(Robydick)
Prima di passare la parola al caro amico Nicola Pezzoli aka "Zio Scriba", una breve introduzione.
Questa recensione è dedicata a Piergiorgio Welby. Domani saranno trascorsi 5 anni dalla sua morte, avvenuta dopo una lunga lotta per ottenerla, il 20 dicembre 2006. Ecco perché questa recensione esce oggi.
La dedichiamo anche al dottor Mario Riccio, l'anestesista che ebbe il coraggio prima morale, poi affrontando tutte le inevitabili conseguenze legali del suo gesto, di aiutare Piergiorgio sedandolo, per porre fine alle sue inutili sofferenze staccando il respiratore.
Infine una dedica di cuore - che vuol essere auspicio e speranza - a tutti coloro che sono costretti a soffrire causa la mancanza di una legge che sancisca il diritto all'Eutanasia, alla morte assistita, quando il vivere non è ormai più definibile tale perché fatto, composto, unicamente da dolore.
(Zio Scriba)
Ragazzi, è incredibile. Un Golden Globe e un Emmy Award vinti dall’italoamericano Al Pacino come attore protagonista, eppure questo magnifico film qui da noi è come se non fosse esistito.
Mi apprestavo a fare fuoco e fiamme per la mancata distribuzione nelle sale di un tale capolavoro, e per l’impossibilità di rintracciare su internet uno straccio di trailer in italiano. Poi mi sono accorto che trattasi di film in formato tv, il che mi evita il primo incazzamento ma non del tutto il secondo, visto che i trailers in inglese ci sono comunque, e di questi tempi una mancanza di trailer nella tua lingua dice molto, se non tutto.
Già: nonostante la maestosità del film, e l’importanza vitale dell’argomento, in italiA non se ne è praticamente parlato. Pochissimi passaggi, in punta di piedi e semiclandestini, sulle tv satellitari, a loro volta così poco pubblicizzati che la scorsa primavera me lo sono perso, e l’ho reintercettato per pura botta di culo in autunno. Non ho notizie di apparizioni su tv generaliste, ma non è difficile immaginare che, nel caso, andrebbe in onda alle tre di notte o giù di lì, magari preceduto da un salottino-talk show con un porporato facciadamorto che ne parla male, che tanto a lui l’Eutanasia gliela fanno in segreto quando vuole.
Olimpo assoluto. Film da cinque asterischi, e un immenso Al Pacino al di fuori e al di sopra di ogni possibile valutazione. Dopo averlo visto su Cult, uno dei pochi canali decenti di Cinema, sono corso, ancora in preda all’emozione, all’empatia, alla commozione (e all’indignazione) ad aggiungerlo ai film preferiti sul mio profilo di Blogger. Una di quelle storie che andrebbero proiettate nelle scuole per formare la coscienza dei ragazzi, cosa che ovviamente ci si guarderà bene dal fare, specie qui nell’italietta taleban-vaticana.
È la vera storia di Jack Kevorkian, e il titolo inglese, YOU DON’T KNOW JACK, vuol forse indicare come egli sia ingiustamente poco conosciuto, mentre quello italiano, IL DOTTOR MORTE, rischia di suonare macabro, e se l’intento era ironico e favorevole al personaggio credo sia stupidamente fallito, e abbia finito con l’aderire allo stronzo e lugubre profilo di bieco sterminatore che hanno sempre subdolamente cavalcato i nostri inadeguati media (persino io avevo sempre pensato a costui con disagio e sospetto, per colpa loro!), e che tanto piace ai cattolici più retrogradi e oscurantisti.
Jack, uomo buono e medico vero, senza nessun interesse economico o vantaggio personale, e anzi pagando con persecuzioni e anni di galera, portò avanti la sua battaglia per l’Eutanasia, la Dolce Morte, in realtà somministrandola in prima persona una volta soltanto, e le altre aiutando nel suicidio assistito esseri umani disperati, sofferenti, stremati e dilaniati dalla malattia e dall’insopportabile dolore (con l’onestà, e il senso di rigorosa responsabilità, di dire “No” alla stragrande maggioranza dei richiedenti, se li trovava non terminali, non torturati dal dolore, ma soltanto depressi).
Fu appoggiato da un minuscolo manipolo di coraggiosi (nella finzione del film, spiccano fra essi le prove a loro volta grandiose di John Goodman e Susan Sarandon), e testardamente, caparbiamente combattuto dalla piccineria dei politici, dall’imbecillità fanatica dei religioidi Sgherri del Salvifico Dolore, dall’arretratezza delle leggi e dalla disarmante, rigida ottusità (per non dire gretta malafede) di chi, volendo, avrebbe potuto applicarle un po’ meglio.
