venerdì 30 giugno 2006

L'uomo che non c'era

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Scritto, diretto e prodotto dai 2 fratelli Coen che non esito a chiamare Grandissimi Artisti.
Questo film è veramente bellissimo... bellissimo!

E' un bianco&nero moderno, con fotografia impeccabile. Si svolge in massima parte con un io narrante in campo, molto poco loquace invece nelle scene.

Ed è un B, un umile e semplice B alle dipendenze di un capo-B da tantissimi anni. Il capo-B è loquacissimo mentre Ed è silenzioso, riflessivo.
Una vita che si trascina in una sostanziale assenza dai fenomeni, mai vissuti con partecipazione anche quando, a un certo momento, Ed tenta un azzardo, un avventura, e lo fa con modi "al limite" pur sempre con apparente apatia.

La situazione scappa di mano. Chi circonda Ed pare far di tutto per dipingere una realtà che differisce da quella vera e tutti i co-protagonisti della sua assente vita fanno a gara per intervenirci. Le 2 realtà di Ed, quella raccontata ed immaginata dagli altri e quella invece vera e a lui nota, divergono sempre più fino a quando il finale, pur esso frutto di una distorsione dei fatti, produce ad Ed il "giusto" effetto delle cause poste.
E' veramente Giusto quanto avviene? Poco importa.

Film inserito nella mia personale lista di Meraviglie del Cinema.

giovedì 29 giugno 2006

Il Grido

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Film del progetto "100 Film italiani da salvare".

E' sicuramente uno dei film più belli della storia del cinema. Una lezione di tutto: di uso dell'immagine, della fotografia, della musica, dei paesaggi, di tutto per trasmettere intensità e pathos a chi guarda, ammirato, un'opera d'arte che lo è in ogni singolo fotogramma.

Sono estasiato, quasi spaventato da tanta bellezza!
E pensare che è un film prodotto dalla rai... come son cambiati i tempi, ahinoi.

E' la storia di Aldo, che lasciato da Irma sua convivente per 7 anni, vaga per la pianura padana inizialmente con la figlia, poi solo, alla ricerca di un lavoro ma soprattutto di un'identità. Incontrerà donne ma nessuna di esse, per motivi vari, risolverà il suo vero problema, che è interiore. Alla fine farà ritorno al suo paese, lo troverà in subbuglio per vicende sociali importanti e rivedrà Irma. Storia drammatica e commovente, nel finale esplica il suo titolo.
Un on-the-road sull'argine del Po, un operaio, persona comune, protagonista d'amori, passioni, per non parlare di Irma, donna comune, popolare, capace di un gesto epico.

Paesaggi e ambientazioni sono fedelissimi e stupendi. Tutto il film praticamente si svolge lungo l'argine del grande fiume padano e le riproduzioni dei luoghi, delle ambientazioni, dei costumi, degli stili di vita delle persone sono straordinarie.

Cast d'eccezione, con una grande Alida Valli. Tutti bravissimi.
La musica di solo piano sembra suonata dal vivo, come si faceva nei cinema ai tempi del muto, dei primi del '900, ed è bellissima.

Vedere un film del genere costringe a riparametrare tutto il resto.

Quell'oscuro oggetto del desiderio

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Un ricco francese, Mathieu, s'innamora pazzamente di Conchita, una sivigliana che lo sfrutta e lo spreme senza mai concedersi.
Tra Parigi e Siviglia la storia continua a mostrare le umiliazioni subite dall'innamorato, continuamente messo alla prova da... ma quante sono queste Conchita? 2 attrici si alternano nel ruolo senza che nulla cambi. Sono Carole Bouquet (bellezza elegante e raffinata) e Angela Molina (bellezza latina da sturbo carpiato).

Se non fosse per le 2 donne il film scorrerebbe normalmente, tutto sommato, con qualche metafora o qualche strana simbologia com'è tipico di questo regista. In tutto il film c'è un filo rosso costituito da attentati terroristici che vengono mostrati più per calare lo spettatore nel periodo storico che altro.

