Un luogo abbandonato del far-west, un vento insistente che sbatte tutto e tutti, un cavaliere solitario che arriva in una bruma di polvere. E' atteso soltanto da un'anziana e sinistra donna, che gli parlerà di un paese vicino, soggiogato dalla peste e da un uomo crudele che lo tiranneggia. E' il paese dov'è cresciuto Keoma, meticcio bianco e pellerossa, e dove sta tornando perché deve tornarci. "Il mondo è marcio" risponde alla donna, che rivedremo spesso, ogni volta che la vita di Keoma è a rischio. Inutile dire cosa essa rappresenta.
La morte è sola fedele compagna di un uomo che per i suoi principi decide di mettersi contro tutto e tutti. Contro il flagello di una malattia e quello di un despota. E' cresciuto nella discriminazione, amato dal padre quanto odiato dai 3 fratellastri. Il grande talento con le armi non basta quando hai decine di nemici, però la determinazione di un uomo giusto è contagiosa ed altri, pochi ma importanti, torneranno ad essere sé stessi grazie a lui e lo aiuteranno fino alle estreme conseguenze...
E' una rece con cui voglio solo aizzare la visione, non mi va di dire molto della trama in senso essoterico, qualche piccolo accenno nei frame nulla più.
Più esotericamente invece dico che solo ad una visione superficiale è la semplice storia del cavaliere solitario. In realtà è un film che con una simbologia perfetta ed affatto complessa condensa, in quel "laboratorio sociale" che è stata la conquista del west americano, Valori e Denunce importanti. I valori sono quelli della libertà, di pensiero ed azione, della volontà di perseguirli, dell'inutilità di vivere sopravvivendo. Le denunce sono quelle del potere dispotico che può essere tale solo quando la popolazione lo permette, della paura collettiva come arma di oppressione e sottomissione, dei controlli monopolistici. Ma ce n'è ancora, potrò mica dire tutto no?
E quando vedrete quel finale, che solo una mente elevata ha potuto immaginare, una fusione di Creazione e Distruzione che non fa sconti a nessuno, toccherete la forza potentemente emotiva che il Cinema di altissimo livello può scatenare, una roba che fa venire da urlare!
Concludo riportando da wiki una dichiarazione dello stesso Castellari: «Il soggetto è di Luigi Montefiori, un'intuizione geniale, un'idea straordinaria nella quale mi sono immerso e ne sono stato coinvolto alla prima lettura, ma la realizzazione del film è stata un'altra grande avventura piena di imprevisti, difficoltà, problematiche che ho risolto, con la collaborazione del produttore Manolo Bolognini e quella di Franco. Abbiamo lottato contro tutto ma siamo riusciti a portare a termine l'opera. Posso solo dire che "Keoma" rappresenta il mio "io", la mia personalità come autore, il mio modo di girare, di montare, di sonorizzare e di musicare! Ho realizzato questo film riconoscendomici in tutto!»
Che dichiarazione! Mi ha esaltato leggerla, come se fossi lì ad ascoltarla e m'illuminasse. Dice cose semplici ma sature di passione, una sintesi di Cinema che adoro e non sono molti i registi che possono dire cose simili.
Una storia che è un trionfo di epica, ma anche di azione, riprese acrobatiche... c'è tutto il meglio della tecnica cinematografica (cosa che già dissi dopo "Il cittadino si ribella" ma mi ripeto volentieri!).
Super Cult, anzi Olimpo per quanto mi riguarda, sia il film che lo stesso Castellari.
p.s.: messaggio IMPORTANTE per le gentili ospiti.
Franco Nero in questo film, con quella carnagione color terra, occhi chiarissimi, capelli bronzei lunghissimi, fisico tonico... è d'una figaggine mostruosa! Vi verrà un sugo già nelle prime scene che proseguirà fino alla fine, credetemi.
Un "Settimo Sigillo" in salsa western ?
RispondiEliminaGrande film, li facessero ancora....
...Vi verrà un "sugo"..??!!?
RispondiEliminaazz harmo, che visione ad ampio spettro con quel paragone! :)
RispondiEliminaNapoleone, sugo è inteso come brodo di giuggiole ;-)
l'ultimo grande spaghetti western. il canto del cigno di un genere che stava tirando le somme. bellissimo, certo che se i dialoghi fossero stati meno improvvisati avremmo avuto il capolavorissimo... ma va bene lo stesso.
RispondiEliminaolimpo strameritato!
che coincidenza, lo devo vedere proprio oggi! tra l'altro ho scaricato altre pellicole di Castellari, Jonathan degli Orsi e altri.. grandissimo per la rece, respect the old far west.
