Raro caso di film che condensa alcune delle migliori caratteristiche del Cinema: realismo; azione spettacolare; tecnica cinematografica; critica e denuncia sociale. Eccezionale! Orso d'Oro a Berlino e per me Olimpo con lode, lo dico subito.
C'è anche molta violenza, inevitabilmente. Qua si parla, e sono storie vere, di truppe speciali di polizia brasiliana che operano nelle favelas di Rio de Janeiro che sono degli inferni in terra, mica di monaci eremiti sul cucuzzolo di una montagna. Astenersi perditempo.
Le "Tropa de Elite" sono note come BOPE: Batalhão de Operações Policiais Especiais, acronimo diventato parola, un gruppo sceltissimo della polizia. Ogni membro al suo interno, scelto tra i pochi elementi "sani" di una polizia ordinaria nella quale la corruzione è regola, deve passare una selezione incredibilmente dura, frutto di addestramento fisico e psicologico come non possiamo neanche lontanamente immaginare noi comuni mortali, oltre che essere irreprensibili dal punto di vista morale e civile. Mediamente solo il 5% dei candidati arriva al termine della scuola.
Scopo primo del BOPE è combattere il traffico di droga. In ogni caso, ogni volta che occorre un intervento in una favela, per qualsiasi ragione, chiamano loro, riconoscibilissimi dalla divisa interamente nera e dal teschio loro simbolo. "Un BOPE entra in una favela per uccidere, non per essere ucciso" dirà il capitano Roberto Nascimento infuriandosi per l'imprudenza di un allievo e sintetizzando un concetto che hanno ben chiaro anche i peggio delinquenti che dominano nelle favela, che per contro sanno che uccidere un BOPE equivale alla propria condanna a morte.
In poco meno di 2 ore di riprese a braccio (quasi tutte), fotografia satura e sgranata con un formidabile e frenetico montaggio (alla fine della visione che consiglio d'un fiato viene la tachicardia, estremamente coinvolgente!) ci sono 2 temi fondamentali.
Uno è il citato capitano Roberto Nascimento (Wagner Moura, bravissimo). Deve individuare chi può succedergli alla guida della sua squadra perché deve dimettersi dall'incarico, per vari motivi. Due saranno le sue speranze tra gli allievi: Neto (Caio Junqueira) e Matias (ottima prova di André Ramiro).
L'altro è la visita a Rio del papa polacco nel 1997, anno d'ambientazione della storia; siccome il noto personaggio deciderà di andare a dormire all'arcivescovado che sorge proprio vicino ad una favela sarà necessario effettuare un po' di "pulizia" (e chissà se qualcuno gli ha mai detto poi al citato polacco quanti morti e feriti ha provocato la sua stupida decisione).
Il primo tema è il più importante. Il secondo è una specie di incombenza che getta ulteriore benzina sul fuoco.
Dopo l'incipit al fulmicotone, in un lungo flashback spesso narrato fuori campo dallo stesso capitano, vivremo l'intera vicenda. Questa modalità avvicina il film al documentario, forma che inizialmente era nelle intenzioni del regista, idea poi rientrata per motivi "tecnici". In ogni caso la sensazione di realismo rimane ed il film abbraccia tutti, nessuno escluso, i vari argomenti che tanto hanno fatto discutere in Brasile dove il film è diventato un caso insieme al libro dal quale è tratto, "Elite da Tropa" scritto da Luiz Eduardo Soares il quale è un antropologo, nota bene!
La vita del capitano è emblematica per come e quanto una professione del genere possa consumare nell'animo un uomo. Vero eroe, cinico e duro nel lavoro, è e rimane un uomo con una moglie ed un figlio in arrivo, una famiglia come qualsiasi altra. Eroe che ti mette in difficoltà quando in favela cattura e tortura chi secondo lui può fornire informazioni decisive.
