lunedì 11 settembre 2006

Le chiavi di casa

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Film molto bello. Anche il libro al quale s'è ispirato, "Nati due volte" di Pontiggia, lo è. Lo lessi qualche mese prima dell'uscita del film, che non sapevo nemmeno essere in produzione.

Paolo è un ragazzino affetto dalla nascita da tetraparesi spastica distonica.
Il padre Gianni alla nascita ebbe un rifiuto nei suoi confronti, per poi incontrarlo adolescente, per cause inevitabili, ed accompagnarlo in Germania per visite ed esami. Ci saranno diverse vicende, tra il drammatico e il divertente ma sempre, credetemi, estremamente reali o meglio realistiche. Nessuna concessione alla retorica: è una grande qualità del film.
Gianni scoprirà il figlio, letteralmente. Quella che è la sua vita, la sua lotta quotidiana e anche la sua purezza e gioia di vivere.

Ripeto: è assolutamente da vedere. Una lezione, grazie al bravo regista e al bravissimo scrittore, sul significato e il valore dell'handicap e della diversità. E' molto commovente, perché è la vita di ragazzi straordinari come Paolo ad esserlo.

Sicuramente molto bravo Rossi Stuart, che mi stupì molto a suo tempo.
Straordinario, da 10 & lode, Andrea Rossi che interpreta Paolo, senza fingere più di tanto visto che Andrea ha la stessa patologia nella sua vita reale. Bravissimo!!!!!
Molto merito a Pontiggia e al suo romanzo-documento nel quale ha coraggiosamente raccontato, senza nascondere nemmeno le sue debolezze, la propria esperienza di vita. Il film non racconta la storia di Pontiggia, ha una trama molto diversa, ma ne è molto fedele nella sostanza.

Un film documento particolarmente toccante

domenica 3 settembre 2006

Apri gli occhi

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Io non ho più dubbi sul fatto che Alejandro Amenábar sia uno dei più bravi registi viventi. A parte il fatto di avere un talento assoluto visto che scrive i film, a volte persino le musiche e li dirige, è anche eclettico nei generi.

Il suo primo film è Tesis, un horror. Questa è la sua seconda opera in realtà, anche se la prima ad uscire in Italia.
Che genere è? Non saprei, forse uno psyco-thriller, forse uno psyco-dramma, c'è un po' di fantascienza, ...
Provo a raccontarvi qualcosa però in modo un po' criptico. Il film è un colpo di scena continuo e non vorrei veramente rovinarvi la visione.

Cesar vive a Madrid, è molto giovane, bellissimo e ricco, cambia una donna al giorno, una di queste lo porterà però alla rovina, vendicandosi del fatto che lui l'ha abbandonata... diventa orribile a vedersi, è sfigurato, la sua mente diventa molto instabile, cerca cure per questa vita e persino per una eventuale prossima vita, mette una maschera... si trova in prigione, ha commesso un delitto, non sa perché l'ha fatto... sogna in continuazione...

Il film si svolge tutto su piani paralleli ed indistinguibili. Sono chiare 3 fasi: la vita reale, il sogno e una sorta di vita virtuale, una specie di sogno palpabile. Le 3 fasi non si possono però evincere da alcun espediente, né narrativo né scenico o fotografico, si susseguono e si intersecano, velocemente.
Difficilissimo, anche alla fine, anche col finale bellissimo che pure spiega qualcosa, comprendere una demarcazione netta tra sogno, virtuale e reale.

Strano veramente che questo film non abbia avuto grande eco.
A mio parere è veramente un film strepitoso.

Ottima la prova del protagonista, lo spagnolo Eduardo Noriega e anche quella di una giovanissima e stupenda Penélope Cruz .

Il Ferroviere

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E' un neorealismo un po' particolare quello di Pietro Germi. A quanto ho letto è il film che ama di più, che ha voluto interpretare perché narra della gente in cui lui si riconosce.

Andrea è un macchinista delle ferrovie, col gomito che si alza spesso sui mezzi litri di bianco. 30anni di lavoro, una famiglia faticosamente portata avanti, poi... una disgrazia, e anche un errore, e il suo lavoro viene messo in discussione, si sente solo, nemmeno i sindacalisti provano ad aiutarlo. Farà un certo "gesto" e si inimicherà anche i colleghi coi quali lavorava, condivideva serate all'osteria e per buona parte erano anche vicini di casa.
Nel momento più buio per lui e la sua famiglia, Sandrino, il figlio più piccolo, saprà ridargli coraggio e buon umore e il finale... è da guardare.

C'è un po' di retorica, ma il film è splendido ugualmente e giustamente famoso. Io poi amo queste storie, ben definite, di tipicità, fra le persone comuni. La vita di un ferroviere dei tempi è descritta molto bene.

Tesis

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Film girato nel 1995 ed uscito nel 1996, nel 1997 ha vinto in Spagna 7 Goya. In Italia è uscito solo nel 2001, dopo che il regista s'era già guadagnato estimatori con gli altri film.