Invece... le 2 donne ti spiazzano, si scambiano senza alcuna apparente logica (io almeno non l'ho colta) e mentre che segui questo fuilleton sei sempre dietro a cercare di risolvere l'enigma.
Forse la parola "oggetto" nel titolo è la soluzione? Qual'è il nostro pensiero, quello degli uomini sull'amore? E qual'è quello delle donne?

Un film particolarissimo, da studiare.

Trees Lounge - Mosche da Bar

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Sì, è proprio il bravo attore americano ad aver scritto e diretto questo bel film.

Semplice, diretto, un po' alla Bukowski, in un sobborgo di New York il piccolo bar è frequentato da abituali, ognuno con la sua piccola storia nel backstage della propria vita, sia passata che presente.
Tommy, interpretato appunto da Buscemi, è lo stereotipo più classico dell'imbriacone fancazzista comunque attento e sensibile ad ogni persona.

E' un film divertente, senza fronzoli, con la classica musica da piano bar di queste ambientazioni, persino pacato.

mercoledì 28 giugno 2006

Il grande Lebowski

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Non ho parole per descrivere questo film!

Ci sono 2 Lebowski a Los Angeles. Siamo nei primi anni '90.
Uno è ricco e sposato con una giovanissima e avvenente ragazzetta.
L'altro invece è il grande, il Drugo (Jeff Bridges), e passa la sua vita tra droga, alcool e bowling coi suoi 2 amici: uno tranquillo e posatissimo (Steve Buscemi) l'altro, reduce del vietnam, suonato come una campana (John Goodman) che ne combina una dietro l'altra.

Si crea un equivoco gigantesco. Malviventi scambiano il drugo per il ricco lebowski, quest'ultimo poi contatta il drugo perché i malviventi avrebbero rapito la moglie, i malviventi sono dei nichilisti tedeschi pazzi, ma un ragazzino ruba la macchina coi soldi del riscatto, che però, ma poi, ecc...
da schiantare questo film!

Il drugo è oramai una vera icona del "genere".
Le scene di quando "viaggia" nella sua mente sono fantastiche.

martedì 27 giugno 2006

Fratello dove sei

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I fratelli Coen stavolta divertono con una commedia grottesca ambientata nell'america della grande depressione.
Un trio di evasi dai lavori forzati (tra cui bravissimi Clooney e Turturro) vive una serie di rocambolesche avventure per raggiungere un "tesoro", anche se poi questo tesoro non è proprio quello che tutti si aspettano.

Al solito i Coen irridono vizi vecchi e nuovi della società americana, ma facendo divertire lo spettatore. La scena della cerimonia del kkk è splendida, e non solo quella.

Baci rubati

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Inizio con questo film la lunga serie di F.Truffaut che mi aspetta da vedere.
E' uno dei grandi maestri del cinema e mi asterrò dal dare dei voti.

Ho visto un film bellissimo, una strana storia d'amore, difficile, di questo Antoine che non realizza molto nella vita. Passa da un mestiere all'altro senza logica, fallendo in ognuno di essi, ma il suo pensiero costante sono le donne, e la ragazza in particolare che lo fa penare anche per un semplice bacio.

Una regia superlativa e una storia sviluppata con eleganza sobria, regalando un pizzico di follia, mai esagerata, a tutti i personaggi che vi partecipano.

lunedì 26 giugno 2006

Il Senso Della Vita

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Un film cult costruito ad episodi dove ognuno mette in risalto con enfasi grottesca il fatto che il senso, il significato della vita, forse, non esiste proprio.

Humor cinico e spietato come solo questo acculturatissimo gruppo inglese ha saputo proporre nella storia del cinema.
Tutte le scene di questo film sono capostipiti di tante gag poi utilizzate da altri, anche se alcune sono di una tale esagerazione da risultare irripetibili.

2 su tutte:
- il trapianto da donatore vivo: un uomo squartato in casa sua per prelevargli il fegato da lui promesso (da morto)...
- l'enorme ciccione che si presenta al ristorante già stragonfio, come arriva comincia a vomitare a destra e a manca e, dopo aver mangiato e bevuto l'impossibile non riesce a rifiutare la perfida mentina offertagli dal maitre... una scena d'apocalisse!

E ora qualcosa di completamente diverso

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Straordinaria collezione di scenette di questa banda di geni pazzoidi.
Altro cult da imparare e studiare con più visioni.

