sabato 31 dicembre 2011

All That Jazz - Lo spettacolo continua

12

Anzitutto:
Auguri per il prossimo 2012
e grazie a tutti gli amici che ci seguono e ci incoraggiano così a proseguire. Concludiamo l'anno in allegria perché ne abbiamo bisogno tutti, penso. Tra manovre e manovrine, a meno di non appartenere al ceto degli intoccabili, ci aspettano tempi duri. Il Bel Cinema è tra le cose che ci aiutano ad apprezzare la vita, a nostro parere, e qua continueremo imperterriti a rendergli onore.

"Life is a Show" potremmo mettere come sottotitolo a questo film. Vita che comprende ogni suo aspetto: amore, malattia, gioia, dolore, sesso e morte compresi. "All That Jazz" è espressione della Settima arte di livello Olimpico in molti generi, un piacere per occhi, orecchie e cervello. Capolavoro del Musical, anzi no, del Cinema che parla del mondo dello spettacolo, che è drammatico, commedia, intimo, sicuramente autobiografico, che parla della Gioia di Vivere.

Cominciamo dai Riconoscimenti, dove vantiamo anche una prestigiosa presenza italiana.

1980 - Premio Oscar
  • Migliore scenografia a Philip Rosenberg, Tony Walton, Edward Stewart e Gary J. Brink
  • Migliori costumi a Albert Wolsky
  • Miglior montaggio a Alan Heim
  • Miglior colonna sonora a Ralph Burns
  • Nomination Miglior film a Robert Alan Arthur
  • Nomination Migliore regia a Bob Fosse
  • Nomination Miglior attore protagonista a Roy Scheider
  • Nomination Migliore sceneggiatura originale a Bob Fosse e Robert Alan Arthur
  • Nomination Migliore fotografia a Giuseppe Rotunno
1980 - Golden Globe
  • Nomination Miglior attore in un film drammatico a Roy Scheider
1981 - Premio BAFTA
  • Migliore fotografia a Giuseppe Rotunno
  • Miglior montaggio a Alan Heim
  • Nomination Miglior attore protagonista a Roy Scheider
  • Nomination Migliore scenografia a Philip Rosenberg
  • Nomination Migliori costumi a Albert Wolsky
  • Nomination Miglior sonoro a Maurice Schell, Christopher Newman e Dick Vorisek
1980 - Festival di Cannes
  • Palma d'oro a Bob Fosse
Giuseppe Rotunno avrebbe sicuramente vinto l'Oscar per la fotografia se quello non fu anche l'anno di "Apocalypse Now" di Francis Ford Coppola, per il quale andò ad un altro italiano, Vittorio Storaro. Grande anno per l'orgoglio patrio, anche questo spero sia d'auspicio per gli anni futuri, per una rinascita culturale dopo anni di abbruttimento cafone che dalla politica si son trasferiti nell'arte e nella società legittimando i comportamenti più beceri a tutti i livelli. O forse la politica è stata solo uno specchio? non so, sicuramente ci occorre un Rinascimento a partire dal 2012... fine divagazione.

Joe Gideon (Roy Scheider) è un coreografo, nato e cresciuto nei teatri fin da bambino. Sta allestendo uno spettacolo per Broadway e tra casting, prove, anfetamine, sesso, vino, camel senza filtro una via l'altra, sta firmando il suo commiato. In un sogno costante, ad occhi chiusi e aperti, dialoga con Angelica (Jessica Lange), un angelo con cui analizza la sua vita che risulta essere proprio come un Lungo Sogno, completamente votata allo spettacolo dentro e fuori dai palcoscenici, una vita che ha "... un radicato terrore di essere convenzionale".

Dialogo al termine del casting, l'inizio del film, tra 2 escluse.
ballerina 1: andasse a farsi fottere... ma non mi sceglie mai? ballerina 2: io mi sono fatta fottere, ma non mi sceglie mai lo stesso!

Eh già, è un tema che tutti conosciamo. Nello spettacolo o fai così o ciccia. Nonostante questo, Joe non si fa scrupoli e siccome tutte gliela danno la selezione torna a farsi sulle capacità danzanti e canore. Un po' come il doping nello sport: se tutti ne fanno uso si ritrovano tutti alla pari, in un certo senso... Joe non è così cinico, è proprio così, tutte gli piacciono e a tutte piace. Il sesso è una componente determinante nella sua vita, fin dagli esordi fanciulleschi. Ha un numero infinito di storie, e avrà persino la "comprensione" della sola donna che ha spostato e persino della figlia. Certe cose vanno accettate.
A circa metà film ci sarà un balletto che penso sia il più sexy che ho mai visto, con un'apertura al sesso e all'amore totale, etero ed omosessuale. I corpi e le movenze dei ballerini, anche con parziali nudi, non possono lasciare nessuno indifferente.

L'angina, il ricovero in ospedale, la sua incapacità di togliersi i vizi, un destino scritto. Lo spettacolo non potrà vedere il termine, ma ce ne sarà uno al quale egli assisterà doppiamente, con un Joe "fantasma" a dirigerlo e un altro sdraiato sul lettino d'ospedale, intubato e con le flebo, che concluderà il film e la sua vita. Morire troppo presto quando hai ancora molto da fare, evitare di vivere se non puoi farlo nel solo modo che sei capace, sono le stesse facce di una medaglia.

Bob Fosse, che morì 8 anni dopo aver realizzato questo film, è stato un Genio. Non dimentichiamo che è stato anche autore di un altro Capolavoro che qua ha ricevuto gli onori di una stupenda recensione: "Cabaret""All That Jazz" è una meraviglia in costante equilibrio tra la vita e la morte, con delle coreografie nei balletti, la musica, un montaggio frenetico che è in crescendo e non risparmia né le scene di danza né quelle di dialogo e vita personale, riprese modernissime da ogni angolo e con ogni ottica, tutto d'eccellenza.

Film eccitante, anzi la parola corretta è Arrapante.
Quanto sono belli ballerini e ballerine? Nella Danza c'è una magia: il sesso. E' una magia che troppi stolti nella storia dell'umanità han trasformato in tabù e vergogne. Una cosa idiota, purtroppo efficace, trasformare il piacere e la bellezza che possono emanare dai nostri corpi in qualcosa di peccaminoso e chissà se mai ne usciremo da questa spirale mortificante. La Danza espone il potenziale del corpo, emana e stimola ormoni, rompe i recinti. I corpi stessi dei danzatori vengono resi dalla danza perfetti, sono la più bella espressione del nostro potenziale fisico, materializzano e innalzano l'ideale dell'amore e del sesso non più disgiunti. Se esistono angeli hanno le sembianze dei ballerini, e non sono senza sesso, anzi, ne fanno parecchio e con ogni genere di preferenza.

Bellezza, questa dovrebbe essere una delle parole magiche del 2012. Chi la persegue è già in paradiso qui in terra, e se ne esiste veramente uno in cielo allora lo accoglieranno col tappeto rosso al suo ingresso.

Robydick

venerdì 30 dicembre 2011

Amici per la pelle

8

“Amici per la pelle”
è la storia di un'amicizia giovanile tra due scolari italiani nella Roma di metà anni '50, e possiede echi di “Sciuscià” di Vittorio De Sica meno il dramma sociale. I nostri giovani "amici per la pelle", cioè "amici per sempre" sono Mario (Geronimo Meynier) e Franco (interpretato con grande sensibilità da Andrea Scirè).

Mario vive una felice vita famigliare con i suoi amorevoli genitori. Franco è un sensibile, ricco ragazzo, che ha perso sua madre e ora vive in una elegante suite d'albergo con il padre diplomatico e altrettanto premuroso. Il padre di Franco convince quello di Mario ad avere il ragazzo a vivere con loro, mentre egli è via in missione diplomatica. L'amicizia tra i ragazzi cresce. Il timido Franco confida i suoi sentimenti di solitudine che lo accompagnano dopo la morte di sua madre. Mentre lui sta con Mario, egli è ben consapevole dell'affetto materno donatogli a Mario dalla madre e di cui lui non può avere più esperienza. Dopo una visita all'antica residenza del suo papà e della mamma ormai morta, Franco mostra a Mario il ritratto di sua madre. Il film è pieno di tante vignette affascinanti: le attività sportive assieme dei ragazzi, i goffi incontri con le ragazze a una festa di compleanno da adolescenti, altre avventure da ragazzini. Ma quando Mario, che contava di vincere un concorso sportivo a scuola, subisce invece una umiliante sconfitta da parte di Franco, diventa invidioso e sconsideratamente imbratta la memoria della madre del suo amico, scarabocchiandovi sopra e sfregiandogli il ritratto della madre, senza avere realmente la dimensione del danno arrecato. Terribilmente ferito e tradito, Franco decide di lasciare di Roma insieme al padre, lasciando il suo amico. Nel rimorso Mario va all'aeroporto quando i due stanno per andarsene.

Il film ha avuto due finali diversi. Il finale americano (cambiato dalla distribuzione) è più infelice. Mario non riesce ad arrivare all'aeroporto in tempo, e non è quindi in grado di chiedere perdono come così disperatamente avrebbe voluto, non restandogli altro che rimanere a guardare l'aereo decollare con il suo amico per sempre perduto. In Europa il finale è più ottimista, nel quale i due ragazzi sono in grado di abbracciarsi l'un l'altro scusandosi e perdonandosi, con la promessa di restare amici anche se lontani.

Pochissimi film hanno ritratto le delicate relazioni e i sentimenti che costituiscono gli affetti della fanciullezza, come quella tra Franco e Mario, con tanta sensibilità, calore, e vera saggezza. Merito va al regista Franco Rossi per il suo ammirevole lavoro con i ragazzi, gli attori meravigliosi che interpretano i loro genitori, e al gruppo di ottimi sceneggiatori che hanno creato le situazioni, i dialoghi e la drammatica storia. La musica è di Nino Rota, che proprio in quegli anni componeva fra le sue tante colonne sonore, quelle dei più grandi film di Federico Fellini. All'epoca il film non ebbe una distribuzione al livello che avrebbe meritato, ragion per cui non fu visto da molte persone. Eppure se avete avuto la possibilità di recuperarlo, fin dai suoi passaggi televisivi dalla RAI degli anni '70, scoprirete una vera gemma, un film delicato e sensibile come è sempre stato nella sensibilità di Franco Rossi, che oltre ai suoi fulgidi lavori per la RAI come la sua celeberrima “Odissea” (1968), nel 1969 dirigerà un altro film molto bello e struggente su tematiche consimili, “Giovinezza, giovinezza”.

In questo suo commovente racconto sull'amicizia tra due ragazzi di diversa estrazione e carattere, Rossi sa sempre tenersi in efficace equilibrio tra una storia molto intelligente e i toni più leggeri della commedia, ma anche toccanti, dell'importanza dell'amore, della fiducia, della comprensione e dell'amicizia. Ambientato in una Roma splendidamente fotografata in bianco e nero da Otello Colangeli, il film dimostra come i grandi eventi come anche le piccole cose possano influenzare un rapporto -un'amicizia che, almeno nella versione europea, durerà tutta la vita- anche se i due ragazzi probabilmente non potranno più incontrarsi di nuovo.

Questa è anche la storia dell'amicizia di due scolari italiani, nell'Italia degli anni '50, -quindi inevitabilmente ancora piena di riflessi e accenti post-neorealisti-, mirabilmente interpretati da Geronimo Maynier (Mario) e dal su menzionato Andrea Scirè (Franco). Mario è un estroverso vivace che vive in una casa felice, Franco è un solitario, un ragazzo più introverso e che si sposta da hotel a hotel con il padre diplomatico. In una serie di intermezzi presso le loro case e a scuola si assiste allo sviluppo di una felice amicizia. Segue una spaccatura di questa amicizia e infine, vi è una separazione. Il film è come detto brillantemente diretto da Franco Rossi. E anche visto nel 2011, e non più nel 1955, il film è sempre molto commovente. Riuscendo ad occuparsi in modo semplice e non melodrammatico delle forti emozioni che comportano le amicizie adolescenziali, tali e quali abbiamo visto in anni molto più successivi in film bellissimi e dal grande successo sui medesimi argomenti e ricordi, e persino da Stephen King come l'americano “Stand by Me-Ricordo di un'estate” ('86) di Rob Reiner.

Nominato per l'anno 1957 dal Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici per il 1956.
Ha Vinto il Nastro d'Argento come Miglior Produzione (Cines).
Festival Cinematografico di Venezia Anno 1955 ha Vinto il premio OCIC (Office Catholique International du Cinema) a Franco Rossi.
Nominato al Leone d'Oro per Franco Rossi.

Napoleone Wilson

giovedì 29 dicembre 2011

RAN

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Kurosawa si cimenta ancora col mondo feudale dell'antico Giappone. Non ho ben capito il periodo in cui la storia si svolge, ma a giudicare dal fatto che si parla di samurai direi che siamo certamente durante o dopo l'era Kamakura, quindi dopo la fine del 1100, per quel poco che  mi ricordo di storia giapponese.

Questa volta però, a differenza che ne "I sette samurai", si parla esclusivamente di una famiglia regnante in un feudo, della sua sanguinosa ascesa e della sua successiva faida interna che ne causerà, con intrighi, vendette trasversali, antichi risentimenti, una fatale rovina.

La denuncia della violenza che chiama violenza, della brama di potere che genera unicamente sofferenze in un vortice infinito che non risparmia nessuno, questo il messaggio che si percepisce fin dalle prime avvisaglie di faide. Nonostante la lunghezza, non ci si annoia, il cambio di "vento" nelle vicende è continuo e senza soste in un susseguirsi che mai prevede momenti di pace.

A parte i chiari messaggi che porta con sé, siamo di fronte a un kolossal imponente. Film grandioso per costumi e scenografie, scene spettacolari di battaglie, grandissimo impegno di uomini e mezzi per la realizzazione pur senza fare pacchianate, facendo il giusto e mai dimenticando lo scopo principale. Occorre il "buon gusto" di Kurosawa, e di pochi altri, per ottenere questo effetto.