Vengono i brividi d’indignazione quando, all’inizio, come contraltare alla bigottaggine puritana degli Stati Uniti, Kevorkian-Pacino evoca la “superiore civiltà Europea”, naturalmente, macché ve lo dico affà, riferendosi alla vera Europa Civile (lui cita l’Olanda) e non a certe lande troglodite ancor più bacchettone (e di gran lunga meno liberali) degli States.
Finché si “limita” al suicidio assistito, Jack riesce a sgusciare dalle zampe punitive dei cani da guardia del sistema oppressivo. Ma quando, per vedere riconosciute le ragioni della sua battaglia civile, arriverà a filmare l’unico caso di vera Eutanasia (richiesta e voluta dal malato e dai parenti, la cui testimonianza verrà respinta per puro cavillo di procedura, per colpa del fatto che Jack, sentitosi tradito dal brillante avvocato che inizialmente lo seguiva, ha scelto di farsi difendere da un pirla) e a consegnare la cassetta a una televisione affinché la divulghi, per portare direttamente e apertamente la sua sfida allo Stato (del Michigan), il prezzo da pagare saranno anni, molti anni, di prigione. Inflitti, e fatti scontare, a un uomo anziano. Inflitti, e fatti scontare, a un uomo buono.
E tutto questo senza averci mai guadagnato un centesimo, anzi pagando di persona solo per poterci regalare la speranza che forse, un giorno, se non vorremo soffrire inutilmente come cani, potremo decidere, in piena libertà, di non soffrire inutilmente come cani.
Bellissime, condivisibili, profonde (oltre che sofferte, mai dettate dalla sicumera del fanatismo) le parole di Jack disseminate nel film, in favore del diritto dei singoli individui all’autodeterminazione, e al rifiuto di quelle inutili e atroci sofferenze che spesso si trasformano in pura e semplice tortura. Non a caso l’aggeggio da lui inventato per una fine più dolce possibile si chiama “Mercy Tron”, più o meno “Macchina della Pietà”.
In un dialogo con un giornalista, nella parte iniziale, Kevorkian arriva a paragonare ai crimini nazisti quella compromissoria “via di mezzo” consistente nell’interrompere l’alimentazione artificiale lasciando lentamente morire di fame e disidratazione il malato terminale, quando gli si potrebbe invece somministrare un’iniezione rapida e INDOLORE. (E pensare che già questo – l’interrompere l’alimentazione o lo staccare la spina – dalle nostre parti è in grado di provocare furibonde polemiche, e non certo nel senso che intendeva Jack!)
“Che modo brutale di andarsene… Far morire la gente di fame… È disumano… Non lasci un paziente in agonia, lo trovo inconcepibile, mostruoso, terribile.”
E quando il giornalista gli domanda: “E quanto chiederebbe per la prestazione?”, lui allibito risponde: “Non ci si può far pagare una cosa del genere. Che domande sono”.
Praticamente un Angelo. Ma siamo ancora un mondo in cui gli Angeli finiscono in galera.
Ti voglio bene, Jack Kevorkian, meraviglioso uomo amante della musica e della pittura, ma che invece di startene tranquillo a dipingere e suonare hai deciso di sfidare l’imbecillità nel nome del bene comune: se i posteri saranno migliori di noi, non potranno evitare di darti il Nobel alla Memoria. Intanto, per quel poco che vale, il mio Pensiero Buono di Natale è tutto per Te.
(Robydick)
Non ho voluto allungare ulteriormente l'introduzione, soprattutto non ho voluto rovinarla con la presenza del nome di questo "illustre" personaggio: cardinale camillO ruinI. All'epoca era vicario per la diocesi di Roma. Negò il funerale in chiesa a Piergiorgio. In ogni caso "Il funerale laico di Piergiorgio Welby è stato celebrato il 24 dicembre 2006, in piazza Don Bosco nel quartiere Tuscolano a Roma, di fronte alla chiesa che i familiari avevano scelto per la cerimonia religiosa". Fantastico epilogo, proprio quel giorno e proprio in quel luogo. Le inqualificabili parole dell'inquietante cardinale, a disumana giustificazione della decisione che è priva di carità quanto intrisa di dottrina cinicamente intesa, furono: "sofferta decisione [...] nella consapevolezza, di arrecare purtroppo dolore e turbamento ai familiari e a tante altre persone, anche credenti, mosse da sentimenti di umana pietà e solidarietà verso chi soffre, sebbene forse meno consapevoli del valore di ogni vita umana, di cui nemmeno la persona del malato può disporre". Mi risparmio ulteriori commenti...
Avevo detto a Nicola che alla fine avrei messo qualche commento da cinefilo, ma proprio non me ne vengono. Questi sono film-documento di valore altissimo nei contenuti, che superano di gran lunga ogni tecnica considerazione. Solo da dire c'è che le interpretazioni di Al Pacino, di John Goodman e di Susan Sarandon, come di tutti gli altri, sono partecipazioni al film estremamente sentite, tanto che anche dopo hanno continuato in questa causa, ci hanno creduto e credono in quello che Jack Kevorkian ha fatto e con quali intenzioni. Insomma: non è un film di semplice finzione, non si poteva recitare in quel modo, in una vicenda del genere, con fare solo professionale.