La scena iniziale del manuale ungherese-inglese taroccato è già da scompisciarsi. Non parliamo poi della ganga di vecchiette che terrorizza la città; il venditore di pappagalli morti che poi diventa un boscaiolo gay; la forchetta sporca al ristorante che crea una situazione melodrammatica; il consulente matrimoniale si tromba la signora in piena udienza della coppia.

Ma il massimo sono questi:
- un ragioniere da un consulente per un nuovo lavoro vorrebbe fare il domatore di leoni. in realtà scopre cha aveva confuso i leoni con formichieri allora chiede solo di avere successo e diventa il conduttore di un programma che ricatta ignari cittadini violandone la privacy... tremendamente attuale
- le olimpiadi del borghese più stupido del mondo... follia totale.

domenica 25 giugno 2006

Blood Simple - Sangue Facile

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Altro film particolarissimo dei Coen.
Il titolo è molto adeguato alla trama, ambientata nel Texas.

Odio, rapporti sentimentali, di lavoro, in un'ambientazione un po' surreale, conditi da equivoci drammatici, portano a uno spargimento di sangue impressionante.

Decisamente un pulp, ma fatto veramente bene, con la solita regia nuda e cruda dei Coen.

sabato 24 giugno 2006

Fargo

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Film dei fratelli Coen che narra di fatti di cronaca realmente accaduti nel Minnesota nel 1987.

Un commerciante di auto sommerso di debiti fa organizzare a 2 delinquenti il rapimento della propria moglie per ottenere un riscatto dal padre di lei, ricchissimo imprenditore per il quale anche lui lavora.
Le cose però non andranno minimamente come preventivato e si verrà a creare una striscia di sangue pazzesca a causa della follia dei rapitori.

Molto belli i personaggi che ruotano intorno alla storia e che fanno un piccolo ritratto di questa zona degli usa.

venerdì 23 giugno 2006

Factotum

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Matt Dillon è troppo bello per interpretare Henry Chinaski, se vogliamo fare i puristi. Per imbruttirlo ci vogliono truccatori da film di fantascienza. Il personaggio del romanzo di Bukowski personifica lo scrittore stesso, che non era proprio un adone come il bravo attore americano, anzi.

Il film è liberamente tratto dall'omonimo e famosissimo romanzo. Non sono un amante di Bukowski, ma gli riconosco di avere una scrittura divertente e poi le sue vicissitudini personali sono veramente divertenti.

Chinaski vaga ininterrottamente alla ricerca di un amore e soprattutto di un lavoro. Ne farà tantissimi e tutti con insuccesso.
Il suo talento, che vedrà la luce alla fine, è quello di fare lo scrittore.

Interessante visto che è anche una storia vera.
Film tutto sommato discreto, che però appare quasi ad episodi come narrazione, causa una sceneggiatura non proprio azzeccata a mio parere.

giovedì 22 giugno 2006

Il fascino discreto della borghesia

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Altro bel film di Buñuel, non il più bello, certamente, ma godibilissimo.

Altra ennesima satira sulla "vuotezza" della ricca borghesia, sulla sua incapacità di vivere con passione le cose, ben simboleggiata dalla scena tormentone nella quale i 6 protagonisti camminano, privi di meta, a piedi in una strada di campagna, nonostante tutto impeccabili nei loro abiti e tailleur.

La cosa che m'è più piaciuta è stata la cura delle interpretazioni dei personaggi, il trucco delle donne, le loro espressioni che tanto mi hanno ricordati certi personaggi della "milano da bere". Mimiche facciali ingessate, i toni... il doppiaggio è stato fatto decisamente con grande qualità.

Da vedere, come tutti i film di Buñuel, dopotutto.

Truman Capote - A sangue freddo

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Nel 1949 un paesino del Kansas è teatro di un delitto particolarmente efferato. Un'intera famiglia, genitori e 2 figli, massacrati a sangue freddo.
Le indagini portano rapidamente ad individuare i 2 colpevoli, 2 semplici ladri in preda a un momento di follia.