E' un'opera da imperatori.
Robydick


Edit: quanto sopra è il testo di una vecchia rece pubblicata il 12 settembre 2007. erano molto più sintetiche delle attuali... l'amico Napoleone mi ha mandato un suo contributo ben più copioso, ed è stata occasione per riproporre questo Capolavoro. Gli passo la parola


Tango Hirayama/Masayuki Yui:- “Gli uomini preferiscono il dolore per la gioia ... sofferenza più pace!”

Lord Hidetora Ichimonji/Tatsuya Nakadai -: “Il Grande Signore non va da nessuna parte da solo.
Jiro Masatora Ichimonji/Jinpachi Nezu:- “Avete rinunciato alla vostra potenza. Non avete bisogno di una scorta.”
Lord Hidetora Ichimonji:- “Solo gli uccelli e le bestie vivono in solitudine.”

Kyoami/Pita :- “Perché rimanere con questo vecchio pazzo? Se la roccia rimane sempre in piedi e poi comincia a rotolare, spostarsi lontani. Oppure si rotolerà con lui e saremo schiacciati. Solo un pazzo rimarrebbe a bordo.

Kyoami :- “L'uovo di serpente è bianco e puro. Un uovo di uccello è punteggiato e sporco.”
Lord Hidetora Ichimonji:- “Questo è un castello ... Ecco un muro.”
Kyoami :- “L'uccello ha lasciato l'uovo maculato per uno bianco.”
Lord Hidetora Ichimonji:- “Strano...”
Kyoami :- “Dalle crepe dell'uovo, viene fuori un serpente.”
Lord Hidetora Ichimonji :- “Lo spazio è vuoto sopra il muro. Perché?”
Kyoami :- “L'uccello è inghiottito dal serpente.”
Lord Hidetora Ichimonji:- “Dove sono? Chi sono io?”
Kyoami .- “Stupido uccello!”

Shuri Kurogane/Hisashi Igawa :- “Saburo non è il nostro unico nemico.”
Jiro Masatora Ichimonji :- “E allora? Se attaccano, noi reagiremo. Noi prenderemo la loro terra e allargheremo la nostra.”
Kurogane :- “Belle parole, ma con le parole non si vincono le guerre.”

Kyoami :- “L'uomo è nato piangendo. Quando ha pianto abbastanza, muore.”

Lord Hidetora Ichimonji:- “Sono perduto ...”
Kyoami :- “Tale è la condizione umana.”

Saburo Naotora Ichimonji /Daisuke Ryu:- “Esiste un traditore che tradisce se stesso?”

Kyoami :- “La mente non vede i difetti del cuore ...”

Kyoami :- “Non ci sono dei ... altri Buddha? Se esistete, ascoltatemi. Voi siete maliziosi e crudeli! Siete così annoiati che lì dovete schiacciare come formiche? E 'divertente vedere gli uomini piangere?”

Lord Hidetora Ichimonji:- “Che folle ha parlato? In che cosa consiste la mia senilità?”
Saburo Naotora Ichimonji :- “Te lo dirò. In che tipo di mondo viviamo? Sterile di lealtà e di sentirsi unico.”
Lord Hidetora Ichimonji:- “Sono consapevole di questo.”
Saburo Naotora Ichimonji :- “Quindi questo dovrebbe essere! Voi avete versato un oceano di sangue. Voi non avete mostrato alcuna pietà, senza pietà. Anche noi siamo figli di questa età ... svezzati sul conflitto e sul caos. Siamo i vostri figli, e si conta sulla nostra fedeltà. Ai miei occhi, ciò e quel che ti rende uno sciocco.”

Tango .-«Non bestemmiare contro Buddha e gli dei. Sono loro che piangono, per i delitti che gli uomini compiono per la loro stupidità, perché credono che la loro sopravvivenza dipenda dall'assassinio degli altri ripetuto all'infinito. Non piangere, il mondo è fatto così. Gli uomini cercano il dolore, non la gioia. Preferiscono la sofferenza alla pace. Guardali, questi stupidi esseri umani, che si battono per il dolore, si esaltano per la sofferenza e si compiacciono dell'assassinio! »

Ran” (ovvero “Caos”) fu l'ultimo Kolossal in costume realizzato dal “Tenno”, ovvero “L'Imperatore” Kurosawa, grazie anche e soprattutto all'interessamento degli americani che trovarono i finanziamenti necessari per una produzione tanto impegnativa e costosa anche in termini di numero di comparse e di costumi necessari, per non parlare della necessità di girare nei pochi luoghi e castelli rimasti del periodo del feudalesimo giapponese.

La vicenda originale dalla quale Kurosawa ha tratto l'ispirazione per questo suo ennesimo capolavoro trae lo spunto dalla vita del generale Mori Motonari (vissuto nel sedicesimo secolo) e la divisione che venne compiuta tra i suoi figli del Feudo ; incredibilmente, e in completa armonia, i tre figli fecero prosperare le proprietà. Kurosawa si è chiesto cosa sarebbe accaduto se molto più banalmente non fosse andata così idilliacamente. La trama storica si fonde con la trama del Re Lear, conferendo grande originalità a questo dramma realizzato da Kurosawa (nonostante l'autore avesse ben 75 anni).

Kurosawa non circoscrive la trasposizione al solito ad una mera illustrazione calligrafica, si spinge ad indagare le ragioni profonde a causa della follia di Hidetora/Lear: quali azioni crudeli e atti malvagi avrà compiuto quest'uomo nei lunghi anni del suo regno? E' a causa delle ingiustizie e delle sopraffazioni compiute quando era un potente signore feudale che Hidetora si troverà a dover scontare quando sarà oramai solamente un misero vecchio. Kaede è certamente perfida ma ciò che la conduce alla vendetta è la sua malvagità; la propria incapacità paranoide di distinguere gli amici dai nemici, ponendo in pericolo le persone care e i suoi familiari, a causa inoltre della morte di Saburo, il dramma di Sué e Tsurumaru. Dickensianamente sono i fantasmi del passato a mordere i timorsi e a rendere folle Hidetora, che in un certo senso, è un Macbeth che è sfuggito alla pena dovuta quando era giovane. Ma non sarà solo Hidetora a dover pagare; conseguentemente “Ran” diviene una parabola sulle ingiustizie del mondo e della vita (inflitte e patite) e sulla smisuratezza di talune umane ambizioni, come del loro portato di follia.

Ran” è oltretutto e non certo secondariamente, un portentoso e magistrale affresco visivo e immaginativo(nel quale tra le innumerevoli sequenze da manuale spicca la straordinaria, visionaria, lunghissima sequenza dell'assedio e poi della preparazione, infine dell'assalto al castello di Hidetora), e sempre supportato in maniera eccellente dalla partitura del maestro compositore fedele di Kurosawa, Toru Takemitsu.

Academy Awards,USA Anno 1986 Ha vinto il Premio Oscar per i Migliori Costumi
a Emi Wada
Nominato all'Oscar per la Migliore Direzione Artistica- Scenografia
Yoshiro Muraki
Shinobu Muraki
Miglior Fotografia
Takao Saito
Shoji Ueda
Asakazu Nakai
Miglior Regista ad
Akira Kurosawa

Amanda Awards, Norvegia Anno 1986 Ha vinto l' Amanda Awards per il Miglior film estero (Wiel utenlandske spillefilm) ad
Akira Kurosawa
Premi dellìAccademia Giapponese Anno 1986 Ha vinto il Premio dell'Accademia giapponese alla Miglior Sceneggiatura
Yoshiro Muraki

Shonobu Muraki
alla Musica per la Migliore Colonna Sonora
a Toru Takemitsu
Anche per “Himatsuri” (1985) e “Shokutaku no nai cioè” (1985).
Premio Speciale a Masato Hara.
Nomination del Premio dell'Accademia giapponese alla Miglior Fotografia
Shoji Ueda

Takao Saito
Migliore illuminazione a
Takeji Sano
Miglior Suono a
Fumio Yanoguchi
Shotaro Yoshida
Miglior attore non protagonista a
Hitoshi Ueki
BAFTA Awards Anno 1987 Ha vinto il BAFTA Film Award come Miglior Film Straniero a
Serge Silberman

Masato Hara
Akira Kurosawa
Francia / Giappone.

Miglior Make Up Artist
Meda, Shohichiro
Tameyuki Aimi
Chihako Naito
Takemizawa, Noriko
Nomination al BAFTA Film Award per la Miglior Fotografia
Takao Saito
Shoji Ueda
Migliori Costumi a
Emi Wada
Produzione miglior design
Yoshiro Muraki

Shinobu Muraki
Miglior Sceneggiatura - Adattamento
Akira Kurosawa
Hideo Oguni
Masato Ide

Premi Nastro Azzurro Anno 1986 Ha vinto il Premio Nastro Azzurro per Miglior Film
Akira Kurosawa

Bodil Awards Anno 1986 Ha vinto il Bodil come Miglior film europeo (Bedste pellicola europæiske)
Akira Kurosawa (regista)

Boston Society of Film Critcs Awards Anno 1986 Ha vinto il Premio BSFC per la Miglior Fotografia a
Takao Saito

Shoiji Ueda
e per Miglior Film.


Premi César Anno 1986 Nomination al César Miglior film straniero (Meilleur film di étranger) ad
Akira Kurosawa
Best Poster (Meilleure affiche)
Baltimora, Benjamin

David di Donatello Anno 1986 Ha vinto il David Miglior Regia - Film Straniero (Migliore Regista Straniero)ad
Akira Kurosawa

Golden Globes, USA Anno 1986 Nominato al Golden Globe Miglior film straniero per il Giappone

Independent Spirit Awards Anno 1986 Nominato con Distinzione per il Premio Speciale

Joseph Plateau Awardsa Anno 1986 Ha vinto il Joseph Plateau Award per il Miglior Contributo Artistico

London Film Critics Circle Awards Anno 1987 Ha vinto ALFS Award Director of the Year ad
Akira Kurosawa
Film in Lingua straniera dell'anno per il Giappone.

Los Angeles Film Critics Awards Anno 1985 Ha vinto LAFCA Award Miglior film straniero ad
Akira Kurosawa
Insieme con “La Historia Oficial” (1985).

Miglior Musica
Toru Takemitsu

2 ° posto LAFCA Award Miglior Regista ad
Akira Kurosawa

Mainichi Film Concours Anno 1986 Ha vinto il Mainichi Film Concours come Miglior Regista ad
Akira Kurosawa
Miglior Film
Akira Kurosawa
Miglior attore non protagonista
Hisashi Igawa
Anche per "Tampopo” (1985).


National Board of Review,USA Anno 1985 Ha vinto NBR Award per Miglior Regista
ad Akira Kurosawa e per
Miglior Film Straniero


Giappone. National Society of Film Critic Awards Anno 1985 Vincitore del Premio NSFC Nelle Categorie:

Miglior Fotografia
Takao Saito
Miglior Film
2 ° posto Premio NSFC Miglior Regista
Akira Kurosawa
Miglior attrice non protagonista
Mieko Harada


New York Film Critics Circle Awards del 1985 Vincitore del Premio del NYFCC come Miglior Film Straniero

San Sebastian International Film Festival del 1985 Kurosawa vinse il Premio OCIC.

Le diverse centinaia di costumi sono stati tutti creati a mano, un processo che ha richiesto due anni.

Il castello distrutto nel mezzo del film è stato appositamente costruito sulle pendici del Monte Fuji e poi bruciato. Nessuna miniatura è stata utilizzata per questo segmento, anche se un effetto ottico di un altro castello bruciato è stato utilizzato nel finale.

Kurosawa realizzò il precedente capolavoro “Kagemusha -L'Ombra del guerriero” ('80) come “prova generale” di questo. Trascorse dieci anni disegando storyboard per ogni scena del film come fossero dipinti. L'insieme risultante di immagini è stato pubblicato con la sceneggiatura.

La storia è stata ispirata da leggende di samurai, ma attinge anche molto dal “Re Lear” di William Shakespeare.

A differenza di molti altri personaggi del film, il personaggio del buffone, Kyoami ( interpretato da Pita), non ha alcun fondamento storico in Giappone. La posizione più simile nei confronti di un signore della guerra storica giapponese sarebbe di una pagina, ma sarebbe di una responsabilità molto diversa. Piuttosto Kyoami si basa sui giullari pazzi del Medioevo europeo e, naturalmente, sul personaggio di Shakespeare del Matto dal "Re Lear".

La moglie 39enne di Kurosawa, Yoko Yaguchi, è morta durante la produzione di questo film. Kurosawa ha fermato le riprese per un solo giorno a piangerla prima di riprendere il lavoro sulla fotografia.

Quasi tutto il film è girato in campi lunghi e c'è un solo primo piano quando La Signora Kaede si presenta con la testa della statua di una volpe.

Una scena che ha richiesto un intero campo da spruzzare d'oro è stata girata ma poi lasciata fuori dal film.

Ran, generalmente tradotto dal giapponese, significa 'caos' o 'rivolta'.

Kurosawa cominciò a scrivere il film 10 anni prima della sua uscita e ha detto che non era originariamente stato pensato per essere basataosu "Re Lear", ma è venuto ciò durante il processo di scrittura.

La vista di Kurosawa si è deteriorata quasi completamente durante le riprese di questo film. Poteva solo girare con l'aiuto dei suoi assistenti, che hanno usato i suoi dipinti storyboard come linee guida.

La pellicola ha utilizzato circa 1400 comparse (furono fabbricate 1400 armature, disegnate da Kurosawa ) e 200 cavalli. Un certo numero di cavalli dovette essere importato dagli Stati Uniti. Kurosawa ha utilizzato le comparse e cavalli in modo così efficiente che, quando il film era pronto per la premiere, sui giornali in Giappone ci sono stati vari reportage sulle migliaia di comparse e cavalli che furono utilizzati per mettere in scena le battaglie.