Interessantissima la vicenda del giovane Matìas, studente laureando oltre che poliziotto. Frequenta i giovani, tra i quali alcuni che portano avanti una ONG all'interno di una favela. Sarà la sua una storia di unione fra 2 mondi che si vedono come nemici, nel senso che il BOPE è temuto dagli spacciatori delle favela ma anche iper-criticato dai giovani, più o meno "pacifisti" e pure, spesso, consumatori della stessa droga che viene spacciata. Che contraddizione! Matìas la farà notare esplicitamente e sarà una cosa su cui non si può non riflettere. Dovrei dilungarmi molto su quest'argomento, sforando anche sui temi del c.d. proibizionismo, ma ho già scritto troppo, magari proseguo su questo fronte in occasione del sequel.
FILM IMPERDIBILE !!!
Le "Tropa de Elite" sono note come BOPE: Batalhão de Operações Policiais Especiais, acronimo diventato parola, un gruppo sceltissimo della polizia. Ogni membro al suo interno, scelto tra i pochi elementi "sani" di una polizia ordinaria nella quale la corruzione è regola, deve passare una selezione incredibilmente dura, frutto di addestramento fisico e psicologico come non possiamo neanche lontanamente immaginare noi comuni mortali, oltre che essere irreprensibili dal punto di vista morale e civile. Mediamente solo il 5% dei candidati arriva al termine della scuola.
Scopo primo del BOPE è combattere il traffico di droga. In ogni caso, ogni volta che occorre un intervento in una favela, per qualsiasi ragione, chiamano loro, riconoscibilissimi dalla divisa interamente nera e dal teschio loro simbolo. "Un BOPE entra in una favela per uccidere, non per essere ucciso" dirà il capitano Roberto Nascimento infuriandosi per l'imprudenza di un allievo e sintetizzando un concetto che hanno ben chiaro anche i peggio delinquenti che dominano nelle favela, che per contro sanno che uccidere un BOPE equivale alla propria condanna a morte.
In poco meno di 2 ore di riprese a braccio (quasi tutte), fotografia satura e sgranata con un formidabile e frenetico montaggio (alla fine della visione che consiglio d'un fiato viene la tachicardia, estremamente coinvolgente!) ci sono 2 temi fondamentali.
Uno è il citato capitano Roberto Nascimento (Wagner Moura, bravissimo). Deve individuare chi può succedergli alla guida della sua squadra perché deve dimettersi dall'incarico, per vari motivi. Due saranno le sue speranze tra gli allievi: Neto (Caio Junqueira) e Matias (ottima prova di André Ramiro).
L'altro è la visita a Rio del papa polacco nel 1997, anno d'ambientazione della storia; siccome il noto personaggio deciderà di andare a dormire all'arcivescovado che sorge proprio vicino ad una favela sarà necessario effettuare un po' di "pulizia" (e chissà se qualcuno gli ha mai detto poi al citato polacco quanti morti e feriti ha provocato la sua stupida decisione).
Il primo tema è il più importante. Il secondo è una specie di incombenza che getta ulteriore benzina sul fuoco.
Dopo l'incipit al fulmicotone, in un lungo flashback spesso narrato fuori campo dallo stesso capitano, vivremo l'intera vicenda. Questa modalità avvicina il film al documentario, forma che inizialmente era nelle intenzioni del regista, idea poi rientrata per motivi "tecnici". In ogni caso la sensazione di realismo rimane ed il film abbraccia tutti, nessuno escluso, i vari argomenti che tanto hanno fatto discutere in Brasile dove il film è diventato un caso insieme al libro dal quale è tratto, "Elite da Tropa" scritto da Luiz Eduardo Soares il quale è un antropologo, nota bene!
La vita del capitano è emblematica per come e quanto una professione del genere possa consumare nell'animo un uomo. Vero eroe, cinico e duro nel lavoro, è e rimane un uomo con una moglie ed un figlio in arrivo, una famiglia come qualsiasi altra. Eroe che ti mette in difficoltà quando in favela cattura e tortura chi secondo lui può fornire informazioni decisive.