RispondiEliminaEh beh Franco!!!
RispondiEliminaun saluto roby
bella Frank! vero, ma non sarà l'ultimo nel blog però, me ne mancano ancora un tot... :)
RispondiEliminafai bene Lorant, Castellari è un grande con la mdp, ne ho altri in arrivo anch'io sul blog
ciao ernest! ti saluto dalla Toscana, sono 2 gg che sono qua per lavoro. :P
Mi chiedo se film del genere che tanto piacquero a me e alla mia generazione piacciano ancora adesso ai ragazzi.
RispondiEliminaAlberto fa un'osservazione molto interessante a cui mi sento personalmente in dovere di rispondere, no probabilmente al 99,9% di loro non piacerebbero, perchè mai come i ventenni di oggi è esistita una gioventù simile,inutile sprecata. Come i loro gusti e abitudini, del resto.
RispondiEliminaDa parte di uno che "Keoma" ce l'ha in "tutte le salse" tra vhs e dvd, molto bella la prima "Collector's Edition" italiana della CG Home Video (a proposito, forza Vittorio che questo mese quando il giudice ti darà finalmente ragione come non potrebbe essere altrimenti, ti riprenderai tutto quel che ti spetta, e che ti hanno spogliato e depredato a te e tuo padre, merde come Tronchetti Provera e Letta della Medusa) in collaborazione con la CineKult di Nocturno, con extra documenti e interviste completamente nuovi.
RispondiEliminaPer Frank, guarda che proprio i dialoghi -mi pare, a me come a quasi tutti- di "Keoma" sono una delle caratteristiche splendide di questo film, a cui dette un contributo -pare-fondamentale giorno per giorno, perchè venivano continuamente riscritti, adattati, aggiornati con fulminanti illuminazioni anche durante le riprese, dicevo a cui dette un contributo fondamentale il già ampiamente citato e restituito ai suoi ampi meriti da un mio post precedente in occasione di altra rece, John/Gianluigi[Louis] Loffredo ovvero Joshua Sinclair secondo il suo vero nome americano, che nel film interpreta Sam il baffone, uno dei fratellastri Shannon di Keoma,immancabile attore e prezioso collaboratore di Castellari in quasi tutti i suoi film di quell'irripetibile periodo.
RispondiEliminaAh, Roby, pensavo a ben altro genere di "umidità" dal quale non prendo malanni da tempo immemore, scusa come si dice "a pensar male si fa peccato,ma..."
RispondiEliminapensavi bene riguardo all'umidità caro Napoleone! non volevo essere troppo diretto nella spiegazione... ahah!
RispondiEliminaun selvaggione… :)))) wow che inquadrature! ;)
RispondiEliminaInsegna, tra l'altro, cosa potrebbe ancora darci il western, se se ne facessero ancora di film di questo genere.
RispondiEliminamilena, grazie! finalmente una Donna tra i commentatori :)
RispondiEliminaadriano, mi hai ricordato che volevo dire la mia sulla "attualità" del genere. non saprei, però di giovani che guardano i vecchi film western apprezzandoli non mi pare ne mancano. sono un filo più ottimista di Napoleone.
Sai roby, concordo in pieno con wilson. Il Film oggi non piacerebbe. Non è semplice, non è diretto, non è immediato. Insomma, non è fruibile al pubblico che al giorno d'oggi sceglie di andare al cinema. A parte rare eccezioni, che comunque non spostano un gran che. C'è stato un tempo in cui entrando in una sala cinematografica poteva significare mettere in discussione il tuo modo di vedere le cose. Oggi il pubblico cerca solo spettacolo, senza impegni e, sopratutto, senza doversi sforzare per capire un concetto.
RispondiEliminaDavvero un gran Film, probabilmente il canto del cigno del genere....
capisco cosa intendi magar, ed effettivamente... farei però leggere quello che hai scritto, e che ha scritto pure napoleone, a chi in modo "leggero" pensa che i film western sono "leggeri". non è affatto vero, o perlomeno dipende quali.
