Leos Carax ritorna alla regia a oltre tredici anni da “Pola X” e quattro dall'episodio “Merde” del film corale “Tokio!” realizza uno dei film più audacemente stravaganti e visivamente affascinanti degli ultimi anni dandosi licenza di fare ciò che vuole, “Holy Motors” di Leos Carax è narrativamente scardinato, benissimo girato e spesso esilarante ma coerente - probabilmente, e comunque con quello che è un viaggio vivido attraverso le ossessioni cinematografiche di un autore come Carax che definire imprevedibile è dir poco -, il film segue un (forse) attore camaleontico, interpretato dal suo camaleontico “attore feticcio” Denis Lavant, che compie quasi una dozzina di scandalosi ruoli i quali collettivamente permettono al film di diventare uno scandaglio selvaggio dei generi filmici, tutto questo per la incerta gioia di un cinema veramente artistico che non ha nessun timore di non salvaguardarsi da alcun probabile danno rispetto all'appeal commerciale. Gli appassionati di cinema “cultuale” si entusiasmeranno, ma anche le reazioni negative saranno estreme.
Coloro che si lamentano - e si deve prendere atto che sono molti – del fatto che"Holy Motors" è semplicemente assurdo farebbero bene a ricordare che assurdità è la definizione stessa del surrealismo, e prima caratteristica che Carax ha esaltato nei 13 anni da "Pola X ", il quale non è nulla se non è un film surrealista. Basti dire che entrambi, sia gli animali che le automobili appaiono molto intelligenti in questa pellicola neo-futurista, che il concetto di umana manfrina assume dimensioni finora sconosciute, e che la logica la si può solo sognare - prendere o lasciare questo cinema puro – e forse si può cominciare a spiegare la stravagante bellezza di quello che qui accade.
Questo “Holy Motors” si riduce a una bizzarra stravagantissima creazione di episodi la cui resa più o meno evidente, fin dalla prima scena in cui Carax, uomo che non trova sonno, vestito in pigiama (come detto Carax stesso, abbastanza appropriatamente) apre una porta segreta nel suo appartamento per entrare in un cinema pieno di spettatori immobili come sagome finte, e in cui come pubblico “irrigidito” quale fosse congelato, sta guardando "La Folla" di King Vidor e al contempo un grosso cane sta camminando per le navate in slow-motion.
Taglio sull'apparentemente miliardario Oscar (Denis Lavant), che è il capo di tutti i guardia spalle ad aspettarlo fuori dalla villa, che di buona mattina va a lavorare in una lunghissima Lincoln limousine bianca guidata per Parigi da una donna autista fedele e confidente, Celine (Edith Scob). Alla fine sembra che il lavoro di Oscar sia quello di effettuare una serie di elaborati incarichi che gli impongano di fare un uso creativo delle parrucche del trucco e dei costumi imbottiti nel camerino posto nella parte posteriore della limousine, e con i quali interpreterà diversi e particolari, semi- soggetti di diverse storie.
Il primo personaggio impersonato da Oscar ha l'aspetto di un samurai fantascientifico stretto in un abito -tuta di attillatissimo spandex nero pieno di appuntati puntini bianchi per consentire il motion-capture della CGI. Su un palcoscenico, obbedendo agli ordini di un regista invisibile, Oscar - o qualsiasi altra cosa vogliamo chiamarlo qui - offre una ultra-acrobatica performance di scene e movimenti da sequenze di ideali film d'azione, mentre è nel frattempo entrata alla fine una donna con una medesima tuta di spandex ma rossa, con la quale ha a simulare del sesso agile e snodato. Preso a livello di pura astrazione, di un caleidoscopio di luci, colore, suono e movimento, la scena è emozionante, e in buona fede meraviglia di ciò che il cinema sperimentale nel contesto del lungometraggio può consentire anche se solo occasionalmente.
Il prossimo ruolo di Oscar lo getta come il dimorante nelle fogne Monsieur Merde, già visto nell'episodio di Carax del film in tre episodi "Tokyo!". Osservandolo come un folletto senzatetto, Merde entra in una piena relazione del tipo “La Bella e la Bestia” con una bellissima modella (Eva Mendes), che egli ingegnosamente abbiglia in un burka, e trascina lei assolutamente inerme nelle catacombe sotterranee attraverso un cimitero (il famoso Père Lachàise) le cui lapidi esortano, "Visita il mio sito" - primo suggerimento di Carax che il mondo virtuale ha quasi superato quello reale. Vignette successive permettono al regista di fare delle escursioni cinefile di/in un film di gangster, un dramma tra padre e figlia, un mellifluo e tristissimo letto di morte e, con Kylie Minogue come cantante disperata, una storia d'amore musicale.
