Comincia bene, molto bene questo "Humongous" di Paul Lynch. Atmosfera idilliaca e musica retrò. Una festa su un'isola infarcita di romanticume. Non può che finire male.
Labour Day, anno di grazia 1946. La giovane Ida Parsons (Shay Garner) è fuori, lontano dai festeggiamenti. Vuole rimanere vicino al recinto dove sono custoditi i suoi amati cani. Ad un certo punto arriva un uomo, ubriaco (Page Fletcher). Le offre da bere, lei rifiuta. Lui insiste ed allora Ida fugge. L'ubriaco, Tom Rice, la raggiunge e comincia a maltrattarla, rinfacciandole di essere una smorfiosa, stupida figlia di papà. La getta a terra e le strappa i vestiti. Lynch non mostra quasi nulla, ma la scena è efficace, giocata com'è tutta su i primi piani dello stupratore e le riprese alternate dei cani inferociti che tentano di scavalcare il recinto. La violenza termina, la macchina da presa rimane fissa sul volto dell'assalitore, con le urla disperate di Ida in sottofondo. Nel frattempo, uno dei cani, un pastore tedesco, riesce ad uscire dalla gabbia ed assale Tom Rice, massacrandolo sotto gli occhi di Ida, che lo finisce con un pezzo di legno mentre l'uomo rantola con il sangue alla bocca. Niente male, proprio niente male.
Il resto è facilmente riassumibile. Siamo in pieno attacco dei cloni jasoniani e da qualche parte il buon Lynch deve andare pur a parare. Dopo gli ottimi ed evocativi titoli di testa (che mostrano le foto di Ida con la famiglia e i suoi cani) la pellicola fa un salto di 36 anni e si concentra su di un gruppo di giovani in viaggio su una barca. Naturalmente, l'imbarcazione esploderà proprio in prossimità dell'isola dove Ida abitava con il padre. I giovani naufraghi si ritroveranno braccati da un gigante demente (frutto ovviamente della violenza subita da Ida) malato di acromegalia che farà strage di (quasi) tutti i giovani.
Si respira aria di "Venerdì 13", vabbè grazie al cazzo, ma anche e soprattutto del non dimenticato "Antropophagus" di Massaccesi; certo dove Aristide calca(va) la mano sul morboso e il malsano, Lynch risolve concentrandosi sull'atmosfera minacciosa e su qualche programmatico spavento telefonato, vedi i vari scheletri ritrovati dai ragazzi, il che non è necessariamente un male, ma rischia di far "sedere" la pellicola e renderla monocorde anzichenò. Difetti rinscontrabili in una valanga di slasher coevi. Del resto il vecchio Lynch (Paul, che gli appassionati conosceranno senza meno, essendo pure il regista di un cultino più o meno riconosciuto come "Prom Night") non è che sia mai stato un talentaccio, ma, come si usa dire, "un onesto artigiano di genere", per taluni un complimento, per altri un marchio di infamia. "Humongous", per chi scrive, rimane la sua opera migliore (insieme a "Bullies", [1986] solido rape n'revenge) cupa e dotata di una vena malinconica che di solito non ci si aspetterebbe da un prodotto di questo tipo. Vabbè, gli amanti dello slasher comunque potranno apprezzare, almeno per spirito filologico, gli altri, credo proprio di no.
Il film di Lynch è sempre girato in pessime copie dove non si vedeva praticamente un cazzo, perchè troppo oscuro. Fortunatamente il dvd della Scorpion Entertainment per la serie Katarina's Nightmare Theater, NTSC, All Region, ratio 1.77:1, restituisce un transfer che rende giustizia (più o meno) alla fotografia di Brian R.R. Hebb e la versione uncut della pellicola, con la scena dello stupro integra. Consigliato. La final girl, Janet Julian, veramente molto caruccia, veniva da una serie di comparsate in serie Tv e da "Smokey Bites the Dust" (1981) di Charles B. Griffith.
Buona visione.
Belushi
Belushi questo film nei miei ricordi è orribile... Brr...
RispondiEliminac'è il brutto che piace... :)
RispondiEliminaE'morto Sage Stallone per overdose, da quello che ho capito.
RispondiEliminaAhhahah, non così brutto come lo ricordavo e, parlando di Paul Lynch, è tutto dire. Guarda l'antologico "Mania" del benemerito, questo in confronto è un capolavoro di stile(?). Certo non bello come "Corpses are Forever",ehehehehehe, come tu mi insegni, nus se batte...ciaooo!!!
RispondiElimina"Humongous" anche a me non e' dispiaciuto. Te lo ricordi Belushi Page Fletcher che appare all'inizio, quando faceva il narratore negli episodi de "I Viaggiatori della notte", quella strana serie tv "Ombibus" di Fantasy/fantascienza/horror anni '80. La programmava Raitre nel '93/'94, ed era densa di partecipazioni da parte di "Guest stars", tra cui anche Franco Nero.."Bullies" forse me lo ricordo c'era anche Linda Blair? Paul Lynch fece anche un filmazzo ora senza riandare a vedere non me ricordo n'è titolo nè genere, con quella topona dde Playboy di Myriam D'Abo.
RispondiEliminaHo scritto una mail per Aquaro, il corrispondente dagli Usa de La Repubblica. Nell'articolo pubblicato oggi per la morte di Sage Stallone, scrive in merito anche ad una dichiarazione attribuitagli, che il regista di "Rocky V" e' Rob Cohen. Ovviamente lo sappiamo tutti e' John G. Avildsen che torno', dopo aver diretto il primo e per questo aver pure vinto il Premio Oscar, per Miglior Film e Miglior Regista del 1976.
Ho anch'io il dvd di "Katharina's Nightmare Theatre" . Sta' Katharina e' pero abbastanza insopportabile, non sei d'accordo Belushi. E poi autoproclamatasi madrina ed esperta di questo genere di filoni e generi, presenti nella collana. Poi non sono copie così perfette e rimasterizzate come recitato dalle fascette. L'ho visto anche dalla graffiata e spuntinata copia in dvd di "The Pyx"(Una Squillo scomoda per l'Ispettore Newman) ('73)di Harvey Hart, con Karen Black e Christopher Plummer. Canuexploitation raro, questo si, e bello.
RispondiEliminaProbabilmente napo si confondeva con daylight
RispondiEliminaSì, lo so. Però nell'articolo era precisamente a riguardo di "Rocky V".
RispondiEliminaCazzo me lo ricordo eccome "I Viaggiatori delle Tenebre", c'era pure Nicolas Campbell in alcuni episodi, se non erro. Bello, qualcuno dovrei averne qualcuno ancora registrato...il film con quel figone di Olivia D'Abo è proprio "Bullies", dove fa la figlia dei rednecks incazzosi come da copione. Ahah, La Katarina diciamo che all'inizio è simpatica dopo rompe i cojoni, e si la qualità è pacco, stile "Elvira Movies Macabre" tanto per intenderci, mè cojoni...e 'sti cazzi per Repubblica, e dire che Avildsen non è proprio il primo arrivato, mah.
RispondiEliminaSi Olivia D'Abo Madonna Bùcona, avevo già il dubbio mentre lo scrivevo, poi a fidarmi troppo di me stesso e non voler ricontrollare. La ficona bond-Girl di "007- The Living Daylights"('87) di John Glen, il primo con Dalton. "I Viaggiatori delle tenebre" si chiamava la serie, che cazzo ho scritto...Dio boffice, l'apatia indotta dal caldo.
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