RispondiElimina..I "ggiovani" d'oggi sono ormai fin troppo abituati al gusto "estetico" ed espressivo dei cosìddetti "shooters" alla Michael Bay o alla serie di "Twilight" o "Harry Potter"(vera m.pressata in 35 mm.) tanto per intenderci,massimi deframmentatori dell'unità di spazio narrativo attraverso un montaggio massimamente -si diceva una volta, ma non spregiativamente come adesso, mutuato dal gusto "videoclipparo" di Mtv- trovano tutto "lento", è quello che mi son sentito dire, a recentissimo esempio, da molti, nemmeno solo ventenni ma evidentemente educati a questo gusto visivo e "narrativo" deteriore se "dittatore", a riguardo dello strepitoso chrime-thriller movie australiano "Animal Kingdom"di David Michòd, a detta di praticamente tutti uno dei migliori film della stagione ancora in corso, ma appunto "lento", perchè descrittivo degli stati d'animo dei personaggi e degli ambienti nonchè degli importantissimi paesaggi urbanoi o naturali, non solo delle azioni e sempre ininterrottamente, della loro culminazione per accumularsi di spettacolarizzazioni e abbellimenti effettisticamente saturanti, com'è nell'80% del cinema contemporaneo-che ce ne sono poche, e quasi sempre risolte magistralmente in forma minimalista e fuori campo, ma altamente emozionale e "ambientalmente" sensoriale, com'è nei cromosomi stilistici ed espressivi del miglior cinema australiano. Però appunto, essendo un film descrittivo, esistenziale e prima di tutto molto introspettivo, oggi dai "ggiòvani", è trovato un film irrimediabilmente "lento", con questa parola, che ormai stanno definitivamente svuotando di senso nella sua madornale, sbagliatissima, applicabilità...
RispondiEliminaCome troverebbero i ventenni svaporati di oggi un capolavoro come "Senso" di Visconti, o i capolavori western appunto, di Leone, tutti architteturalmente di narrazione descrittiva fino al limite di non ritorno della tenibilità della scena stessa (punto di contatto inscindibile tra l'altissimo cinema di Visconti e quello altrettanto elevato di Leone, che lo prese a "modello" stilistico e di contenuto da raggiungere, alla pianificazione realizzativa di "C'era una volta il West"('68))e sequenze lentissime, anche quando le scene sono d'azione....?
"La giovinezza non è mai stata così sprecata come adesso, nei giovani"....Folgorante battuta di Noah Baumbach, regista e interprete assieme a Ben Stiller, nel film "Greenberg"(2010) di prossima tardiva, uscita cinematografica italiana, come "Lo Stravagante mondo di Greenberg".
RispondiEliminaE a differenza dei giovani "d'una volta", non scopano neppure più, ne parlano soltanto.
RispondiElimina"m.pressata" era merda giusto? ahah! ho capito cosa intendi Napoleone, l'analisi non fa una grinza.
RispondiEliminamolto carino Greenberg! l'ho visto e m'è piaciuto
http://robydickfilms.blogspot.com/2010/07/greenberg.html
come tu possa ricordarti tutto, citazioni comprese, rimane un mistero
"La giovinezza non è mai stata così sprecata come adesso, nei giovani"
RispondiEliminasecondo me questo è il bello dei giovani di oggi
ciao francesco! in che senso è "il bello"?
RispondiEliminaGrazie Roby, davvero, per quanto riguarda il ricordarmi "tutto", "citazioni comprese", ehh, magari fosse, non è purtroppo sempre così nessun "mistero" quindi anche se fosse scherzo..., comunque proprio per fare un'altra citazione giustamente pure in "tema", ricordo quello che dice in una memorabile battuta Giuliano Gemma/Capt.Montgomery Brown"Ringo" nel bellissimo "Il Ritorno di Ringo"(Itali'65) di Duccio Tessari, quando tornato dalla Guerra di Secessione ma creduto da tutti morto, novello Ulisse nel West, nella sua città adesso anch'essa morta e territorio sconvolto a ferro e fuoco e dei Proci del West in loro balìa, dopo essersi disvelato a tutti e averne ammazzati da solo un mucchio nel saloon, barbuto e irriconoscibile peone quale s'era camuffato, a chi gli chiede come avesse fatto...-"Sapete com'è, non è difficile, basta un pò di buona volontà"...
RispondiEliminaCiao Roby!
Per Francescomain, sai ciò che accomuna tutti i ragazzi di oggi è che sono tutti insensibili,tutti interessati e sicuri di loro stessi da far schifo ma anche tutti affetti da deficit dell'attenzione e dalla sindrome del tunnel carpale,non saprebbero cosè l'agorafobia nemmeno se gli mordesse il c[ul]o, ed è questo che li rende meschini, sono capaci di dire certe cose a me come a voi che avrete sicuramente in maggior parte più o meno la mia età,e siamo più vecchi di loro e sicuramente più intelligenti, di dire certe cose ripeto,con aria menefreghista ("op.cit."); perciò da par mio, sono ben contento di essere cresciuto ai miei tempi, che sono stati appunto, anche i tempi di "Keoma".
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