Uscendo e venendo presentato quasi in contemporanea con il canadese "Cosmopolis" di David Cronenberg, "Holy Motors” è come esso un tour in limousine attraverso un mondo morente, così come un film sulla malleabilità dell'(delle) identità nell'era di Internet, e la scomparsa apparentemente imminente di una esperienza veramente fisica. Una breve scena con il capo di Oscar (Michel Piccoli) suggerisce che egli può agire così impersrutabilmente per agio delle telecamere invisibili che il webcast metterebbe a disposizione come sue avventure riprese e da poter seguire da casa con un click del mouse.
Gli spettatori disposti a salire sulla avvolgente lunghezza d'onda di Carax si ritroveranno di fronte ad un'opera cinematografica inebriante come poche in tempi recenti, mentre quelli che non sono d'accordo potrebbero almeno ammettere che le riprese digitali effettuate da Caroline Champetier e Yves Cape sono in questa occasione superlative, e realizzate con un budget molto ridotto. Nelle interviste, il perfezionista Carax ha espresso un forte disprezzo per l'alta definizione, ma "Holy Motors" sembra sia vibrante ed entusiasmante proprio al livello del suo estremo nitore d'immagine, prevalentemente notturne, e in accordo con le preoccupazioni tematiche della pellicola, un tocco artificiali. Nel complesso, il comparto tecnico del film è stupefacente.
Per quanto riguarda la recitazione, la Scob canalizza ossessivamente anche in questo film il suo ruolo da allora ragazza nel canonizzato capolavoro di Georges Franju "Occhi senza volto", mentre Lavant è assolutamente brillante in tour de force di make-up e personaggi dalle (in)conoscibili vite, che è quasi -senza timore di lesa maestà alcuno- alla Buster Keaton nella sua sua capacità di trasmettere una vasta gamma di emozioni, con un minimo di parole - o, in il caso del signor intraducibile se non in “Merde”, suoni.
Acclamato dalla maggioranza degli spettatori e dei critici convenuti alla presentazione del film durante l'ultimo Festival di Cannes come uno dei migliori se non il migliore film presentato in concorso. E dopo che la maggior parte della stampa e delle riviste specializzate si erano dette prevenute di potersi trovare di fronte ad un “quasi sicuro” “scult per eccellenza” della Rassegna, trattandosi del poco sobrio e misurato Carax, e dopo il non certo “perfetto” “Pola X”.
Strepitoso utilizzo nel finale di una delle tante magnifiche canzoni-poemi del geniale cantautore/musicista/compositore francese Gerard Manset, “Revivre”.
Who Were We?"
Testi delle canzoni di Leos Carax e Neil Hannon
Musica di Neil Hannon
Orchestrata e arrangiata da Andrew Skeet
Cantata da Kylie Mynogue and Berlin Music Ensemble
"Marcia funebre (Adagio molto)"
da String Quartet No. 15 in mi bemolle minore (Op. 144)
Scritta da Dmitri Shostakovich
"Revivre"
Scritta da Gerard Manset
"Let My Ride Baby"
Scritta da R.L. Burnside e Tom Rothrock
Adattata dal dottor L, Elliot Simon e Quentin Auvray
“How Are You Getting Home?"
Scritta da Ron Mael
Cantata da Sparks
Festival di Cannes Anno 2012 Ha Vinto il Premio della Gioventù a Leos Carax
Nominato alla Palma d'Oro a Leos Carax
Chicago International Film Festival Anno 2012 Ha Vinto il Golden Hugo per il Miglior Film Internazionale a Leos Carax
Per l'ambito di pura bellezza, l'originalità mozzafiato della sua visione cinematografica. Silver Hugo Miglior Attore aDenis Lavant
Per dare vita a un personaggio che è alternativamente tragico, divertente, scioccante, profondo, orribile, bello, saggio - ma sempre umano - e, molto semplicemente, a differenza di tutto ciò che abbiamo mai visto prima. Miglior Fotografia aCaroline Champetier
Yves Cape
Per le immagini che sono incredibilmente belle e inventive, e in qualche modo sono riuscite a essere sempre perfettamente in sintonia con l'universo confusionario della narrazione.
Sitges -Festival Internazionale del Film Catalano Anno 2012 Ha Vinto per Miglior Regista a Leos Carax
Miglior Film Leos Carax
José Luis Critics Guarner Award per il Miglior Film aLeos Carax
Leos Carax aveva scritto la parte della top model con Kate Moss in mente, con cui era già stato disposto a lavorare insieme in un altro progetto che alla fine non è stato fatto. Con l'arrivo del tempo delle riprese, però, la Moss stava per sposarsi ed è diminuita la parte che, in ultima analisi, è andata a Eva Mendes.