Sin dall'inizio un giornalista-scrittore, Truman Capote appunto, si interessa al caso. Si reca sul luogo con una amica assistente, assiste alle indagini, al processo... vede una grande opportunità per scrivere un articolo importante, d'indagine, idea che poi trasforma in un libro documento.

I 2 assassini al processo verranno condannati a morte.
Truman fa in modo di poterli visitare ogni giorno (uno dei 2 in particolare attira la sua attenzione) in carcere e procura anche loro bravi avvocati. Prosegue così la sua "indagine" senza sosta però... questo libro non si riesce a finire, l'editore preme e la sua immagine di scrittore anche. E perché non finisce questo libro? Semplicemente perché tra rinvii, appelli, ecc..., la condanna tarda ad essere eseguita. Se non finisce la vita dei condannati anche il libro non può terminare.
Combattuto tra l'amicizia con l'assassino e la necessità di concludere l'opera, Truman vive una contraddizione tormentosa e... non vi rovino il finale, che avviene nel 1965, 6 anni dopo i fatti di Kansas.

Il libro di Truman s'intitolerà "A sangue freddo" e, come recita una battuta del film, non è chiaro se si riferisce a quello degli assassini o a quello dello stesso scrittore.

n.b.: Il film narra una storia realmente accaduta.

Gran bel film, anche per la fotografia e la magistrale interpretazione dell'attore protagonista Philip Seymour Hoffman.

mercoledì 21 giugno 2006

Bella di giorno

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Capolavoro, e non esagero, del mio amato Buñuel.

La Deneuve (divina!) è una mogliettina graziosa e perbene con difficoltà sessuali col marito. Ma... solo col marito. Egli personifica per lei l'amore, ma il sesso? Per quello, meglio farlo con estranei, in un bordello clandestino.

Questa abitudine della ricca borghese non mancherà di avere conseguenze, molto drammatiche, anche se come al solito il finale al limite del "non-sense", tipico del regista, lascerà la storia su un confine tra realtà e sogno non ben distinguibile.

martedì 20 giugno 2006

Il fantasma della libertà

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Altro film veramente particolare da quel genio di Buñuel.

Una trama non è nemmeno ben definibile. Si vedono una serie di episodi apparentemente scollegati tra loro con una sola caratteristica comune: un'incredibile assurdità e illogicità degli eventi rappresentati.
In realtà si può guardare come un film molto divertente. Io perlomeno ho riso parecchio.

Per fare qualche esempio...
- a un pranzo tra amici in realtà la tavola è come se fosse un bagno, le persone, tutte molto distinte, siedono a brache calate su dei water, intorno al tavolo e si lamentano se sentono degli "odoracci" di roba da mangiare, mentre per mangiare si assentano "con permesso" in bagno, da soli e chiusi a chiave...
- una famiglia molto ricca denuncia la scomparsa della figlia, come se fosse rapita, va a scuola a cercarla, poi da commissario a denunciare l'accaduto, poi... peccato che la bambina invece c'è!, ed è sempre presente nelle scene...

... ed altre vicende ancora, tutte assolutamente assurde ma vissute con tranquillità dai protagonisti.

L'influenza filosofica di De Sade su L. Buñuel è, anche questa volta, evidentissima. Il famoso marchese fu un estremizzatore e un critico degli effetti della "massima libertà razionale", del tipo di comportamenti ed azioni che può portare. Plateale la scena nell'alberghetto.

Altre interessanti riflessioni vengono da una scena in cui un professore racconta proprio l'episodio del pranzo sui water, come esempio di quanto possano essere diversi usi e costumi tra le persone e le culture. Su questo punto, devo dire, si potrebbe ragionare tantissimo, ma proprio tanto!

Adoro questo regista...

domenica 18 giugno 2006

Estasi di un delitto

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E' scoperta recente per me Buñuel ma non ho più dubbi sul suo genio.
Anche questo vecchio b/n è veramente uno splendido film.