Non è un horror, come molti lo catalogano. E' un thriller, il cui argomento è il cinema horror, ma non quello di finzione bensì quello che circola tra maniaci sadici che amano il genere del reale, delle torture ed omicidi ripresi da videocamera, roba vera insomma.
Questo genere, ho imparato, si chiama "snuff film".

Angela è una studentessa di cinematografia a Madrid e vuole fare una tesi sulla violenza nel cinema e in televisione. Scopre però, per vicende varie, che l'università stessa è un luogo, a causa di certi personaggi, di produzione di snuff.
Col suo amico Chema (complice suo o dei sadici?) condurrà in proprio una indagine, quasi suo malgrado, e fino al termine sarà una costante tensione e cambiamento di finale.

Interessante il messaggio che poi arriva da questo film, nel finale che poi allo spettatore appare grottesco e che altro non è che una rappresentazione della realtà, della morbosità diffusa.
La stessa protagonista... qual'è la curiosità che la spinge a...

Visione consigliatissima.

Sorgo Rosso

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Film d'esordio del grande regista cinese e subito inizia il suo sodalizio con la splendida Gong Li, attrice brava e bellissima.

Ritratto di vita campestre cinese della prima metà del sec. XX. Una ragazza viene mandata in sposa a un ricco mercante di vino, lebbroso, che non comparirà mai nel film e morirà presto. Lei prenderà le redini della produzione e del commercio, dividendo cogli operai i profitti della produzione, una specie di vino rosso ricavato dal sorgo (saggina).
Momenti divertenti e violenti, descrizione di vita rurale e sociale di quelle zone, raggiungerà l'apice della durezza quando, verso la fine della storia, descriverà l'arrivo dei giapponesi nella zona, durante l'invasione. L'io narrante è il figlio del bambino che vedrete nel finale, che spiegherà anche il perché del titolo.

Film molto bello. Fotografia, storia, m'è piaciuto tutto.

sabato 2 settembre 2006

Smoke

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Un film, di parole, dialoghi e sguardi, semplice e, a mio modesto parere, molto bello.

Si svolge a Brooklyn, e tutta la storia e i personaggi ruotano attorno alla tabaccheria di Auggie e alla sua vita, soprattutto Paul, scrittore in crisi di vena dopo una disgrazia familiare.
Non c'è una trama fondamentale. A tappe il film percorre una serie di ritratti di personaggi, i 2 già citati ed altri, ognuno con la sua piccola storia da sviluppare e raccontare. Diventente e commovente, a seconda dei momenti.

Da vedere e da apprezzare la bravura di tutti gli attori. Menzione per William Hurt che interpreta Paul ed è perfetto per quel tipo di ruoli, silenziosi. Tappeti rossi per Harvey Keitel che invece è Auggie, il proprietario della tabaccheria.
Si fuma moltissimo in questo film, ma non c'è fumo passivo da pellicola quindi lo consiglio a tutti senza meno.

Mi raccomando, non fermatelo durante i titoli di coda.
C'è tutta una storia da seguire, molto carina.

Munich

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Il film narra di una delle missioni della Mossad dopo l'uccisione di 11 atleti israeliani, da parte dei terroristi palestinesi durante le olimpiadi di Monaco '72.
Uno degli ufficiali del servizio segreto israeliano viene mandado in Europa con altri 4 agenti per sterminare il commando di Settembre Nero.
Ne viene fuori un film parecchio critico nei riguardi degli israeliani. Spielberg fa fare un esame di coscienza al capo del commando di vendetta.

Bello il raccontare in flashback, da parte del protagonista-agente del mossad, il succedersi degli eventi avvenuti durante le olimpiadi, l'ambientazione in alcuni momenti da spy story vecchio stile (con tanto di imbroglioni, doppiogiochisti, bellone prezzolate, bombe, etc...) e soprattutto la quasi sovrapposizione degli stati d'animo dei protagonisti di settembre nero (autori della strage) e dell'agente mossad in missione di morte; quasi trapela dai loro volti e dalle loro parole la domanda cosmica: ci hanno mandato a fare questo, perchè?
Spielberg si dimostra ancora una volta grandissimo cineasta, soprattutto quando non c'è da far sfoggio di ipertecnologia o di effetti speciali; la sua sensibilità a certe tematiche, nonostante l'essere lui di fatto schierato, lo pone senza dubbio tra i migliori narratori attualmente sulla piazza.

E' uno dei pochi film che fa pensare veramente alle nefandezze compiute sia da una parte che dall'altra durante una guerra che dura da 60 anni, e che oggi torna crudamente di attualità a causa del ritorno al potere dei governi estremisti delle due nazioni-fazioni.

(by paolorossi)

Le avventure acquatiche di Steve Zissou

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Pur essendo dedicato al mitico documentarista del mare Jacques Cousteau, questo film è una satira beffarda del mondo dei documentaristi attuali, al limite tra naturalismo, reality show e pretese artistiche.