Leos Carax ha offerto la parte di amore del passato del signor Oscar proprio alla sua ex fidanzata Juliette Binoche. Secondo Carax, i quali finalmente "non andavano d'accordo". Ha poi invece riscritto la parte, per un personaggio che reciti e canti cioè quello di Kylie Minogue.
E' stato il regista francese Claire Denis che ha suggerito a Carax di utilizzare Kylie Minogue per il film.
Édith Scob, che interpreta l'autista Céline, ha recitato nel super classico horror francese “Occhi senza Volto” , dal regista Georges Franju. Il cinema di Franju è oggetto di numerosi omaggi in tutto “Holy Motors”. La maschera che Céline mette alla fine del film è un riferimento diretto a ''Les yeux sans visage''.
Napoleone Wilson
ti scervelli per un po' a capire quale sia il vero senso della vita del protagonista, ma a parte fantasiose interpretazione non ne vieni fuori.
RispondiEliminapazzesco, un film di una bellezza unica! pensi: "cosa potrà stupirmi ancora nel finale?", e riesce anche in questo! per me capolavoro massimo dell'anno, almeno per ora. genio totale
p.s.: mi sembrava di averlo già visto l'uomo delle fogne, poi mi hai ricordato "Tokio!" ...
Eh ho visto si il trailer qualche giorno fa e ve lo volevo suggerire. beh visto che ci sono i sub ita me lo cerco..
RispondiEliminaPS: Napoleone hai visto il trailer di Man of Steel? secondo me questa volta Snyder sforna un gran film.
PPS: Ed avete visto il trailer di Cloud Atlas? sembra proprio bello..
Mi fa un grande piacere Roby che ti sia piaciuto così tanto, credevo che essendo così "senza senso" di trama ti fosse a elevato rischio "Il Cavallo di Torino"...Gus42, "Cloud Atlas" finito di vedere ieri dura 2hr. e 39' in un pessimo CAM (negli Stati Uniti è uscito il 26/10), sottotit. in spagnolo. Purtroppo non si vedeva quasi niente, ma è certamente pur se non un capolavoro, un film eccezionale, magniloquente,dalle ambizioni altissime che bisogna dargli atto non sfociano mai nel ridicolo, bizzarro, originale, sicuramente pretenzioso ma bisogna sempre onorare un tale coraggio tanto più in un momento come questo di progetti "grigi" e banali,e dalle molte sequenze memorabili, i Wachowski "Starships" come si sono ribattezzati da quando Larry ha cambiato sesso in Lana si confermano visivamente di grande talento, in molti momenti per quel che abbia potuto "intravedere"prodigiosi.
RispondiEliminaUn film intricatissimo dai 6dicesi6 piani temporali diversi d'ambientazione delle storie, montaggio complicatissimo ma allo stato dell'arte, colonna sonora da smottamento emotivo. Avrai sentito nel lungo maestoso trailer di ben cinque minuti, "Outro/The Art of the Flight Intro" dei sublimi M83.
un film enorme!
RispondiEliminae, per quanto assurdo e surrealista, ha una sua notevole coerenza che lo rende molto più di una esperienza visiva straordinaria.
dire il cult per eccellenza dell'anno
film dell'anno senza se e senza ma.
RispondiEliminaNapoleone, t'invito qua pubblicamente a recensire anche "Rosso sangue", altro film strepitoso
RispondiEliminache beel film e che bella rappresentazione. Chapeu!
RispondiEliminami sono iscritto al tuo blog, ciao
RispondiEliminaciao Matteo, cortesia ricambiata con piacere :)
RispondiEliminacavolo, vengo da te e mi trovo il grande lebowsky, però non capisco come fare a commentare nei tuoi post...
grazie Roby, ma lasciatelo dire, dopo averlo visitato: hai un gran bel blog dedicato al cinema! Decisamente!
RispondiEliminaBravo e buona giornata.
grazie Mattero, molto gentile. giro i complimenti a tutta la redazione, gli articolisti e i tanti collaboratori.
RispondiEliminaciao e buona giornata anche a te.
Manco per un po' torno e trovo bellezza. Grazie a Napoleone, a te. Del resto il tuo blog è sempre stato un luogo in cui passare volentieri. Sempre.
RispondiEliminaGrazie Milena, complimenti sempre apprezzati. Spero arrivino anche a Napoleone, se li merita
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