Trama da wiki: Il film parla dell'evoluzione di Jack O'Brien, un ragazzo del Midwest, e dei suoi fratelli. Il padre dà ai figli un'educazione severa per insegnar loro ad avere successo nella vita. La madre (Jessica Chastain), invece, fa conoscere loro il valore dell'amore e dei sentimenti. Nella mente di Jack i due genitori simboleggiano la natura (la forza talvolta brutale del padre) e la Grazia (la purezza dell'amore della madre). Gli O'Brien sono una famiglia texana di ceto medio e rigorosamente cattolica degli anni cinquanta. Il padre di Jack pretende da lui cose che solo gli adulti dovrebbero fare. Egli litiga spesso con il figlio e con la moglie, accusandola di essere una donna debole. Jack dopo un po' di tempo rinnega l'esistenza di Dio, desidera la morte del padre e inizia un percorso interiore confuso. La morte del fratello alla prematura età di diciannove anni non fa altro che aumentare il suo stato di angoscia e incertezza. Da adulto Jack è un'anima persa nel mondo moderno. Egli è spinto a capire il senso della vita e così vaga per il mondo in cerca di risposte. Il film si conclude con una visione onirica nella quale Jack ritrova sua madre e i suoi fratelli, riconciliandosi con il padre.
Sinceramente? Non volevo nemmeno guardarlo "The Tree of Life", poi ho ceduto per motivi che è inutile esporre. Questi film da crisi mistica dell'autore raramente riescono, e sono difficili da giudicare con obiettività, dato che inevitabilmente collimano o cozzano con le convinzioni personali dello spettatore. A giudicare dal riscontro internazionale di pubblico e dalla Palma d'Oro (e da un'altra infinità di premi) si potrebbe pensare che è riuscito. A giudicare invece dalla curiosa esperienza avvenuta in un cinema italiano, dove han proiettato nell'ordine la seconda parte e poi la prima senza che nessuno se ne accorgesse, qualche "sospetto" che il film sia perlomeno un po' strano ti viene.
Fonte
Farinelli e Bertolucci, col dovuto rispetto, ma di quale "...chiave psicanalitica e sociologica" andate dicendo? Il pubblico sta benissimo e in buona salute mentale, è proprio il film che su una trama semplice s'inventa una timeline piuttosto complicata. Si potrebbero fare degli esperimenti, tipo dividere il film in 4 parti, estrarre a sorte in quale ordine mostrarle, e vedere che effetto fa a chi non ha mai visto il film. Funzionerebbe ancora, parola di Robydick, nessuno si accorgerebbe di niente. Dividetelo pure in 8, in 16...
Passiamo oltre, vediamo gli aspetti positivi, alcuni dei quali rendono quasi unico questo film e di visione sicuramente interessante. Su tutti le bellissime riprese supportate da una grandiosa fotografia (Emmanuel Lubezki). L'mdp fluttuante vaga nello spazio come nel tempo e trasmette una continua sensazione di "sospensione". Commistione sapiente (un po' esagerata e prolissa ma incantevole) di immagini di natura e dei protagonisti, a sottolineare un'appartenenza universale di ogni piccolo Io. Ricercatissime le musiche sinfoniche e liriche, accostate a tema; particolarmente toccante il "Lacrimosa". Sono state composte da Alexandre Desplat attingendo a piene mani (così m'è parso) a brani classici, come il Requiem di Mozart. Colonna sonora consigliatissima quindi. Altro encomio per le prestazioni attoriali, mi sono piaciuti tantissimo i bambini in particolare. Brad Pitt e Sean Penn (quest'ultimo non è che compaia molto, in verità) tra i nomi di spicco, sottolineo però la splendida Jessica Chastain, della quale ha parlato recentemente Napoleone in occasione dell'ottimo "Take Shelter" (2011, Jeff Nichols).
Non si può proprio negare che "The Tree of Life" sia una notevole esperienza visiva e nel suo mettere insieme musica e immagini ti rapisca corpo e mente.