Dato che l'attore Tatsuya Nakadai era di decenni più giovane del personaggio di Hidetora, indossava un pieno trucco facciale che richiedeva quattro ore di applicazione.

La Criterion ha fatto uscire “Ran” in Blu-ray R1, che ha fatto di questo il primo Kurosawa pellicola pubblicato su Blu-Ray in America. Ma la Criterion perso i diritti per il film all'ultimo minuto ed è stata lasciata in grado di farlo uscire, andando però immediatamente fuori catalogo, come tutte le precedenti edizioni su dvd. Di conseguenza, il Blu-ray pubblicato sempre dalla Criterion di Kagemusha è diventato il primo film di Kurosawa pubblicato su tale supporto ad alta definizione negli Stati Uniti. Tuttavia, “Ran” è stato poi fatto uscire in America come parte della Collezione Studio Canal, distribuita dalla Lionsgate.

“Ran” è stato l'ultimo film di June Tazaki.


Napoleone Wilson

mercoledì 28 dicembre 2011

La visita

7

Bellissimo film di Pietrangeli girato tra "La Parmigiana" e "Il Magnifico Cornuto", fulgida testimonianza dello stile rigoroso del Nostro, capace di nascondere un pozzo nero dietro le apparenze della commedia leggera.

Ne ho già parlato parecchio in precedenza. Considero questo film una delle opere più straordinarie del regista romano, che con pochi, essenziali tocchi mette in scena una lontananza/vicinanza in modo notevole. Sceneggiatura di ferro del "solito" Ruggero Maccari e di Pietrangeli stesso, quasi banale nella sua semplicità, ma diabolica nel rappresentare due solitudini e due mondi in procinto di entrare l'uno nell'orbita dell'altra.

Pina conosce Adolfo tramite annuncio su giornale. Inevitabile sarà l'incontro tra i due. Meschinità, incomprensioni, malinconia. Questo è ciò cui andranno incontro i due protagonisti, Sandra Milo e Francois Périer, straordinari, perfetti, non un'espressione, un movimento in più rispetto all'economia del racconto, due tra le prove attoriali più importanti e meritevoli di plauso a cui abbia mai assistito, centro nevralgico della pellicola, impreziosita pure da partecipazioni illustri come quella del grande Mario Adorf, amatissimo da chi scrive, nel ruolo dello scemo del villaggio, molto bravo, lontanissimo dalle caratterizzazioni dei film dileani.

Uso magistrale del flashback, movimenti di macchina morbidi ed essenziali ad avvolgere i protagonisti in cerca della più piccola ed insignificante certezza che possa dare un senso ad un' esistenza solitaria, distillato puro del Pietrangeli touch, qui ai massimi livelli, sicuramente all'altezza di "Io La Conoscevo Bene" e "Adua e le Compagne", precedentemente affrontati in questa mini rassegna, che offre al pubblico un altro amarissimo "ritratto di signora", con la Milo brava e credibile come impiegatina del consorzio agrario nella bassa mantovana. Gretto e ubriaco l'Adolfo di Francois Périer, grande attore francese che non ha assolutamente bisogno di presentazioni da queste parti (tra i tanti titoli ricordiamo "Sotto il Cielo di Parigi" ["Sous le Ciel de Paris"] di Julien Duvivier). Consigliatissimo, c'è veramente poco altro da aggiungere. Solita, splendida fotografia di Armando Nannuzzi (ne parlammo in occasione di "Adua"), montaggio di Eraldo Da Roma e musiche del Maestro Armando Trovajoli. Buona visione.

Sandra Milo: "Tu puoi giudicarmi come vuoi, ma qua in paese ho una buona reputazione. La gente mi stima.
Francois Périer: "Pina, ma che adesso vogliamo litigare, dopo che siamo andati così d'accordo per tutta la giornata."
Sandra Milo: "Si, proprio d'accordo. Come se non mi fossi accorta di tutte le cose che non ti sono andate bene di me e della mia casa.
Francois Périer: "Quando?"
Sandra Milo: "Dobbiamo dirci tutto, no? E allora su, coraggio, comincio io e ti dico in faccia tutto quello che penso di te: sei egoista, meschino, razzista, presuntuoso come tutti i romani, ecco cosa sei. Non sei democratico, non sei fine, frughi nelle stanze, maltratti gli animali, disprezzi il prossimo. Ecco perchè uno come te non lo vorrei nella mia casa nemmeno dipinto sul muro, chiaro!"

Belushi

martedì 27 dicembre 2011

Stone

6

[Camminando in un bar]

Stone/Ken Shorter :- “Avete birra da vendere, qui?”

[Al funerale di Go Down]
Undertaker/Sandy Harbutt :- “OK, Go Down, avete capito bene, ma credetemi chiunque ti ha fatto questo avrà molto di più di quel che ti ha fatto, e questa è una promessa”

Undertaker :- “Faremo quello che cazzo ci piace. Non abbiamo intenzione di stare qui fermi con le ami in mano mentre ci buttano giù uno per uno, e quei bastardi sapientoni fanno la loro indagine di routine-”

“Stone” è un film strepitoso, eppure, nella maggior parte dei paesi non anglofoni è quasi sconosciuto, mentre in Australia fu campione di vendite anche per la colonna sonora.
Sulla copertina c'era questo cranio che è anche nel manifesto, con un cappello da scavatore. La colonna sonora è a base di musica molto strana, eseguita da didgeridoo, strumento tribale degli aborigeni, chitarre, a ben sintetizzare tutta la potenza e il senso di caos che avvolge i protagonisti del film. Già solo sentendola, ti rende bene il gusto visivo di “Stone”, tanto che quando lo vedrai non ne rimarrai deluso. Apparentemente è solo un semplice film d'azione su una banda di biker satanisti che si fanno chiamare i “Graveyard Diggers”, i quali otterranno nello svolgimento della trama solamente di essere cacciati e decimati ad uno ad uno. Ma a questo ci arriveremo. Con un cast che sarebbe poi divenuto il gotha del cinema australiano e della televisione, come Garry McDonald, Bill Hunter, Rebecca Gilling (dannazione quant'era stratosferica TOPA!), Vince Gill, Tony Bonner, Roger Ward, Helen Morse e Hugh Keays-Byrne, per un fantastico parterre di personaggi . Produttore, regista e co-sceneggiatore del film è Sandy Harbutt che interpreta anche il leader del Diggers e che se la cava egregiamente. In realtà, l'anello debole del film è proprio il protagonista, Stone; Ken Shorter che lo interpreta è certo un bel ragazzo, ma non proprio un grande attore. O forse semplicemente non è invecchiato bene come personaggio. Stone dal modo in cui è un poliziotto della squadra antidroga che si infiltra sotto una sorta di copertura (uno dei motociclisti sa che è un poliziotto, ma nessun altro) per cercare di trovare l'assassino. Keays-Byrne (in uno dei suoi ruoli da “irregolare” precedenti a “Mad Max”, interpreta il ruolo più difficile dell'assassino sotto effetto perenne di acidi, e che porta il caos nella banda e nelle teste dei Graveyard.

Decapitazioni, esplosioni e poi un fantastico giro su una rupe che per l'epoca era una prima mondiale, un salto in piedi su una moto da un dirupo nell'oceano. Sequenza ancora oggi strepitosa! Mentre per la stupefacente sequenza del funerale, Harbutt era riuscito a raccogliere 400 motociclisti che guidarono lunga l'autostrada F3 di Gosford in quello che ora è un momento seminale del cinema australiano degli anni' 70. Incredibilmente quando hanno ricreato la scena del film, per le celebrazioni del 25 ° anniversario nel 1998, sono stati radunati oltre 30.000 motociclisti.(!) Ma torniamo al film ...
Vince Gill dà tutto il meglio di sé come Dotctor Death, che recita il tipo di sermone che voglio al mio prossimo funerale, urlando "Saaaaattttaaaaannnn!", a pieni polmoni prima di seppellire -in piedi- il loro compagno. “Stone” mostra poi anche e fino in fondo quanto è profondo il solco estetico così anni '70 del film, il protagonista Ken Shorter è un ragazzo belloccio e selvaggio, nei suoi bianchi abiti,il panciotto di pelle, e con la sua bionda coda di cavallo. Che certo si integra bene in “un branco di bastardi bikers”, per parafrasare il titolo italiano di uno dei migliori film americani del filone, che hanno appena seppellito il loro compagno e incazzati, vogliono ottenere vendetta.. Ma dopo aver salvato uno dei bikers da un attacco di balestra (?), Shorter riesce a ottenere il via libera a condurre la sua moto con la banda.(finché però rimane nelle retrovie). Quindi, con tanta amarezza, si allontana dalla sua fidanzata Helen Morse e dal suo circuito di tennis, andando a convivere con questa schiuma puzzolente di “famiglia” motociclistica, in un'antica fortezza sulla cima di una scogliera. Riesce a dimostrare il suo valore da corsa ad un membro della banda dei Midnight intorno al circuito e a non vincere, ma a farsi vedere dannatamente di buon occhio. E questa è una delle cose si questo film che ne fanno inconfondibilmente un film aussie. In un film yankee avrebbe dovuto vincere Stone. E un'altra cosa, Bindi Williams come interprete di Midnight - un attore aborigeno in un ruolo principale? Nel 1974? Questo film fu stato finora dunque in anticipo sui tempi. Ed è qui che si deve andare a parare. Perché questo è molto più che solo un altro film di aussie explitation degli anni '70. o un altro film di bikers con protagonista un poliziotto che deve vedersela con i colpi di una banda di motociclisti. Il film parla anche di una banda composta da veterani del Vietnam e della Corea, guerre a cui l'Australia partecipò con propri contingenti in appoggio agli Stati Uniti, i quali si sono riuniti per cavalcare le loro moto nelle banda dei Graveyard, perchè non hanno un altro posto in cui andare.
Quando si pensa che questo film era probabilmente uno dei primi se non il primo, ad affrontare davvero l'idea che i veterani non fossero stati tanto ricercati, quando erano tornati a casa. A causa dell'appoggio all'intervento in Vietnam, le posizioni e le opininioni nel paese si erano polarizzate, nessuno voleva più parlare di questo, o ammetterlo. Certo non si tratta di una vera e propria connotazione politica del film, ma ne rimane la sensazione di fondo, la dichiarazione qui posta di un grido di comprensione per il veterani del Vietnam, per la libertà di fottere il sistema che invece gli ha immancabilmente fottuti, quando sono tornati dalla guerra. E il film affronta anche l'idea del business che fa regolarmente passare in secondo piano 'gli interessi delle persone e dell'ambiente e la loro difesa, con l'apertura del film sull'assassinio di un politico ad una manifestazione per un nuovo e diverso, sviluppo del territorio. Questa era una parte della popolazione agli inizi degli anni '70, e questo film che li aveva rappresentati era in anticipo sui tempi. Oggi che su una trama di questo tipo possiamo essere molto più disincantati, non possiamo non riconoscere che comunque era giusto pensarla così, fin da quel tempo? Devo ammettere che alcune cose del gergo e degli indumenti del film possano risultare datati, occasionalmente, ma le scene motociclistiche sono ancora impressionanti, le scene di combattimento anche, e l'accerchiamento alla fine, quando Stone , dopo aver fatto alla sua ragazza un discorso sull'onore e sull'integrità, ottiene di fare piazza pulita di quelle merde dei Diggers. Voglio dire, come altro sarebbe potuto finire il film?
“Stone” non è mai stato, dato anche il suo tipo di storia, molto famoso fuori dall'Australia, perché, francamente, il cinema australiano “d'autore” di quel periodo aveva un po' imposto che certi film non dovessero essere troppo esportati con l'idea che avrebbero potuto rafforzare il preconcetto che i film australiani in definitiva, fossero un po' rozzi. Poi, è venuto “Picnic ad Hanging Rock” e quella sorta di "arte" che ha fatto sì che tutti si accorgessero che il cinema australiano non produceva solo commedie sexy come la famosa serie tv aussie degli anni '70 “Alvin Purple”, o crassi film di bikers d'exploitation come “Stone”. Per fortuna il pubblico dei film non ha avuto sempre la testa infilata nel culo come i critici cinematografici illustri da noi come in Australia, (che sono stati quasi sempre e solamente dei poveri idioti!), e in un certo senso, anche della miopia dell'AFC (l'Australian Film Council), per concorrere a finanziare solamente i film più pretenziosamente “artistici”, e “contenutistici”. Ma invece, il pubblico accorse a vedere questo film, molto più di altri dell'Ozploitation di quel periodo, appena uscì sul grande schermo. Ciò fu ottenuto senza soldi, con i passaparola a dare una mano decisiva, un risultato di vero, sincero ed enorme gradimento. Ciò nonostante Harbutt passò degli anni a cercare di realizzare un altro lungometraggio, senza riuscirvi e senza ottenere un finanziamento dagli enti statali, nonostante l'enorme successo del suo primo, infernale, film di bikers. I critici però, resta che come al solito si erano sbagliati in partenza. “Stone” è oramai uno di quei film della First Wave che vivrà per sempre. Se non lo avete visto, mi dispiace dover dire così, ma non siete minimamente dei veri interessati né tantomeno appassionati cultori della cinematografia dell'Australia, questo Big Country, in tutti i suoi estesi sensi possibili. E se invece lo avete visto, beh allora saprete già cosa intendo e di cosa sto parlando, essendo un film che uno vorrebbe avere sempre la minima scusa per poterlo rivedere, e vedere..., di nuovo. Un film e un'esperienza veramente potente, dall'inizio alla fine.

Ken Shorter ideò i suoi abiti.
L'attore Vincent Gil ha lavorato nel film anche come fonico per la presa diretta.
Quattrocento reali bikers hanno partecipato come comparse nella famosa sequenza del corteo funebre lungo l'autostrada, vista all'inizio di questo film.

Rebecca Gilling venne originariamente scelta per il ruolo di Euridyce. Tuttavia, dopo che Ambra Rodgers lo abbandonò, è stata ri-lanciata come Vanessa, e sua sorella Jane Gilling ha sostituito Rebecca.

