfare" Bill Conti, appena oscarizzato per la sublime o.s.t. di "Rocky II"....??
Grande recensione Roby, da lacrime agli occhi come il film, del resto.
Sono d'accordo con te poi, il finale epico con il bellissimo dissolversi in blu molto anni'70 della folla parigina festante che trascina e nasconde fuori i giocatori alleati facendoli fuggire, dallo stadio de "Les Colombès", è uno dei più epici e emozionanti mai realizzati, è difficile non susciti una forte reazione emotiva, catartica e liberatoria, bellissima fino alla commozione.
RispondiElimina-"Hatch, se scappiamo ora, perdiamo più che una partita."
RispondiElimina(Louis Fernandez -Pelè)
grazie napoleone, soprattutto per la tua consueta opera di "completatore" delle rece.
RispondiEliminami cosprago il capo di cenere, avevo anche in mente di parlare della colonna sonora, mi aveva emozionato in parecchi momenti come durante gli allenamenti, e poi quando ho scritto me ne sono colpevolmente dimenticato. ho giusto fatto ora una correzione, quando parlo del cast.
emozionante e disinvolto l'utilizzo di veri calciatori; rimane un cult anche perchè allora era chiar ochi fossero o buoni e chi i cattivi...altra era!
RispondiEliminabravo cirano, vero, allora era chiarissimo... oggi rischia di essere bollato come film comunista, ahah!
RispondiEliminaGrande, epico racconto di uomini e sport.
RispondiEliminaIl crescendo della partita è da brividi pur avendolo visto e rivisto non so neppure quante volte.
E il rigore parato da Sly è stata una delle mie scene di culto nel corso di tutta l'infanzia.
Bravi!
Eccomi non potevo mancare! Spettacolo di film. Mi ricordo quando l'ho visto la prima volta ero anch'io dentro la partita...fantastico! Bellissima recensione come sempre.
RispondiEliminalaura ciao! grazie :)
RispondiEliminaciao mrford, grazie!
RispondiEliminascusa, stavo dimenticando di salutarti.
a me ha ricordato anche la cosiddetta "tregua di natale" del 1914, forse l'ultimo episodio in cui il mutuo rispetto fra persone abbia prevalso sul fatto bellico. ovviamente, da quel momento le alte sfere dei vari eserciti si sono prodigate affinchè l'episodio non si ripetesse...
RispondiEliminabravo mauro, hai ragione, e quello accadde realmente così, episodio importante
RispondiEliminaCapolavoro d'arte la locandina! non l'avevo mai vista! cavolo! Devo informarmi sull'artefice! ;) *
RispondiEliminaciao petro'! sempre sul "pezzo" te eh? :***
RispondiEliminaMamma mi ragazzi! Alzi la mano chi non ha mai provato fare quella rovesciata?
RispondiEliminaAlzi la mano chi non ha mai sognato di mandare a quel paese quel tedesco che spinge Stallono?
E il rigore?
E dribbling di Pelè?
E...
non ce la faccio!
Memorabile tutto e poi la storia... la storia!
ciao ernest! anch'io giocavo a calcio sai? l'ultima rovesciata però l'ho fatta in età avanzata e ho il coccige che ancora mi maledice, ahah!
RispondiEliminafilmonissimo! mitico che ti sei ricordato l'anniversario eheh
RispondiEliminaUna nota immancabile al grande attore tedesco Anton Diffring nell'incisivo ruolo del commentatore prezzolato della partita. Sempre perseguitato per tutta la sua lunga carriera dalle parti di ufficiale nazista, inconfondibile e indimenticabile per il suo viso affilato, e i tratti aristocraticamente e perennemente "disgustati", oltre che esibitamente "ariani", lui che ragazzo nel '36 era fuggito con tutta la famiglia in Gran Bretagna per abbandonare la Germania e il Nazismo.
RispondiEliminaIl manifesto è quello bellissimo originale utilizzato negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. Non in Italia all'epoca dell'uscita al Cinema. Solo sulle prime vhs archeologiche da nolo della CVR Videorecording di Prato del 1983, e da alcuni anni sul dvd della Warner.
RispondiEliminaPelè che fa la rovesciata ai nazi. Cultissimo, bellissimo, caposaldo, ma che ve lo dico a fare. Anton Driffing "The Man who could cheat Death" '59 di Terence Fisher prodotto dalla Hammer.
RispondiEliminaDa piccola amavo guardare i film di Stallone, TUTTI, e li sapevo quasi tutti a memoria...e ne capivo la metà.
RispondiEliminaQualche anno fa decisi di rivederli in memoria della mia infanzia. Approdata a "Fuga per la vittoria" mi ritrovai a piangere visto che a 8 anni ricordavo tutto altro film, non avendo capito molto di cosa parlasse.
Bellissima recensione, condivisibile soprattutto per le emozioni che questo film suscita.
ciao belu'! il film che citi, non capisco bene... in che modo è in relazione con questo?
RispondiEliminacattivamaestra, benvenuta e grazie! anch'io ricordavo il film per caposaldi, rivisto ora come dici è diventato "di più"
Un film epico!
RispondiEliminaciao amos! decisamente... :)
RispondiEliminaEsattamente, "di più" (virgolettato), rende perfettamente.
RispondiEliminaGrazie e a presto.
rEn
ciao rEn, grazie a te :)
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