Interessantissima la vicenda del giovane Matìas, studente laureando oltre che poliziotto. Frequenta i giovani, tra i quali alcuni che portano avanti una ONG all'interno di una favela. Sarà la sua una storia di unione fra 2 mondi che si vedono come nemici, nel senso che il BOPE è temuto dagli spacciatori delle favela ma anche iper-criticato dai giovani, più o meno "pacifisti" e pure, spesso, consumatori della stessa droga che viene spacciata. Che contraddizione! Matìas la farà notare esplicitamente e sarà una cosa su cui non si può non riflettere. Dovrei dilungarmi molto su quest'argomento, sforando anche sui temi del c.d. proibizionismo, ma ho già scritto troppo, magari proseguo su questo fronte in occasione del sequel.
FILM IMPERDIBILE !!!
Nascimento chi? il mago che trafficava con Vanna Marchi? Neto poi, è il terzo portiere della Fiorentina, giovane promessa del calcio do Brasiu.
RispondiEliminaE per restare sul calcio, le croci, 11, le metterei anche sul prato dellìArtemio Franchi, a ricordo di quest'annata calcistica.
Ritornando al film, ovvio che non l'ho visto, altrimenti non avrei scritto 'ste stronzate, lo dirò al mio scaricatore di porto per provvedere all'uopo, e non mancherò la visione.
grazie per le "stronzate" harmo, ahah! stamane ho proprio bisogno di un po' di buonumore :)
RispondiElimina...Grazie Roby, il seguito che si trova facilmente in rete e ancora non si sa se mai godrà di una visibilità cinematografica italiana,è notevole quanto questo primo "Tropa de Elite",è diretto ovviamente da Josè Padilha, e potentemente indaga la corruzione a livello parlamentare dello stato di Rio De Janeiro. E'la prosecuzione ad un altro livello e ad un'altra consapevolezza dei temi già presenti in "Tropa de Elite", come la strumentalizzazione e la corruzione con la criminalità organizzata del narcotraffico, da parte di quelle forze politiche, in Brasile come altrove, solo all'apparenza "radicali" e moralizzatrici, le quali costruiscono la loro fortuna parlamentare sulle paure dell'elettorato, paure che loro stessi in moilti casi eterodirigono e controllano. A patto persino di allearsi e corrompere, strumentalizzando i peggiori criminali. "Tropa de Elite 2" tutto questo lo mostra in maniera di grande coinvolgimento emotivo e spettacolare, anche grazie al sempre straordinario Wagner Moura adesso eletto parlamentare, che povero pazzo illuso, credeva davvero di riuscire a portare avanti la sua missione moralizzatrice e giustizialista persino in politica, in un contesto così corrotto e moralmente in disfacimento come ci mostra il film, e nonostante i grandi cambiamenti, obbiettivi, portati dalla presidenca di Luis Ignacio Dà Silva, meglio noto come il Presidente Lula.
RispondiEliminaNon l'ho visto questo.
RispondiEliminaL'orrore delle squadre della morte è indimenticabile.
Ciao, Roby! Sono passato per un saluto. Il fumetto è troppo bello heheehehhe
RispondiEliminafantastico napoleone, me lo sparo a brevissimo il 2! tra l'altro mi avevi parlato proprio di quello, poi ho pensato di guardare intanto il primo.
RispondiEliminaernest, devi vederlo e... mi dirai. guarda che a noi di quelle squadre sono sempre arrivate notizie troppo parziali ;-)
ciao vitone! grazie per il saluto. il fumetto è merito di milena-petrolio :)
Ce l'ho lì da anni, ma ancora non mi sono cimentato.
RispondiEliminaA questo punto lo proverò, e se è così impressionante credo non mi risparmierò neppure il secondo.
bella recensione e d'accordo con te e napoleone
RispondiEliminacaro mrjames, vedrai che roba! ;-)
RispondiEliminagrazie brazzz, un abbraccio in miniera :P
visto! direi molto ben fatto; si evita di stereotipare i personaggi, e di dividere fra buoni e cattivi...difficile prendere una posizione! certo che l concetto di "squadroni della morte" non è mai possibile considerarlo positivamente, ma certo anche quelli degli spacciatori sono squadroni della morte, magari senza divisa. triste invece che quelli legali diventino uno strumento di repressione al servizio del potente di turno. insomma un gran casino...tanto per sdrammatizzare, mi torna in mente una battuta di Casalino, secondo cui scrivere "ordine e progresso" sulla bandiera brasileira, è un po' come scrivere su quella della giamaica "vietato fumare"...:)
RispondiEliminafilm mastodontico, rimasi incollato allo schermo! mi tocca recuperare il secondo.
