Eccomi al secondo, grandissimo film di arti marziali che decretò il boom del genere nel 1973 in Italia, anno in cui uscirono da noi. Di questo boom e della mia esperienza personale ne ho parlato in occasione di "Cinque dita di violenza", altro film imperdibile come questo.
A Shangai nel 1910 ci sono i "soliti" giapponesi che fanno i prepotenti e il maestro cinese di una scuola di kung-fu muore misteriosamente. Chen (lo stesso Bruce Lee, qua per la prima volta userà questo nome che diventerà un suo pseudonimo), allievo del maestro, non ci vede chiaro in quella morte e non tollera minimamente le prepotenze giapponesi, sia della scuola nipponica che li perseguita che quelle sociali. In breve: s'incazz'abbestia! E diventerà il nemico da abbattere per i giapponesi, che le studieranno di ogni, sia con le impunite scorribande che per vie legali...
Siamo di fronte a un "salto di qualità" ulteriore rispetto a "cinque dita", su alcuni aspetti in particolare. Ulteriore evoluzione e affinamento dei combattimenti, sempre più realisti e di alta tecnica! D'altronde qua c'è un'animale da combattimento mai visto né prima né dopo di lui, extraterrestre ai tempi in piena rivelazione, Bruce Lee, il quale non si limita ad esibire appunto la sua Grande Arte Marziale, ma recita, va "oltre" il ruolo di semplice combattente e mostra doti, in particolare di caratterista (il tecnico dei telefoni finto-idiota è eccezionale) sorprendenti e mai prima esibite da attori di questo tipo. Un film vero e completo, insomma, certo non bisogna pensare di vedere in azione Humphrey Bogart e Ingrid Bergman, ci vuole un po' di buon senso e "relativismo" nel giudicare, siamo davanti anche ad un cinema, quello di Hong Kong, agli "inizi" della sua era moderna, che oggi produce roba di grandezza assoluta e che deve comunque molto a questi film, ed anche a Bruce Lee in particolare.
Aggiungo ancora solo 2 cose importanti.
1) Il film è ispirato a un fatto realmente accaduto, l'uccisione misteriosa di un maestro di cinese di lotta, Ho Yuan-chia, che però non trovò mai soluzione ufficiale. Il film, come dice esplicitamente all'inizio, si basa su "voci popolari".
2) C'è una scena che fece urlare di gioia il pubblico di Hong Kong e della Cina, ne trovate un frame sotto, quando Chen con 2 calci stacca e distrugge la targa posta all'ingresso di un parco pubblico che recitava: "ingresso vietato ai cani e ai cinesi". E' un altro fatto vero, quella targa di fronte l'ingresso del parco ci fu veramente e a lungo.
Mai prima di questo film, e in modo così marcato, venne evidenziato da un film cinese il razzismo che quel popolo subì in quegli anni.
Grande spettacolo, qualità del colore e delle riprese per i tempi di rilievo, passo avanti significativo nella recitazione, storia con contenuti storici, inizio definitivo del fenomeno Bruce Lee: cos'altro serve per vedere un film d'azione? Cult e consigliatissimo.
Robydick