martedì 2 agosto 2011

Daft Punk's Electroma

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Per chi come me non s'intendesse particolarmente di musica elettronica sappiate che, nel loro genere, il duo di musicisti francesi che compongono i Daft Punk sono tra le compagini più apprezzate, anche nella composizione di o.s.t. come per quello che è, a mio parere, uno dei migliori film di fantascienza degli ultimi anni, "Tron Legacy" di Joseph Kosinski, che ho già visto ma non ancora recensito.

La storia è molto semplice, e purtroppo è necessario citare il finale altrimenti mi rimane poco da dire ed è importante: due robot, in un pianeta abitato solo da robot, bardati di giubbotti-chiodo con borchiata la scritta "Daft Punk", si recano in una specie di centro di chirurgia robot-estetica per un intervento di modifica delle loro sembianze. Siamo presumibilmente in California, e la targa della macchina è un'espressa dichiarazione d'intenti: "Human". Il trucco, una specie di cera, stucco, applicato ai loro caschi al fine di dar loro connotati umani, si scioglierà miseramente al primo vero calore di sole preso all'aperto, durante una passeggiata che con il loro aspetto turberà il quieto andazzo della città dove si trovano. Uno smacco pesante da subire e, con modalità diverse, i due ambiziosi robot si suicideranno. Fine.

Affatto difficile, fin scontato, pensare a temi come il senso della vita umana, nessuna ricerca di messaggi criptici. In evidenza l'annosa e irrisolvibile domanda: cosa distingue la vita umana dal resto? L'avvento, che prima o poi ci sarà inevitabilmente, di robot androgini sempre più simili a noi almeno nella meccanica e persino nell'intelligenza, ci porterà a scontrarci con queste domande alle quali dovranno necessariamente essere trovate risposte adeguate. Nemmeno un genio come Isaac Asimov riuscì a darle, e le notissime "Tre leggi della robotica" danno solo ordini ai robot di cosa fare o non fare, stabiliscono una gerarchia tra androgini inorganici ed organici, ma nulla risolvono in termini umanamente esistenziali. (si potrebbe anche discutere se sono domande che ha senso porsi, ma tengo a freno il mio materialismo endogeno...)
Ecco perché, nella mia personalissima visione, era indispensabile citare il finale. I due robot, ai quali lo spettatore si affezionerà accorandosi al loro dramma, si suicideranno (o autodistruggeranno?) vittime di un fatale errore di valutazione. Scambieranno la perdita delle pur effimere sembianze umane come una sconfitta cocente com'è il caso di dire vista l'origine del liquefarsi delle maschere. In questo denuncieranno il limite del loro software, che in un approccio binario semplifica la divisione tra Uomini e Macchine sulla base dell'aspetto. Non potranno comprendere che è lo stesso Senso di Sconforto, il suo manifestarsi, la Prova che loro, "semplici" macchine, erano riusciti in un salto di qualità che, anche se parzialmente, li aveva innalzati al rango di Umani. Erano principi di filosofia fin banali presenti nella nostra c.d. cultura occidentale, poi schiacciati, ostracizzati dal nefasto avvento del cristianesimo e dell'islamismo, per citare le religioni mono-dispotiche omo-reprimendi principali. Se si fosse rimasti "discepoli" dei Grandi Greci, pur evolvendone gli studi, la storia e buona parte della mentalità attuale avrebbe seguito altri corsi e/o dettami, o non-dettami. Fortunatamente l'Oriente ha superato quasi indenne l'avvento delle religioni citate, conservando un più lucido e concreto approccio umanistico fornito dal Buddismo (ove più ove meno, dipende le correnti) che non nega nulla alle disponibilità dei sentimenti umani i quali spaziano dai bassifondi all'illuminazione, un po' come questo blog (non a caso) approccia la settima arte: non si esclude nulla.

Senza usare le loro composizioni, Guy-Manuel de Homem-Christo e Thomas Bangalter hanno "assemblato" questo film di taglio decisamente surreale-psichedelico, privo di dialoghi e narrazione, solo scene di robot e paesaggi accompagnate da musica che abbraccia in un unicuum la gregoriana, la classica e l'elettronica sperimentale fino al pop-ambient. Solo questo sarà il linguaggio utilizzato. Relativamente breve, circa 70' di girato che è realmente girato, modificato in parte ma non certo generato in post-produzione. A diverse velocità di montaggio a seconda dei momenti, prevale comunque l'andamento lento e sempre di alto livello risulterà l'efficacia comunicativa della combine immagini-musica. Pure un filo troppo lento a volte, come in un fermo macchina panoramico che vede uno dei robot, ormai solo, seguire un tramonto come stella polare. Ma è un "neo" in una composizione che vede proprio in alcuni piani-sequenza nel deserto i suoi momenti, anche dal punto di vista squisitamente tecnico, più spettacolari. Notevole anche l'esplosione del primo androide, ripetuta da più angolazioni in ralenty, forse un omaggio alla mitica scena finale di Zabriskie Point.

