Tutti noi ricordiamo le vicende che sconvolsero l'Iran dopo il golpe ordito dalla CIA per rovesciare il leader democratico Mossadeq, portando lo Scià Reza Pahlevi al potere, per poi essere rovesciato dalle forze rivoluzionarie islamiche guidate da Khomeyni. Lo Scià fugge e ottiene asilo politico negli Stati Uniti, paese che lo ha messo al trono per difendere gli interessi delle multinazionali angloamericane presenti sul territorio.
Si arriva così al fatidico 4 novembre 1979, quando gli studenti islamici occupano la sede dell'ambasciata americana, prendendone in ostaggio tutto il personale, chiedendo in cambio del loro rilascio l'estradizione dello Scià, per essere processato. Doveva infatti rispondere di numerosi crimini, compreso quello di assassinii politici e tortura. Questa è la storia più nota al grande pubblico. Meno nota invece è la storia di come sei membri dell'ambasciata riuscirono a fuggire, rifugiandosi a casa dell'ambasciatore canadese Ken Taylor (Victor Gaber).
Tony Mendez (Ben Affleck) sarà così incaricato dalla CIA di attuare un piano per recuperarli. Del resto era un esperto in questo genere di operazioni, essendo un esfiltratore, che nel gergo dei Servizi indica colui che si occupa di far fuggire ed occultare persone da un paese ad un altro; queste “figure professionali” nacquero nel Secondo Dopoguerra, per esempio nelle Ratline dell'Operazione ODESSA, piano volto ad aiutare i criminali nazisti a fuggire in Sud America, molti scienziati nazisti invece ripararono in Unione Sovietica o negli USA. Il piano di Mendez oggi potrebbe essere considerato talmente da manuale che sicuramente non sarebbe più attuabile. Infatti si ingaggia, con l'aiuto del make-up artist John Chambers (John Goodman, che ha avuto una parte importante anche nel più meritevole Flight di Zemeckis) una troupe per girare un finto film di fantascienza, Argo. Oggi sappiamo – anche attraverso la storia italiana – che l'uso del Cinema è stato di grande importanza tattica durante la Guerra fredda, per esempio a Roma operavano esfiltratori col ruolo di copertura di produttori cinematografici, si sospetta che molti abbiano aiutato a espatriare diversi infiltrati in cellule di estrema destra coinvolte nelle stragi di stato, come il famigerato Delfo Zorzi, sospettato di aver confezionato le bombe di Piazza Fontana e della Stazione di Bologna, oggi noto imprenditore, naturalizzato giapponese. Quindi già nel periodo in cui si svolgono i fatti la tecnica era ben nota da tempo; lo stesso Chambers era un agente in incognito. Questo connubio tra mondo del Cinema e Servizi segreti nasce probabilmente nell'epoca del Maccartismo.
Come film di spionaggio – tenuto conto che ricostruisce il lavoro dei Servizi – presenta una trama abbastanza lineare, priva di importanti colpi di scena. I più preferiscono definirlo un thriller, ma anche derubricato in questo modo presenta diverse carenze. Insomma, non è che possiamo definirlo meramente “thriller” solo perché come “spy-story” ha delle falle. Sfumature su cui potevamo anche sorvolare se non fosse stato giudicato il miglior film americano dell'anno. (Sic!)
Il problema è che gli sono stati assegnati tre Oscar alquanto esagerati: come quello alla miglior sceneggiatura non originale, miglior montaggio e addirittura come miglior film. Tutto questo difronte a concorrenti come il Lincoln di Spielberg, Cloud Atlas dei Wachowski, (cfr. anche la rece di Napoleone) Flight di Zemeckis ed il Django Unchained di Tarantino (Ibidem). Con tutto il dovuto rispetto per Tony Mendez, l'agente CIA che compì l'eroica missione narrata nel film, (la sceneggiatura è un adattamento del suo libro, scritto assieme a Matt Baglio) è lapalissiano quanto la politica influenzi la premiazione degli Oscar, che perde di credibilità rispetto a grandi eventi cinematografici europei, come il Festival di Cannes e la Mostra di Venezia. Anche se, a onor del vero, Affleck si limita a mostrare i fatti, senza forzare alcuna lettura di parte; con buona pace del governo di Teheran, che ha espresso vive proteste. «Un film che manipola la storia», sostiene la stampa iraniana. Assolutamente falso. Un film onesto, per quanto esageratamente premiato.
La pellicola prodotta anche da George Clooney non sembra quindi essere stata favorita solo perché anti-iraniana, quanto per la sua compatibilità con la visione obamiana dell'America, dove persino la CIA può essere vista come una istituzione “buona” e si rivaluta l'amministrazione di Jimmy Carter. Insomma, un film adatto ad essere premiato dalla First Lady in persona.
Voto: 2,5 stelle.