De La Cruz, aristocratico messicano, a causa di una esperienza infantile particolare lega ad un carillon e alla sua musichetta una strana sensazione di voler uccidere.
Durante il film diverse situazioni permettono a Buñuel, come al solito, di denunciare le ipocrisie e il sostanziale nichilismo che contraddistingue la borghesia, stavolta in modo meno marcato che in altre. Il tutto percorrendo le strane vicende di questo killer maldestro che in realtà non uccide mai nessuna donna (le sue vittime predestinate). Al limite dell'esilarante, ogni volta ch'egli desidera uccidere, per motivi vari non ci riesce, però la persona, per mano altrui o per fatalità, muore ugualmente.

venerdì 16 giugno 2006

The Others

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Con una Nicole Kidman da sturbo, questo film tiene una suspance leggera per tutta la sua durata, per poi stravolgere tutta la trama nel finale.

Una ricca donna inglese (forse, non ho capito l'ambientazione, confesso) rimasta con 2 figli da sola

Fantasma d'amore

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"...finché io sarò vivo lei sara viva, capisce?, perché l'amore è la vita eterna, è la vita e la morte, già, solo che nessuno mi vuole credere quando dico queste verità semplicissime.
anche qui, queste brave persone studiose che ci guidano, i professori, loro mi ascoltano, scrivono anche ma... ma, io mi accorgo benissimo che non mi credono... loro... scusi, ma adesso devo andare... mi chiamano"


E' con queste parole di Nino che parla ad un interlocutore occasionale, ispirate dal suo amore Anna, che termina il film. Guardando tutta la storia, appassionandosene, suonano struggenti, commoventi, passionali, ma anche sagge. Le ho volute immortalare.

Nino è un medio-alto borghese di Pavia, splendida città per la storia, d'autunno, con la pioggia, la nebbia... Ha una vita "sistemata", con un amore giovanile che però non vide la conclusione che meritava ed ora è sposato, come dire, "normalmente". Ma l'Amore si chiama Anna, e improvvisamente ricompare nella sua vita, in un modo però strano, indefinibile. Solo lui la vede, ci parla. Solo lui.
Quell'Amore lasciò alcune cose in sospeso, che andavano chiarite, sistemate, ed Anna è ricomparsa per questo. Ci sarà anche uno strano delitto da risolvere, un vero grattacapo per gli inquirenti.

Marcello Mastroianni e Romy Schneider sono gli splendidi (anche fisicamente, diciamolo pure, nei rispettivi sessi 2 perle rare) protagonisti di questo film che merita solo un aggettivo: capolavoro assoluto.
E' tutto perfetto in questo film. I 2 attori citati, il grande regista Dino Risi, il romanzo di Mino Milani da cui è tratto il film, le musiche di Riz Ortolani, il clarinetto di Benny Goodman, la fotografia di Tonino Delli Colli...

Mi limito a dire: il più bel film d'amore che ho mai visto.

mercoledì 14 giugno 2006

L'angelo sterminatore

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Sicuramente uno dei capolavori del catalano Luis Buñuel e del cinema tutto.
Come in altri suoi film, la simbologia di gesti, scene, personaggi è qui spinta forse all'estremo.

Un gruppo di annoiati ricchi borghesi (forse messicani, sicuramente latini) all'uscita da teatro si recano a casa di uno di questi per una cena solo apparentemente improvvisata.
Gli auspici sono pessimi però. Tutto il personale domestico, tranne il capo maggiordomo, si dimette o si allontana, lasciando la combriccola ad arrangiarsi per la cena. E' uno strano segnale, che unito al fatto che in casa ci sono un orso bruno e un piccolo gregge di 3 pecore che si aggira, comincia a far capire che qualcosa di strano deve succedere.

La cena finisce, le ore passano, con musica, chiacchericcio, ecc..., ma...
NESSUNO ESCE PER TORNARSENE A CASA!
Restano lì la notte e solo durante la colazione del mattino, faticosamente servita dal maggiordomo, realizzano che non riescono più ad uscire da quel salotto in cui si trovano. Dopo la colazione nemmeno il maggiordomo riesce più ad uscire da lì, eppure le porte sono tutte aperte.
Inzia un incubo, che dura giorni e giorni, con questi "chiusi" in quella stanza e fuori il resto della popolazione, militari compresi, che, non se ne capisce la ragione, vorrebbe aiutare gli Isolati ma non riesce ad entrare! I raffinati, educati, perbenisti e benvestiti borghesi iniziano un decadimento totale dei loro modi e costumi, costretti a vivere in una condizione di promiscuità intollerabile, senza mangiare e senza bere... succede di tutto.