Notevolissimo!, e da meditazione.
Olimpo sarebbe eccessivo come titolo d'onore, ma Cult ci sta tutto.

p.s.:
Chi, se non Napoleone, poteva avermi segnalato, e a più riprese, un simile film? Non sono nemmeno sicuro sia uscito in italia. Nei commenti a "Enter the void" ne aveva scritto una mezza recensione da par suo.

p.p.s.:
La macchina utilizzata dai due robot è una vera bellezza, Ferrari 400i America dei primi '80, berlinetta 4 posti da sturbo, che uscì anche in versione cabrio e qua lo sturbo diventa doppio carpiato. Ma c'è pure il triplo avvitamento se pensiamo alla sua capostipite della quale allego foto, Ferrari 400 Superamerica cabrio del 1962, design Pininfarina, qua in versione con telaio passo corto SWB, motore "V12 Colombo" per 340cv, 6 esemplari prodotti in tutto, battuta all'asta per 2,8 milioni di euro nel 2010.

Robydick


25 commenti:

  1. eh be' caro brazzz, questo, proprio te poi, con la musica che c'è, DEVI vederlo ;-)

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  2. Questo me lo segno, mai sentito prima d'ora. Primo, per la fantascienza, secondo per i Daft-Punk (ovvero quando la dance odierna incontra l'intelligenza, ed il grande Giorgio Moroder, questi sono i risultati)terzo perché finalmente ho trovato uno a cui è piaciuto Tron Legacy (escludendo mio figlio, a lui questi film piacciono tutti), quarto perché sottoscrivo in toto il discorso che hai fatto sui filosofi greci.

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  3. azz harmo, ho fatto bingo allora con te! grazie eh... vedrai che lo recensirai anche da te :)

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  4. davvero stuzzicante... così come fin troppo stuzzicanti e numerose sono le possibilità di riflessione che proponi... mi limito a dire che se fossimo rimasti figli della Grecia nulla avremmo da "temere" dagli androidi, mentre l'ottusa e pecorozza e ipocrita umanità modellata dalle grandi religioni rischia davvero di venir presto superata dai robot, non solo per intelligenza razionale, ma persino per capacità di sentire, esprimersi, amare!

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  5. I Daft punk gli adoro, quindi questo film mi interessa. Parecchio.

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  6. grandissimi i daft punk, paladini della french house. tra l'altro nel corso della loro carriera si sono invischiati abbastanza con cinema e lungometraggi, conta giusto che il video di 'da funk' (da homework, '95) l'ha girato quel pazzo di spike jonze (where the wild things are, il corto 'i'm here'...).
    poi c'è il loro 'interstella 5555' del duemilatre, un lungometraggio fatto ad anime che è la controparte visiva del loro disco 'discovery' del 2001. molto caruccio a mio parere.

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  7. mamma mia zio, che ipotesi nemmeno ardita! ci dovresti provare a scrivere qualcosa secondo me... :)

    vai roberto! ti piacerà sicuro!

    sai nick che stavo quasi per proportelo questo film da recensire? ;-)
    ma ti so in periodo sabbatico, ho lasciato perdere.
    interstella è in arrivo, eheh! non so ancora quando.

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  8. woooooooooow! Vorrei proprio vederli dal vivo! :) E questo film? da vedere in posizione 'sabbatica' 666) ciààààààààààààààà

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  9. ahah! petro', posizione "sabbatica"... e tu a dirigere la danza però! :D
    :**************************

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  10. i Daft punk mi piacciono, non sapevo di questo film... ho l'audio cassetta di Brian Eno e c'e' questa canzone, che mi piace molto. grazie per avermela fatta riascoltare. Cristina

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  11. e allora cri vai a colpo sicuro! ma prego, è stato un piacere quel pezzo di Eno :)

    ma... la ferrari fa sbavare solo a me? ahah!
    oh, le cose belle sono un mio debole :P

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  12. Ciao.
    Premesso che vedrò il film.
    Vorrei fare appello alle tue capacità di ricerca e anche ai tuoi soci e lettori.
    La musica di Eno che hai usato nel frameshow è tratta, come ovviamente sai, da Apollo Atmospheres & Soundtracks.
    Ovvero ai tempi che uscì trovai degli articoli che parlavano di un documentario sulla missione Apollo e la colonna sonora era questo disco.
    Esiste questo documentario?
    Io non sono mai riuscito a trovarlo ne ad avere notizie certe sulla sua esistenza.
    Se qualcuno ne sa qualcosa e riesce a metterci le mani sopra avrà mia eterna riconoscenza e anche qualche bottiglia di vino.
    Orsonmic

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  13. grande michele! mi costringi a rivelare quella che tra non molto sarebbe stata una sorpresa ;-)
    il film in questione, successivo di 6 anni alle musiche di Brian Eno, è "For all Mankind" di Al Reinert: http://en.wikipedia.org/wiki/For_All_Mankind

    su youtube lo si può vedere (v.o.) in streaming diviso in più parti, questa è la prima: http://www.youtube.com/watch?v=otvtMfEI_9w

    buona visione

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  14. dimenticavo... non hai scampo: porta le bottiglie alla prima occasione che ci vediamo, ahah! :)

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  15. Ach! Diavolo di un ROBYDICK.
    Sempre dietro al monitor.
    Hai mia eterna riconoscenza e riceverai ovviamente il premio promesso.
    Hai coronato una ricerca per me da anni infruttuosa.
    Ho ascoltato per anni quel disco che ovviamente mi portava nello spazio più profondo e ora posso vedere finalmente il video anche se devo ammettere che la fantasia mi portava ben più lontano della luna.
    Colonna sonora da olimpo e galassia profonda.
    Grazie ancora orsonmic

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  16. ma figurati michele, è un piacere. per me è scoperta recente, proprio grazie al brano musicale.