Vanessa si riferisce a Stone come "... un ragazzo telegramma della PMG ...". La PMG è stata il reparto più importante delle poste in generale, una singola organizzazione responsabile per la posta e i telefoni in tutta l'Australia fino al 1975.

Questo film è stato girato nei mesi di ottobre e novembre 1973.

Sandy Harbutt effettuò una serie di ruoli in questo film. Harbutt è stato il regista, il co-sceneggiatore, produttore, scenografo, compositore e attore nel ruolo dell'antagonista di Undertaker, il capo della banda Bikie dei Grave Diggers.

Primo lungometraggio cinematografico diretto da Sandy Harbutt.

La banda di bikers dei Grave Diggers è caratterizzata da una serie di personaggi che hanno nomi colorati. Questi includono Bad Max, Blue, Boots, Buzzard, Captain Midnight, Dr Death, Euridyce, Ferret, Go Down, Hooks, Karma, Midnight, Pinball, Scrag, Septic, 69, Skunk, Stinkfinger, Sunshine, Tiger, Toad, Undertaker and Zonk.

Questo film è stato un grande successo d'incassi al box-office in Australia, quando uscì nel 1974.

Lo script per questo film nasce nel 1970 come episodio della serie televisiva australiana drammatico-poliziesca “The Long Harm”. Sandy Harbutt stava interpretando un detective nello show televisivo. Quando la serie fu cancellata, Harbutt ne ha rielaborato lo script per un lungometraggio.

Il film si distingue per una trovata motociclistica, quando uno stunt si getta in mare da una scogliera alta 80 piedi.

Questo film è da sempre l'unico lungometraggio cinematografico diretto da Sandy Harbutt.

Le riprese di questa produzione durarono cinque settimane.

Questo film è considerato un "Ozploitation" (film di genere australiano).

Questo film è in qualche modo considerato un precursore di "Mad Max”.. David Stratton nel suo libro “The New Last Wave” afferma che questo film "... ha molte somiglianze con il successivo “Mad Max” ed è, in un certo senso, il suo precursore. Entrambi trattano di bande di motociclisti anti-sociali e entrambi hanno come protagonista del film un poliziotto che è ruvido come i criminali che sta cercando di sgominare, entrambi i personaggi hanno la caratteristica di avere dei nomi bizzarri... ". Anche le versioni in DVD di questo film hanno vantato una tagline che suggerisce questo: "Prima di Mad Max e The Road Warrior (Interceptor – Il Guerriero della strada), c'era STONE".

Un numero di attori del cast di questo film è apparso più tardi nel simile film australiano di culto "Mad Max”. Cioè gli attori Hugh Keays-Byrne, Roger Ward, Vincent Gil, David Bracks e Reg Evans.

Quando otto anni dopo la sua distribuzione australiana, questo film è uscito in Gran Bretagna per la prima volta, "Time Out" affermò: "Otto anni dopo il suo debutto australiano, "Stone" è uscito nel circuito britannico, chiaramente inseguendo da parte dei distributori il pubblico che ha fatto di “Mad Max” un ciclo di tanto successo".

Il montaggio originale cinematografico di questo film durava 132 minuti. Secondo quanto riferito, il regista Sandy Harbutt era relativamente infelice con questa versione. Durante gli anni '80, quando il film è stato infine opzionato per l'uscita in home video dalla Roadshow Video (una divisione della Roadshow Film Distributors), Harbutt ha chiesto di essere messo in grado di ri-montare il suo film in modo che riflettesse la sua visione originale. L'uscita del video originale australiano (circa nel 1985) è lunga 98 minuti e ha scritto “Director's Approved" accoppiato con la firma di Harbutt. È questo un montaggio significativamente più breve del “Director's Cut", comprensivo della versione Cinematografica Premium del 1995, per la riedizione del 21° Anniversario, che ha sostituito tutte le precedenti versioni del film. Il DVD australiano contiene anche questa versione più corta della durata di circa un'ora e mezza. Harbutt ha detto della versione più breve di circa mezz'ora, l'unica disponibile in video prima dell'uscita del dvd: "Mi basta guardare la pellicola come è e come è stata e per quanto mi riguarda, il film dovrebbe essere così com'è adesso. Ecco. Questo è quello che voglio far vedere al pubblico internazionale".
Il significato e la rilevanza del titolo di questo film ''Stone'' è che si riferisce al nome del personaggio principale, un poliziotto, interpretato da Ken Shorter, il quale si infiltra in una banda di moticiclisti. La parola "stoned" era comune nella contro-cultura degli anni '60 e '70 relativamente allo stato di ebbrezza che si ottiene dal prendere farmaci, e dando allo stesso il titolo di qualche film. Un riferimento alla battuta sul nome di Stone e alla sua somiglianza con uno "stoned" è fatto in questo film.

Probabilmente, questo fu il primo bikers movie prodotto in Australia. Un numero, per lo più a basso budget, di film di questo genere era stato prodotto negli Stati Uniti nel corso delgli anni '60 e '70.

Le moto della banda dei Grave Diggers utilizzano radio CB, perché il gruppo è composto da ex-militari (conosciuti colloquialmente in Australia come "Searchers"), reduci delle guerre del Vietnam e di Corea.

Questo film è stato completato solo tre giorni prima della sua prima mondiale il 28 giugno 1974 al Cinema Forum di Sydney, New South Wales.

Secondo quanto riferito, questo film è andato in profitto entro sei mesi dalla sua uscita cinematografica australiana, a metà del 1974.

Questo film venne portato al Festival di Cannes del 1980 per cercare una distribuzione in tutto il mondo. Questo è stato a circa sei anni dalla sua uscita cinematografica in Australia. La scintilla per questo fu una somiglianza di questo film al successo internazionale al box-office “Mad Max”, che era uscito un anno prima nel 1979.

Una vera e propria gang di motociclisti nella vita reale ha interpretato la gang rivale al funerale di Black Hawk.

Bikers nella vita reale e motociclisti furono pagati con della birra, per la partecipazione come attori e comparse in questo film.

Nonostante questo film divenne un fenomenale successo al botteghino in Australia, Sandy Harbutt non venne mai finanziato dal governo australiano per fare un altro film.

Un circolo motociclistico denominato “Stone Social Club” è nato come un omaggio a questo film.

Un'ora di documentario making-of sul film intitolato “Stone Forever” è stato realizzato nel 1999.

Questo film quando uscì in Australia fu aspramente criticato dalla critica cinematografica.

Sandy Harbutt non aveva visto la stampa finale di “Stone” (dall'inizio alla fine) fino alla prima mondiale del film.

Interpretante Stone, un poliziotto, in questo film, l'attore Ken Shorter era un ex poliziotto anche nella realtà.

Cameo:
Garry McDonald: il popolare comico australiano interpreta il meccanico delle moto. Nel 1975, McDonald è diventato famoso alla televisione australiana come protagonista del personaggio normanno a fumetti Gunstan. Questo è stato il secondo film di McDonald dopo "Avengers of the Reef” (1973) di Chris McCullough.

Napoleone Wilson

lunedì 26 dicembre 2011

Amish Grace

6

Film per la TV, e in questo senso va anche valutato, con tutti i "cinefili" limiti possibili del caso, anche se parliamo di un prodotto molto ben fatto professionalmente parlando. Questo film ha avuto record di visioni ed apprezzamenti negli Stati Uniti, non a caso. Siamo nel territorio difficile dei contenuti forti, e solo su quelli andremo a concentrarci. In pieno periodo natalizio, sono in tanti a parlare di bontà, empatia, compassione... ma quando gli eventi impongono di attingere a queste qualità chi ne è realmente in grado?

E' narrata, con piccole concessioni di fantasia, la vicenda nota come "Amish school shooting", terribile fatto di cronaca del 2006 avvenuto ai danni di una comunità Amish della Pennsilvanya. Chi e cosa sono gli Amish? Leggetelo su wiki. Sono abbastanza noti, comparsi anche se spesso ai margini, in diversi film. Tornando invece alla vicenda, è uno dei (purtroppo) innumerevoli casi di follia nei quali una persona per motivi irragionevoli compie una strage. Negli Stati Uniti quasi non si contano più queste vicende, piccole e grandi, ma anche nel vecchio continente cominciamo ad averne. In questo caso un uomo, tranquillo ed amante della sua famiglia ma mentalmente devastato per la morte alla nascita di una figlia, pianifica ed esegue un massacro a colpi di fucile in una piccola scuola femminile della comunità Amish con cui era in contatto, dato che con un'autobotte ogni giorno vi si recava a raccogliere il latte, prodotto principale della comunità. 5 bambine morte, parecchie altre ferite anche molto gravemente, questo il bilancio dell'assurdo gesto al quale aggiungiamo il suicidio dell'autore.

Il libro che narra i fatti ha un titolo più descrittivo: "Amish Grace: How Forgiveness Transcended Tragedy". Questa vicenda ha fatto parlare, e qui sta la sua meravigliosa peculiarità, per il Profondo Perdono che la comunità ha saputo esprimere per l'omicida, che si è riversato nei confronti della moglie dello stesso, donna sconvolta e distrutta quanto le madri delle innocenti vittime. Talmente incredibile che persino le televisioni intervenute hanno indagato, se fosse qualcosa di veramente sincero e condiviso dalla comunità o invece imposto dai loro predicatori. Gli Amish sono molto chiusi, rifiutano le armi come la tecnologia, l'elettricità, le auto, non ammettono di essere ripresi dalle telecamere, facilmente espellono chi non si attiene ai dettami, per cui quei sospetti erano legittimi. Effettivamente una delle madri di perdonare non ne voleva sapere, però sarà proprio lei a dare maggior prova di saper reagire coi dettami della fede cambiando il suo parere, senza imposizioni, ad una tendenza all'odio stupida e inutile.

Più che una recensione questa è una segnalazione. In Italia si trova nei canali "alternativi" coi sottotitoli, potrebbero magari doppiarlo e trasmetterlo anche alla tv. Vendicarsi o Perdonare? Non è facile esprimersi a riguardo. Io non ho fede e religiosamente non posso pronunciarmi, lascio l'incombenza ad altri. Nello specifico devo dire che ho trovato il Perdono un sentimento estremamente razionale e costruttivo, e la faccio breve, oggi non ho voglia di tirare pistolotti. C'è ampio spazio per confrontare i propri valori etici con quelli espressi da questa vicenda, ognuno lo faccia come ritiene.

Averne di fiction così anche da noi.
Lo consiglio, e dotarsi di fazzoletti, la storia è veramente struggente.
Sicuramente un Werner Herzog ci avrebbe fatto un filmone sotto ogni aspetto, probabilmente mostrandoci la scena del massacro. Qua non si vedrà. E' normale, e rispettoso degli Amish anche, sarebbe stata una cosa tremenda e lo ripeterò sempre: gli horror di fantasia non saranno mai crudeli quanto la realtà.

Robydick

domenica 25 dicembre 2011

Deadly Weapons - La chiamavano Susy Tettalunga

14

Silence, please. Qui ci troviamo di fronte al cinema d'exploitation per definizione, nel senso che sul vocabolario, alla voce exploitation, dovrebbe comparire la locandina di questo capolavoro. Si, capolavoro di un genere defunto, sepolto, imbalsamato, puro distillato di cinema da peep show della 42esima, da godersi in sale sporche e puzzolenti.

"Watch The Mob Get Busted When Chesty Takes Her Revenge!" strilla la tagline del film della Wishman, gran signora della sexploitation già attiva nei sixties con i suoi immarcescibili "nudies" (che dire di titoli come "Nude on the Moon" e "Diary of a Nudist") di cui prima o poi bisognerà imbastire una rassegna, vista la prolificità e la militanza nelle file del cinema marginale che non può passare inosservata.

Si parlava di exploitation, ed exploitation sia.
73-32-36, così si presenta al pubblico la superbigboobs Chesty Morgan aka Zsa Zsa alias Liliana Wilkczkowska, polacca nata nel 1937, portata di peso davanti alla cinepresa dalla Wishman non per le sue inesistenti doti recitative (fu regolarmente doppiata a causa del suo forte accento), ma per le ingombranti, oscene, cascanti, asteroidali, tette assassine, le "armi mortali" del titolo anglofono. Si, perchè Crystal (la Morgan nel film) è una signora dolce e devota al fidanzato Larry (Richard Towers/Greg Reynolds) che però è un gran figlio di puttana che lavora per un misterioso boss della mala; quando decide di "mettersi in proprio" per gestire un ricatto da 100.000 dollari, gli sgherri suoi ex-compari lo ammazzano senza pietà, mentre è al telefono con Crystal. Vendetta, tremenda vendetta. La popputa superdotata si farà assumere come stripper per poi sedurre e uccidere i due bastardi. Ucciderli nell'unico modo che la sceneggiatrice Judy J. Kushner, la nipote della Wishman, poteva escogitare. Indovinate un pò voi.

Impagabili sequenze di strip con la Morgan goffa, impedita, "costretta" in completini che sembra stiano per esplodere, si susseguono per la maggior parte del metraggio, con tutto il contorno da sexploitation debosciata, povera, improvvisata, imbastito dalla Wishman in gran spolvero e già pronta ad offrire al pubblico pagante un'altra avventura della inimitabile Chesty, che girò in concomitanza con il film in questione, cioè "Double Agent 73", che è invece una sorta di spy-story psycho-beat-sexy. Nella gloriosa armata della sexploitation settantesca con Uschi Digard, Candy Samples, Kitten Natividad, Raven De La Croix, la Morgan ci entra di diritto e senza passare dal via, non foss'altro per la strepitosa scena del flash-back in cui rimembra una giornata in piscina con il suo ganzo, che si presenta in costumino/mutanda bianco molto seventies da applausi a scena aperta. In più abbiamo pure Harry Reems (proprio lui, la star di "Deep Throat/Gola Profonda" di Gerry Damiano, che passò non pochi guai giudiziari) nel ruolo di uno dei due assassini, con i soliti baffoni e ghigno da psicopatico, ma piuttosto "allacciato", nel senso che l'attrezzo lavorativo rimane al sicuro nei pantaloni, nonostante qualche scena di petting non troppo spinta.