Pensare che è un film prodotto per i canali televisivi...
Olimpo senza indugi e chiudiamo con l'elenco di premi e nomination ricevuti con grande piacere.
Golden Globe
Emmy Award
Screen Actors Guild Awards
Satellite Awards
Ragazzi, è incredibile. Un Golden Globe e un Emmy Award vinti dall’italoamericano Al Pacino come attore protagonista, eppure questo magnifico film qui da noi è come se non fosse esistito.
Mi apprestavo a fare fuoco e fiamme per la mancata distribuzione nelle sale di un tale capolavoro, e per l’impossibilità di rintracciare su internet uno straccio di trailer in italiano. Poi mi sono accorto che trattasi di film in formato tv, il che mi evita il primo incazzamento ma non del tutto il secondo, visto che i trailers in inglese ci sono comunque, e di questi tempi una mancanza di trailer nella tua lingua dice molto, se non tutto.
Già: nonostante la maestosità del film, e l’importanza vitale dell’argomento, in italiA non se ne è praticamente parlato. Pochissimi passaggi, in punta di piedi e semiclandestini, sulle tv satellitari, a loro volta così poco pubblicizzati che la scorsa primavera me lo sono perso, e l’ho reintercettato per pura botta di culo in autunno. Non ho notizie di apparizioni su tv generaliste, ma non è difficile immaginare che, nel caso, andrebbe in onda alle tre di notte o giù di lì, magari preceduto da un salottino-talk show con un porporato facciadamorto che ne parla male, che tanto a lui l’Eutanasia gliela fanno in segreto quando vuole.
Olimpo assoluto. Film da cinque asterischi, e un immenso Al Pacino al di fuori e al di sopra di ogni possibile valutazione. Dopo averlo visto su Cult, uno dei pochi canali decenti di Cinema, sono corso, ancora in preda all’emozione, all’empatia, alla commozione (e all’indignazione) ad aggiungerlo ai film preferiti sul mio profilo di Blogger. Una di quelle storie che andrebbero proiettate nelle scuole per formare la coscienza dei ragazzi, cosa che ovviamente ci si guarderà bene dal fare, specie qui nell’italietta taleban-vaticana.
È la vera storia di Jack Kevorkian, e il titolo inglese, YOU DON’T KNOW JACK, vuol forse indicare come egli sia ingiustamente poco conosciuto, mentre quello italiano, IL DOTTOR MORTE, rischia di suonare macabro, e se l’intento era ironico e favorevole al personaggio credo sia stupidamente fallito, e abbia finito con l’aderire allo stronzo e lugubre profilo di bieco sterminatore che hanno sempre subdolamente cavalcato i nostri inadeguati media (persino io avevo sempre pensato a costui con disagio e sospetto, per colpa loro!), e che tanto piace ai cattolici più retrogradi e oscurantisti.
Jack, uomo buono e medico vero, senza nessun interesse economico o vantaggio personale, e anzi pagando con persecuzioni e anni di galera, portò avanti la sua battaglia per l’Eutanasia, la Dolce Morte, in realtà somministrandola in prima persona una volta soltanto, e le altre aiutando nel suicidio assistito esseri umani disperati, sofferenti, stremati e dilaniati dalla malattia e dall’insopportabile dolore (con l’onestà, e il senso di rigorosa responsabilità, di dire “No” alla stragrande maggioranza dei richiedenti, se li trovava non terminali, non torturati dal dolore, ma soltanto depressi).
Fu appoggiato da un minuscolo manipolo di coraggiosi (nella finzione del film, spiccano fra essi le prove a loro volta grandiose di John Goodman e Susan Sarandon), e testardamente, caparbiamente combattuto dalla piccineria dei politici, dall’imbecillità fanatica dei religioidi Sgherri del Salvifico Dolore, dall’arretratezza delle leggi e dalla disarmante, rigida ottusità (per non dire gretta malafede) di chi, volendo, avrebbe potuto applicarle un po’ meglio.
Vengono i brividi d’indignazione quando, all’inizio, come contraltare alla bigottaggine puritana degli Stati Uniti, Kevorkian-Pacino evoca la “superiore civiltà Europea”, naturalmente, macché ve lo dico affà, riferendosi alla vera Europa Civile (lui cita l’Olanda) e non a certe lande troglodite ancor più bacchettone (e di gran lunga meno liberali) degli States.
