lunedì 27 febbraio 2023

Rush

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Trama breve da Wiki: "Durante gli anni 1970 esplode in Formula 1 la rivalità sportiva tra i piloti più talentuosi del momento: il britannico James Hunt e l'austriaco Niki Lauda. I due, che si danno battaglia fin dalle serie minori, non potrebbero essere più diversi: Hunt è un giovane e insolente donnaiolo che adora mettersi in mostra mentre Lauda è un genio strategico dai modi duri e riservati." .

Il resto della trama si può leggere nella pagina dedicata al film o in un qualsiasi altro sito di appassionati della Formula 1. Storicamente fedele agli eventi, non drammatizza né romanticizza nulla. E' un pezzo di storia tra i più emozionanti degli sport motoristici e posso testimoniare di persona. Ero piccolo ma c'ero, quei GP li guardavo alla televisione con mio padre e pure a Monza. Ricordo l'incidente di Niki Lauda, come ricordo quello molti anni dopo di  Gilles Villeneuve. Ricordo anche il "divo" James Hunt noto perché molto più fisicato di quanto normalmente fossero i piloti, ma questo alle donne non dispiaceva a quanto pare.
La F1 lasciava spesso morti sul campo, erano macchine che a vederle adesso mette i brividi pensare che ci potessero correre a oltre 300 orari. Paragonate alle attuali sono dei go-kart...

Ron Howard è uno dei più grandi registi viventi, non lo scopriamo oggi. Il film è davvero notevole in tutti gli aspetti: tecnico-motoristici, narrativi, scenografici, attoriali. Le gare mantengono tutta la loro epicità, ribadita da riprese spettacolari che danno tutto il senso di cosa volesse dire guidare quelle auto. La ricostruzione dell'incidente di Lauda al Nürburgring del 1976 (nel mondiale poi vinto da Hunt) e quella del GP del Giappone dello stesso anno, tra prove, riunioni dei piloti e gara in condizioni meteo spaventose, valgono da sole la visione del film.

Rush significa correre, affrettarsi. Si usa dire "rush finale" quando sei alle ultime battute di una gara e i competitori danno tutto per vincere. Qua il rush finale è il mondiale del 1976, ma la vita dei due protagonisti, con caratteri e mentalità agli antipodi, è un rush quotidiano.
Con gli incisivi pronunciati che gli valsero "roditore" come soprannome, quel carattere duro e freddo, calcolatore che mette le corse al di sopra di tutto, disciplina teutonica, Lauda non poteva vantare grandi simpatie dai media o dai tifosi, ma seppe imporsi e fu un esempio di forza, determinazione. Tornare alle gare dopo il citato incidente, in pochissimo tempo, con la pelle viva ancora visibile sul viso deturpato, lo rese un Mito ma lui non voleva questo, voleva solo vincere.
Biondissimo, troppo alto e pesante, fatale per le donne, beve, fuma, estroverso all'eccesso, solo puro talento di driver, Hunt è un divo ma anche un antieroe. Indisciplinato in tutti i sensi, capace però di gesti nobili, come spaccare i denti al giornalista che ha gratuitamente umiliato Lauda, in piena conferenza stampa, per il suo aspetto. Sì, ogni tanto spaccare i denti a qualcuno, se è palesemente un pezzo di merda, è un gesto nobile... scena memorabile, quelle che creano un ricordo del film.

Solo per appassionati del genere o dei motori in generale? No, per nulla. 
Il cinefilo, quello che guarda un film chiedendosi costantemente "come hanno fatto?", potrà godersi una lezione di Cinema. Chi ama lo sport, qualsiasi sport, apprezzerà questa rivalità ricca di eventi drammatici e anche qualcuno divertente. La noia un ricordo lontano.

(Lauda a sx, Hunt a dx, 1976)

Lauda giudicò "incredibile" il film visto in anteprima. Hunt non potè esprimersi essendo morto nel 1993; secondo Lauda lo avrebbe apprezzato anche lui. Lo conosceva bene e c'è da credergli, furono grandi rivali quanto amici. Un'amicizia che non odorava di aperitivi al bar: puzzava di benzina e asfalto, di gomme ed olio minerale. Condividevano la sfida alla morte ogni volta che gareggiavano.

Robydick



4 commenti:

  1. Avevo 4 anni nel 1976, eppure - non so come - di quell'episiodio ho ricordi nitidi: in casa mia la Formula Uno era pane quotidiano e ricordo bene la disperazione di mio babbo e del mio vicino di casa, appassionato anche lui. Questo film non sarà veritiero al 100% ma... al 90% sì: finora è la ricostruzione più fedele e accurata di quell'incredibile annata: e la mano di Howard riesce a farci trepidare come quasi se vedessimo quelle immagini in diretta. Bellissimo film.

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  2. grazie Kelvin. certo, ogni film qualcosina per romanzare ce lo deve mettere, altrimenti si fa un documentario no? ma qua la percentuale, come ben dici, è davvero bassa

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