Pellicola per palati fini, molto appezzata dal sottoscritto, con recitazione dilettantesca, plot assurdo, scene di seduzione al rallentatore, montaggio a singhiozzo e la Wishman a dirigere sorniona dietro le quinte. L'apoteosi dello "sleazy", battuto, forse, solamente dall'altro parto wishmaniano "Let me Die a Woman" (1977), quello con le riprese del cambio di sesso. Consigliatissimo, come tutta la filmografia della Wishman, attiva fino al 2002 con "Each Time I Kill", prodotto da Michael Bowen, attore tarantiniano, che terminò poco prima di morire.Non a caso John Waters infilò una scena di questo "Deadly Weapons" nel suo "Serial Mom", dove il giovane Justin Whalin si masturba con impegno mentre il film scorre sullo schermo televisivo. Il marito della Morgan, Dick Stello, arbitro nella National League of professional baseball, morì schiacciato tra due macchine parcheggiate quando una terza si scontrò con una delle vetture ferme. E 'sti cazzi. Meritoria opera di recupero della Something Weird Video.

Recuperatelo, magari per le festività.
Buona visione e Buon Natale, Good Fellas.
Belushi

sabato 24 dicembre 2011

Macbeth

20

Chiunque ami come me Orson Welles deve affrontare i film dove il genio americano ha portato il suo massimo talento interpretativo, a prescindere che si conosca a fondo l'opera di Shakespeare o meno, e chi scrive è proprio nel meno. Welles arriva da questo, dal grande teatro, ed è considerato tra i massimi interpreti di sempre del repertorio shakesperiano. In questo ambito, "Macbeth" è considerato il suo massimo capolavoro. Posso solo fidarmi. Aggiungo che è un film da Olimpo, e che anche un profano lo può apprezzare.

Due righe di trama le prendo da wiki:
Macbeth, secondo una profezia, diventerà il re di Scozia, così incitato anche dalla moglie, uccide il suo predecessore: il Re Duncan, prendendone il posto sul trono. Sopraffatta dal rimorso, Lady Macbeth si suicida. La tirannia di Macbeth continua con una serie di stragi che coinvolgono tutti i suoi parenti, ma il re alla fine verrà ucciso da Macduff: un suo nipote.

Non è certo il più complesso dei plot. La pagina del film dice forse troppo poco, più interessante quella che parla dell'opera originale, dalla quale prendo solo l'incipit:
Macbeth è tra i più conosciuti drammi di Shakespeare, nonché la tragedia più breve. Frequentemente rappresentata e riadattata nel corso dei secoli, è divenuta archetipo della brama di potere e dei suoi pericoli. Per la trama Shakespeare si ispirò liberamente al resoconto storico del re "Macbeth di Scozia" di Raphael Holinshed e quello del filosofo scozzese Hector Boece. Ci sono molte superstizioni fondate sulla credenza che il dramma sia in qualche modo "maledetto" e molti attori non vogliono menzionarne ad alta voce il titolo, riferendosi ad esso come "Il dramma scozzese". Pronunciare il suo nome dentro un teatro è considerato un atto capace di trasformare qualsiasi spettacolo in un fiasco. Molto popolare è anche la versione operistica di questa tragedia, musicata da Verdi su libretto di Francesco Maria Piave e considerata, se possibile, ancora più malaugurante del dramma shakespeariano.

Questa di Orson Welles è la prima trasposizione cinematografica del "maledetto" dramma. Seguirono poi "Trono di sangue" (1957) di Akira Kurosawa, "Macbeth" (1971) di Roman Polanski e altri, ma non le conosco e non posso raffrontarle. Qua siamo di fronte a un prodotto a bassissimo costo anche per i tempi, girato in studio con sfondi, estremamente teatrale come rappresentazione e recitazioni. L'espressività di Welles è indescrivibile, evidentemente questa parte gli è da sempre stata congeniale e basta la sua interpretazione a giustificare, persino a rendere indispensabile per uno che ami questa Arte, la visione di questo film. Molto buono il dvd, è arrivata a noi in discrete condizioni la pellicola e lo consiglio vivamente in lingua originale per apprezzare al meglio la sonorità dei versi, e le voci. Sembra che Welles, anche se osteggiato dalla produzione, abbia imposto accenti scozzesi alle interpretazioni.
Considerato il basso costo, notevole l'abilità a rendere alcune scene maestose, intanto per il minimalismo scenografico che dà un tono profondamente crepuscolare, poi per la sensazione di vedere in certi momenti importanti masse di persone pur non essendo certamente molte le comparse.

Shakespeare mi perdonerà se oso fare qualche riflessione ignorante sull'opera...
Vero, come dice wiki, che questo è il dramma per eccellenza sulla brama di potere. Purtroppo devo dire che, alla luce di com'è andata la storia, una situazione come descritta, e intendo dal punta di vista morale, è molto improbabile si sia verificata. Forse sono pessimista, ma nutro seri dubbi che i tiranni dell'umanità abbiano vissuto il dramma interiore di Macbeth e della di lui moglie, o perlomeno che l'abbiano dato a vedere. In fondo "Macbeth" è opera moralisticamente ottimista, come dire che "la farina del diavolo va sempre in crusca". Ciò nonostante, la resa che offre il decorso degli eventi è fantastica seppure favolistica.

Può sembrare assurdo a dirsi, ma la cosa più vera e reale, riscontrabile anche nei tiranni di oggi, l'ho vista nella superstizione. Le profezie delle tre "Sorelle Fatali" attraversano ogni evento e troveranno conferme, con quegli amabili giochi di interpretazione delle parole dette. Il razionalista agnostico sa che sono dei ciarlatani tutti coloro, nessuno escluso, che a qualsiasi titolo pretendono di predire il futuro, in cielo o in terra, e questo predire è una delle grandi ambizioni di sempre dell'umanità, in particolare di chi la vuole dominare. Gli oracoli hanno avuto ed hanno tuttora grande seguito. Da chi? Non dai citati razionalisti, i quali non sono mai tra coloro che vogliono tiranneggiare, ma da Altri, e tra questi ci sono appunto quelli che hanno fame di potere. Nota bene: in tutti i regimi politici, ché la c.d. "democrazia" non fa eccezione. Robydick alle 3 Sorelle avrebbe risposto con un Vaffa di petto e una risata di pancia. Macbeth - e non solo lui, anche tutti gli "attuali" a lui paragonabili - ne ha fatto una guida.

Ai miei occhi "Macbeth" è un dramma semplice e bellissimo, che consiglia di seminare bene per raccogliere meglio, altrimenti... e finisce per risultare anche una satira sugli uomini di potere. Non si tirino fuori quelli che di pugnale non han mai ferito, perché può produrre molti morti e disperati anche una legge sbagliata, o una sentenza di tribunale ingiusta.

Orson Welles, Luchino Visconti e Ingmar Bergman regnano da oggi sullo scranno più alto del mio Olimpo.

Robydick

venerdì 23 dicembre 2011

Little deaths

23

Salutiamo l'avvento dall'Inghilterra, almeno in DVD, di questo Horror (con la maiuscola) ad episodi, dopo alcuni problemi distributivi evidentemente legati ai contenuti. Arriverà prima o poi la Director's cut che sarà imperdibile a mio parere, ma per ora ci "accontentiamo". Ringrazio subito l'amica e collaboratrice di questo blog Lucia de "ilgiornodeglizombi" che ne ha parlato profusamente, intrigandomi da morire. Lucia sta diventando il mio "wiki" in materia, è bravissima e il suo blog per chi ama il genere è lettura obbligatoria.
Ma veniamo al film...

Da tre mediometraggi palesemente tagliati (soprattutto i primi 2) se n'è ricavato un film appunto ad episodi dove ognuno si prende la sua quota dei 90' totali. Apparentemente sono slegati tra loro, però forse a ben guardare un tema comune lo si può trovare.

1) "House & Home" di Sean Hogan
Una coppia senza figli di medio-alta borghesia ha passione - comprensibile, visto la noia del benessere - per giochi sessuali un tantino violenti che necessitano di carne sacrificabile. Cosa c'è di meglio che procurarsi una donna senza tetto? La si accoglie con cristiana empatia, si fa anche una preghierina durante la cena, e del vino drogato renderà l'oggetto del gioco facilmente ammanettabile a un letto. La pia coppia non immagina però che la vittima ha anch'essa gusti particolari, e non in tema sessuale ma proprio alimentare... ribaltamento clamoroso di ruoli e gran finale pantagruelico. Non posso raccontare molto.

2) "Mutant Tools" di Andrew Parkinson
Coppia giovane, lei ex tossica e prostituta, lui che l'aiuta ad uscirne consegnandola in mano a un medico molto poco raccomandabile... Non tutto ciò che fu scoperto da nazisti è stato buttato. Dagli antidolorifici alle droghe il passo è breve, queste ultime sono poi un grande mezzo di potere e controllo delle masse, questo lo sanno anche i bambini e per questo i governi del mondo, soprattutto i c.d. "democratici", si guardano bene dallo sconfiggere il fenomeno. Ho divagato un attimo sul solo episodio che ha - volendo - connotati "politici" e per questo mi ha arrapato la visione, anche se è veramente difficile da seguire a tratti, con aspetti mostruosamente (e quindi meravigliosamente) gore che distraggono. Questa misteriosa droga necessita per la sua produzione di produttori bipedi in carne ed ossa da modificare, nutrire in modo orribile per poi raccoglierne una specie di sperma fuoriuscente da abnorme pene, applicato indistintamente a uomini e donne.

3) "Bitch" di Simon Rumley
Si ritorna all'episodio 1 per qualche aspetto. C'è una coppia, stavolta molto giovane con lei ninfomane e dominatrice che ha il terrore dei cani ma ama alla follia che il suo ganzo faccia il cagnolino in casa, con tanto di maschera, scodella per nutrirsi e cuccia per dormire. Fuori di casa lei si concede ogni extra sessuale senza nasconderlo, ma arriverà a farlo persino in casa, in sua presenza e con un amico comune. Sarà la goccia che... Il ragazzo preparerà con cura e freddo calcolo una vendetta strepitosa, solo peccato non vederne il compimento finale, se ne sentiranno solo i grugniti, ma è molto bello anche così. Quella lacrima renderà "giustizia" al gesto, alla sua inevitabilità.

Indiscutibilmente è "Bitch" l'episodio migliore. Perfetto in regia e soprattutto sceneggiatura, splendido uso delle musiche, tutto ottimo. Oltre all'idea geniale della vendetta finale, ha dalla sua la corretta distribuzione degli eventi, si percepisce come studiato appositamente per un formato del genere. Per gli altri due, comunque splendidi, bisogna applicare le attenuanti generiche e soprattutto attendere con bavosa pazienza le director's cut.
"House & Home" ha un misterioso inizio ben sviluppato. I tagli han massacrato la seconda parte. 45-50 minuti ci stavano tutti e con arricchimenti eventuali potrebbe scapparci anche il lungometraggio. Mi sono piaciute le recitazioni e per quanto sia l'episodio meno "originale" ha i connotati potenziali per un più che apprezzabile zombie-movie.
"Mutant Tools" mi ha fatto letteralmente strabuzzare gli occhi, e grazie a lui quest'opera s'è meritato anche il tag "cyberpunk". La macchina umana per produrre la droga è veramente inquietante. Ci sono momenti onirici/schizofrenici da parte della ragazza che non si capisce in verità dove si trovi fisicamente. Avrebbe meritato per le idee un lungometraggio con approfondimento della tanta "carne al fuoco".
C'è un filo rosso tra gli episodi? Pensiamo intanto alle coppie, protagoniste nel bene e nel male e in particolare alle donne, ma su questo discorso meglio che mi fermo...

Consigliatissima visione per allietare il santo natale ad ogni horrorofilo che si rispetti.
Robydick

giovedì 22 dicembre 2011

The Shooting - La Sparatoria

10

Quattro soldi per girare il tutto, il deserto dello Utah con silenzi e spazi incolmabili, sceneggiatura algida di Carol Eastman, quattro attori perfetti (Warren Oates, Jack Nicholson, Millie Perkins, Will Hutchins), e Monte Hellman alla regia. Capolavoro quasi, Cult ci sta tutto. Non è un western per tutti.

L'ostinata e inarrestabile vendetta di una donna. 
Fatto che emergerà nitido a metà film. Questa la sintesi, e della trama non mi va di parlare in dettaglio. Già questo, un western con questo tipo di trama a sfondo, è particolare. Certo, il fatto che la storia l'abbia scritta un'altra donna ha avuto il suo peso, ma non andrà tenera con la sua stessa protagonista, anzi. Donna che manovra gli uomini con ogni mezzo, con ben a fuoco sempre e solo il suo scopo. I misogini è bene stiano alla larga, c'è il rischio che il loro malumore verso il sesso femminile aumenti, anche se molto dipende da come s'interpreterà il finale. Eccezionale Millie Perkins, e per chi scrive anche bellezza da sturbo.

Vendetta consumata a freddo. Parola che stride con le temperature infernali dei luoghi, eppure è così. I valori base dell'umanità schiacciati senza ritegno. Leggete gli aggettivi in locandina: violent, sadistic, merciless. Ci stanno tutti senza esagerare. La donna ha le sue buone ragioni, ammesso che la vendetta sia un sentimento che debba averne, però inutile qua soffermarsi su discorsi "morali". L'uomo è lupo e la donna pure, questo è quanto. Si dice anche: non toccare il cucciolo a mamma orsa. Se invece vogliamo fare paragoni cinefili da cinofili al "branco" in questione dovremmo dire che la donna è Alfa e i maschi Beta nel migliore dei casi, ma è un'anomalia e in natura le eccezioni si pagano: o con l'evoluzione o con il dramma.

