Riporto da wiki:
... scritto e diretto da Aleksandr Sokurov. È stato premiato con il Leone d'oro dalla giuria della 68ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia ed è uscito nelle sale italiane a partire dal 26 ottobre 2011. Il film - ultimo capitolo di una tetralogia sul potere iniziata con Moloch (1999) e proseguita con Toro (2000) ed Il Sole (2005) - rilegge l'opera del Faust prendendo ispirazione dall'opera omonima di Johann Wolfgang von Goethe.
Il Dott. Faust è un uomo tormentato che lavora nel suo studio sporco, che somiglia più ad una bettola che non ad un laboratorio di ricerca scientifica. L’incontro con il demonio, che prende le forme di un abominevole vecchio, ed il desiderio che nutre di possedere la giovane Margarete, lo porteranno ad intraprendere un viaggio attraverso il senso stesso dell’esistenza. Il protagonista diventa così un pensatore e un anarchico, un farabutto e un sognatore che desidera spingersi oltre, anche al di là del concetto stesso di “tentazione”.
Dopo aver visto l'eccellente "Kotoko" (2011, Shinya Tsukamoto), che a Venezia 2011 s'è dovuto "accontentare delle briciole", mi son posto la domanda: che film sarà mai quello che ha vinto? Eccolo qua, "Faust", del formidabile Aleksandr Sokurov. Già il titolo basta a spaventare un comune mortale come me. Ricordo pesantissimi i giorni in cui nel lontano 1992 m'imposi di leggere l'opera (magnifica, ma della quale non mi rimase nulla ovviamente...) di Johann Wolfgang von Goethe.
Il film mi è risultato perfettamente "coerente". Magnifico visivamente, si percepisce tutta la maestria del regista che tanto apprezzai ne "L'arca russa" (2002), quello Sì un vero capolavoro. Purtroppo il risultato complessivo è di una noia mortale, tanto da richiedere gli stecchi per restar sveglio anche da ben riposati. Anno tremendo per le gonadi il 2011 nei due più importanti - forse - festival europei. A Cannes ha vinto "The Tree of Life" di Terrence Malick, che oltre a produrre orchite è anche un tremendo pistolotto cristianoide. A Venezia ha vinto "Faust" e non solo, applauditissimo un'altro polpettone indigeribile come "Il Cavallo di Torino" di Bela Tarr. Vince l'anti-cinema, quello che fa scappare la gente dalle sale...
Come in occasione dei 2 film sopracitati, ho letto in giro mirabilie anche del "Faust", come di un film che richiama grandi artisti della pittura, della letteratura, ecc..., cose di cui non so proprio che farmene. Perché se un film è una rottura, è una rottura e basta, inutile sprecare energie. Può contenere le più belle immagini, i più sottintesi/espliciti contenuti, ma se esci dalla sala inciampando nelle palle che strisciano per terra, quello sarà il ricordo che ti lascerà... dolore inguinale.
Robydick
Che dirti Roby... ho visto questo film alla Mostra di Venezia, dopo pranzo (orario terribile, dunque, che si presta inesorabilmente all'abbiocco), eppure non solo sono rimasto sveglio, ma mi è piaciuto tantissimo... o meglio: mi SAREBBE piaciuto tantissimo se la mia ignoranza in materia (non ho mai letto Goethe) non mi avesse privato di elementi sostanziali per comprendere meglio la visione.
RispondiEliminaEppure, fin dalle prime inquadrature (quel formato 4:3 così anacronistico, la fotografia 'sporca' e smerlata) ho avuto l'impressione di trovarmi di fronte a qualcosa di grande, assolutamente unico.
Certo, è un film che necessita un minimo di predisposizione: non si può vedere Sokourov sgranocchiando popcorn e bevendo birra... però non l'ho assolutamente trovato noioso: certe scene (l'orribile nudità di Mefistofele al bagno turco, l'incredibile finale in mezzo ai geyser norvegesi) restano scolpite nella mente. Altre, purtroppo, non le ho comprese appieno, ma questo come detto è un problema mio...