Finché si “limita” al suicidio assistito, Jack riesce a sgusciare dalle zampe punitive dei cani da guardia del sistema oppressivo. Ma quando, per vedere riconosciute le ragioni della sua battaglia civile, arriverà a filmare l’unico caso di vera Eutanasia (richiesta e voluta dal malato e dai parenti, la cui testimonianza verrà respinta per puro cavillo di procedura, per colpa del fatto che Jack, sentitosi tradito dal brillante avvocato che inizialmente lo seguiva, ha scelto di farsi difendere da un pirla) e a consegnare la cassetta a una televisione affinché la divulghi, per portare direttamente e apertamente la sua sfida allo Stato (del Michigan), il prezzo da pagare saranno anni, molti anni, di prigione. Inflitti, e fatti scontare, a un uomo anziano. Inflitti, e fatti scontare, a un uomo buono.
E tutto questo senza averci mai guadagnato un centesimo, anzi pagando di persona solo per poterci regalare la speranza che forse, un giorno, se non vorremo soffrire inutilmente come cani, potremo decidere, in piena libertà, di non soffrire inutilmente come cani.
Bellissime, condivisibili, profonde (oltre che sofferte, mai dettate dalla sicumera del fanatismo) le parole di Jack disseminate nel film, in favore del diritto dei singoli individui all’autodeterminazione, e al rifiuto di quelle inutili e atroci sofferenze che spesso si trasformano in pura e semplice tortura. Non a caso l’aggeggio da lui inventato per una fine più dolce possibile si chiama “Mercy Tron”, più o meno “Macchina della Pietà”.
In un dialogo con un giornalista, nella parte iniziale, Kevorkian arriva a paragonare ai crimini nazisti quella compromissoria “via di mezzo” consistente nell’interrompere l’alimentazione artificiale lasciando lentamente morire di fame e disidratazione il malato terminale, quando gli si potrebbe invece somministrare un’iniezione rapida e INDOLORE. (E pensare che già questo – l’interrompere l’alimentazione o lo staccare la spina – dalle nostre parti è in grado di provocare furibonde polemiche, e non certo nel senso che intendeva Jack!)
“Che modo brutale di andarsene… Far morire la gente di fame… È disumano… Non lasci un paziente in agonia, lo trovo inconcepibile, mostruoso, terribile.”
E quando il giornalista gli domanda: “E quanto chiederebbe per la prestazione?”, lui allibito risponde: “Non ci si può far pagare una cosa del genere. Che domande sono”.
Praticamente un Angelo. Ma siamo ancora un mondo in cui gli Angeli finiscono in galera.
Ti voglio bene, Jack Kevorkian, meraviglioso uomo amante della musica e della pittura, ma che invece di startene tranquillo a dipingere e suonare hai deciso di sfidare l’imbecillità nel nome del bene comune: se i posteri saranno migliori di noi, non potranno evitare di darti il Nobel alla Memoria. Intanto, per quel poco che vale, il mio Pensiero Buono di Natale è tutto per Te.
Zio Scriba
(Robydick)
Non ho voluto allungare ulteriormente l'introduzione, soprattutto non ho voluto rovinarla con la presenza del nome di questo "illustre" personaggio: cardinale camillO ruinI. All'epoca era vicario per la diocesi di Roma. Negò il funerale in chiesa a Piergiorgio. In ogni caso "Il funerale laico di Piergiorgio Welby è stato celebrato il 24 dicembre 2006, in piazza Don Bosco nel quartiere Tuscolano a Roma, di fronte alla chiesa che i familiari avevano scelto per la cerimonia religiosa". Fantastico epilogo, proprio quel giorno e proprio in quel luogo. Le inqualificabili parole dell'inquietante cardinale, a disumana giustificazione della decisione che è priva di carità quanto intrisa di dottrina cinicamente intesa, furono: "sofferta decisione [...] nella consapevolezza, di arrecare purtroppo dolore e turbamento ai familiari e a tante altre persone, anche credenti, mosse da sentimenti di umana pietà e solidarietà verso chi soffre, sebbene forse meno consapevoli del valore di ogni vita umana, di cui nemmeno la persona del malato può disporre". Mi risparmio ulteriori commenti...
Avevo detto a Nicola che alla fine avrei messo qualche commento da cinefilo, ma proprio non me ne vengono. Questi sono film-documento di valore altissimo nei contenuti, che superano di gran lunga ogni tecnica considerazione. Solo da dire c'è che le interpretazioni di Al Pacino, di John Goodman e di Susan Sarandon, come di tutti gli altri, sono partecipazioni al film estremamente sentite, tanto che anche dopo hanno continuato in questa causa, ci hanno creduto e credono in quello che Jack Kevorkian ha fatto e con quali intenzioni. Insomma: non è un film di semplice finzione, non si poteva recitare in quel modo, in una vicenda del genere, con fare solo professionale.
Pensare che è un film prodotto per i canali televisivi...
Olimpo senza indugi e chiudiamo con l'elenco di premi e nomination ricevuti con grande piacere.