Se però la Mente rimane un minimo desta ecco che allora, a mio parere e gusto, non si può fare a meno di restare sconcertati. Della trama già ho espresso giudizio, dicendo che è semplice e ribadisco: la storiella del bambino difficile causa padre severo. In mano a uno come Shane Meadows per fare un esempio, o a Ken Loach tanto per farne un altro, o anche a Darren Aronofsky per citarne uno americano, si sarebbe esaurita in 5-10 minuti nella sua essenza, lasciando il resto della narrazione ad altro o perlomeno ad approfondimenti. Passiamo oltre ancora, in effetti la storiella è solo un pretesto, Terence Malick capiremo presto vuole fornirci la sua visione sul Senso della Vita, sulla Grande Verità. Ce lo dice la voce fuori campo subito all'inizio, voce che messa in bocca all'uno o all'altro personaggio compare spesso. Afferma che la vita ci mette di fronte a 2 possibili scelte: seguire la Grazia o la Natura. Mi si è accesso immediatamente l'allarme "Attenzione, predicozzo cristianoide in corso, attivare scudi etico-agnostici!". Allarme rivelatosi giustificatissimo, e gli scudi hanno fatto, bene come sempre, il loro sporco quanto necessario lavoro.
Bisogna rispondere alla morte, al suo Dopo, al suo perché per chi rimane. Lo si fa cercando nella vita dell'individuo il nesso con la vita dell'universo. La Natura viene mostrata con la severità del padre che alla fine risulterà il più "vero" dei personaggi insieme al figlio difficile. La Grazia con la madre, dolce e gentile, personaggio tutto sommato plausibile. Si finirà con la voce che ci dice in buona sostanza "L'amore è la sola soluzione". Soluzione di che? Come si concretizza questo amore? Non si sa, allora si chiama in causa dio, lui ci potrà dare delle risposte, che ovviamente non ci saranno, perché dio non c'è e perché non c'è nulla a cui rispondere. La Natura, che viene ritratta solo come bellissima quanto cinica, è la sola verità che possiamo ammirare e in parte comprendere. Malick lo sa, lo sente, ecco allora queste infinite scene di astri, animali primordiali, bellissime, fino a quella che colpisce più di tutte, mostra tutta l'indecisione del narratore e fa scappare la lacrimuccia alla nonnina col plaid e il nipotino in braccio: un dinosauro carnivoro (una specie di raptor, non me intendo) cattura e blocca un altro dinosauro (sorta di grosso tacchino senza piume), già stremato e in fin di vita.
Natura vorrebbe che lo divorasse. Invece no, miracolo della Grazia, lo lascia lì senza alcuna ragione, incolume. Eh già, perché l'evoluzionista non può proprio negare in toto l'insensatezza del creazionismo biblico, è più forte di lui! Allora c'è un "qualcosa" che realizza il miracolo, che in quel momento non può essere dio (perlomeno, il raptor non mi pare rivolgersi al cielo prima dell'atto compassionevole). Roba da non credere, manco nei cartoni animati...
Non si sa bene da che parte stare, ecco il problema. Si spera che il film, crescendo, trovi un po' da sé le risposte, ecco allora un montaggio complicato trovare giustificazione: ogni ordinamento delle scene ha senso perché il senso non c'è e tocca allo spettatore inventarselo. Quella scena del raptor non è uno scivolone, è sintomatica. Non è semplicemente risibile, è stupida. Verità sarebbe stata mostrarci il carnivoro divorare senza indugi il tacchinosauro. Questa è la legge universale. Siamo noi occidentali a vederla come crudeltà, ma non è così. In Oriente ad esempio la chiamano Legge della Compassione e coincide con la Legge di Nascite e Morti. La "crudeltà" risiede nell'ergersi al di sopra della Natura, come solo la specie umana sa e pretende di fare. In Natura i deboli e i morti diventano cibo per i forti e i vivi, altro che storie. Se la specie umana talvolta capisce che i deboli possono essere una risorsa e meritano attenzione è perché talvolta riesce a manifestare più intelligenza che animalità, e la Grazia piovuta dal cielo non c'entra, non esiste, non ci serve.
Contesto con forza i contenuti di "The Tree of Life". Il messaggio diseducativo e fuorviante di questo film è quasi pari a quello proposto dal cristianesimo, ma anche dall'islamismo, dalle religioni monoteiste in generale, le più grandi piaghe culturali che hanno colpito la specie umana nella sua storia e continuano oggi come in passato la loro diabolica opera senza conoscere sosta.
