lunedì 8 aprile 2013

Gardenia, il giustiziere della mala

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«Io nun piango pe' quarcuno che more, non l'ho fatto manco pe 'n genitore che morenno m'ha 'nsegnato a pensare, non lo faccio per un altro che more. Io nun piango quanno scoppia 'na guera, er coraggio de' l'eroi stesi in tera, io lo premio co' du' fiori de serra, ma nun piango quanno scoppia 'na guera. lo piango, quanno casco nello sguardo de' 'n cane vagabondo perché, ce somijamo in modo assurdo, semo due soli al monno. Me perdo, in quell'occhi senza nome che cercano padrone, in quella faccia de malinconia, che chiede compagnia. Io nun piango quanno 'n omo s'ammazza, il suo sangue nun me fa tenerezza, manco se allagasse tutta 'na piazza, io non piango quanno 'n omo s'ammazza. Ma piango, io piango sulle nostre vite, due vite violentate. A noi, risposte mai ne abbiamo date, ecco perché la sete... lo piango, so tutto er tempo che ce resta e me ce sento male. Domani, se non sbajo è la tua festa; la prima senza viole... la prima senza viole... la prima senza viole». "Io nun piango", 1980, composta alla scomparsa dell'amico Piero Ciampi.

Dedicata a Lui e a Noi che "siamo" Lui. Franco Califano, noto anche come Er Califfo (Tripoli, 14 settembre 1938 – Acilia, 30 marzo 2013)

«Gardenia deve uccidere o essere ucciso dalla mafia, ma ciò che non possono fargli neppure con i proiettili ... Lui può farlo anche con i fiori.»
«Le donne vogliono Gardenia... Gli uomini vorrebbero essere come Gardenia.»
Frasi di lancio originali del film

Chi vi scrive è andato apposta in macchina il giorno di pasquetta Roma per essere presente previamente alla camera ardente del grande Califano, e ai funerali nella Chiesa degli Artisti di P.zza del Popolo. Tornato, non potendo né volendo assolutamente esimermi, e nonostante la grande e raggelante commozione, dal lasciare/vi una testimonianza anche qui, in questo accogliente e caloroso sito di cinema, è inevitabile non accennarvi a questo suo film "manifesto", di e per un'intera carriera e immagine da "duro". La quale è stata qui ripresa e in una forma irresistibile per il grande schermo, dal veterano Domenico Paolella nel 1979. Nessuno fra i pochi ruoli cinematografici del grande Franco lo rappresenta e lo caratterizza di più e meglio come uomo e come artista, di Gardenia, il protagonista di questo film, il proprietario di un ristorante alla moda delle serate e delle notti romane, egli stesso ex malavitoso che ha cambiato vita, il quale non ha paura di rimanere in piedi e non piegarsi al racket della mafia dei locali. C'è ben poco da meravigliarsi rivedendo e conoscendolo bene ai tempi, che ogni donna svenisse per lui e non solo nella finzione cinematografica, sospirandone alla vista, e che tutti gli uomini antagonisti, anche i cattivi fra i quali troviamo niente di meno che i grandissimi Martin Balsam (attivissimo nel nostro cinema di "genere" o meno per tutti gli anni settanta), e Robert Webber in trasferta romana, siano pieni di stupore e soggezione per il suo aspetto. Paolella da quell'abile e esperto artigiano quale era confeziona un film di tutto rispetto, e che ci mostra il divino Califfo non solo e sempre in costante riguardo, se così fosse non avremmo altrimenti avuto molto più di una sua foto.

Sebbene il Grande Franco non ci regali una sua splendida canzone che soltanto alla fine del film, sui titoli di coda, egli ha composto l'intera e oramai rara colonna sonora in ogni sua parte musicale, la quale prende ugualmente e irresistibilmente in prestito da "Shaft Il detective ", come da alcune famose spaghetti western, quale era utilizzato nel cinema di quegli anni meravigliosi e irripetibili, mentre subito dopo vi è di solito un alleggerimento scherzoso o una folgorante battuta da James Bond della Garbatella da parte dell'inimitabile Franco, delle quali era l'autore, come di tutti i suoi dialoghi. Gardenia si diverte e noi con lui, a snocciolare infatti i suoi irresistibili proverbi cinesi-aciliani per tutta lo svolgimento del film, e il suo più sicuro ascoltatore è un gattino bianco. Perché anche gli animali adorano quest'uomo.


Dopo tutto, egli è Franco Califano, cioè Gardenia. Ed entrambi, come l'essere romani, non si diventa... si nasce. Ciao Franco, anche Noi non escludiamo, e aspettiamo il tuo ritorno, è vero, per ora siamo solo tutti molto orfani.

Napoleone Wilson


3 commenti:

  1. Ciao Califfo. Anch'io non escludo il ritorno.

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  2. purtroppo non sono ancora riuscito a vederlo. mi unisco al saluto per il bravo Califfo con tutto il cuore

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  3. pure io non l'ho visto. Il Califfo è una figura fondamentale nella storia della musica italiana e per di più era anche tifoso interista.
    Lo stile di vita non mi ha mai interessato più di tanto, però sicuramente in una nazione un po' bigotta è stato una sorta di bukowski alla matriciana. Un grande ^_^

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