giovedì 27 dicembre 2012

Saving Grace - L'erba di Grace

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Un po' di trama da wiki:
Grace è una donna di mezz'età che vive in Cornovaglia. Ritrovatasi vedova, viene a conoscenza dell'enorme deficit finanziario in cui l'ha abbandonata il marito che si è probabilmente suicidato gettandosi da un aereo senza paracadute. Abituata ad una vita casalinga come tutte le altre donne del paese con il rito del tè al pomeriggio e altri semplici passatempi, si ritrova nel panico perché sta per perdere tutto per poter ripagare i debiti. Traendo spunto dal vizio del fidato giardiniere Matthew e sapendo di poter contare sulle proprie abilità di vivaista/giardiniera, decide di coinvolgerlo nella coltivazione idroponica di una serra di piante di marijuana per poterla poi rivendere sul mercato londinese e pagare i debiti. Questa strana coppia riesce perfettamente nell'impresa della coltivazione, ma incontra problemi in fase di vendita. I due, in maniera comica, si cacciano e si tolgono dai guai.

Commedia brillante e senza pretese, se non quella di certe ricercatezze eleganti di riprese e fotografia, questa opera prima di Nigel Cole, subito capace di una nomination ai Golgen Globes, dell'Audience Award al Sundance, che evidenzia soprattutto una splendida Brenda Blethyn nei panni della protagonista.

La Leggerezza è, visto il già recensito "We Want Sex" e alla luce di altri già visti che presto citerò qua, la firma principale di questo regista. Rimarchevole visto che in fondo tratta sempre argomenti, reali o di fiction, non del tutto privi di rischi. Farà anche ridere mostrare delle vecchiette che al posto del the si sono fatte un'infuso di cannabis, ma v'immaginate se qualcuna prendesse alla lettera certe frasi, tipo che le canne sono illegali anche se fan meno male dell'alcol che invece non lo è? Ovvio, lo sanno anche le talpe, ma siamo in un mondo ottuso, ad occidente come in oriente, per cui la realtà ancora oggi è quella, anzi questa. Nel paese tutti sapevano, compreso il policeman, ma han chiuso un occhio, pure due, tranne quando hanno scoperto che non erano modiche quantità ma chili e chili di roba, senza per questo denunciarla... Delirante il finale, di totale successo di Grace com'è da subito intuibile, e qua tocchiamo il grottesco: la felicità che può nascere dopo un comportamento fondamentalmente criminoso, non è un messaggio - secondo il moralismo imperante - estremamente diseducativo? Possibile mai una cosa del genere?

Guardando i film di Nigel Cole (e non solo, si pensi anche a "Kinky Boots - Decisamente diversi" (2005, Julian Jarrold), recentemente trattato da Napoleone) si vede un'Inghilterra conservatrice che non teme la stravaganza se pragmatica e funzionale, quindi visto da loro la cosa appare non del tutto inverosimile. Da noi la cosa la vedo molto più improbabile, anche il solo pensare di farlo un filmetto così, visto che siamo tra i pochi paesi ad aver talmente vietato la canapa da non consentirne nemmeno l'uso terapeutico, eccellente in molti casi. Quali "menti illuminate" ringraziare per questo regime oscurantista si sa...

Diciamo che tutta questa allegrezza, priva del benché minimo momento drammatico, è un tantinello eccessiva, pare quasi perorare la causa del "quanto è bello farsi una canna in relax", ma è causa che un antiproibizionista come me non può far altro che sottoscrivere, oltre che consigliare la visione del film ovviamente.

Divertimento assicurato.
Robydick



























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