Contesto anche il parere, espresso da qualcuno, che ha voluto definire, nobilitandolo, questo film come un'opera che esprime un sostanziale panteismo. Va bene che le opinioni sono sempre lecite, ma questa è veramente una fesseria. Chi l'ha espressa farebbe bene, per il suo bene, a leggersi gli scritti del vero fondatore mondiale del Panteismo, oppure a guardarsi l'ottimo film omonimo: "Giordano Bruno" (1973, Giuliano Montaldo). Con l'occasione, rendiamo onore alla Grazia cristianissima che lo bruciò sul rogo.
Di Terence Malick continuo a preferire la sua opera prima da regista, l'imperdibile "Badlands - La rabbia giovane" (1973), film di poche chiacchiere e tanta sostanza.
Robydick
Bella recensione, solidamente argomentata e organizzata nella forma, con cognizione/i di causa che neanche tanto mi appartengono/rebbero, in sincerità. Però sai anche che non sono d'accordo su parecchio. Tutti gli argomenti sono stati già comunque e praticamente utilizzati, contro questo film da molti altri, e sono stati praticamente gli stessi come pure i tuoi, utilizzati nel 1968/'69 alla prima uscita di "2001: Odissea nello spazio". Dovrebbe dire tutto. Quando si riescono e lo dico senza facili suggestionabilità, a realizzare opere veramente d'arte, e così totali,è ovvio che -per fortuna- il plauso non possa essere così pronto,generalizzato, e totalizzante. Per innumerevoli motivi che sarebbe stancante elencare qua.
RispondiEliminaPer me semplicemente,è/stata un'esperienza cinematografica che non provavo da tanti troppi anni, uno dei massimi capolavori che abbia visto in vita mia.
non ne ho praticamente lette di recensioni su questo film. nel '68 poi avevo 3 anni... è farina pura e diretta del mio sacco.
RispondiEliminanon so per odissea, ma per questo film a giudicare dall'infinito elenco di premi perlomeno, mi sembra che di plauso non ne manchi.
Napo, se vuoi puoi scrivere anche te una recensione che a quel che capisco sarà opposta alla mia. sai che non c'è problema, anzi, ben venga
RispondiEliminaRoby, concordo in pieno.
RispondiEliminaUn film sicuramente affascinante, ma che risulta vuoto e poco "sostanzioso", lontano dallo stupendo La rabbia giovane.
Per non parlare di 2001, davvero su un altro pianeta rispetto a questa sorta di documentario del National Geographic in versione d'essai.
Nooo, siete proprio fuori strada. E comunque, lo so benissimo che tu non hai preso spunti da alcunchè Roby, però se vai a leggere molte recensioni di "2001" dell'epoca, di Vincent Canby e Judith Christ, non crederesti a ciò che vi è scritto. E non parliamo di recensioni apparse su riviste come quelle di cui parlavamo negli ultimi giorni,ma del N.Y. Times e del Wall Street Journal.
RispondiEliminaE penso che film più premiato di "2001"(Oscar a parte) ormai non esista, quindi anche per "The Tree of Life" conta come aspetto di differenziazione ma non determinante, e comunque anche Malick Oscar non ne ha vinti.
E' la vita stessa allora, che è forse davvero "vuota e poco sostanziosa", ma per questo cosa bisogna farci,come disse William Holden in "Quinto potere", non è anche vero?
P.S. : Io me ne sarei accorto, della proiezione a rulli invertiti, di "The Tree of Life".Se l'ormai troppo reclamizzato episodietto non fa certo onore a young and dead Bertolucciola e soci, ne fa ancora meno ai sedicenti cinefili(ofili in questo caso?) bolognesi.
RispondiEliminaMrFord, io stavo per citare SuperQuark nella rece, ahah! poi ho cancellato, anche perché il lavoro che c'è dietro e si percepisce nitido, la notevole e indiscutibile estetica, non meritavano un simile affronto.
RispondiEliminaHo contestato con vigore gli assurdi contenuti. Insisto, ne sono convintissimo.
Napo, non vedo l'ora di leggere la tua rece, sinceramente. Non cambierò parere, ma avere nel blog entrambi i punti di vista sarà una cosa che mi farà molto piacere.