Golden Globe
- Nomination Miglior miniserie o film TV
- Miglior attore protagonista in una miniserie o film TV Al Pacino
Emmy Award
- Nomination Miglior film TV
- Miglior attore protagonista in una miniserie o film TV Al Pacino
- Miglior sceneggiatura per una miniserie o Film TV Adam Mazer
- Nomination Miglior attore non protagonista in una miniserie o film TV John Goodman
- Nomination Miglior attrice non protagonista in una miniserie o film TV Brenda Vaccaro
- Nomination Miglior attrice non protagonista in una miniserie o film TV - Susan Sarandon
- Nomination Miglior regia per una miniserie o Film TV Barry Levinson
- Nomination Miglior fotografia per una miniserie o film per la tv Eigil Bryld
- Nomination Miglior scenografia per una miniserie o film per la tv - Mark Ricker
- Nomination Migliori costumi per una miniserie o film per la tv - Rita Ryack
- Nomination Miglior montaggio single-camera per una miniserie o film per la tv - Aaron Yanes
- Nomination Miglior trucco tradizionale per una miniserie o film per la tv
- Nomination Migliori musiche per una miniserie, film per la tv o special - Marcelo Zarvos
- Nomination Miglior casting per una miniserie o film per la TV
- Nomination Migliori acconciature per una miniserie o film per la tv
Screen Actors Guild Awards
- Migliore attore protagonista – Film tv o miniserie Al Pacino
- Nomination Migliore attore protagonista – Film tv o miniserie John Goodman
- Nomination Migliore attrice protagonista – Film tv o miniserie Susan Sarandon
Satellite Awards
- Nomination Miglior film per la televisione
- Miglior attore protagonista in una miniserie o film TV Al Pacino
- Miglior attrice non protagonista in una serie, miniserie o film per la televisione Brenda Vaccaro
Robydick
Ma vuoi mettere la nostra fiction: preti, marescialli, ora anche le suore...non ci facciamo mancare niente.
RispondiEliminaComunque onore al merito e un ringraziamento per aver ricordato Piergiorgio Welby, alla faccia di tutti i finti moralisti d'accatto.
grazie Harmo, anche a nome del film e di Piergiorgio.
RispondiEliminabé che dire? giustamente Harmonica mette l'accento sulla nostra produzione… io, personalmente, adoro Al, Zio che ha fatto la rece e voi che con questo sito mi 'costringete' a vedere film a valanghe o almeno a leggerne. Tra l'altro nemmeno a farlo apposta (denota la grande sintonia) ieri ne ho scritto anch'io … morte morte morte! XXXXD lo confesso: è il mio compleanno! ahahahahahahahha! non potrei esser venuta meglio (la contraddizione fatta persona)!
RispondiEliminaMilena, è il tuo compleanno e parli di morte morte morte??? sei unica, ahah!
RispondiEliminavengo a leggere... ieri sempre in giro, mi son perso un po' di robe :)
Grandiiiii!!!!!!!!Mi pare non per incensarmi, che fu io uno dei primi a parlartene, Al Pacino tornato ai vertici,grande film!!!!!Chissà se lo programmerà mai in prima serata la tv dei vescovi Raiuno!!!!
RispondiEliminaincensati pure Napoleone, figurati. io e Zio vorremmo si "incensassero" tutti gli italiani a riguardo. il nostro Jack su rai uno prime-time??? ahahah! sei proprio spiritoso oggi! :DDD
RispondiEliminaDopo avere letto il tuo intro, mi unisco a te nell'esprimere la mia totale Solidarietà umana, intellettuale e spirituale, a Mario Riccio.
RispondiEliminase è consigliato persino dallo zio, allora non mi resta che recuperarlo! ;)
RispondiEliminabeh, il titolo originale dice molto, riguardo ai pregiudizi in materia: si può infatti tradurre con "non sai (sapete) un cazzo"... :)
RispondiEliminaMi unisco alle dediche.
RispondiEliminaNicola è sempre bravissimo...
Ciao caro Nicola come già sai io non so molto di questi grandi personaggi, ti auguro solo una buona settimana.
RispondiEliminaTomaso
Realizzato dai/per i canali televisivi sì, ma è l'HBO/ShowTime, cioè da sempre il meglio del meglio, tant'è che molte delle sue produzioni poi escono al cinema, non solo all'estero ma negli stessi Stati Uniti, ricordiamo almeno già con lo stesso Al Pacino e nella sua prima premiatissima interpretazione televisiva, nei panni del veramente esistito Avv. Harry Crohn, omofobo e omosessuale reazionario, poi decedeto di AIDS, nella precedente produzione-affresco storico proprio della suddetta malattia, "Angels in America"('06)di Mike Nichols, e non so se mi spiego.Anche "You Don't Know Jack" è stato girato da un Barry Levinson tornato ai vertici proprio grazie a questo prodotto.Grazie a Unwise per la spiegazione preziosissima e che io già casualmente conoscevo, del vero significato "gergale" e "nascosto", intraducibile in italiano, del titolo.
