Salvatore (Alessio Gallo) e Veronica (Francesca Riso) sono entrambi rinchiusi in un edificio fatiscente di un quartiere di Napoli. Sono due ragazzi, rispettivamente 17 e 15 anni. In realtà il primo, che normalmente vende granite con un carrettino, è "carceriere" suo malgrado, costretto ad esser tale dal camorrista Bernardino il quale ha un conto in sospeso con Veronica.
Dalla mattina alla sera inoltrata, un'intera giornata isolati dal mondo in attesa dell'arrivo del boss. Si conoscono di vista ma non sanno nulla l'uno dell'altra. Salvatore nemmeno conosce le ragioni di quel sequestro, deve solo obbedire. Veronica invece quelle ragioni le conosce bene e teme per la sua vita.
Tante ore da trascorrere insieme che cominciano male. Lui più disponibile al dialogo, lei comprensibilmente diffidente. Forse perché risulta presto evidente che entrambi sono prigionieri dello stesso Male che avvelena quella città, lentamente la tensione tra loro si allenta, cominciano a confidarsi. Quel luogo (che nella realtà è l'ex Ospedale psichiatrico "Leonardo Bianchi" alla Calata Capodichino) è pieno di luoghi da esplorare, stanze con delle storie ritratte, seminterrati allagati, un giardino ricco di fiori, un tetto da dove ammirare l'intero quartiere. Quasi un peccato che alla sera arrivi la resa dei conti...
Leonardo Di Costanzo, napoletano di Ischia, vive tra Napoli e Parigi e soprattutto oltralpe ha sviluppato la sua tecnica cinematografica in particolare nei documentari sociali. Si affaccia al grande pubblico italiano, finalmente nelle sale, con un film davvero toccante e una storia che a mio parere ha persino superato i suoi scopi. In un'intervista al Corriere del Mezzogiorno dichiara: "In fondo avrei potuto ambientare il film in un altro luogo e in un'altra città, perfino in un collegio in Svizzera. Il titolo del film richiama in qualche modo l''intervallo' della scuola. Veronica e Salvatore riescono a ritagliarsi, nella bufera della camorra che preme all'esterno, uno spazio di gioco, di discussione, di corrispondenza di sensi". E' tutto vero, non si potrebbe spiegare meglio il senso primo del film.
Interamente parlato in dialetto "verace", ma ottimamente sottotitolato, voglio aggiungere solo due cose alle parole del bravo regista.
Anzitutto sottolineare la parte finale del citato. L'emergere delle infanzie rubate di questi due ragazzi costretti a crescere troppo presto. Veronica sembra persino più grande di Salvatore, una donna fatta e finita. Eppure c'è un bisogno di gioco e di dialogo aperto, sincero e privo di maschere. I ragazzi ci arriveranno spontaneamente. Senza volerlo la camorra, seppure per un breve lasso di tempo, ha permesso loro questo, una vacanza, una tregua, un Intervallo appunto, il titolo è centrato.
Grazie alle mia campane origini e frequentazioni ho apprezzato molto le "storielle" che si raccontano fra di loro, citando genitori, nonni, parenti vari e amici come fonti. E' uno dei ricordi che ho più vivi di quando, da bambino, trascorrevo là l'intera estate. Queste storie, racconti mitici, epici, dell'orrore, con spiriti di morti, leggende su fatti di cronaca, eventi criminali, sono una sorta di teologia pagana e popolare, pieni di metafore. Un sottobosco culturale che ha grande influenza, a mio parere, ancora oggi, fino a determinare poi da adulti una identità. Nel bene e nel male è comunque una ricchezza e non deve quindi stupire se da quella regione, in tutti i campi artistici, emergono numerosi talenti, proprio come quello di Leonardo Di Costanzo. La fantasia e l'immaginazione, in Campania, sono fortemente stimolate sin dalla più tenera età.
Alla bella storia si aggiungono eccellenti riprese, una in particolare su Veronica che corre con un primo piano frenetico a spalla che fa sobbalzare sulla poltrona. Un prodotto di vera e reale qualità. Bravi i protagonisti Alessio Gallo e Francesca Riso, meritano di essere citati ancora.
Apprezzato a Venezia oltre che da me, nella sezione Orizzonti. Arrivo un po' in ritardo a parlare di questa piccola perla, ma è ancora reperibile in alcune sale e lo consiglio vivamente.
Robydick
Be' speriamo che non arrestino mezzo cast com'è successo con Gomorra.
RispondiEliminaoddio, speriamo di no! :)
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