Per me un degno vincitore del Festival.
Per "The Tree of Life" come sai Roby, non sono d'accordo e nemmeno vedo così normale "accorpare" i due film, ma pur avendo apprezzato in passato Sokurov (che poco viene detto ma è un in patria un regista pienamente d'"apparatchik", appoggiato quasi continuativamente dal regime sovietico prima, bellissima la sua "Elegia sovietica"[1988], super amico di Putin adesso), sono d'accordo con te su "Faust", esempio distruttivo di un certo cinema "festivaliero" pienamente punitivo per lo spettatore, che come vedi non è ancora soltanto una definizione "modaiola" e svuotata di sensi.
RispondiEliminaKelvin, concordo solo sul finale
RispondiEliminalo so Napoleone, mi spiace anche aver toccato ancora l'argomento "The tree of life", ma il mio non voleva essere un accorpamento con questo, anche perché il film di Malick è infinitamente migliore, pur non essendo di mio gusto. era solo una considerazione generale sui festival 2011, in mano a giurie prive di ogni collegamento "reale" con quello che poi al cinema possa essere apprezzato e troppo piene di sé, settariamente.
RispondiEliminasul "festivaliero" abbiamo anche lì discusso... io penso che siano giurie e critici festivalieri prima che i film, capisci cosa intendo? se la smettessero di premiare queste robe quante ne arriverebbero anche ai festival?
Kotoko, che supera questo Faust di enne lunghezze, non è stato nemmeno distribuito. non avrebbe sbancato i botteghini, ma per fare meno di questo occorreva appunto non distribuirlo.
RispondiEliminaAmour di Haneke nemmeno ha sbancato, però di gente a vederlo ne è andata parecchia.
RispondiElimina"Il sospetto" di Vinterberg qua, nel cinemino di periferia dove abito io, han prolungato la programmazione, perché il passaparola ha portato richieste.
Si possono definire "film da festival"? Secondo me no. Il giudizio del pubblico merita rispetto, anche se non sempre può essere obiettivo causa miopie distributive che ben conosciamo
possoconcordare su tutto quel che dici,soprattutto da un punto di vista ideoogico..solo sul cavallo di torino dissento..opera estrema,ma a parer mio capolavoro,.poi festivaliero non saprei...
RispondiEliminabrazzz, meglio che evito di parlare ancora de il cavallo di torino, ahah! ciao...
RispondiEliminaHo sempre apprezzato la fotografia di Sokurov e la sua trilogia del potere, per come riesce a rendere l'atmosfera di certe scene. Detto questo, cominciate pure a impomatare il mio cappio... :D
RispondiEliminaIl Faust è un polpettone, un insieme di scene che prese da sole ti fanno esclamare "quanto è bravo!", niente di più. Quando Sokurov si ricorderà di scrivere delle sceneggiature sensate (da questo punto di vista col Faust supera i "record" di Lynch) e col giusto ritmo, potrò apprezzarlo meglio.
ma figurati Giova'... qua quando impicchiamo qualcuno lo facciamo a secco, è più cruento :P
RispondiEliminapiuttosto, guarda l'altro film che ho recensito oggi. quello è veramente bello
Sì, stavo giusto leggendo.
EliminaC'è un film e un autore ritornato dopo svariati anni, che anche se non adopererà sceneggiature più o meno "sensate" inanella una sequenza dopo l'altro da farti solamente esclamare che l'atmosfera è tale, il talento visionario così estremo che straccia tranquillamente qualsiasi "record" estremo di un Lynch o un Von Trier, anch'esso è stato presentato al Festival di Cannes dove quasi tutti hanno scritto che avrebbe meritato ben di più: "Holy Motors" di Leos Caràx.
RispondiEliminaIn più, c'è "Revivre" di Gèrard Manset in sottofinale, e non so se mi spiego.
s'han da vedere Napoleone. Revivre però non lo trovo...
RispondiEliminaMa no "Revivre" e' un bellissimo brano di Gerard Manset...Il cantautore e musicista francese...
RispondiEliminaahah! e va be', non lo sapevo... :P
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