RispondiEliminaKevorkian/Pacino mentre sale in macchina, ad un fanatico della destra religiosa che assieme al suo gruppo lo aspetta per contestarlo:-"Lei è proprio un uomo senza Dio!", e Kevorkian mi pare più o meno, l'ho visto sottotitolato in ita. :-"No, giovanotto io ce l'ho eccome un Dio, si chiamava Johann Strauss(o dice Bach, non ne sono sicuro), e a differenza del suo, il mio è esistito veramente!" Nota: Kevorkian aveva in vita studiato da ragazzo composizione, ed era anche un appassionato e attento musicofilo.
RispondiEliminaIn una parola..,scambio di battute semplicemente S-T-R-E-P-I-T-O-S-O.
E un grazie a Zio SCriba per il trattamento riservato ad una materia in Italia così complessa e incandescente, e sotto il profilo della rece al film stesso. Se riesci a vivere oltre che pensare nella maniera che esplichi in questi tuoi scritti, compatibilmente con le contraddizioni inevitabili della vita concreta,in Italia, disgraziatissimo paese che ne avrebbe tanto bisogno, c'è bisogno di persone che la pensino così in questa maniera,e molte di più.In questo mi trovo a pensarla alla stessa maniera di Christopher Hitchens, da poco deceduto di cancro, certamente senza alcun "conforto" religioso: Basta con tutte le religioni, tranne un pò meno quella protestante.
RispondiEliminaInteressante, e da vedere, sì, sì, bravo Nick.
RispondiElimina* Napoleone Wilson
RispondiEliminaSì, Kevorkian in quella scena del film dice "Johann Sebastian Bach" (e pare fra l'altro che sia morto - a 83 anni, pochi mesi fa - dopo aver chiesto alle infermiere di fargli riascoltare la sua musica).
Grazie per le tue parole. E per aver citato Hitchens: non sempre mi sono trovato d'accordo con lui (com'è giusto accada fra persone che tentano di usare la propria testa) ma di certo è stato un limpido esempio di Libero Pensatore, ed è un peccato che se ne sia andato così presto.
Questo film lo voglio vedere, lo cercherò sicuramente :)
RispondiEliminaCiao Nicola, neanche io ho visto questo film e cercherò di trovarlo e vedermelo. Mi piacciono tutti quelli di Al Pacino . Un tema così va affrontato e apprezzo abbiate recensito un film al riguardo!
RispondiEliminaBuon inizio settimana!
Io non sapevo dell'esistenza di questo film. Grazie per avermene reso partecipe!!!
RispondiEliminaUn documento inestimabile.
RispondiEliminaUna visione che andrebbe inserita nell'Aggiornamento Obbligatorio di tutti noi operatori sanitari, e nella Formazione Universitaria dei colleghi di domani, medici in particolare, magari in un corso (fondamentale, non opzionale) di Cure Palliative e Accompagnamento alla Morte (la butto lì, in attesa che il potere legislativo di questo paese si distacchi dai voleri di quel lembo merdoso di suolo d'oltretevere, riconoscendo che la vita è nostra, non di un crudele e cinico amico immaginario).
Ma questa è fantascienza.
La triste realtà è un'altra: corsi di economia aziendale e management come piovesse, innumerevoli moduli che illustrano all'infinito la patologia di singoli organi o apparati isolati dal resto, e mai o quasi uno sguardo all'Essere Umano nel suo complesso, col risultato di avere professionisti magari tecnicamente competenti, ma incapaci di confrontarsi con la sofferenza dei pazienti.
Grazie allo Zio per la splendida recensione. Condivido tutto, già sai. Ma accanto al Pensiero Buono me ne vengono mille altri Malevoli. Visto che Napoleone (opportunamente) ha citato Hitchens, ne dedico uno Particolarmente Malevolo alla memoria del "Rapace di Calcutta", come lui la chiamava smascherandone i veri interessi, che tanto ha fatto contro la dignità di chi soffre, e del suo mentorE, lo Sciatore di Cracovia.
E grazie a Roby per il ricordo di Piergiorgio, caso tanto più grave rappresentando semplicemente il rifiuto, costituzionalmente garantito, di una terapia da parte di un uomo pienamente consapevole. L'unica fortuna di ruinI è che dio non c'è.
un caro saluto a tutti, amici abituali e non. sono felicissimo che questo film, oltre che la rece, sia apprezzato o ritenuto apprezzabile, è una cosa incoraggiante.
RispondiEliminaweb, sottoscrivo ogni riga. del Rapace di Calcutta mi pare ne parlammo tempo addietro, siamo in pochi ad averne coscienza. in italiA criticare quella personaggia è considerato bestemmia
Infatti, proprio il titolo "Dottor morte" mi ha tenuta alla larga quand'è passato su Sky. E ora scopro di essermi persa un gran bel film.
