sabato 18 aprile 2009

Dead Man's Shoes

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Siamo nelle cosidette midlands inglesi. Richard, affiancato dal fratello ritardato Anthony, percorre a piedi strade di campagna, come un reduce di guerra, e prende alloggio in una fattoria abbandonata ai margini della città.

Ha un solo scopo: vendicarsi spietatamente. Di chi?
Lui se n'era andato da tempo per fare carriera militare. Se n'era andato anche per abbandonare una spiacevole situazione familiare, fratello compreso, ma durante la sua assenza Anthony viene preso di mira da un "branco" di folli, spacciatori ed impasticcatissimi, che non lo tratteranno certo bene. Richard tornerà, a pagare un debito che sente suo e a farla pagare, duramente, a tutti gli elementi del branco.

Una storia semplice ma sviluppata con grande abilità ed accompagnata da splendide ed adeguate musiche. Il film ha un gusto delle immagini, girate in 16mm, volutamente retrò, e trasmette una grinta ed una violenza notevolissimi pur non indugiando mai sull'atto violento in sé. Ricorrendo a flashback senza eccessi piano piano emerge la realtà del branco, dell'assurda vicenda che ha colpito Anthony facendo imbestialire Richard, con un finale spiazzante che perfettamente descrive la follia di quest'ultimo.

Bellissimo.

giovedì 16 aprile 2009

Memento

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Leonard ha subito un trauma cranico che gli ha procurato una forma rara di amnesia. E' successo mentre cercava di difendere la moglie da criminali che prima l'hanno violentata e poi uccisa. Ricorda tutto molto bene fino a quel momento, mentra da lì in poi è un continuo ricostruire la memoria, che perde tutto nel breve periodo: quello che avviene in un dato momento svanisce dopo pochi minuti.

E' deciso nel vendicare la moglie. Insoddisfatto delle indagini della polizia, comincia a farle personalmente, con difficoltà ovviamente enormi. Di ogni luogo o persona significativi scatta un'istantanea e ci scrive sopra appunti, che continuamente rilegge per ricostruire sempre, praticamente dal nulla, la sua storia e la sua indagine. Siccome non basta, dei fatti certi o che ritiene tali si appunta dei memo in forma di tatuaggi, riempiendosene il corpo.

E' una storia di tormento incredibile, anche per il modo in cui viene sviluppata: a ritroso. Il film comincia con l'ultima scena in ordine temporale e finisce con la prima, con una modalità continua ed incessante: l'inizio dell'episodio che vedi è il finale o l'effetto dell'episodio che vedrai successivamente. Continui a cambiare punto di vista, i personaggi intorno a Leonard mutano spesso ruolo, da amici ad ingannatori e viceversa.
Questo ritmo viene ogni tanto spezzato da un "episodio trasversale" o "atemporale" che solo alla fine riesci a posizionare correttamente. Si costruisce un puzzle insomma, con una certa difficoltà iniziale se si è impreparati, di grandissimo effetto ed efficacia.
Anche per la particolare forma temporale di narrazione ci si trasporta dentro il dramma di Leonard, in un crescendo di angoscia. Come può vivere un uomo con quella patologia?

Film eccezionale che deve essere visto probabilmente più di una volta, senza però pretendere una vera soluzione al giallo, che a mio parere volutamente non c'è, o forse... si presta a molteplici valutazioni.

lunedì 13 aprile 2009

Centochiodi

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Un giovane professore universitario, il più sospettato di aver deliberatamente danneggiato i libri di un'antica biblioteca dell'università di Bologna, fa perdere le proprie traccie e si rifugia in un piccolissimo casolare abbandonato, sulla riva del Po.

La gente del paese, Bagnolo San Vito (MN), si accorge presto della sua presenza, già mentre comincia a riordinare il rudere, mentre le autorità cominciano a credere al suicidio che ha simulato. Iniziano ad aiutarlo nei lavori, una bella panettiera se ne innamora... presto s'integra nella vita paesana e nessuno gli chiede conto della sua provenienza.

Non manca nulla della vita vicino al grande fiume, gente che Olmi conosce molto bene e continua a frequentare. Persino una scena di moto da enduro su un sabbione che precedono l'arrivo dei bagnanti, tutti insieme su una chiatta. Tante le scene bellissime anche grazie ad una più che degna fotografia.

I problemi iniziano quando l'autorità regionale che governa il fiume decide di costruire un porto fluviale proprio sulle aree delle abitazioni, in parte abusive, di alcuni paesani. Quella gente vive lì da sempre, non sa nulla di queste burocrazie. Il professore farà del suo meglio per aiutarli, ma questo porterà a renderlo "visibile"...

Sembra un film d'altri tempi anche se tutto è ambientato proprio ai giorni nostri. Luoghi dove il tempo pare fermato, seguire il ciclo del fiume ed adattarsi ad esso. E' il meraviglioso Po che domina da protagonista.
Protagonista poi il messaggio, ben in evidenza già nella locandina che si concretizza in tutto il film e si decodifica esplicitamente nel finale. Un inno alla vita semplice, comune, che privilegia le relazioni umane ed un corretto rapporto con l'ambiente. Un monito a non perdere contatto da questi valori.
I chiodi, come quelli della crocefissione anche nella forma, hanno punito il più grande colpevole. Da incorniciare: "Dio non parla coi libri. I libri servono a qualsiasi padrone e qualsiasi dio."

Grandissimo Ermanno Olmi. Uno dei maestri di sempre del Cinema.

The Quiet Room - La stanza di Cloe

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Cloe è una bambina che ormai da qualche anno si rifiuta di parlare. E' una sua reazione, una risposta ad una situazione familiare conflittuale dei suoi genitori ed alla impossibilità di comunicare con loro. Riflette molto su si sé, di quando era piccola, sui suoi pesci rossi, del cane che vorrebbe e della campagna, dove vorrebbe andare a vivere. Ancora di più riflette su mamma e papà, su come sono, su come li vorrebbe.
Vive quasi esclusivamente nella sua stanza, pensando e disegnando molto, proprio i disegni sono un mezzo con cui vuole comunicare.

Cloe risponde alla voce dei genitori, semplicemente pensando. Loro parlano e lei risponde a mente. A volte essi sono comprensivi, altre si esasperano allontanando ancora di più la bambina. Riusciranno a farla parlare? O meglio, deciderà Cloe di ricominciare a parlare?

Estremizzazione di quello che spesso rischia di essere il dialogo tra genitori e figli, è un film straordinario, con una strepitosa piccola attrice nella parte di Cloe. "Entrare" nella testa della bambina, nei suoi occhi, con la sua voce narrante, è emozionante.
Una trama importante e significativa ben sviluppata, bravi attori che recitano quanto basta senza prevaricare la trama, studio ed impegno nella preparazione della storia, delle scene.
Il valore aggiunto Vero in un'opera nasce dalle capacità umane ordinarie sapientemente utilizzate, non dalla tecnologia.

Tra cielo e terra

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Film sulla guerra del Vietnam vista dalla parte di una vietnamita, Le Ly Hayslip, andata a vivere in america dopo aver sposato un sergente americano, che ha scritto 2 autobiografie che hanno fornito il soggetto.

Non raggiunge la qualità di Platoon o di Nato il 4 Luglio, diverse scene sono davvero poco riuscite, ma rimane un film-documento decisamente interessante. La guerra poi, per le donne, assume tutti i connotati peggiori.