Quello che colpisce in questo film di Monte Hellman, come anche nel posteriore "Strada a doppia corsia", sono le estenuanti sospensioni del suono e con esso del tempo. Comincio a ritenere questa caratteristica una sua firma. Tutto si dilata e restringe in continuazione come una valvola cardiaca, nei suoni come detto ed anche nelle riprese. Nonostante gli spazi, abbiamo le palpitazioni intime di un Kammerspiel. Non sono solo i cavalli ad essere abbandonati se azzoppati, ad essere finiti, ma anche gli uomini. Persino con un sorriso verran fatte certe constatazioni, come inevitabili. Qua uomini e animali li distingui solo per la vendetta, a suo modo "un sentimento umano". Warren Oates sarà uno che starà al gioco, per capirlo, e perché capisce che non può evitarlo. Will Hutchins ingenuo e innamorato, galante, sarà uno strumento nella mani della donna il cui nome è indefinito. Loro 2, tra le vittime predestinate, manterranno un ancoraggio con l'essere Uomo. Il pistolero Jack Nicholson, prezzolato alla donna, è invece veramente terribile, non distingue valore fra ciò che cammina a 2 o a più zampe, eppure in qualche modo tradirà dei sentimenti alla fine. Sarà la donna che calpestando tutto e tutti tirerà dritto fino al compimento finale, e che ralenti epici.

mercoledì 21 dicembre 2011

Metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno (aka: Ton Diable Dans Mon Enfer) (aka: Schicke Deinen Teufel in Meine Heisse Holle)

9

Decamerotico di grande successo diretto da Adalberto Albertini (nome tutelare del bis nostrano) che generò anche un seguito quasi immediato: "..E Continuavano a Mettere Lo Diavolo ne lo Inferno" (1973).

Protagonista della pellicola é Antonio Cantafora (cioè il Michael Coby di "Simone e Matteo" nelle imitazioni della coppia Hill-Spencer) qui nelle vesti di Ricciardo, pittore con una spropositata passione per il gentil sesso, ivi rappresentato dalle splendide Margaret Rose Keil e Melinda Pillon. Gradiente erotico superiore alla media del genere e scene piuttosto forti (vedi l'amante che riceve in piena faccia le evacuazioni del marito cornificato) a rimpolpare una commedia tipica della produzione italiana dei settanta che sfruttò con estrema spregiudicatezza il successo dei prototipi pasoliniani.

Solita parata di caratteristi pronti alla bisogna, su tutti Fortunato Arena e Roberto Danesi/Robert Dannish, con Piera Viotti e Renate Schimdt a fortificare il fortino bis che tanto successo conobbe nella stagione 1972/73 e 1974/75. Non siamo nè i primi nè gli ultimi a tirare fuori dal cilindro ildecamerotico, genere che ha i suoi estimatori, io sono tra questi, naturalmente, ma impossibili non spendere due parole su una serie di pellicole, con alti e bassi, alcune più becere, altre meno, inevitabilmente identificate con "Quel Gran pezzo dell'Ubalda..." di Mariano Laurenti, che non fu il prototipo ma che arrivò, anzi, quasi a fine corsa. Questo "Metti Lo Diavolo..." è uno dei migliori e più divertenti esempi del famigerato genere, con tanta carnassa esibita e sesso gioioso e liberatorio in compagnia di mogli, mariti cornuti, frati e mignotte travestite da suore, quindi tutto "materiale" consueto in una filiera che può annoverare titoli come "Come è Bella la Bernarda Tutta Nera e Tutta Calda" (1973) di Lucio Giachin, mica bruscolini.

Splendida Margaret Rose Keil, praticamente abbonata al genere con sette film all'appello, qui nel ruolo di Amalasunta, valore aggiunto, e non poteva essere diversamente vista la bellezza delle colleghe nelle pellicole coeve, ad una pellicola divertente e divertita, che non vuole essere capolavoro ma sano e puro genere di consumo. Da vedere, così come altri titoli del franchise (specialmente quelli di Mino Guerrini), tra i quali, è bene ricordarlo, si annida pure un capolavoro come "Storie Scellerate" del "nostro" Sergio Citti. Senza dimenticare, ma che ve lo dico a fare, la Trilogia della Vita.

Molto belli i titoli di testa disegnati (pare da Mordillo uncredited) con colonna sonora nientemeno del Maestro Stelvio Cipriani con stornelli cantati daGianni Musy. Qualcuno, da qualche parte, ha detto che non meritano nemmeno di essere citati, quindi:

"Però che la donna sia bassa,
magra oppur grassa

questo ci sta.
Si sa, tra bionda e castana
qualcuna è puttana
ma questo che fa!"

Dopotutto, siamo sempre in ambito boccaccesco.
Buona visione.
Belushi

martedì 20 dicembre 2011

Rocky II

9

(Robydick)
Mi permetto una piccola incursione nella monumentale rece di Napoleone. Questo film mi ha impressionato! L'ho messo nell'Olimpo e lo riguarderò ad ogni occasione. Avevo ricordi sbagliati che avevano creato preconcetti. Ho visto il film e poi quasi ero dispiaciuto che la rece non l'avrei scritta io, e ad ogni modo per i lettori è meglio così. E' tutto scritto magistralmente sotto, mi ci ritrovo punto per punto, e consiglio di prendersi qualche minuto se serve, è lunghissima ma ne vale la pena. Questo: un invito a leggere e poi a riguardarsi il film (dubito ci sia qualcuno che non l'abbia mai visto).


(Napoleone)
Intervistatore/Earl Montgomery:-“Hai precedenti penali?”
Rocky Balboa/Sylvester Stallone :- “Circa nessuno di cui potermi vantare.”

Rocky Balboa :- “E 'Apollo.”
Mickey Goldmill/Burgess Meredith :- “Chi ti aspettavi?”
Rocky Balboa :- “Speravo che non sarebbe venuto.”

Tony Gazzo/Joe “Maniac” Spinell :- “Come non stai per investire nei condomini? E' sicuro.”
Rocky Balboa :- “Condomini?”
Tony Gazzo :- “Sì, condomini.”
Rocky Balboa :- “Non ci avevo proprio ancora pensato, 'ehm.”

[Duke ad Apollo, circa un rematch con Rocky]
Duke/Tony Burton :- “E 'tutto sbagliato per noi, Apollo. Ho visto quel tipo che si è fatto picchiare come non ho mai visto nessuno farsi picchiare prima, e continuava comunque a venire verso di te. Ora non abbiamo bisogno di nessun uomo così nella nostra vita.”

[Mickey ha ordinato a Rocky di inseguire una gallina come parte del suo allenamento]
Rocky Balboa :- “Mi sento come un idiota al Kentucky Fried.”

[Durante lla rimessa in forma di Rocky]
Mickey :- “Dovrai mangiare saette e cacare tempeste.”

[Rocky, completamente stanco, esausto, e in lacrime di felicità, fa un discorso della vittoria a tutto il mondo]
Rocky Balboa :- Mi scusi. Non posso credere che tutto questo è successo. Non posso. E voglio solo dire grazie ad Apollo per avere accettato di combattere di me. Apollo. Voglio ringraziare Mickey, per avermi allenato.”
Fan dall'Arena: “Ti amìamo, Rocky!”
Rocky Balboa :- “Sì, e io amo troppo voi. Ho anche da ringraziare Dio. Fatta eccezione per quando è nato mio figlio, questa è la notte più grande nella storia della mia vita. Voglio solo dire una cosa a mia moglie che è a casa: IO, ADRIAN! Ce l'ho fatta!”
Adrian/Talia Shire :- [piange di felicità] “Ti amo. Io ti amo.”

[Un esausto Rocky carica un montante diretto, ma Apollo lo schiva, entrambi si colpiscono e cadono sul ring]
Adrian:- [scioccata] “Oh!”
Arbitro/Lou Filippo :- “Uno! Due!”
Bill Baldwin/Sè stesso :- “Se si rialza, Creed sarà ancora campione dei massimi! Se nessuno dei due si rialzerà, è un pareggio e credo che Creed vincerà il titolo automaticamente! Il conteggio ... “
Arbitro -: “Quattro ...”
Duke :- [Gridando ad Apollo] “Alzati, Apollo alzati!”
Mickey :- “Alzati!”
Adrian :- [sussurra] “Alzati.”
Arbitro :- [Nello stadio cresce l'urlo della folla ] “Sei! Sette!”
Paulie/Burt Young :- [Urla] “Alzati!”
Arbitro :- “Otto!”
Mary Anne Creed/Sylvia Meals :- “IN PIEDI!”
Arbitro :- “Nove ...”
[Infine, ammettendo che Rocky merita il titolo, Apollo crolla, Mary Anne gemita]
Arbitro :- [Rocky all'ultimo secondo si alza] “DIECI! Apollo hai perso!”
[Paulie e Adrian urlano dalla felicità; Mickey urla]
Bill Baldwin :- “Ce l'ha fatta all'ultimo secondo! Rocky Balboa ha stupito il mondo! Egli è il nuovo campione mondiale dei pesi massimi!

Mickey :- “Senti, Rocky. Sono le tre del mattino. Sono andato fino a casa tua e lì mi hanno detto che eri qui. Sono le 3:00, ragazzo. Tu sai che Adrian, lei è una brava ragazza. Mi, sai mi dispiace per entrambi sì. Non c'è nulla che io possa fare. Tranne, eh, voglio dire una volta e poi, ehm, io non voglio doverlo tornare a dire di nuovo. Ma tu Rocky, hai un altro incontro. Questo è il secondo incontro. E, ehm, non so se è il titolo più importante del mondo, e tu sarai lì in grado di scambiare i pugni con, con l'avversario più pericoloso al mondo. E nel caso, sai che il tuo cervello non sta lavorando così bene. Tutto questo sarà molto presto e tu non sei pronto. Sai che non sei nemmeno vicino a essere in forma. Allora io dico, per amor di Dio, perché non ti alzi in piedi e ti metti in condizione di poter combattere duramente con questo tipo? Come hai fatto la prima volta , che è stata bellissima! Ma non sarò io a stabilire questo! Come, ehm, non so, come una specie di bastardo o qualcosa del genere. Non voglio essere io la causa di tutto, ma nemmeno permettere che tutto quello che hai costruito tu lo lasci andare in pezzi! Proprio così! Questo Apollo non vuole solo vincere, lo sai. Vuole seppellirti, vuole umiliarti, vuole dimostrare al mondo intero che la prima volta non era stata altra che un qualche tipo di evento eccezionalmente fortunato, vuole dimostrarlo a tutti, là fuori. Ha detto che sei un buffone che è stato fortunato una volta! Bene, ora io non voglio arrabbiarmi in un luogo biblico come questo, ma penso che tu sia un combattente infernale ben più di quell' Apollo! Un inferno di cazzotti! Ma ora aspetta un attimo, se tu adesso vuoi mandare tutto all'aria, far saltare in aria questa cosa, se la vuoi buttare all' aria, io dannazione allora sarò lì a mandarla in aria con te. Se si deverimanere qui, resterò con te. Rimango con te. Resterò a pregare. Che cosa ho da perdere?
Adrian :- “C'è una cosa che voglio che tu faccia per me.”
Rocky Balboa :- “Cos'è?”
Adrian:- “Vinci ...”
Adrian :- “Vincerai!”

Mickey :- “Perché devi indossare quella tuta così schifosa'?
Rocky Balboa :- “Mi porta fortuna, non lo sai?”
Mickey :- “Ti porta fortuna! Ti dirò io ciò che ti porta, porta le mosche! Ora qui è quello che voglio che tu faccia ... Voglio che insegui un poco quella gallina.”
Rocky Balboa :-”Ehi io, senti, Mick, per quale motivo mai devo mettermi a inseguire quella gallina?”
Mickey :- “In primo luogo, perché io ti ho detto così. E in secondo luogo, perché catturare la gallina è un'ottimo allenamento dei vecchi tempi. Se puoi prendere quella gallina vuol dire che sei diventato veloce come un treno.”
Rocky Balboa :- Bene, lo farò, se lo dici tu, ma non è una cosa molto matura.”
Mickey :- “Sì, beh tu non sei molto maturo!”

[A fare shopping con Adrian]
Rocky Balboa :- “Ti piace avere un bel tempo? Allora hai bisogno di un bell'orologio!”

Mickey :- “Che diavolo è questo?”
Rocky Balboa :- “ Schiuma da bagno Avon lady.”

[In conferenza stampa prima dell'incontro]
Paulie:- “Rocky gli farà scoppiare i polmoni a suon di cazzotti!”
Apollo :- “ E quello chi diavolo è? Al Capone?”

Rocky Balboa :- “Sai, io non sapevo che eri così leggera, lo sai.”
Adrian :- “No?”
Rocky Balboa :- “No. Se lo immaginavo, ti avrei portato ovunque.”

[Rocky è a prendere a pugni il sacco d'allenamento pesante]
Rocky Balboa :- tre, quattro ...
Mickey :- “Ora ricordo, voglio che duri 500 cazzotti. Andiamo!”
Rocky Balboa :- “Dove sono io, a sette o otto?”

Capo del personale/Herb Nanas :- “Posso essere sincero? Nessuno ha intenzione di offrirle un lavoro d'ufficio. C'è troppa concorrenza. Perché non torna a combattere? Ho letto da qualche parte che lei è un pugile molto bravo.”
Rocky Balboa :- “Sì, be', lei è mai stato a prendere 500 cazzotti in faccia a serata? Sà, dopo un po' irrita la pelle.”

Rocky Balboa :- [ Notando l'apparecchio acustico di Mickey] “Cos'hai lì nell'orecchio?
Mickey :- “Che cos'è, è che mi fa sentire meglio le stupidaggini che dice la gente.

Reporter/Tawny Little:- “Rocky, hai qualcosa da dire per rispondere al campione?”
Rocky Balboa :- “Rispondergli? No, lui è il più grande.”