RispondiEliminaEsplosivi voi due insieme: Roby e Zio siete 'na cannonata!
Baci
grazie Simo. eh, quel titolo è stato una gran "furbata" in Italia...
RispondiEliminaNon l'ho visto e non lo potrò mai vedere, perché la TV tedesca è molto lontana da questi argomenti, almeno non ne ho trovato mai uno. Quella italiana peggio che andar di notte.
RispondiEliminaViviamo in una società falsa e bigotta, dove si negano i sacramenti a chi ha voluto morire con dignità e si mette in galera chi gli ha dato una mano.
Questa è la nostra Italia vatikanizzata.
Consoliamoci pensando che negli stati teocratizzati dell'Islam si sta anche peggio con la Scharja, o come cavolo si scrive.
Ma è una ben magra consolazione.
Ti scopro oggi grazie allo Zio. Bellissima segnalazione e ottimo spunto di riflessione. E lasciamo perdere la barbarie culturale a cui ci tocca assistere ogni volta che la chiesa parla di queste cose.
RispondiEliminasì Vincenzo, a me consola poco effettivamente ;-)
RispondiEliminaciao El_Gae :)
Ciao Zio Scriba,bellissima recensione,peccato che il film non l'ho visto ma ho vissuto esperienze di persone lasciati marcire nel dolore fisico e psichico come Welby.
RispondiEliminaHo assistito al calvario di mia zia malata di SLA e dicome intervengono per lasciarli vivere ... Lo sai che c'è il business delle sacche alimentari ( CHE SEMBRA MANGIME PER ANIMALI )...Non voglio andare avanti perché ancora mi procura dolore ricordare la zia in quelle terribili condizioni.
Cercherò di trovare il film e grazie per la segnalazione.
Roby Dick hai un bel blog, complimenti. Con l'occasione ti faccio gli auguri di buone feste.
ciao I am, piacere di conoscerti e grazie per l'esperienza che riporti.
RispondiElimina@tutti:
questa rece mi sta costando carissimo. a parte attacchi spam proprio oggi, sempre oggi, e "casualmente", mi ritrovo con l'account che uso per le pubblicazioni bloccato da google! O_o
non mi hanno detto perché lo hanno bloccato...
spero la situazione si risolva, altrimenti per i
prossimi giorni pubblicare la vedo dura
ah... RR sono sempre io, Robydick.
RispondiEliminanuntio vobis... mi hanno riattivato l'account.
RispondiEliminacuriosamente oggi, come dicevo, casini sul mio account di google che uso per blogger. io però non credo alle coincidenze, e non per scetticismo ma perché causa-effetto mi pare una legge più seria da seguire.
insomma: oltre agli spammer oggi scatenati, qualcuno (non so chi né perché) ha cercato di violare il mio account, di entrare e quindi poi di poterci fare quello che ci faccio io. ecco perché google me lo ha disattivato e poi mi ha fatto fare una procedura di sicurezza con sms ecc... per riattivarlo.
be', per informarvi... ciao! :)
Grazie,Roby.
RispondiEliminafilm che voglio assolutamente vedere e del quale ho cercato di seguire il clamore mediatico (troppo poco, e comunque solo su certi giornali "schierati").
RispondiEliminaDovrebbero vederlo tutti, chiunque abbia già un preconcetto sia di qua che di là.
Grandissimo Scriba :) devo vederlo!
RispondiEliminaE.
è un piacere Blackswan!
RispondiEliminaciao Nowhere! la tua chiusa è La Speranza, bravo, degna di un illuminista moderno.
ciao Emanuele, un saluto.
Vengo a dirti grazie per l'ospitalità, mon ami. Anche se mi sento un po' in colpa per l'assalto spamming e i tentativi di intrusione nel tuo account. Ma guardiamo il lato positivo: se la rece ha dato fastidio, significa pure che ha avuto un discreto successo... (Ho provato a inserire titolo, attore e regista, più il nome Kevorkian su un motore di ricerca, e robydickfilms stava al sesto posto assoluto nel mondo... :D)
RispondiEliminaUn saluto e un ringraziamento ai tuoi lettori, a quelli che già avevamo in comune, e a quelli "miei" che sono venuti a sopportarmi anche qui, cogliendo così l'occasione di conoscere questo splendido blog.
(O.T. La regista francese di cui ieri non mi veniva il nome è Coline Serreau, e i due suoi bei film - piuttosto maltrattati dai nostri critici - che ti straconsiglio di vedere sono ROMUALD E JULIETTE del 1989 e LA CRISI! del 1992)
E grazie anche a te,Zio.Insomma,grazie a tutti e due per il bel lavoro fatto e il ricordo.
RispondiEliminaZioooo. Sono venuta fin qui a leggerti.
RispondiEliminaDunque: il film mi manca. E questo è grave.