E' un film da studiarsi con calma, analizzarne ogni retro-significato e gustarselo con mente aperta. Il finale lascia veramente la bocca asciutta con un inquietante messaggio che...
Interpretatelo come meglio credete. E' un vero capolavoro, secondo me.

martedì 13 giugno 2006

La Via Lattea

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ovvero: La Strada di San Giacomo
grande film di uno dei maestri del cinema : Luis Buñuel.

La strada di san giacomo sin dalle prime ere della cristianità veniva percorsa da pellegrini di tutta europa per raggiungere, appunto, Santiago de Compostela, in Spagna.

Attraverso il surreale pellegrinaggio di 2 francesi del XX sec., Buñuel, attenendosi scrupolosamente e rigorosamente a testi sacri, studi teologici e documenti della chiesa stessa, denuncia apertamente e con semplicità tutte le contraddizioni e le eresie del cattolicesimo.

Film di grande intelligenza, eccezionale, sicuramente molto impegnativo per la continua simbologia delle scene e per i dialoghi spesso presi, pari pari, da testi religiosi.
da vedere più volte.

consiglio questo sito dove, in 5 pagine, spiega molto bene il film e tutte le scene coi loro significati.

giovedì 8 giugno 2006

Arizona Junior

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Film demenziale ma in realtà critico sui valori, sui costumi... divertentissimo.
I fratelli Coen, nel 1987, ci han saputo veramente fare.
Trama: cosa non si fa per avere dei figli e una famiglia numerosa.
da vedere assolutamente.

lunedì 5 giugno 2006

Fa la cosa giusta

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brooklyn nera e "broccolino" italiana, un po' di coreani, latino-americani, un quartiere che, soprattutto nelle giornate calde, puzza di benzina, e basta una scintilla per far scoppiare un incendio.

fa la cosa giusta fratello! questo quartiere è dei neri, ma fa la cosa giusta fratello! arriva la polizia, sono quasi tutti bianchi, ci sono anche poliziotti neri, ma sta attento e fa la cosa giusta!
e quale sarebbe questa "cosa giusta"? cosa dovrei fare, fratello?
forse quello che consigliava MLK? oppure quello che diceva Malcom X?
fa troppo caldo fratello, non capisco cosa devo fare, io non volevo, è stato lui a provocare...

scritto, sceneggiato, interpretato e diretto da un bravissimo, già da giovane, Spike Lee.

sabato 3 giugno 2006

Le mele di Adamo

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Uno dei film più strani e divertenti che abbia mai visto, dalla Danimarca, veramente molto particolare.

Adam è un neonazista che deve scontare un periodo rieducativo e viene inviato in una bizzarra comunità in una chiesa gestita da Ivan, un prete folle per ragioni... da scoprire. Ivan vede in ogni fatto, in ogni presagio un segno della bontà divina ed applica i dettami del vangelo con caparbietà nonostante la sua vita è stata, ed è, costellata di eventi uno più tragico dell'altro.
Altri ospiti di Ivan un islamico dal grilletto facile (personaggio protagonista delle scene più esilaranti) e un ex campione tennista ora alcolizzato e cleptomane. Si aggiungerà altra alcolizzata incinta.

Adam inizialmente s'infuria per il delirio di Ivan, poi prova a correggerlo ed infine, compiendo una sua metamorfosi, prende ad ammirarlo e a stimarlo, lo cura. Appena arrivato alla chiesa Ivan ha chiesto lui di porsi un obiettivo da realizzare... leit motiv di tutto il film.

Veramente molto bello, drammatico e divertente, prende in giro un po' tutti con ironia, persino sadica, certe volte.

Il cattivo tenente

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Vera perla.

Harvey Keitel è bravissimo a personificare questo tenente che è un condensato di vizi. Droga, alcool, qualche perversione sessuale, prevaricazioni di vario genere perpetuate grazie al distintivo.
Eppure il suo profondo cattolicesimo lo porta a scontrarsi coi suoi aspetti deboli e prima o poi col suo senso di colpa dovrà fare i conti. Sarà una suora a...

Bellissimo film.