Io non ne posso più di questi cazzo di film che vogliono risolvere il significato della vita. Aspetta di leggere cosa ho scritto de "Il cavallo di Torino", l'ho fatto a brandelli. Potrei dirti la stessa cosa di libri, canzoni, qualunque forma d'arte che ha questa arrogante pretesa. La vita è vuota e poco sostanziosa per questi miserandi miserrimi, io non la penso così. Anche nei momenti in cui sei talmente nella merda, in ogni caso "stai vivendo" qualcosa che dà significato. Persino la decisione di suicidarsi è una decisione, cioè un atto di volontà. Questo, come il film di Bela Tarr (molto peggio ancora), implode su sé stesso e alla fine che fa? ti spiattella la soluzione: ci vuole dio. "ma mi faccia il piacere, mi faccia...", ahah! Se devo vedere qualcosa in argomento, mi riguardo Enter the Void, almeno mi diverto e non m'addormento e ho bisogno di divertirmi quando vedo un film
va be', quel "episodietto" come lo chiami te non potevo proprio non citarlo. e ironizzarci è stato doveroso! poi su bertoluccia e compagnia sai che siamo d'accordissimo...
RispondiEliminaMalick "miserrimo"..., messo insieme e Bela Tarr? Màh...
RispondiEliminaehi... io attacco l'opera, mai la persona anche se capisco potevo essere frainteso. sai comunque che la penso così
RispondiEliminaTi do solo un consiglio paradossale davvero col sorriso sulle labbra, non avvicinarti mai all'opera di Kubrick, perchè solitamente se si trova noioso un film di Malick, il più "kubrickiano" del cinema, figuriamoci Stanley stesso."2001", "Barry Lyndon", ma anche tutti gli altri, non sono certo film definibili atti a "divertire".
RispondiEliminava be', ma per "divertire" non intendo che deve farmi ridere o stimolarmi le zone erogene, intendo che alla fine della visione sono contento d'averlo visto, che mi ha lasciato qualcosa... possibile che debba fare a te una precisazione simile? ma se mi sono "divertito", inteso come "entusiasmato", a vedere la trilogia religiosa di Bergman!
RispondiEliminadi Kubrick mi piace tutto di quel che ho visto. 2001 meno degli altri, decisamente una gran mattonata sulle gonadi in certe fasi, ma mi piace. i migliori secondo me: barry lindon, arancia meccanica, dottor stranamore, lolita. altro che film noiosi! mi piace anche eyes wide. qualcuno qua c'è. non li recensisco volentieri però, per deferenza, non mi sento all'altezza
a me è piaciuto, e anche molto :)
RispondiEliminaDear Roby, non concordo sul fatto che siano insopportabili i film sui massimi sistemi. Il dio Ingmar ne ha fatti tanti e sono opere straordinarie. E anche il dio Dreyer. Solo che per parlare di certe cose bisogna avere degli zebedei d'acciaio e, inoltre, non farci un film perché si è presi da una crisi del momento, ma perché ci si rumina da tutta la vita. Che poi a ben guardare il senso della vita è un mistero e non si può spiegare ma solo esprimere. E in questo senso hai ragione a bastonare chi vuole spiegarlo. Anche perché di solito sono saccenti. Sono discese sdrucciolevoli, sulle quali mi pare sia già scivolata gente del calibro di Wim Wenders.
RispondiEliminasiamo sulla stessa linea. infatti ho scritto: "raramente riescono...", riferito al/i film. Bergman mi pare d'averlo anche citato nei commenti, non l'ho mica fatto a caso ;-)
RispondiEliminanon è un caso nemmeno il numero di film di wenders presenti nel blog, prova a dare un'occhiata quanti ce ne sono...
Ma Wenders e' stato un grandissimo che c'entra se dopo una filmografia di almeno 15 ottimi e eccellenti film si sia imborghesito e banalizzato come succede quasi a tutti, con l'età. E' nostra colpevole mancanza che non ce ne siano ancora, in questo blog, e dovremmo riuscire a rimediarvi quanto prima. Malick e' una grandissima personalità forse tolto Mann e James Gray, la più grande in assoluto del cinema attuale,in qualsiasi singola inquadratura e sequenza di "The Tree of Life" e più bella Me vi e' più genialità compositiva e formale di quasi dieci anni interi dell'ultimo cinema americano. Per arrivare a. completare un'opera d'arte totale e totalizzante come " The Tree of Life" a Malick ci sono voluti decenni. E' l'unica opera cinematografica ripeto, che grazie anche alla supervisione di Douglas Trumbull, e quasi senza CGI, come per "2001", ti fa credere davvero di essere li', ad assistere alla primigenia creazione. Concentrarsi sul dinosauro li' cos'è un Tirannosauro, evoluzionistico si' creazionistico no,, e' un po' come concentrarsi sul classico dito e non sul cielo o volta stellata indicata. Porsi ideologicamente di fronte ad un'opera come questa e' errato e impossibile, ti spunta fatalmente le/la proprie convinzione/i
RispondiEliminaho visto 10 minuti e l'ho registrato... è li da qualche mese.... dubito che lo vedro' entro l'anno, per no dire che lo cancellero' presto. Ho dubbi in merito al da farsi.
