giovedì 20 settembre 2012

Speed Trap - Speed Interceptor III

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A parte la presenza di un nostro beniamino dei B-movie del cinema americano anni '70 come il protagonista Joe Don Baker, questa scusa per inseguimenti automobilistici senza fine potrebbe apparire come non avere motivazioni reali, per le quali essere stata da me inserita in coda alla fantastica trilogia australiani di “Mad Max” (1, 2, 3). Perchè allora? Ma perchè con somma fantasia i nostri titolisti ebbero a intitolare questo “Speed Trap”, diretto dal regista televisivo e come detto di tanti B-movie, Earl Bellamy, “Speed Interceptor III”. Che così venne distribuito nell'estate del 1982 in Italia, una splendida locandina richiamante il primo “Interceptor” nel tentativo di gabbare qualche spettatore più sprovveduto a pochi mesi dall'uscita cinematografica del grande successo del N°2 “Interceptor -Il Guerriero della strada”.

Eppure questo filmetto che sto prendendo in oggetto è anche molto divertente e, come il suo protagonista Baker, passa attraverso delle sequenze d'azione automobilistica assolutamente ben realizzate e distaccate da tante altre molto simili tra loro.
Baker interpreta Pete Nobeck, un investigatore privato che assume incarichi datigli dalle compagnie di assicurazione. In una città senza nome di uno stato del sud ovest (Phoenix, Arizona?), Un singolo e inafferrabile ladro d'auto sarebbe stato il responsabile di una valanga di attribuitigli furti d'automobile, il che istituisce la necessaria scena iniziale d'inseguimento con i poliziotti che lo inseguono rabbiosamente ma finendo con le loro auto giù da un ponte, in quanto il suddetto si rivela essere anche un guidatore proprio eccezionale. Naturalmente, le auto della polizia esplodono quasi sempre, naturalmente pochi secondi dopo che il poliziotto alla guida riesca a fuggire dai rottami. E anche se le auto è comunque raro che esplodano a causa di incidenti, ho pensato che sarebbe stato interessante trattare anche questo piccolo, dimenticato film degli anni '70, che ci offre comunque tanti inseguimenti d'auto molto ben realizzati, e ben ricordando dalla lontana visione anno 1987 nell'unica versione esistente in italiano, la vecchissima vhs da nolo GVR, che non risulta noioso neanche per pochi secondi.

Le compagnie di assicurazione sono naturalmente allarmate per tutti questi furti d'automobili (tra l'altro molto esclusive e lussuose, mi ricordo bene di una mitica Jensen Interceptor -da cui forse un'altra scusa per il titolo-, e persino di una Rolls Royce Silver Cloud, oltre al fatto che tutte le auto della polizia sono distrutte), in maniera tale che assumono Pete Nobeck per indagare sui fatti. Questi non sta bene al diffidente e disonesto capitano della polizia Hogan (interpretato dal grande caratterista del cinema e della tv americana Morgan Woodward, la guardia con gli occhiali a specchio, che uccide Paul Newman/Luke nel finale di “Nick mano fredda”[Cool Hand Luke] ['67] di Stuart Rosenberg) ma è grande la per lui amicizia da parte della poliziotta e sua vecchia fiamma, "Nifty" (Tyne Daly, la quale non necessita di presentazioni, per i tanti film anche importanti, e le tante e famose serie tv in cui è stata attivissima e protagonista, negli anni '70-'80), quando si conoscevano e frequentavano la stessa palestra di karate e la medesima discoteca a San Francisco. Hummm, un capitano di polizia diffidente e maramaldo e una vecchia amica .... Mi chiedo se uno di loro potrebbe essere – un corrotto- e quindi un traditore. E naturalmente, si sa già di chi si tratti. Quindi, ora che sappiamo chi è il vero cattivo, abbiamo circa un'ora per arrivare alla "rivelazione a sorpresa". Questa non sarà poi così male se c'è un ragionevole livello di intrattenimento prima di quel momento. Vediamo un po' ... Prima ci sono diverse auto distrutte in lunghissimi ma emozionanti ed estremizzati inseguimenti alla fine dei quali l'abilissimo ladro riesce sempre ad allontanarsi, rivelandosi anche un driver ancor più magistrale. Nobeck poi incontra una sensitiva che potrebbe avere un indizio dell' identità del ladro attraverso alcune sue visioni. Le quali possono arrivargli "soltanto quando sia completamente rilassata." Bèh, cara hai un grosso pezzo d'uomo come Joe Don Baker e neppur da pregare piangendo, bella passerona! Per nostra sfortuna, stacchiamo alla mattina dopo per vedere soltanto l'effetto delle sue "tecniche di rilassamento".
Nobeck mette allora una delle sue camicie da americano di provincia anni '70 e continua la sua indagine, imparando che il ladro ha una speciale unità di controllo remoto in grado di avviare in moto le auto e sbloccare le porte attraverso impulsi radio, come un moderno transponder. Sì, proprio così, ed è una delle trovate più gustose e originali del film. Il ladro usa questa borsa con dentro il trasmettitore per rubare una macchina di qualsivoglia scelta dalla folla di auto parcheggiate nelle strade, borsa che sembra una di quelle da medico contenente una scorta di farmaci al suo interno. Di conseguenza, la malavita dei furti d'auto e delle ricettazioni, data l'azione della polizia per loro divenuta asfissiante, si intromette per conto proprio nelle indagini e fornisce dei "consigli amichevoli" a Nobeck per “indirizzare” il ladro verso di loro alla prima occasione che si presenterà. Questo aggiunge alla trama più inseguimenti e sparatorie, e anche qualche altra emozione.