Quindi rimedio immantinente.
E grazie anche al padrone di casa.
ciao mia_euridice, grazie a te!
RispondiEliminaZio, questa è una rece-evento, sono felicissimo e ammetto un certo sgomento per quel che è successo oggi... mi sa che ormai sono, anzi siamo, in qualche lista nera, ahah!
i film che consigli saranno visti e recensiti sicuramente
in ogni caso qua si continuerà a toccare senza alcun indugio ogni argomento, anche il più difficile, sempre grazie a quella meravigliosa arte che è il cinema. su questo non ci sono proprio alternative. oggi ho provveduto a "pararmi il deretano" da eventualità del genere e potrò scrivere nei miei blog con almeno 3 account, eheh...
Avevo già sentito nominare questo film, ma non sapevo si trattasse di una storia vera. Ora che ho letto la tua recensione, zio Scriba, cercherò sicuramente di reperirlo: film così non si possono perdere. Un saluto a tutti e due, Nicola e Roby.
RispondiEliminaGià il clima è sul depresso
RispondiEliminavista la situazione economica generale ...
eviterei di vedere questo film il giorno di Natale ... c'è il rischio di tagliarsi le vene appena finito di guardarlo:-)
Ciao Nick bella recensione, ovviamente scherzo... è solo per uscire dal coro, anche se l'eutanasia non mi entusiasma, non perchè sia contrario in modo prevenuto e bigotto ... ma sono quegli argomenti che si cerca volutamente di non pensare, forse per cose avvenute in passato non del tutto risolte, o forse per concentrare l'attenzione sulle poche cose per cui valga vivere ed arrabiarsi o sognare ...
Me dirai e allora?
Buon Natale:-))
Ps
Forte questo Blog, ho aggiunto il linK tra i preferiti.
Ops ...
RispondiEliminaBuon Natale anche a Roby, Keoma, Belushi and Company
Ovviamente:-)
Mi unisco al ricordo di Welby ed al significato intrinseco di impegno per i diritti e le libertà civili.
RispondiEliminaNon conoscevo la storia nè il film. Sono contenta di aver avuto voi due a guidarmi. Appassionata e convincente la tua recensione, Nick.
RispondiEliminaComplimenti per il tuo blog, Roby.
Riflettevo, in modo tardivo, su come, incredibilmente, perfino i nomi degli attori sembrino portare in sé il messaggio del film. Quel Pacino che contiene l'idea di Pace. E l'Uomo Buono che riecheggia in John Goodman...
RispondiEliminaGood, non God. Per fortuna.
Good Night, and Good Luck!
Ninfa, un salutone anche a te :)
RispondiEliminagrazie Paolo, ho ricambiato la cortesia del link con piacere. capisco quel che dici eh... se ci seguirai, e qua ci sarà di tutto ma proprio tutto, vedrai che andiamo per "contrappassi pesanti", quindi a Natale... non ci saranno babbi, ahah! vedrai... ;-)
grazie Adriano, ciao :)
grazie mille anche a Giacynta :)
Zio, con la Sarandon non mi viene niente però, ahah! bella chiusa con un titolo di altro gran film, complimenti.
Grazie a tutti e due, non sapevo del film pur conoscendo la storia del protagonista.
RispondiEliminaciao ruhevoll, grazie anche a te.
RispondiEliminaAmos Gitai?? Ma non è lui dalla foto.
RispondiEliminaInfatti... secondo me tra un po' mi cita per appropriazione di identità.
RispondiEliminaIn realtà è il nick amosgitai che creai anni fa perché suo fan, ma google+ non vuole nick perché ormai deve schedarci tutti. Così, amosgitai è diventato Amos Gitai.
Ragazzi, arrivo anch'io a leggere finalmente! Sapete bene come anche io la penso sull'argomento e ne abbiamo parlato nella splendida serata di domenica trascorsa insieme! Bellissima la recensione (grande zio), bellissima la dedica a Welby (grande Roby), bellissimo poterne parlare insieme alla faccia (di culo) di tutta la massa di gentaglia che, come Casini, andrebbe a manifestare contro!
RispondiEliminaVi voglio bene ragazzi!
grazie a Roby e Zio Scriba per diffondere cose che valgono, dove realtà e fantasia si rincorrono e si fondono!
RispondiEliminagrazie a te Nico! nulla da aggiungere
RispondiEliminae grazie anche a Ismaele! sai che qua amiamo molto quelle fusioni di cui parli
L'ho visto stamattina alle 7 sul canale cinema Cult di Sky. Ho acceso la tv quasi per caso e alla prima scena mi sono inchiodato sul divano!
RispondiEliminaSono andato a lavorare con il cuore in gola, l'argomento mi ha "preso" moltissimo. Grande film!
ciao "anonimo"... grazie. curioso venga trasmesso in questo periodo, anche se a quell'ora... ;-)
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