RispondiEliminaImperdibile contributo.
RispondiEliminaIo già quando è uscito avevo espresso la mia opinione del tutto negativa su questo film.
RispondiEliminaLo aspettavo da una cosa come 3 anni. Guardavo e riguardavo il trailer.(forse il più bello di sempre?) Il poster.
Poi lo presentarono, non so a berlino penso, e cominciarono i paragoni con 2001.
Benigni disse una cosa tipo 'è come vedere Michelangelo mentre dipinge la cappella sistina'.
Quindi ero in questa sala, ci saranno state 20 persone, emozionato. Prima di metà film eravamo rimasti in 10, alla fine anche meno.
Perché paragonarlo a 2001? Io ho visto quasi tutto di Kubrick, è magnifico. e 2001 è il suo più grande capolavoro, a valutarlo oggettivamente è probabilmente il più grande capolavoro della storia del cinema.
Cosa ha di simile questo film? Una trama già vista in un oceano, UN OCEANO di banalità visive. (banale, non brutto eh)
Kubrick non si merita questi paragoni, altro che. I dinosauri, i pianeti... Solo immagini. 2001 è un viaggio, non una foto.
PS: Roby, scherzavi su superquark. io ho mezzo guardato la prima puntata della nuova stagione di qualche settimana fa, era un documentario su artide e antartide. Immagini veramente magnifiche come quelle di questo film. Ma a differenza di The Tree of life non era per nulla noioso.
EliminaGus, sei tremendo! ahah!
EliminaSi vabbè, che ffamo? Proiettiamo Superquark ar cinema? Va bene che il film piaccia o non piaccia, ci mancherebbe, ma Angela mejo de Malick, "per nulla noioso", mè cojoni, nun sò ancora pronto per questo cose, E daje, su.
RispondiEliminaMeno male, finalmente, grazie del tuo contributo Belushi, infatti..Kubrick è stato oramai talmente totemizzato e cristallizzato come egli non avrebbe mai voluto in vita, che neppure riesce a passare per la mente ci possa essere qualcuno, un cinema, che per composizione dell'inquadratura, perfezione formale, espressivismo figurativo, non gli è inferiore. Questo è Malick e pochissimi altri che ho citato. Se ne manca qualcuno, di quelli contemporanei, non arrivano comunque a tre. Massimo rispetto per Angela (padre),Piero, figlio anche di insigne antifascista della prima ora. Ma, che c'entra con Malick, un cineasta che ha diretto in quasi quarant'anni solamente 5 pellicole, tutte capolavori o quasi. Ma "The Thin Red Line" l'hanno visto,"I Giorni del cielo", suo ultimo film per vent'anni, "The New World"? E poi scusa, senza ombre di polemica Roby ma anche "La Rabbia giovane", potrà forse sembrarlo ma non è un film di genere, è un'opera di alta concettualità, sarà più essenziale ma non è di certo un film di diretta facilità ...A che senso scrivere un'altra rece di "The Tree of Life" quindi se le opinioni correnti sono queste, mi astengo da ogni commento.
RispondiEliminaP.S.: Non c'entra niente e dai grandi creatori di cinema visionario si casca ai più svaccati pecorai, ma ho visto "The Expendables 2", che delusione dal primo film, e che severa battuta d'arresto generale, se non al botteghino, per il finora ritrovato Stallone. Se ci scrivo la rece a questo punto non avrei bisogno, come si diceva una volta, di doverci versare tanto inchiostro. Sarà davvero tutta colpa-prevedibilmente- di un cagnaro insuperabile come Simon West, già autore nella sua carriera anche lunga, di perle come "Con-Air", il remake di "Professione:Assassino", e dei film di "Lara Croft"...?
come vuoi Napoleone per la rece. io non ho sposato nessuno e quel che penso di un film dico, sempre, e sempre sarà così. polemiche mai, che me ne viene?