Bill Murray è un fenomenale Steve Zissou alla caccia di un fantomatico squalo giaguaro (per tutto il film si vedranno animali marini molto improbabili).
Nella sua avventura sono coinvolti una giornalista incinta, un "forse" figlio, una moglie che sta con lui e un suo rivale "a tappe", studenti in cerca di attestati che lavorano gratis, uno staff dedito a lui...
Succederanno tante cose, avvenimenti di vario genere, ma tutto, comprese le riprese, il sottomarino, gli spaccati della nave, gli animali, sarà una continua parodia.

Film carino e originale.

Reservoir Dogs - Le Iene

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Fu amore a prima vista con questo film, anche se lo vidi alla tv e, da quanto ho scoperto di recente, con ben 29min di tagli, mannaggia'a'lloro!
Fu pure vietato ai minori di 18 anni. Fece molto discutere 'sto film, insomma.

Oggi me lo sono rivisto e stragoduto in versione integrale.
Film particolarissimo che tratta il mondo dei gangster per quello che è, violento e sadico, senza alcun manierismo o romanticismo.

Prodotto con pochissimi soldi anche se con grandissimi attori (alcuni già lo erano, altri lo sono diventati allora), come Harvey Keitel, Steve Buscemi, Tim Roth e soprattutto Michael Madsen, attore che mi piace particolarmente e che oramai è una vera icona del cinema di Tarantino, attore anch'egli nel film oltre che regista.

E' la storia di una rapina ad una gioielleria organizzata da tale Joe mettendo insieme diversi personaggi che solo lui conosce mentre tra loro mantengono uno scrupoloso anonimato. La storia essenzialmente si svolge dopo la rapina, che si rivelerà sanguinosissima, all'interno di un capannone dove si erano dati appuntamento dopo il colpo. Morti e feriti tra di loro e soprattutto l'immediato sospetto che uno della banda abbia tradito con una soffiata ai poliziotti creeranno una tensione fortissima.
Diversi flashback riveleranno il modo in cui la rapina è stata organizzata e si è svolta, ma solo degli sprazzi, nulla di esauriente. La rapina rimane un fatto di cronaca, forse come tanti. Quello che conta, il luogo della tensione, è il capannone e i protagonisti.

Ci sono tutti i prodromi di Pulp Fiction in questo film, il capolavoro indiscutibile di Tarantino, ma Le Iene, anche per l'idea, per il modo in cui è girato, rimane per me un cult.

venerdì 1 settembre 2006

I Tenenbaum

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I Tenenbaum sono una famiglia "particolare".
Benestanti, il padre è stato "invitato" dalla madre, donna forte e intelligente, a lasciare la famiglia coi bambini ancora piccoli, 2 maschi e una femmina adottiva.
La madre li ha allevati con grande scrupolo dando tutta sé stessa nel coltivare i talenti, prodigiosi e distinti, dei 3 pargoli. Tutti e 3 avranno successo nella vita, ma... a un certo momento l'essere cresciuti senza il padre si farà sentire, nel loro carattere fragile, nelle loro fobie, ecc...
Si ritroveranno, in un non casuale incontro di famiglia, per iniziativa del padre e si scoperchieranno tante vecchie pentole.

Storia triste? Ma non è vero!
E' un film molto divertente, girato a capitoli, come se si sfogliasse un libro, ed è pieno di personaggi divertenti con battute e situazioni sul filo del grottesco.

Molto carino. Opera prima di Wes Anderson, che l'ha scritto, diretto e prodotto.

Non uno di meno

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Sono ancora commosso ed emozionato dalla bellezza di questo film, della sua affascinante e reale storia.

I personaggi e la trama, nello specifico, sono finzione, ma tutto è puramente basato sulla vera situazione delle scuole in Cina, di quelle delle zone rurali poverissime e sperdute negli spazi sconfinati di questo enorme paese.

Un maestro, per gravi motivi personali, deve lasciare per un mese la scuola dove 28 bambini, tutti assieme in classe, alunni delle varie elementari, seguono le lezioni. La scuola è una stanza fatiscente con un retrobottega che funziona da ufficio e da dormitorio, per l'insegnante e anche qualche allievo.

Il capo del villaggio non trova di meglio come supplente che una ragazzina di 12-13 anni. Nessun maestro accetta quel luogo disperso.
La ragazzina, inizialmente abbastanta scostante e indifferente, interessata solo al piccolo guadagno promesso, a causa in particolare delle vicende legate a un bambino che abbandona la scuola per recarsi in città diventa invece, pian piano, apprensiva ed efficiente, con un crescendo straordinario.... peccato non poter raccontare di più.
Commovente è la determinazione con cui andrà in città a cercare l'allievo perso e i risultati "particolari" che riuscirà ad ottenere.

Sono molto contento che l'italiano Leone d'Oro abbia coronato un film così.