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  17. io sono un fan assoluto dei daft punk!
    il film mi è sembrato molto valido, ma non del tutto riuscito: in fase di sceneggiatura si sarebbero potuti sbattere un po' di più... :)
    però alcune sequenze sono davvero notevoli

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  18. eh marco, tu di musica sei un esperto... io li ho conosciuti grazie a questo film. sì, come ho detto e mi confermi in qualche modo, è forse un po' prolisso, potevano fare un medio-metraggio di 40' diciamo, ne avrebbe guadagnato dal punto di vista cinematografico, ma non ci sarebbe stato spazio per tutta la musica (non loro) che secondo me avevano deciso in partenza di utilizzare

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  19. Napoleone Wilson:
    Grazie di averlo recensito, Roby. Volevo solo dire che questa sua apparente "prolissità" è invece voluta tenendo le sequenze oltre ogni possibilità apparente di "tenitura" temporale, ma sostenute principalmente dal perfetto e sapientissimo connubio scelto dal duo parigino tra immagini e musica, e dalla grande espressività e valore, incredibilmente stilistica e contenutistica assieme (credo che sarai d'accordo Roby, viste le citazioni e i rimandi persino filosofici che vi hai ravvisato e che hai fatto emergere) di molte delle lunghe sequenze.

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  20. Napoleone Wilson:
    Evidenti grandiose citazioni per come sono poste e il gusto con cui sono riproposte, da:"L'Uomo che fuggì dal futuro"(THX 1138)di George Lucas, e "Il Mondo dei robot"(Westworld)('73)di Michael Crichton, i grandi capolavori della fntascienza cinematografica Usa anni'70....Splendido Brian eno certo come sempre, ma non è una novità è un genio quarantennale si sa, ma pure il finale con la camminata suicida nel fuoco e nell'assoluta oscurità notturna del deserto, dell'ultimo robot, con l'altrettando splendido brano "I Want To be Alone" di Jackson C. Frank. Secondo me, uno dei più bei finali cinematografici o quel che è di più, di meno, sopra-sotto, degli anni 0.

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  21. grazie napoleone, veramente un completamento della rece e sì, la prolissità occorre saperla anche valorizzare. sai, ultimamente ho la notte per vedere i film e quando l'occhio mi si abbatte è dura. per dirti che twilight's ieri ho finito di vederlo (v.o. da 140') e preparare il post alle 2:20 di notte, e la palpebra mai è calata, eheh...

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  22. La Ferrari del film, la più rara "400ì"(dalla quale venne realizzata allungandola, la strepitosa e rarissima "Quattroporte" costruita in pochi esemplarinel '75 e a tutt'oggi l'unica vera berlina della casa di Maranello) è la versione coupè della famosa spider "Daytona" sempre del '75, concepita e creata con gusto "americano" per una forte affermazione nel mercato appunto nordamericano delle granturismo di lusso,e che fece da apripista alla successiva Ferrari per gli Usa, la Testarossa. Non a caso la Daytona nera era l'auto di Sonny Crockett/Don Johnson nelle prime due serie ('84/'85 e '85/'86)di "Miami Vice", poi fattagli esplodere "dimostrativamente" davanti agli occhi con un bazooka, in un celebre episodio con Liam Neeson. E ne venne usata una vera invece della solita sagoma in vetroresina, per eccesso di "verismo" tipicamente manniano. Caso più unico che raro di distruzione del "bello", da un valore di almeno 60'000$ dell'epoca per la realizzazione di un episodio tv. All'epoca "Miami Vice" era infatti il più costosotelefilm della tv americana, con un costo di lavorazione di ca. 1'000'000 di$ ad episodio. La Daytona di Crockett venne poi non a caso sostituita con la successiva, celeberrima, Testarossa bianca.

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  23. anche di ferrari t'indendi napoleone... no comment! :D
    porc... 1mln di $ a puntata per miami vice?!? io ricordo appunto la testarossa bianca, da perder la testa, non sapevo della precedente.

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  24. Nessuno ha colto le citazioni di 2001 Odissea nello Spazio? Vi è una successione di riprese aeree del deserto che tanto ricorda il viaggio spazio-temporale (?) multicolore. E poi, solo a me l'uomo inginocchiato nel deserto che sbatte per terra il casco ricorda qualcosa?
    Credo che se qualcuno ascoltasse i Daft Punk riscontrerebbe la stessa identica dilatazione temporale e una presenza alquanto costante di "motivi ridondanti" come in questo film.

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