giovedì 18 maggio 2023

Mafioso

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Film del progetto "100 Film italiani da salvare".

Povero Alberto Sordi. Passare da "Un americano a Roma", che sogna l'America e le sue bellezze, a un "mafioso per caso", che in America ci dovrà andare per commettere un omicidio, dev'essere stato poco piacevole. Lo stupore di vedere i grattacieli, i macchinoni, il traffico caotico e l'operosità, sarà stato lo stesso, ma non i sogni.

Antonio Badalamenti, "cognomen omen", è un caposquadra nell'azienda metalmeccanica di Milano dove lavora. Stimato e rispettato, finalmente dopo molti anni si concederà, con la bionda meneghina moglie e le loro 2 figlie, una vacanza a Calamo (Alcamo?), siculo paesello natìo. Curiosamente anche il suo capo in azienda, americano di nascita, è originario di Calamo e lo incaricherà di un omaggio da consegnare a Don Vincenzo una volta arrivato, e non parliamo di un prete... Giunti in Sicilia, superato lo spaesamento iniziale di consorte e prole, che anzi si ambienteranno oltre le previsioni, sarà lui a ritrovarsi protagonista di un regolamento di conti, che arriverà addirittura oltreoceano. Quale miglior sicario per la Famiglia (d'onore), di un onesto lavoratore del nord, incensurato e con famiglia (d'amore)?

L'anno del film è il 1962, di produzione e ambientazione. Il titolo era già molto forte se pensiamo che persino oggi c'è gente che nega l'esistenza della mafia. Da alcune battute si percepisce una Sicilia che vuole togliersi di dosso certi stereotipi, ci sono momenti persino esilaranti. Invece la realtà è un'altra e Alberto Lattuada la ritrae con crudo realismo. 

Il bravo e brillante Antonio, tornato in Sicilia coi migliori propositi, si troverà adulto immerso in un mondo che aveva lasciato poco più che ragazzo, dove però aveva già giurato come "uomo d'onore". L'aveva fatto in buona fede, se si può dire così, per ricevere piccole cortesie, favori per sé e per i familiari, quasi fosse una specie di Prima Comunione con la società.
Non aveva considerato che La Famiglia, non quella di sangue s'intende, prima o poi presenta il conto. Aveva avuto, da ragazzo e ora da adulto, strade alternative? Molto molto difficile percorrerle, persino il capo a Milano aspettava riscontri. Antonio, straniato ma presente, consapevole, come la maggior parte dei suoi compaesani, è Mafioso per nascita. Burattino consenziente, non opporrà resistenza ai fili che lo guideranno.

Film eccezionale con un Sordi ad ampio spettro, istrionico e drammatico.
Questo è uno di quei ruoli italianissimi dove risulta inarrivabile per qualunque altro attore. Ritrae il meglio e il peggio, le sicurezze e le fragilità, di un uomo in un unico personaggio. Alla fine è inevitabile: ti ci devi confrontare, non puoi restare indifferente. 

Robydick




3 commenti:

  1. Alberto Sordi è sempre un grandissimo attore, è impossibile non ammirarlo, questo è proprio un titolo da recuperare 😊 ultimamente anche io ho visto qualche film di Lattuada, grazie anche alla rassegna su Fellini che è ormai agli sgoccioli, e devo dire che mi sono piaciuti molto.

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  2. tanti attori italiani di quegli anni oggi ce li sogniamo, anche se qualcuno comincia ad emergere. se però dovessi sceglierne uno non avrei dubbi, sarebbe Alberto Sordi

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    1. Con Totò ovviamente, loro due sono i miei attori preferiti di sempre

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