Prendo dalla pagina citata le significative prime righe, inutile riscriverle in altro modo, poi ne parliamo...
"Le 24 Ore di Le Mans (Le Mans) è un film del 1971, diretto da Lee H. Katzin, ambientato sul circuito di Le Mans durante la 24 ore del 1970 e interpretato da Steve McQueen. Per l'occasione vennero installate alcune cineprese su una Porsche 908 regolarmente iscritta alla gara di quell'anno. L'auto guidata nel film da McQueen era la Gulf Porsche 917 K n. 20 ufficiale.
Oltre alle immagini filmate durante la gara del 1970, gran parte del film venne girata nell'estate dello stesso anno pochi giorni dopo la gara vera e propria, utilizzando le auto originali che presero parte alla competizione, acquistate dalla casa cinematografica Solar Productions, diverse fasi di gara vennero simulate chiudendo tutto il circuito comprese le strade nazionali.
Il film ebbe scarso successo al botteghino e costituì un grosso fiasco nella carriera di McQueen, ma a distanza di anni viene ricordato come una realistica testimonianza su uno dei più famosi periodi della storia motoristica e come uno tra i migliori film di corse automobilistiche mai girato, soprattutto per il notevole realismo delle scene di gara.
McQueen non partecipò alla 24 ore del 1970 poiché i finanziatori del film avrebbero negato il supporto assicurativo all'attore nel caso in cui egli avesse gareggiato.".
Letto? McQueen, che altre volte fu pilota ufficiale in gare prototipi su pista, le stesse auto che correvano a Le Mans, qua non poté gareggiare per questioni assicurative. Peccato, avremmo avuto ulteriori e spettacolari immagini. Le scene che lo vedono protagonista in pista sono quindi quelle ricostruite il giorno dopo, e "notevole" non è aggettivo sufficiente a definirne il realismo, io userei la parola "sconvolgente" tale è la qualità e la spettacolarità delle stesse, di valore assoluto ancora oggi e non esagero!
Sconvolgente è anche il fatto che ebbe scarso successo di pubblico, non riesco a capacitarmene. Ma cosa accidenti volevano di più da un film del genere? Io avevo 5 anni allora, troppo piccolo per capire anche oggi queste cose, magari qualche gradito commento di ospiti competenti potrà illuminarci. Ho solo la certezza che questo film, girato necessariamente in 2 giorni, tanta era la durata della manifestazione nel suo complesso (più il giorno che dicevamo per le parti di fiction fanno 3) ha richiesto grandissime competenze a tutti i livelli, lavoro preparatorio meticoloso, e un montaggio che c'è da strabuzzare. Tanto lavoro insomma. Anche le scene di fiction che hanno comportato la distruzione di alcuni veicoli non potevano che essere alla "buona la prima", impossibile ripeterle, eppure perfette. Al termine della visione ero in estasi, altro che le 2 miserande stellette del Morandini...
Il Cinema si integra in una manifestazione sportiva, non entrando dalla porta principale ma da quella di servizio, prendendo tutto lo spettacolo che già c'è e facendogli fare un salto di qualità, speziandolo, esaltandone ogni aspetto. Compreso quello dei drammi che spesso stavano dietro questi sport, che mietevano molte più vittime di oggi, cosa che verrà fatta con la fiction innestata. Sarà lo stesso Michael Delaney (Steve McQueen) a dirlo all'inconsolabile vedova di un pilota morto l'anno prima, Lisa Belgetti (Elga Andersen), che il pubblico vuole vedere la morte, è quel rischio che sta dietro all'emozione degli spettatori ma anche a quella dei piloti, e questa cosa la spiegherà Johann Ritter (Fred Haltiner) alla moglie che gli chiede perché rischiare la vita nelle corse. Semplice ma non laconica la risposta: perché correndo, cercando di vincere, rischiando, ci si sente vivi. E' vero, sottoscrivo, la Vita è quella, anche in altri campi sono determinate sfide, rischi, o chiamiamoli come si vuole, a dargli un senso, mentre tutto il resto del tempo è vita "animale" che serve solo a separare la nascita dalla morte.
(alcuni aspetti della vita animalesca li apprezzo molto eh, ma ora non vorrei star qua a divagare...)
Paesino delle immense ed ondulate campagne francesi, Le Mans serrava tutto per 2 giorni, comprese le strade a normale percorrenza che andavano a comporre i 13 e rotti chilometri del circuito semicittadino. Nel rettilineo più lungo i bolidi raggiungevano i 370 km/h e parliamo di macchine che abs, ebd, tcs e via acronimando manco sapevano cosa fossero. Ogni curva erano sbandate e controsterzi da urlo. Dalle 16 del Sabato alle 16 della Domenica 2 piloti per ogni macchina si alternavano alla guida, indosso una tuta, una sottotuta ignifuga ed un casco che oggi non sarebbe omologato manco per gli scooter, sul quale scrivevano il loro gruppo sanguigno. Condizioni di sicurezza che oggi fan sorridere, come anche i box non separati dalla pista da alcun muretto. Alla partenza dal 1970 le macchine incolonnate a lisca di pesce avevano già il pilota a bordo e dopo lo start mettevano in moto e via. Fino all'anno prima i piloti si schieravano sul lato opposto delle macchine e allo start attraversavano la pista, saltavano a bordo e poi il resto, con il rischio che magari uno cadeva, oppure per la fretta non allacciava bene le cinture o non chiudeva bene il portellone, con conseguenze immaginabili. Nota Bene: per nessuna ragione la gara veniva interrotta, né meteo né per incidenti. Per questi ultimi un allarme risuonava, una specie di incubo per chi ai box attendeva poi le notizie su macchine e piloti dagli altoparlanti.