RispondiEliminasecondo me sbagli, perché qua e anche su facebook più di uno invece la pensa come te (e anche come Belushi, mi sembra di capire). allora perché non esporre anche il tuo punto di vista? oh, fai come ti pare, non ci sono problemi.
leggo che "La sottile linea rossa" t'è piaciuto, vuoi fare quella rece al limite? io di quel film ho visto qualche scena per sbaglio, manco le ricordo ma mi bastarono per capire che sarei morto d'inedia a guardarlo. è tutto tuo. c'è anche un suo nuovo film che verrà presentato a Venezia 69, e fidati: non guarderò manco quello.
Non te la prendere così. Comunque su Malick allora hai un partito preso a questo punto inspiegabile. "La Sottile linea rossa" poi è inattaccabile. Farò una rece di un suo film, "The Tree of Life" o altri, ma non è che ci voglia minore "deferenza" che nell'accostandorsi ad un'opera kubrickiana.soltanto che non voglio io, fare morire d'inedia qualcuno. A quanto pare qui a parte a me e a Belushi Malick è preso a pernacchie, perchè continuare a tediare/vi quindi?
RispondiEliminaPerché ne sai di più di tutti e d è comunque interessante leggerti
EliminaGrazie Gus42, davvero. Ma non ne si più di tutti, senno' non sarei morto così giovane, a trent'anni.
Eliminama noooo, ma chi se la prende, figurati, per cosa? :)
RispondiEliminava be', ho terminato tutti gli argomenti possibili, non so più cosa dire/dirti caro Napoleone. tranne questo: condivido appieno quanto appena detto da Gus.
riporto qua, col suo permesso, il commento di Francesca, un'amica che ha condiviso il link della rece sulla sua bacheca di facebook:
RispondiEliminabellissima recensione. Finalmente mi sono fatta chiarezza su tutte le idee confuse e contrastanti che avevo su questo film. Non riuscivo a capire perchè,e cosa avesse suscitato tanta ammirazione in molte persone quando a me ha dato irritazione.un prurito....e allo stesso tempo un incanto per le immagini perfette ( troppo perfette ) e là dove i miei occhi hanno ceduto ho apprezzato , quello sì davvero tanto, il tappeto sonoro , il mixaggio magistrale... grazie Roberto . Mi riprometto di rivederlo ...al momento giusto. Ciao
Francesca ha un atteggiamento che mi piace, indipendentemente dall'opinione che non si schiera da nessuna parte in particolare. mi spiaceva si sperdesse nella effimera memoria del social network.
Solita stupida recensione da anti religioso... (e io lo sono eh)
RispondiEliminaDevi essere uno che se ne intende di stupidità.
RispondiEliminaCerto...basta vedere il mondo...
RispondiEliminava bene... Mattia, grazie per il contributo, ma piantiamola lì con queste battutine inutili. ne hai fatta una e com'è normale hai ricevuto risposta da uno dei padroni di casa. ora basta.
RispondiEliminase invece vuoi argomentare meglio il tuo parere, allora ben vengano altri commenti.
va buò, forse penserete che ho preso una botta di caldo, ma in questi giorni ho visto il succitato "The tree of life", ma anche "Ragione e sentimento" di Ang Lee e "Another Year" di Mike Leigh. Beh, posso dire che ho riscoperto un cinema che credevo morto, chiuso tra i blockbuster hollywoodiani e stupidari italici. Grande messa in scena, grande tecnica, grandi sceneggiature, grandi film, arte in una parola, poi de gustibus, a ognuno il suo.
RispondiEliminama Malick sarà mica diventato un noiosissimo cristiano rinato (la stessa setta di Giorgino W. Bush, per intenderci, che vuol tornare ad insegnare il creazionismo nelle scuole...)?
RispondiEliminafor the record: il film ho cercato di guardarlo, ma ho smesso nel momento in cui ho sentito la carne cominciare a staccarmisi dalle ossa (dopo una ventina di minuti circa)
:)
ho provato a cercare "cristiani rinati terrence malick" ma viene fuori solo bob dylan... ahah!
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