Ci sono anche dei momenti moderatamente divertenti ed emozionanti durante un lungo inseguimento quando Nobeck, alla guida dell'auto che tallona quella del ladro, deve spesso cambiarla perchè coinvolto in distruttivi incidenti, prendendone altre a degli automobilisti di passaggio pur di mantenere l'inseguimento. Anche se questa sequenza vale la pena pure di qualche risata, la stessa insistita caccia è altrettanto emozionante e ben costruita. Infine Nobeck cattura il ladro (indovinate chi?), E vi è la necessaria domanda"Perché?" e "Perché ....". Sorprendentemente, vi è invece un altro atto dopo questo, che porta al climax più grande e decisivo, e che non comporta un inseguimento. E' una delle parti migliori del film, ma l'elogio maggiore che gli si può fare è per merito soprattutto della presenza gigionesca di Robert Loggia, il quale altrettanto spero che non abbia proprio bisogno di alcuna presentazione, nella parte del cattivo principale e del boss, nel film.

Napoleone Wilson


7 commenti:

  1. meritoria questa citazione del film, grazie.
    non so poi se lo vedrò

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  2. sembra interessante, poi mai sentito. Bravo Napo

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  3. Bisogna levare dalla testa alla gente che il film lo fa il budged. Quello che conta sono la recitazione e la sceneggiatura. Il resto conta, per carità, ma relativamente.

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  4. no giovanni, non sono d'accordo.
    intanto sull'idea di dover convincere "la gente", non mi sento così detentore della/e verità per assumermi un ruolo del genere.
    poi sono il primo a dire che anche con piccoli budget si possono produrre capolavori, ma questo non significa che disporre di mezzi sia poco influente. per fare un paragone con le auto, ci sono utilitarie che sicuramente sono dei gioielli di genialità, però cazzo, poter godere di ferrari, maserati, lamborghini non è una cosa indifferente.

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  5. Ma certo che influisce, ci mancherebbe. Ma se togli i bravi attori ed una buona sceneggiatura, cosa ti resta? NIENTE. Puoi investire tutti i soldi che vuoi, al massimo ti verrà fuori un cinepanettone.

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  6. ma senza scomodare l'anti-cinema (aka: cinepattoni), robe come avatar o titanic sono esempio di quel che intendi te

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    1. Esatto, ed è un film godibilissimo, che però ha oscurato altri che magari meritavano di più. Non a caso è stato criticato. Do molta importanza a questi elementi di base, senza i quali il Cinema sarebbe una mera fabbrica di pentole... oddio, purtroppo in certi casi sembra esserlo già.

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