Tutto questo verrà ritratto, insieme ad una gara emozionante che vedrà all'ultimo giro un arrivo in volata per decretare il vincitore, cosa che accadde realmente nella corsa dell'anno prima, che forse ispirò l'idea al film. A partire dalla grande massa di auto e persone che andranno ad accalcarsi sul circuito, all'arrivo dei bolidi e alla loro preparazione, fino alla festosa premiazione. Tutto bellissimo, anche il luna park, ma la bava colerà sulle scene ai box e soprattutto in pista. Un trionfo di soggettive che, ne sono abbastanza sicuro, deve aver fatto scuola per molti. Punti di ripresa dentro e fuori le macchine, lanciate in gara. Grandangoli interni da più punti, poi camere esterne a ritrarre anche solo una gomma dell'auto portante con avanti e dietro ad inquadrare chi precede e chi segue, oppure una vista dal tetto, o dall'oblò posteriore. Un'infinità di punti, impossibile ricordarseli tutti, fatto sta che tu spettatore sei una specie di spirito che galleggia ovunque sulla pista tra macchine e piloti scatenati. Emozionante, non c'è altro da dire!
Chissà, forse una certa passione per gli sport motoristici ha influenzato il mio entusiasmo, lo dico per obiettività. Se non li si ama penso in ogni caso che, anche solo per ammirare le riprese, questo film sia uno spettacolo imperdibile. E il montaggio! Già detto ma mi ripeto, è una lezione di tecnica, almeno per film o docufilm del genere. Da brividi alcune scene di incidenti, in dettagliato ralenty, dove l'audio sparisce e in un silenzio assoluto e glaciale si prova l'apnea stessa del pilota che vede la morte in faccia, sono momenti in cui tutto si ferma, il respiro, il battito del cuore forse e persino il tempo.
Lo guarderò altre volte così come guarderò altri film di corse automobilistiche, genere che ha numerosi appassionati, in particolare tra i c.d. "collezionisti di locandine". Ho conosciuto un dirigente di un'azienda che ha l'ufficio tappezzato di questi poster magnifici. Intravisti per caso, ho bussato chiedendo di poterle vedere, non ho potuto resistere anche se il lavoro richiederebbe più formalità nei rapporti. Ci siamo fatti una gran chiacchierata a riguardo, veramente interessante. Sul prezzo di quei poster... meglio cercarli in qualche vecchio cinema, o da privati, perché comprarli sulle aste on-line o siti/negozi specializzati non è cosa per tutti i portafogli.
Robydick
'mazza che é, già matina? Me sembra de avere il jet-leg, ah ah, grande recensione, cazzo, Roby, traspare in pieno la tua grande passione per questi eventi, bravo, io una cosa del genere non riuscirei a scriverla neppure con i cenobiti di "Hellraiser" che mi spianano il culo a frustate. Ho ancora diverse locandine cinematografiche, da qualche parte, pure er padre mio collezionava questi memorabilia.'mazza oh.
RispondiEliminaahah! i cenobiti... l'orario d'uscita della rece è "strano" perché m'ha fatto casino la bacheca di blogger, mortacci sua! :D
RispondiEliminasì sì, soprattutto da ragazzino strippavo per i motori, 'sto film è stato una cosa magnifica. solo a vedere le macchine che le scaricavano dai camion m'è salita la pressione.
Bellissimo "Le 24 Ore di Le Mans", ma mi pare te n'e parlai anche io vero, in occasione di un precedente post. Adesso non puoi non passare a vedere "Grand Prix"('66)di John Frankenheimer, il miglior film ancora oggi mai realizzato sull F1, quella vera, quella in cui l'uomo e il pilota erano ancora l'elemento centrale, oggi talmente lontana che non e' neanche immaginabile da quella "supercorretta" e ipertecnologica di oggi , ma quella delle monoposto veramente bellissime e ancora d'acciaio, e degli incidenti apocalitticamente spettacolari a la' Joachim Rindt, a la' Lorenzo Bandini, Von Trips, d moltissimi altri. Tanti furono i caduti in F 1 e anche a Le Mans, tra gli anni '60 e i '70. Questo fu anche il primo film di un certo Luc Merenda, cheinterpreta un pilota francese. Bellissimo il
RispondiEliminaPoster americano che hai scelto, pittorico, con McQueen che saluta la folla della tribuna. Perdona gli errori sai com'e non mi sono mai ritrovato alla perfezione con la tastiera dell' IPhone.
RispondiEliminaio con lo smartphone sudo 3 camicie per scrivere un commento, non so come fai te napoleone! :)
RispondiEliminavero, me ne hai parlato in occasione di Endgame, nei commenti, ho controllato ora... fai paura, quasi impossibile ormai vedere un film che tu non abbia già citato. sarà stato il tuo messaggio "subliminale" che m'ha fatto entrare nell'ufficio di quel dirigente probabilmente, ahah!
gran prix è già in dl ;-)
RispondiEliminacon questo film ho deciso d'inaugurare il tag "sport" per le rece, ne avevo già diversi che lo meritavano