RispondiEliminafilm molto bello. lo guardai perchè ero tutto preso dal mondo delle favelas visto in city of god. non sapevo ci fosse il 2 lo cercherò! :)
RispondiEliminaPS: se straconsigliato city of god.. l'olimpo non basta per quel film
Dalla tua recensione ho capito che devo trovarlo e gustarlo.
RispondiEliminaMi sono perso in queste pagine. Ho apprezzato The Human Centipede,Seul contre tous,Fiddler on the Roof, Il cittadino si ribella.
PS: senza offesa tua e dell'artista che ti ha ritratto ma sembri Lucio Dalla arrapato.
Paolo
unwise, sottoscrivo tutto! che ridere... "vietato fumare" in giamaica... ahah!
RispondiEliminavero frank. stessa sensazione per me :)
gus, era già in programma city of god, ma se dici così... solo che prima o il "2" di questo e poi un po' di pausa con le favelas ci vuole no? :D
ahahah! benvenuto paolo, bell'esordio nel blog! è vero quello che dici, qualcuno ha anche osservato che la mano sinistra faccia opera di pugnetta. spero la "artista" sappia in futuro rimediare alla fama che mi sta procurando!
però per ora mi fa molto ridere quel fumetto... :D
non so se son in vena per un film del genere… poi se in linea con City of God. Che angoscia! :/
RispondiEliminae che stra-angoscia anche il fumetto… arrapato, pugnetta, almeno non t'ho ritratto impotente! sembrano i miei clienti, ne devono dire sempre una, offendermi? come si dice da me… fàll tu! :PPPPPP
mile', non so se è in linea con quel film, non lo conosco. ;)
RispondiEliminaal fumetto sono affezionato eh! si scherza... tutto bene? ti mando un pallett di baci :****
:******** a te!
RispondiEliminaora non vorrei fare il bastian contrario della situazione ma questo film l'ho odiato di brutto, proprio un odio che ti viene dal cuore, quello da stroncatura immediata...sarà un mio limite, ma questo è...ho visto anche il secondo che ho trovato molto più digeribile, accattivante...sarà perchè è più classico nell'impostazione e anche più articolato su un piano tematico...io te lo consiglio ;)
RispondiEliminacodesto film è bellissimo, non i solito filmaccio d'azione, raccomandato!
RispondiEliminafrancescomain, addirittura? O_O
RispondiEliminaa me capita di disprezzare un film ma all'odio non sono mai arrivato. mi piacerebbe conoscerne i motivi, ma va be' oh, de gustibus :)
ah certo, il secondo sarà visione a brevissimo.
ciao dark0! d'accordo con te ;-)
Mi associo assolutamente ai consigli per "City of God", film controverso, non accolto molto benevolmete da queste parti, mi par di ricordare. Ben venga l'angoscia che ti comunica questo genere di film, basta aspettare di vederli nella giusta dispozione di spirito. Ho apprezzato tantissimo anche "La terra degli uomini rossi (Birdwatchers)", di Mario Bechis, quello di "Garage Olimpo", per intendersi. Questo non l'ho visto, ma lo inserisco subito nelle mie liste d'attesa!
RispondiEliminatengo buono anche il secondo consiglio. garage olimpo è un gran film: http://robydickfilms.blogspot.com/2006/08/garage-olimpo.html
RispondiEliminaLinko inchiesta Current TV sul tema BOPE-favelas: http://current.com/shows/vanguard-it/93299081_vanguard-brasile-la-guerra-nelle-favelas.htm
RispondiEliminaConcordo, Garage olimpo è da vedere.
grazie roby! mi raccomando non perdere il sequel, è un vero completamento di questo film: Tropa de Elite 2: o inimigo agora è outro
RispondiElimina