giovedì 7 febbraio 2013

Quadrophenia

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la prima cosa che va detta di Quadrophenia è che non si tratta di un instant-movie, o peggio ancora di un documentario sulla scena Mod nell'inghilterra della metà degli anni 60. nemmeno l'album da cui prende le mosse (e parecchia musica) lo era (uscì infatti nel 1973, a quasi 10 anni di distanza dagli eventi evocati); anzi proprio con questo concept album Townshend e soci si staccano definitivamente l'etichetta mod, che a loro era stata appiccicata per tutta la prima fase della loro carriera.

il fenomeno Mod (breve per Modernist), ed in particolare i contrasti con i rivali Rockers, fanno da scenario alla storia di Jimmy Cooper, giovane irrequieto, in perenne contrasto generazionale con i genitori e la società, ed in cerca di una propria affermazione in compagnia dei suoi amici Mods. Jimmy cerca in tutti i modi di diventare "one of the faces", di spiccare cioè all'interno del suo gruppo. ne adotta ogni possibile stereotipo: la musica, l'abbigliamento elegante (almeno secondo i canoni mod), la lambretta piena di specchietti, le anfetamine. per quanto effimeri possano sembrare (e, in effetti, sono) questi elementi, Jimmy sembra prenderli, e prendersi, molto sul serio. e proprio con questa fierezza e ostentazione si avvia, a cavallo della sua Lambretta, a passare il weekend del Bank Holiday a Brighton. la popolare località balneare britannica, a tutt'oggi una delle mete predilette per il finesettimana, fu testimone di giornate di tensione, violenza e devastazione in occasione del bank Holiday nel 1964, quando fu invasa da orde di giovani mods e rockers, che la misero a ferro e fuoco senza tanti complimenti, dandosele di santa ragione in ogni dove, e sfasciando tutto quello che trovavano.

il weekend a Brighton è lo spartiacque del film, e della vita di Jimmy: in mezzo agli altri mods si diverte, partecipa con foga al sacco della cittadina, riesce anche ad appartarsi con la ragazza che gli piace, prima di venir portato via insieme ad altri dalla polizia (una specie di cosa di cui andar fieri, in quel momento di esaltazione). Ma ogni festa, prima o poi, finisce, e a Jimmy le scorribande costano care: perde il lavoro, i rapporti con i genitori si inaspriscono ulteriormente, e, dulcis in fundo, anche le persone con le quali pensava di potersi sentire finalmente qualcuno, i suoi "fratelli" mod, gli danno la delusione più amara. persino quello che aveva creduto l'amore della sua vita, non è certo rimasta ad aspettarlo con le mani in mano. Deluso e incazzato, Jimmy torna a Brighton (in treno, visto che la Lambretta ha appena fatto una brutta fine), e qui tutto per lui si sbriciola definitivamente: non solo la città è tornata ad essere un sonnolento posto di villeggiatura per famiglie, ma Jimmy scopre anche che Ace Face, il maschio alfa dei mod, che lui aveva ammirato e invidiato solo pochi giorni prima (un giovanissimo Sting), è un umilissimo (e ridicolissimo nella sua divisa) facchino d'albergo... sempre più imbestialito, il nostro eroe ruba lo scooter di Ace e si dirige verso la scogliera, dalla quale vola però solo la moto...il fatto che Jimmy non soccomba, infine, alle delusioni, ci viene infatti rivelato addirittura all'inizio del film, nel quale lo si vede allontanarsi a piedi dalla scogliera.

proprio questa sequenza potrebbe stabilire un trait d'union con la precedente opera derivante da un concept di Townshend, Tommy. nel finale di quest'ultima, infatti, il protagonista (Roger Daltrey) si gettava in acqua e nuotava verso il tramonto. l'incipit di Quadrophenia, invece, vede il mare sullo sfondo e Jimmy procedere verso l'interno, quasi ne fosse uscito. anche tematicamente Quadrophenia potrebbe essere la logica continuazione di Tommy: dopo nascita, infanzia con i suoi traumi e la sua meraviglia, ora c'è l'adolescenza con tutti i suoi problemi di identità, di aggregazione, di affermazione personale e di convivenza in un mondo che va stretto, strettissimo a un irrequieto e più che schizofrenico ragazzo della prima generazione post-bellica. se Tommy era la celebrazione dell'innocenza (che il protagonista conserva fino all'età adulta, "protetto" dalla contemporanea cecità, sordità e mutismo), splendente in un mondo di mediocrità, e da questo infine rifiutata e irrimediabilmente rovinata, Quadrophenia arriva ad essere, nel finale, un inno alla consapevolezza. Jimmy distrugge la moto del suo capo carismatico, così come un soldato brucerebbe la bandiera per la quale ha combattuto, una volta resosi conto che sotto insegne diverse, le persone sono le stesse, che non ha lottato dalla parte del bene contro il male, che sotto bandiere diverse ci sono persone che potrebbero essere amiche, se non separate da questi vessilli. estremamente indicativa, a questo proposito, la scena nel bagno pubblico, una specie di disfida alla cieca a colpi di canzoni, fra due ragazzi che scoprono poi di essere amici d'infanzia, ora divisi da appartenenze diverse.