Reporter/David [L.] Ross: “Rocky, la tua borsa per l'incontro sarà molto consistente. Che cosa farai con così tanti soldi?”
Rocky Balboa :- “Beh, la prima cosa che devo fare è che devo pagare l'affitto. E poi ho fatto questo elenco mentre stavamo venenbdo qui. Vorrei comprare un paio di cappelli, una moto, un quarto di gallone di profumo per Adrian, le piacciono i buoni profumi. E alcuni giocattoli dei Muppet ... sapete, Ernie, Big Bird. E la rana, come si chiama? Kermit?”
Mickey :- “Già.”
Rocky Balboa: E ho pensato che forse comprerò anche una statua per la chiesa, e una macchina per fare i coni gelato per te, Paulie. Ti piacciono i coni gelato, giusto?”
Reporter/Tawny Little :- “Rocky, hai qualcosa da dire per rispondere al campione?”
Rocky Balboa :- “Rispondergli? No, lui è il più grande.”

Bill Baldwin:- “Questo posto è certamente pieno di gente Rocky. Non ho mai visto tanti italiani in tutta la mia vita.”
Stu Nahan/Sè stesso :- “Hei, che hai detto che, non hai detto questo!”

Apollo :- [Apollo è intento a leggere la posta dei fan] “Mary Anne, senti ascolta questo. "Tu non hai picchiato proprio nessuno e nessuno che conosca la boxe sa che tu abbia vinto quell'incontro." Questa è venuta da Londra. "Ti chiamano il campione? Tu sei un impostore! Il match era tutto un falso. Dovrebbero ma uccidere te!"
Mary Anne Creed:- “Non preferiresti giocare con i bambini piuttosto che leggere quelle lettere di odio?”
Apollo :- "Da quando non sei stato capace di battere quel buffone in 15 riprese, sei una disgrazia per il nostro popolo".
Mary Anne Creed:- “Perché non puoi ignorarle?”
Apollo :- Dici sul serio?
[Getta la posta e la respinge con ira]

Adrian :- “Noi davvero, non abbiamo bisogno di un auto.”
Rocky Balboa :- Oh, andiamo, Adrian. Sto andando a fare la pubblicità. Ora, posso permettermi questo, sai? Nessun problema. “
Adrian :- “Sai come guidarla?”
Rocky Balboa :- “Non so come guidarla?”
Adrian :- “Sai guidare?”
Rocky Balboa :- “Sono uno dei grandi guidatori della mia famiglia. Stai scherzando? Andiamo, ti accompagno. Mi permetta di condurla dentro alla mia vettura. Questo sarà solo essere come Cenerentola e la zucca, sai?”
Adrian :- “Ma sai guidare?”
Rocky Balboa :- “Se non so guidare? Io guido aerei e bulldozer. Io ti faccio impazzire se mi dai una chance. Sai cosa voglio dire?”
[Ridacchia]

Apollo :-”Ma secondo te, l'ho battuto la prima volta?
Duke :- “Hai il verdetto!”
Apollo :- “Sì, ma non l'ho battuto, non ho vinto!”
Apollo :- [Dopo il primo combattimento, si ritrovano nell'accettazione dell'ospedale] “Andiamo! Proprio qui! Finiamo quest'incontro!”
Rocky Balboa :- “Ma, stai dicendo sul serio?”
[Rocky e Mickey stanno guardando il film del primo combattimento]
Mickey :- “I pugili mancini, sono i peggiori. Cercano di venire lì con quel sinistro. Proprio non riesco o dannatamente a farlo bene. Dovrebbero mettergli fuorilegge i mancini !”
Rocky Balboa -: “Perché non me l'avevi mai detto prima?”
Mickey :- “Non volevo ferire i tuoi sentimenti.”

Annunciatore sul ring/Jeff Temkin :- “Signore e signori! In una splendida sconvolgente serata , abbiamo assistito alla vittoria per KO, del nuovo Campione mondiale dei pesi massimi ...”
Rocky Balboa :- “Sei grande, Apollo.”
Annunciatore sul ring :- “Rocky Balboa!”
[Il grido della folla cresce più forte]
Apollo :- “Buona fortuna.”

Mickey :- [Dopo aver dato con la mano sinistra uno schiaffetto in faccia a Rocky] “Ora non hai nemmeno potuto vedere la mia mano. E questo da un povero vecchio mezzo sordo e cieco come me. Cosa ... cosa ti potrebbe fare Apollo, eh...”
Rocky Balboa :- “Farmi male, credo ...”
Mickey :- “No, ti invaliderà permanentemente. * Permanentemente *!”

Rocky Balboa:- [Dopo il round 1 della rivincita con Creed] “Non riesco a crederci!”
Mickey :- “Cosa?”
Duke :- “Mi ha rotto di nuovo il naso.”

Duke :- [Dopo il 1°round dell'incontro di rivincita con Balboa che combatte con la mano destra] “Va bene, ma il cambio di mano ti dà fastidio?”
Apollo :- “Niente mi da fastidio, il tipo, in niente può darmi più fastidio.”
Duke :- “Bene, allora,dovresti averlo avuto! Ora non mollare quest'uomo. Quest'uomo è pericoloso. Quest'uomo è PERICOLOSO!”
Apollo :- “Quello lì è pericoloso? Io sono pericoloso! Io, sono pericoloso!”

[Al matrimonio di Rocky e Adrian]
Padre Carmine/Paul [J.] Micale :- [Parlando in latino] “Rocky Balboa, vuoi tu prendere la qui presente Adrian Pennino come tua legittima sposa?
Rocky Balboa :- “Già. Assolutamente. Sì.”
Padre Carmine :- [Latino] “Adrian Pennino, vuoi tu prendere il qui presente Rocky Balboa come tuo legittimo sposo?”
Adrian :- “Che faccio.”
Rocky Balboa :- “Dì sì, Grazie.”
Padre Carmine :- [Latino] “Poi per l'autorità in me riconosciuta da parte dello Stato della Pennsylvania, da adesso vi dichiaro marito e moglie.”
Padre Carmine :- [In inglese] “Puoi baciare la sposa ora.”
Rocky Balboa :- “E anche questa è fatta.”
[Rocky tira indietro il velo di Adriana, la bacia]
Padre Carmine :- “Andate in pace, e Dio vi benedica.”
Rocky Balboa :- “Grazie, padre. Hai fatto proprio una bella cerimonia. Sono orgoglioso di te. Ok, le cose stanno prorio andando per diventare alla grande.”

[Duke, allenatore di Apollo, sta finendo il nastro con cui fasciare la mano di Apollo]
Duke :- [Sussurra e ringhia] “Tu sei l'uomo. Tu sei il numero uno. Il campione, il migliore di tutti i tempi. Le ragazze ti amano- gli uomini, i vecchi ti amiano I giovani ti amano. Sei il migliore. Tu sei l'uomo, e lui è tuo. Lui è tuo, è tuo. Questo buffone non dovrebbe essere sul tuo stesso ring con te. Voglio che tu stasera gli faccia vedere chi sei.”
[Apollo incomincia a schiacciare il pugno nella mano destra]
Duke :- “Stasera mostragli chi sei. Bastonalo!”

Adrian :- “Pensi che sarà sempre così?
Rocky Balboa .- “Già.”
Adrian :- “Io ... Spero..”
Rocky Balboa :- “Cosa?”
Adrian :- “... Che tu non ti stancherai mai di me.”
Rocky Balboa :- [Sussurra] Oh, no. Non mi stancherò mai di te.”
Adrian :- “Spero che non cambi mai nulla.”
Rocky Balboa :- [Sussurra] Non sta cambiando e io certo non cambierei mai nulla di te.”
Adrian :- “Ti amo.”
Rocky Balboa :-” Ti amo, anch'io.”
Adrian:- “Ti amo.”
[Si baciano per qualche minuto, poi si fissano l'un l'altro negli occhi per breve tempo, poi ancora qualche bacio di più]

Adrian:. “Se sei cieco, Paulie, io lo amo, e quindi non vedi proprio niente!”

Rocky Balboa :- “Io ecco, volevo solo chiederti ''quello che vorresti fare per i prossimi 40 o 50 anni.”

Rocky Balboa :- [Leggendo ad alta voce da un libro, lentamente] "'Non è il momento di imprecare contro di me, 'Ringhiò il rapinatore ' Per Dio, ragazzi, prenderò i fucili e vi... coprirò.."

Rocky Balboa :-”Come ti suona?”
Adrian :- “Bene”
Rocky Balboa : Sì?
Adrian:- “Mmmhmm.”
Rocky Balboa :- “Bèh sai, se so leggere bene questo può aiutarmi a trovare un buon lavoro d'ufficio, sai. Vuoi sentirmi un po' di più?”
Adrian :- “Non vedo l'ora.”
Rocky Balboa :- “OK. "'Non c'è nessuna copertura, Smokey, dichiarò Brad Lincoln. E' meglio dirigersi verso il canyon".
Adrian :- “E' bello leggere.”
Rocky Balboa :- “Grazie. L'ho trovato così bello!”
Rocky Balboa :- “Grazie.”
[Entrambi riidacchiano]


DALLE TAGLINE AMERICANE:

  • Era un pugno di distanza dal campionato mondiale dei pesi massimi. Ora è uno battito di cuore di perdere la donna che ama.
  • Rocky mostra che cos'è un campione ... e vince!
  • Hanno percorso un lungo cammino insieme ... un pugile e un sognatore. Ma c'è ancora una sfida che gli aspetta.
  • Una volta ha combattuto per un sogno. Ora sta combattendo per l'amore!
  • Questa volta non combatterà per la gloria, non per i soldi ma per amore ... Ancora una volta, lo Stallone Italiano dimostrerà che lui ha ottiene ciò che vuole..
  • C'è una sfida da vincere. Egli deve vincere con le mani ... lei deve vincere con il cuore.
  • La rivincita Del Secolo.
  • La storia continua ...
  • Lo Stallone italiano è tornato!



Doppiatori italiani:
  • Ferruccio Amendola : Rocky Balboa
  • Vittorio Di Prima : Apollo Creed
  • Antonio Guidi : Mickey Goldmill
  • Alessandro Sperlì: Paulie Pennino
  • Simona Izzo : Adriana (Adrian) Pennino Balboa
  • Sergio fiorentini : Tony "Duke" Evers
  • Sandro Iovino : Tony Gasco (Gazzo)

Premi
  • Miglior film agli American Movie Awards
  • People's Choice Award 1980: Miglior fotografia
Rocky II” è un film del 1979 diretto da Sylvester Stallone.
È il primo sequel del fortunato Rocky” del 1976 e, come il precedente episodio, è sceneggiato e interpretato da Sylvester Stallone che proprio con questo film firma la sua seconda pellicola come regista. Prodotto nuovamente da Robert Chartoff e Irwin Winkler. il film inizia dove il primo capitolo era finito e vede Rocky Balboa affrontare nuovamente il suo avversario Apollo Creed per il titolo mondiale dei pesi massimi, in una grandiosa rivincita che si conclude con la vittoria dello stallone italiano.
Realizzato con un budget di poco superiore a “Rocky” (7 milioni di dollari), il film riesce a raccogliere per il mondo circa 200 milioni di dollari, diventando il secondo maggior incasso della storia del 1979, e uno dei più grandi successi di pubblico e critica dello stesso anno. Come il precedente film è interpretato, oltre che da Stallone, da Carl Weathers, Tony Burton, Burgess Meredith, Burt Young, e Talia Shire.
Il franchise è stato proseguito da “Rocky III” (1982).
Dopo il successo di “Rocky”, Stallone pensò di proporsi al pubblico non solo più come attore e sceneggiatore, ma anche come regista. Dopo Taverna Paradiso” (1978), nel 1979 decise di dirigere anche il primo seguito dedicato al pugile italo-americano Rocky Balboa che tre anni prima lo aveva reso un divo di Hollywood. L'epilogo del primo film lasciava infatti ampi margini per una prosecuzione e quindi Stallone iniziò la stesura della sceneggiatura.
Nel 1978, Stallone iniziò la fase di lavorazione del film, richiamando tutti gli interpreti della pellicola capostipite: Carl Weathers (Apollo Creed), Burgess Meredith (Mickey Goldmill), Talia Shire (Adriana), Burt Young (Paulie), Tony Burton (Tony "Duke") e Joe Spinell (Gazzo), che non riapparirà nelle successive pellicole. Ad aiutarlo nella messa in scena, tutti i tecnici del primo film a cominciare da Bill Butler esperto direttore della fotografia e già autore del prequel e de “Lo Squalo”.
Anche in questo film ci sono diversi camei. Il primo è quello di Paul McCrane che interpreta il ragazzo ingessato al quale Rocky firma la testa. Il secondo cameo è di Frank Stallone, già apparso nel primo film nel ruolo di un ragazzo di strada che salutava Rocky di ritorno a casa dopo il primo appuntamento con Adriana. Nel film lo vediamo mentre canta con i ragazzi del quartiere. Inoltre Rocky Jr. è impersonato dal primo figlio di Stallone, Seargeoh Stallone.
Le riprese del film si svolsero interamente a Philadelphia come era accaduto per il precedente episodio. Le location utilizzate da Stallone furono le stesse del primo film.
Con l'aperura e il successo a sorpresa al box-office di ''Rocky Balboa'' nel 2006, e anche per il consenso critico ottenuto, è stato chiaro al di là di ogni previsione quanto ognuno amasse ancora la storia di base e il fondamento del personaggio. La passione per Rocky essenzialmente risiede nel fatto che lui è probabilmente ignaro di quanto è bravo, e dimostrando che vincere non è la cosa importante – ma è riuscire a mantenendo l'orgoglio di te, come nel bellissimo monologo fuori del ristorante al figlio interpretato da Milo Ventimiglia nel film del 2006. Se “Rocky III” e “Rocky IV” in particolare avevano un po' disperso lo spirito del personaggio, pur contenendo al loro interno sequenze di grande cinema, 'Balboa'' non si è dimenticato di tutto questo, e allora come il primo e il quarto sequel è quello che gode ancora dello spirito del primo - ed è anche quasi sempre dimenticato quando si tratta di compilare liste di sequel che sono altrettanto buoni come l'originale.