Quadrophenia assomiglia quindi a una presa di coscienza degli errori della generazione precedente, quella della guerra, che, per l'ovvia imitazione si stavano ripetendo (per fortuna, senza artiglieria pesante), con divise diverse nella forma ma non nella sostanza. è un rendersi conto che avere gusti diversi in campo musicale o estetico non è una buona ragione per ammazzarsi (un po' come i lillipuziani di Gulliver's travels), così come avere gli stessi gusti non rende per forza fratelli. il finale ha creato non poche discussioni, sul fatto che vi si narri o no un suicidio. in realtà, come già sottolineato, la stessa sequenza iniziale risolve il dubbio, ma il regista (Franc Roddam, qui all'esordio con la fiction dopo una carriera da documentarista, abilmente, lascia qualche spazio all'interpretazione. persino il luogo scelto per la scena del "tuffo" era stato teatro di un vero suicidio (che ha probabilmente fornito ispirazione allo stesso Pete Townshend quando pensava alla storia da narrare nella sua opera). ma Jimmy Cooper (l'ottimo Phil Daniels) non è il giovane Werther (probabilmente è più simile al giovane Holden...), e per quanto inizialmente istupidito dalla sua ostinazione ideologica, alla fine è molto più incazzato che non disperato. per quanto possa ponderare di concludere la sua vita con quella che è da sempre "the ultimate romantic ending", a volare dalla scogliera di Beachy Point è solo lo scooter. Jimmy, lo speriamo tutti (almeno noi ottimisti), ne esce pesto ma rinnovato, con una nuova coscienza di se e del mondo che lo circonda... non ci è dato di sapere come sia andata per lui in seguito.

una curiosità per concludere: nel cast, composto quasi esclusivamente da esordienti, Sting e Toyah Wilcox non avrebbero dovuto essere i soli personaggi legati alla scena musicale contemporanea alle riprese. fu infatti provinato, e con un discreto successo, anche John Lydon (o Johnny Rotten che dir si voglia), ma alla fine non ottenne il ruolo perchè la produzione, visti i suoi trascorsi, si rifiutò di assicurarlo.
Unwise







11 commenti:

  1. Sottoscrivo. Comunque l'interpretazione che ho sempre letto e sentito (vidi il film la prima volta al cinema) e' che alla fine Daniels si suicidi eccome, "ottimisti" o meno. L'allontanarsi dalla scogliera all'inizio ha piu' l'aria della "circolarita'" di una premonizione, o comunque di un sogno, magari dettata da una precedente visita alle scogliere.
    Amara considerazione in linea con quella del protagonista, a ripensare e a rivedere Sting/Gordon Summer allora, e riconsiderarlo oggi, cantante da balera per mafiosi russi nelle loro ville in Sardegna, prebendato con milioni di rubli da Putin come un suo Apicella qualsiasi. Non esiste quasi l'una volta grande artista piu' simbolo di lui dell'essersi svenduto al supermercato delle multinazionali.

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  2. Ti consiglio se non l'avessi mai visto, dai produttori stessi di "Quadrophenia" e con la medesima impostazione stilistica, e Roger Daltrey bravissimo protagonista, l'entusiasmante "McVicar"(1980) di Tom Clegg, eccellente regista delle piu' famose serie tv poliziesche britanniche. Colonna sonora elettrizzante degli Who, e' la storia di uno dei piu' celebri rapinatori di banche del crimine britannico, e delle sue altrettanto famose, disperate, evasioni da penitenziari di massima sicurezza di HM.

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  3. grazie Napoleone...di Mc Vicar ho tutto (pure il vinile!). Daltrey come attore è proprio bravo...

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  4. Anch'io ho il vinile, la vhs import U.K. che comprai in tempi lontanissimi perchè in Italia non uscì nell'home video (al cinema sì, lì lo vidi la prima volta), e poi il dvd Universal uscito finalmente anche in ita. Penso che i titoli di testa di "McVicar" con quel trsaferimento all'alba dal carcere con il cellulare scortato con le moto della polizia, sotto il fragore della splendida "Free" di Daltrey, siano tra i 10 più entuasiasmanti del cinema britannico in assoluto, non solo per gli anni '80.

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  5. mauro, grazie di cuore per aver recensito da par tuo un film che mi ha accompagnato a lungo (col doppio LP di vinile) durante la gioventù... sic, son quasi commosso!
    quando andai a Londra nel 1984 li trovai ancora i Mod! li cercai appositamente, con un bel giretto a camden town (spero di averlo scritto giusto), quartiere operaio e meta di molte bande allora, oggi non so...

    McVicar non lo conosco, m'informo subito.

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  6. Jiro ha ormai cinque anni. Ma Roby, dovresti vedere anche Tori quanto è cresciuto.

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  7. Era una battuta credo abbastanza famosa di "Space Battleship Yamato", pensavo te la ricordassi. E' per sottolineare che passa il tempo ma rimane sempre -scherzo- la rece di "Quadrophenia", per quanto ottima...

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  8. ah scusa, non ho la tua memoria... sono oberato di cose, ogni tanto non riesco a pubblicare, capita. la prossima è proprio quella di bruce lee, penso già stasera

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