Rocky II” si apre immediatamente dopo che l'incontro finale del primo film è finito, Rocky prende il plauso di tutti per essere stato in grado di durare tutti e 15 i round con Apollo Creed, ma annuncia il suo ritiro, preferendo invece andare a stabilirsi e con Adriana. Si sposano, lei rimane incinta e Rocky torna alla sua vecchia vita di lavoro. Tuttavia questa vita è composta solo di umilianti commercials televisivi agli ordini di registi tartufi e omosessuali, un prosaico, prostrante e ripetitivo lavoro ai magazzini delle carni di Paulie, e di buttare fuori i secchi con l'acqua sporca dalla palestra di Mickey.

Apollo nel frattempo sta ovviamente conducendo una vita ben migliore di quella di Rocky. Ribollente alla percezione che il pubblico ha maturato di lui, cioè che mentre egli ha avuto un verdetto favorevole ai punti, di certo non si possa dire che abbia battuto Rocky, arriva a chiedere di organizzare un'altro incontro di rivincita. Che si svolga come il primo a Philadelphia, ma l 'intenzione di Apollo è che questo incontro non sarà un evento da circo come il primo, ma solo una vetrina per Creed e per polverizzare Rocky. Una sfida che Rocky, spronato da Mickey, eventualmente raccoglierà.

Nessuno aveva davvero previsto che “Rocky” potesse essere l'enorme successo commerciale che invece diventò, in particolare anche in quanto era stato realizzato con un budget minuscolo. Grazie al suo grande successo quindi, “Rocky II” aveva avuto ben più soldi con cui essere realizzato, e si vede. Sembra più pulito, luminoso e levigato. Tutti gli spigoli dell'originale sono stati smussati, il che significa che mentre può sembrare anche migliore, manca però dell'attenzione per gli autentici scorci dei quartieri di Philadelphia che hanno fatto così spiccare e reso l'originale tanto meraviglioso. E e' anche molto di più di un film di boxe. L'originale in realtà aveva ben poco solamente sulla boxe, a parte alla fine, mentre nella prima parte era più incentrato su Rocky come uomo, e solamente nella seconda, come combattente,

Qui però, l'enfasi sul ritorno alla boxe di Rocky è molto pronunciata, e il film non ha la complessità morale dell'originale (Rocky qui è un vero e proprio eroe, invece di anche essere l'esecutore delle “riscossioni dei crediti”, del primo, seppur buono). Questo non è necessariamente un inconveniente, in quanto il film è come detto realizzato splendidamente, cogliendo appieno la bellezza di un'altra uscita con i personaggi di Rocky, Adrian, Paulie e Mickey, e l'investimento emotivo, efficacissimo, soprattutto nei suoi affondi sapientemente gestiti, dal regista Stallone, già dimostrando una grande conoscenza e consapevolezza dell'efficacia cinematografica e spettacolare di alcune sequenze dal grande pathos popolare. Per tutto ciò, “Rocky II” è un film che meritterebbe naturalmente diversi riconoscimenti. E' abbastanza lacerante vedere Rocky umiliato e deriso per la sua scarsa capacità di lettura da un qualsivoglia direttore commerciale, e ancora una volta non puoi che parteggiare per un suoi ritorno alla strada, laddove il carattere e l'unica cosa che conti, soprattutto.- e in particolare quando la splendida colonna sonora di Bill Conti ne sottolinea questi momenti con i suoi famosissimi e splendidi brani, alla massima potenza. L'enfasi sull'armonia familiare significa una sottotrama ospedaliera che verso la fine diventerà la chiave per la catarsi finale, in quanto, anche se all'epoca a qualcuno apparve come un elemento di troppo, da soap-opera , è così ben realizzata nei suoi affondi drammatici, che aiuta pienamente a raggiungere il potente e meritato climax finale. Creed è descritto come molto più cattivo e vanesio che nel precedente film, tranne riscattarsi proprio sul finale (un suggerimento che vuole la sua rivincita così fortissimamente voluta anche perché la sua macchiata reputazione sta causando ai suoi figli di essere vittime di atti di bullismo a scuola, è purtroppo rapidamente dimenticata), che dà così tanto potere emozionale alla mai abbastanza sottolineata catarsi e alla vittoria finale, come non aveva neppure il primo. Ci sono stati un sacco di incontri in tutta l'intera saga di Rocky, ma forse nessuno di essi è così brutale, viscerale e sudato come quello tra Rocky e Apollo qui.

Il cast si adatta nuovamente e perfettamente nei propri ruoli, ed è bello in questo film poter ammirare molto di più l'eccezionale Burgess Meredith nel ruolo di Mickey. Stallone continua ad avere la sua pallina da far rimbalzare, e a camminare con la sua caratteristica camminata caracollante, sempre in cerca dell'orgoglio e del rispetto per se stesso, e di un sacco di amore per la sua famiglia, senza che mai gli importi quello che possano pensare gli altri. C'è una scena meravigliosa verso la fine dove prima dell'incontro si ferma sotto con la sua nuova fiammante e guidata malissimo Pontiac Transam sotto la finestra della canonica di un suo amico prete, chiedendogli una benedizione perché stasera potrebbe "farsi battere di brutto", prima allegramente dicendo al prete che sarà da lui a trovarlo per la domenica. E' un'altra fra le tante belle scene del film, naturale, spontanea, non forzosa scena che ci dice solamente e esattamente perché il personaggio di Rocky è così riuscito e perché Stallone è così bravo nella parte - è cioè l'assoluta sincerità dietro di lui e al personaggio. Certo che è goffo, ma è una goffaggine del tutto non preparata. Stallone può ritrarre Rocky come qualcuno che non ha mai imparato a parlare correttamente, ma non ritrae mai Rocky come un idiota o qualcuno che cerca di fare qualsiasi cosa per accattivarsi la simpatia dello spettatore -e di certo comunque non qui. Al suo meglio, il personaggio di Rocky non chiede nulla – ma guadagna tutto.
Stallone con “Rocky Balboa”, 27 anni dopo “Rocky II”, e 16 dopo il bello e sottovalutato “Rocky V” ('90), nuovamente diretto da John G. Avildsen, sembra aver finalmente trovato per il personaggio una chiusura veramente degna, ed era giusto - è esattamente quello che il personaggio meritava. Una cosa che non va appunto dimenticata tuttavia, e che qui doveva essere precisata e rimarcata, è che il primo film non è certo l'unico oltre a ''Rocky V” e “Rocky Balboa'' che fosse sincero, nello studio emotivo del suo, come degli altri splendidi personaggi di questa oramai esalogia.

(VARIE DA WIKI E DA ALTRO)

Colonna sonora
Bill Conti tornò a comporre la colonna sonora per “Rocky II” dopo essere stato nominato all' Oscar alla migliore canzone per la canzone "Gonna Fly Now". Durante la scena delll'arrivo al Museum of Art di Filadelfia, Rocky viene accompagnato da circa 800 bambini; per questo il ritornello della canzone "Gonna Fly Now" è cantato da un coro di bambini.
La tracklist è composta da 8 tracce:
  1. "Redemption" 2:34
  2. "Gonna Fly Now" 2:35
  3. "Conquest" 4:42
  4. "Vigil" 6:31
  5. "All of My Life" 3:56
  6. "Overture" 8:38
  7. "Two Kinds of Love" 2:37
  8. "All of my Life" 2:27
  • Bill Conti - piano (1)
  • Mike Lang - piano (8)
  • David Duke - corno (4)
  • Frank Stallone - vocals (7)
  • DeEtta Little & Nelson Pigford vocals (5)
(fate una pausa nella lettura e godetevi questo video con il tema di apertura sui titoli di testa)

Accoglienza
Alla sua uscita nella sale americane, il film ottenne un grande successo, diventando uno dei maggiori successi del 1979. Il film si rivela anche un successo di pubblico e critica, tanto da eguagliare il primo film, e vince People's Choice Awards,USA per la miglior fotografia nel 1980 e l'American Movie Awards per il miglior film, competendo con “Apocalypse Now”,”Manhattan”, “Sindrome cinese” e "Il Cacciatore”.

Botteghino
Al botteghino, “Rocky II” fu un grandissimo successo, diventando il primo sequel a riuscire ad ottenere un fama simile se non pari a quella del primo film.È stato il secondo più alto incasso del 1979, sia a livello nazionale e sia a livello mondiale, dietro negli USA a "Kramer contro Kramer” ($106,260,000). e dietro nel resto del mondo ad "Agente 007- Moonraker- Operazione spazio” ($210,308,099).Durante il weekend d'apertura, il film ha incassato $6,390,537 e totalmente $85,182,160 al botteghino nazionale. Complessivamente ha incassato circa $200,182,160.È stato anche il maggiore incasso per un sequel fino all'uscita di di "Guerre Stellari- L'Impero colpisce ancora”.

Critica
Il sito Rotten Tomatoes ha riportato che il 71% delle recensioni professionali ha dato un giudizio positivo sul film.
American Movie Awards Anno 1980 Ha vinto il Premio al Miglior Film
People Choice Awards, USA Anno 1980 Ha vinto il Premio del pubblico come Film preferito.

Doppiaggio italiano
L'edizione italiana del film è stata diretta da Gigi Proietti che, a differenza del primo episodio, non presta la voce a Sylvester Stallone che è doppiato, invece, da Ferruccio Amendola I dialoghi del film sono stati adattati da Alberto Piferi. Nell'edizione italiana dei film alcuni nomi sono stati cambiati: il nome originale di Adriana è "Adrian", mentre "Gazzo" è il nome originale di Gasco.

Curiosità
  • Anche se Rocky è sinistro, questa pellicola mostra chiaramente che Stallone scrive con la destra; quando in ospedale gli chiedono il primo autografo, Rocky utilizza la mano destra, benché in film come Rambo e i seguiti porta il coltello sul fianco sinistro, in Rambo I scaglia una pietra sull'elicottero con la mano sinistra. Inoltre in Rambo II e John Rambo usa l'arco come un mancino.
  • Mentre si addestrava per la pellicola, Stallone si è strappato un muscolo che richiedeva oltre 160 punti.
  • Esiste un finale alternativo inedito, ma di cui si hanno prove da alcune foto sparse per Internet, in cui Adriana alla fine del combattimento festeggia insieme a Rocky allo Spectrum, si presume dalle foto che ella abbia assistito al combattimento non da casa ma proprio allo stadio.
  • Durante le riprese della scena del commercials, il ciak recita la scritta "Regia: John Pleshette", il vero nome del attore che interpreta il regista. Inoltre, Duke (l'allenatore di Apollo), l'agente e il fornitore della carne (interpretati da Tony “Wells di Assault on Precinct 13” Burton , Leonard Gaines e Frank “Paradise Alley” MacRae rispettivamente) sono tutti indicati già nello script con il loro vero nome, mentre l'Arbitro si presenta come Lou Filippo , ancora una volta il nome reale nella vita reale dell'attore (che è anche un arbitro di boxw professionista).
  • Quando Rocky si sta allenando per il match, lo sparring è un pugile più piccolo e più veloce. Lo sparring partner è interpretato dal famoso campione Roberto Duràn.
  • Durante la sua preparazione per il film, Sylvester Stallone era arrivato ad alzare alla panca dei pesi fino a 220 £, ma una volta il bilanciere gli è sfuggito e si è strappato il muscolo pettorale destra. Questo è stato poco prima che dovesse essere girata la parte cruciale del match, e in ultima analisi, la sequenza è stata girata con Stallone ancora gravemente ferito.
  • Il libro che Rocky legge ad Adrian è "Il vice sceriffo della contea di Comanche" di Edgar Rice Burroughs, che fu pubblicato originariamente nel 1940.
  • In una versione della sceneggiatura, c'è un flashback che mostra il primo incontro di Rocky e impariamo il suo vero nome: Robert.
  • Nella prima stesura della sceneggiatura, la lotta si sarebbe svolta al Roman Coliseum di Las Vegas
  • Stallone stesso scrisse il romanzo tascabile tratto da questo film. Il romanzo è narrato in gran parte in prima persona, dal punto di vista di Rocky, scritto in inglese parlato e in cui Rocky parla di sè. Le scene in cui Rocky non è presente (come quando Apollo Creed consulta i suoi collaboratori, o Paulie è solo con Adrian) sono in narrazione standard in terza persona , in inglese letterario corretto.
  • Durante il match principale, Apollo Creed indossa gli stessi esatti pantaloncini bianchi e rossi, tagliati come quelli che Rocky indossava erroneamente sull'enorme ritratto pubblicitario con la sua immagine durante il primo combattimento di "Rocky”.
  • Stallone ha iniziato a lavorare sulla sceneggiatura di “Rocky III” immediatamente dopo aver completato “Rocky II”, con l'intenzione di fare della serie una trilogia. In origine, non aveva alcuna intenzione di fare un quarto film.
  • Ci sono voluti a Stallone e ai montatori Danford B.Greene e Stanford C. Allen più di otto mesi per modificare le scene climax dell'incontro finale in modo da soddisfare l'approvazione di Stallone.
  • 800 scolari locali furono utilizzati come comparse per la sequenza raffigurante la corsa di Rocky per Philadelphia.
  • Come aveva fatto con l'originale, Stallone ha incorporato elementi biografici della sua vita nella storia di Rocky, per questo film. In particolare, Stallone ha usato come elemento centrale della trama il concetto che gli eroi di ieri sono oggi rapidamente dimenticati. Nel film, questo si manifesta in termini personali allorquando Rocky viene rapidamente dimenticato del suo exploit nella lotta per il titolo. In realtà, Stallone aveva sperimentato un simile senso di essere rapidamente dimenticato dopo li due film successivi a “Rocky”, “Taverna Paradiso” (debutto alla regia di Stallone) e “F.I.S.T.”, che al box-office andarono al di sotto delle aspettative.

Napoleone Wilson